Originariamente Scritto da
Dr. Gori
I media nazionali l'hanno ignorato, e sì che la vicenda è pietosa, il suicidio premeditato,
Nicola s' era addirittura pagato il funerale due mesi prima: s' è impiccato nella vecchia casa di famiglia alla vigilia del compleanno e a una manciata d'ore dall'inizio del processo
Il popolo del web, per mesi, l'ha ricoperto di insulti augurandogli nel migliore dei casi la stessa coltellata. Per altri Nicola doveva morire in cella e per altri ancora morire e basta. Lui, il ragazzone, non ha retto e si è tolto la vita. Di seguito, la ricostruzione dei fatti. Era lunedì pomeriggio. Nicola, al culmine di una violenta lite, ha colpito l'africano all'addome con il coltellino da funghi. È successo nella piazzetta del paese, fuori dal bar, dopo che i due, dentro, avevano iniziato a litigare. Si conoscevano. C'erano vecchie ruggini.
Lo scontro per di più sarebbe avvenuto
davanti a un testimone, il quale non avrebbe sentito alcuna frase xenofoba. Comunque, la vera sciocchezza Nicola l'aveva compiuta
colpendo il rivale col coltellino che s' era portato dietro per cogliere i funghi. Roba da poco, fortunatamente: il senegalese s' è rimesso in pochi giorni. Ripetiamo, un gesto non scusabile, giusto il processo: ma il razzismo? La gogna? Per Nicola è cominciata in quel momento, l'agonia.
Lo attendeva un processo duro e una condanna certa, almeno per la coltellata. Ne era consapevole, mai ha tentato di sfuggire alle proprie responsabilità, riferisce l'avvocato, Danilo Ri ponti. L'aveva combinata grossa. E però lo stesso avvocato dice un'altra cosa importante: al
processo sarebbero venuti a testimoniare ragazzi tunisini, marocchini, albanesi, nigeriani, tutte persone con le quali Nicola aveva lavorato in un'azienda di serramenti e che aveva aiutato nei momenti di difficoltà.
Aveva avuto un passato doloroso, era provato dalla vita, ma di certo non era razzista. Se poteva aiutava tutti.
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