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    ⨁👌 Odio il cristianesimo
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    Predefinito 8 miliardi contro l'immigrazione africana illegale

    “Sì al rinnovo dell’accordo con la Turchia” sui migranti, voluto da Angela Merkel nel 2016, stipulato con Erdogan per frenare la rotta balcanica diretta prevalentemente in Germania. Ma l’Ue deve “rafforzare la sua presenza in Africa, non solo in Tunisia e Libia, ma anche nel Sahel, Mali, Etiopia, Eritrea”. In un bilaterale a Berlino, a pochi giorni dal Consiglio Europeo di giovedì e venerdì prossimi a Bruxelles, Mario Draghi sigla con la cancelliera tedesca il ‘patto’ che dovrebbe assestare una nuova partenza alla difficile discussione europea sull’immigrazione. Sul tavolo non c’è però un’intesa sulla redistribuzione dei migranti con gli sbarchi dell’estate 2021, in aumento rispetto ai due anni precedenti. “Le discussioni sulle riallocazioni prenderanno tempo”, ammette la leader tedesca.

    Nella conferenza stampa congiunta alla sede della cancelleria, prima della cena di lavoro e dopo il bilaterale, Draghi e Merkel confermano quanto raccontato da Huffpost la scorsa settimana. I termini dell’accordo tra i 27 al summit europeo di giugno, l’ultimo prima dell’estate, riguardano la “dimensione esterna” dell’immigrazione. Vale a dire il rafforzamento di intese di partenariato europee con i paesi di provenienza in Africa. E, dall’altro lato, in agenda c’è il rinnovo dell’accordo con Erdogan, per il quale tutti gli Stati europei hanno già speso 6 miliardi di euro. Ora il nuovo patto riorganizza i fondi europei sull’immigrazione. In sostanza, dal 2022 ci saranno 8 miliardi di euro per tutte le rotte.

    La cifra spunta fuori dal nuovo fondo che, a partire dall’anno prossimo, sostituirà l’attuale Trust Fund per l’Africa, già prorogato di un anno nel 2020 e in scadenza a fine 2021. Il nuovo bacino di soldi, il ‘Neighbourhood, Development and International Cooperation (NDICI)’, avrà un budget complessivo di 79,5 mld, di cui il 10 per cento per l’immigrazione verso l’Europa: quasi 8 miliardi, appunto, ma per tutte le rotte, sia da oriente attraverso la Turchia, che quelle dall’Africa attraverso i paesi di frontiera affacciati sul Mediterraneo.

    “Abbiamo vicinanza di vedute sulla dimensione esterna” dell’immigrazione”, sono le parole del premier italiano, “che significa maggior presenza dell’Unione Europea nel nord Africa, non solo in Tunisia e Libia ma anche nelle regioni di provenienza dei flussi, come il Sahel, il Mali, l’Etiopia, l’Eritrea. Occorre che in questa parte del mondo la presenza europea sia più sentita economicamente ma che ci sia anche una presenza tecnica”, non solo “per contenere i flussi ma anche per organizzare l’immigrazione legale e aiutare questi paesi a stabilizzarsi e ritrovare la pace. C’è la volontà di arrivare ad una visione congiunta di comune beneficio”.

    Merkel difende soprattutto la parte turca di tutto il dossier, quella che maggiormente interessa la Germania, chiamata al voto a settembre. “La Turchia accoglie moltissimi risultati, oltre 3 milioni di profughi. Ha tutto il diritto di essere appoggiata da parte nostra. Entrambi siamo dell’avviso che non possiamo non mandare avanti la cooperazione con la Turchia”.

    Dallo scambio Turchia-Africa si prova a ripartire, dopo le tante false partenze del passato. La cancelliera ammette le differenze: “L’Italia è un paese di arrivo. Noi siamo colpiti dai movimenti secondari, ma siamo d’accordo su come gestire il fenomeno. Bisogna iniziare dai paesi di provenienza dell’immigrazione illegale che deve essere sostituita dall’immigrazione legale. Dobbiamo creare dei canali legali per dare a queste persone la possibilità di fare formazione, di imparare un mestiere, non vogliamo sostenere i trafficanti e gli scafisti”.

    Naturalmente la ‘conditio sine qua non’ di tutto il ragionamento è che la Libia si stabilizzi. Mercoledì a Berlino si terrà la seconda conferenza sulla Libia, dopo quella di gennaio 2020, con le autorità libiche e i ministri degli Esteri dei paesi europei. Si punta a rendere solido l’appuntamento elettorale di fine anno. Merkel ringrazia l’Italia per aver “avviato molte iniziative politiche per una soluzione politica in Libia, l’Italia è il paese che ha molte conoscenze su questo tema e ha investito molte forze nello sviluppo libico”.

    La questione sulla redistribuzione finisce in stand-by. Già in conferenza stampa con Emmanuel Macron venerdì scorso, Merkel ha sottolineato che la Germania ha il triplo delle richieste d’asilo dell’Italia. Il che è dovuto ai migranti che invece di fare di domanda in un paese di primo approdo come l’Italia, secondo le prescrizioni del regolamento di Dublino, riescono a spostarsi clandestinamente in Germania e lì cercano protezione. A causa della pandemia, il governo di Berlino ha sospeso i respingimenti verso l’Italia, ma ora il governo federale vorrebbe riprendere a farli.

    Ecco perché un accordo sulla redistribuzione è lontano. Su questo, tra l’altro, la Germania è capofila della indisponibilità di tutti gli altri paesi europei. Sulla dimensione esterna invece dovrebbero ritrovarsi tutti, a cominciare da Macron, che venerdì ha preceduto Draghi nel bilaterale con Merkel: i primi due bilaterali in presenza da parte della cancelliera dopo il lockdown.

    “Anche sugli Usa, la Russia, siamo d’accordo, la nostra agenda bilaterale non conosce problemi, a parte il tifo per le nostre rispettive squadre agli europei”, sorride la cancelliera facendo riferimento ai vertici internazionali della scorsa settimana con il presidente statunitense Joe Biden. “Abbiamo una vicinanza di vedute, si è visto anche al G7”, concorda Draghi, accennando così all’intesa con Merkel che, al summit in Cornovaglia, è servita a frenare l’ansia di Biden di dichiarare una guerra commerciale Usa-Ue contro la Cina. L’italiano e la tedesca gli hanno fatto notare che le economie europee sono legate a Pechino, della serie: maneggiare con cura.



    https://www.huffingtonpost.it/entry/io-ti-aiuto-sui-soldi-alla-turchia-tu-sullafrica-lintesa-merkel-draghi_it_60d0c63ce4b00425580bf1da?utm_hp_ref=it-homepage
    Religione per noi significa la dottrina (...) dell'allevamento che renda possibili le anime superiori a spese di quelle inferiori.
    Religion bedeutet uns die Lehre von (...) der Züchtung und Ermöglichung der höheren Seelen auf Unkosten der niederen.

  2. #2
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    Predefinito Re: 8 miliardi contro l'immigrazione africana illegale

    grazie recep!
    «che giova ne la fata dar di cozzo?»

    “Grande è la confusione sotto il cielo, la situazione è ottima”

  3. #3
    Bla bla bla
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    Predefinito Re: 8 miliardi contro l'immigrazione africana illegale

    Citazione Originariamente Scritto da Pestis nigra Visualizza Messaggio
    “Sì al rinnovo dell’accordo con la Turchia” sui migranti, voluto da Angela Merkel nel 2016, stipulato con Erdogan per frenare la rotta balcanica diretta prevalentemente in Germania. Ma l’Ue deve “rafforzare la sua presenza in Africa, non solo in Tunisia e Libia, ma anche nel Sahel, Mali, Etiopia, Eritrea”. In un bilaterale a Berlino, a pochi giorni dal Consiglio Europeo di giovedì e venerdì prossimi a Bruxelles, Mario Draghi sigla con la cancelliera tedesca il ‘patto’ che dovrebbe assestare una nuova partenza alla difficile discussione europea sull’immigrazione. Sul tavolo non c’è però un’intesa sulla redistribuzione dei migranti con gli sbarchi dell’estate 2021, in aumento rispetto ai due anni precedenti. “Le discussioni sulle riallocazioni prenderanno tempo”, ammette la leader tedesca.

    Nella conferenza stampa congiunta alla sede della cancelleria, prima della cena di lavoro e dopo il bilaterale, Draghi e Merkel confermano quanto raccontato da Huffpost la scorsa settimana. I termini dell’accordo tra i 27 al summit europeo di giugno, l’ultimo prima dell’estate, riguardano la “dimensione esterna” dell’immigrazione. Vale a dire il rafforzamento di intese di partenariato europee con i paesi di provenienza in Africa. E, dall’altro lato, in agenda c’è il rinnovo dell’accordo con Erdogan, per il quale tutti gli Stati europei hanno già speso 6 miliardi di euro. Ora il nuovo patto riorganizza i fondi europei sull’immigrazione. In sostanza, dal 2022 ci saranno 8 miliardi di euro per tutte le rotte.

    La cifra spunta fuori dal nuovo fondo che, a partire dall’anno prossimo, sostituirà l’attuale Trust Fund per l’Africa, già prorogato di un anno nel 2020 e in scadenza a fine 2021. Il nuovo bacino di soldi, il ‘Neighbourhood, Development and International Cooperation (NDICI)’, avrà un budget complessivo di 79,5 mld, di cui il 10 per cento per l’immigrazione verso l’Europa: quasi 8 miliardi, appunto, ma per tutte le rotte, sia da oriente attraverso la Turchia, che quelle dall’Africa attraverso i paesi di frontiera affacciati sul Mediterraneo.

    “Abbiamo vicinanza di vedute sulla dimensione esterna” dell’immigrazione”, sono le parole del premier italiano, “che significa maggior presenza dell’Unione Europea nel nord Africa, non solo in Tunisia e Libia ma anche nelle regioni di provenienza dei flussi, come il Sahel, il Mali, l’Etiopia, l’Eritrea. Occorre che in questa parte del mondo la presenza europea sia più sentita economicamente ma che ci sia anche una presenza tecnica”, non solo “per contenere i flussi ma anche per organizzare l’immigrazione legale e aiutare questi paesi a stabilizzarsi e ritrovare la pace. C’è la volontà di arrivare ad una visione congiunta di comune beneficio”.

    Merkel difende soprattutto la parte turca di tutto il dossier, quella che maggiormente interessa la Germania, chiamata al voto a settembre. “La Turchia accoglie moltissimi risultati, oltre 3 milioni di profughi. Ha tutto il diritto di essere appoggiata da parte nostra. Entrambi siamo dell’avviso che non possiamo non mandare avanti la cooperazione con la Turchia”.

    Dallo scambio Turchia-Africa si prova a ripartire, dopo le tante false partenze del passato. La cancelliera ammette le differenze: “L’Italia è un paese di arrivo. Noi siamo colpiti dai movimenti secondari, ma siamo d’accordo su come gestire il fenomeno. Bisogna iniziare dai paesi di provenienza dell’immigrazione illegale che deve essere sostituita dall’immigrazione legale. Dobbiamo creare dei canali legali per dare a queste persone la possibilità di fare formazione, di imparare un mestiere, non vogliamo sostenere i trafficanti e gli scafisti”.

    Naturalmente la ‘conditio sine qua non’ di tutto il ragionamento è che la Libia si stabilizzi. Mercoledì a Berlino si terrà la seconda conferenza sulla Libia, dopo quella di gennaio 2020, con le autorità libiche e i ministri degli Esteri dei paesi europei. Si punta a rendere solido l’appuntamento elettorale di fine anno. Merkel ringrazia l’Italia per aver “avviato molte iniziative politiche per una soluzione politica in Libia, l’Italia è il paese che ha molte conoscenze su questo tema e ha investito molte forze nello sviluppo libico”.

    La questione sulla redistribuzione finisce in stand-by. Già in conferenza stampa con Emmanuel Macron venerdì scorso, Merkel ha sottolineato che la Germania ha il triplo delle richieste d’asilo dell’Italia. Il che è dovuto ai migranti che invece di fare di domanda in un paese di primo approdo come l’Italia, secondo le prescrizioni del regolamento di Dublino, riescono a spostarsi clandestinamente in Germania e lì cercano protezione. A causa della pandemia, il governo di Berlino ha sospeso i respingimenti verso l’Italia, ma ora il governo federale vorrebbe riprendere a farli.

    Ecco perché un accordo sulla redistribuzione è lontano. Su questo, tra l’altro, la Germania è capofila della indisponibilità di tutti gli altri paesi europei. Sulla dimensione esterna invece dovrebbero ritrovarsi tutti, a cominciare da Macron, che venerdì ha preceduto Draghi nel bilaterale con Merkel: i primi due bilaterali in presenza da parte della cancelliera dopo il lockdown.

    “Anche sugli Usa, la Russia, siamo d’accordo, la nostra agenda bilaterale non conosce problemi, a parte il tifo per le nostre rispettive squadre agli europei”, sorride la cancelliera facendo riferimento ai vertici internazionali della scorsa settimana con il presidente statunitense Joe Biden. “Abbiamo una vicinanza di vedute, si è visto anche al G7”, concorda Draghi, accennando così all’intesa con Merkel che, al summit in Cornovaglia, è servita a frenare l’ansia di Biden di dichiarare una guerra commerciale Usa-Ue contro la Cina. L’italiano e la tedesca gli hanno fatto notare che le economie europee sono legate a Pechino, della serie: maneggiare con cura.



    https://www.huffingtonpost.it/entry/io-ti-aiuto-sui-soldi-alla-turchia-tu-sullafrica-lintesa-merkel-draghi_it_60d0c63ce4b00425580bf1da?utm_hp_ref=it-homepage
    Sommario: nessuno vuole i negrarabi. Mi sembra chiaro

 

 

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