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  1. #11
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    Predefinito Re: Padania Separatista (libro)

    Per il separatismo oggi non si muore più, è uno slogan, si manda il “messaggio” e si resta alla finestra, o meglio “si mangia la minestra” perchè a quei che han la poltrona non conviene saltare la finestra: tutti informatissimi di quel che fanno gli altri a casa loro i catalòni, bretòni, scottòni, vascòni, etc. e a casa tua ti nascondono perfino quei che ci hanno provato, è il massimo del marketing padanico.

    Lo scopo è evidente quando il libro ti dichiara (A) una “padania” che però appare soltanto due volte nei 300 anni di Storia in venti pagine di undici cronologie,

    ti dichiara (B) una “separazione” che però non appare al posto delle monarchie e burocrazie nemmeno nel tempo di guerra,

    ti dichiara (C) una “cronologia” regionale che si conclude sempre col “nasce 1989 la Leganord” ripetendolo per ben nove volte.

    Pubblicato adesso (settembre 2020) non è certo una autocritica ma l’esaltazione del disastro e la riproposizione talequale, chè il Bossi non si tocca ...e i piazzisti bossiani te lo propongono come fosse un libro di squola, per metterti sul binario morto.

    Come libro di scwola è tutto dire: contiene un solo documento quasi per intero, da pag.159 a 165 la Dichiarazione di Chivasso, però tace le Carte delle Repubbliche e degli Stati liberi a cominciare dalle più antiche ribellioni, perchè troviamo al loro posto nella cronologia le più recenti monarchie, che pure verranno abbattute dalle rivoluzioni “francesi” ma che vennero restaurate (colle armi è chiaro) dalle istesse famiglie regnanti e dalla loro casta finanziaria.

    Non a caso la cronologia del Friuli e della Lombardia incominciano (ohibò!) proprio dal Congresso di Vienna 1814/1815 che per la Padania bossiana sarebbe il “non plus ultra” della ribellione... prima di Metternick i giacobini, il baratro.

    Tralasciamo è logico la descrizione del documento, perchè gli autori del libro non sono obbligati a far la medesima lettura di quel documento come la farebbero i loro lettori ma, quei che putacaso avessero già avuto l’ardire di leggerlo ...non ci si ritrovano: a pag.161 nelle prime tre righe della premessa in corsivo, ci si domanda “sarà vero che Cuassòn si scrive con la elle?” e subito dopo appare uno strano Mario Antonio Rollie’ che non sembra proprio lui, sarà un caso?

    Alla quinta riga una fucilata alla schiena “non è possibile che Sciabò si scriva con la ti!” non è mica un cavallo da corsa. Ma poi il corsivo termina con le “vocali a casaccio” e allora capisci che hanno scritto il libro ma non si sono mai preoccupati di leggerlo.

    Difatti a pag.165 ritroviamo l’Antonio e pure Sciabot come niente fosse, l’ha scampata bella Cuassòn, per cui l’idiota non è soltanto il volontario che fa la correzione delle bozze ma anche quel che le ha scritte ...chè quando le scrive non sente il campanellino nelle orecchie a squillare gli allarmi. Anche possibile che scrivesse con le cuffiette urlanti e i piedi a fare il ballo di sanvito.

    Chiaro che di quel documento non ve n’è mai fottuto una mazza.

    Bastava ricopiarlo dal sito della regione Valdaosta... https://www.regione.vda.it/autonomia...chivasso_i.asp
    Ultima modifica di mailander; 09-07-21 alle 00:38 Motivo: virgola
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  2. #12
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    Predefinito Re: Padania Separatista (libro)

    La Carta di Chivasso la firmano in sei: ne avete sbagliati tre e avete ripetuto gli sbagli nella pagina successiva, ci sarà un motivo? Ma certo che c’è un motivo non siete mica nati ieri, i ciula siamo noi.

    Tutte le cronologie terminano col “nasce 1989 la Leganord” è quindi evidente che nel libro la cronologia stia riscrivendo la Storia per ...costituire trecento anni di falso “pedigree” alla Leganord, esiste altro motivo? Non c’è un altro motivo.

    Ma la Leganord era un semplice partito politico, per cui rappresentava soltanto i suoi iscritti e non le istanze di presunta “separazione” a nome d’un popolo eventuale, nemmeno se i politicastri te lo giurassero dal notajo, chè i “popoli” eventualmente non vanno mica dai notai a creare un partito...

    nè un partito rappresenta i suoi elettori, perchè costoro eleggono presunti “rappresentanti” che, per la furbizia della legge elettorale, non hanno “vincolo di mandato” e cambiano partito ed anche “programma” quando gli fa comodo, mentre l’aggiustamento della legge elettorale ‘tagliana voluto da illo ‘o ministro di Bergamo tace opportunamente il vincolo di mandato.

    Ora, se si escludono i Trentini e i Ladini, tutte queste cronologie sono indirizzate al partito Leganord 1989 anche nel caso del Veneto, che difatti conclude la cronologia col Tanko del 1997 proprio come se fosse conseguente all’istessa Leganord, o altrimenti avrebbero aggiunto due parole di circostanza ...come han fatto con gli altri eventi nella stessa pagina.

    Si capisce allora perchè le cronologie concludano sempre colla Lega e non concludano mai col “parlamento della Padania” o con qualsiasi altra cosa di padanico (chissacomemai) forse che lo scopo è identificare l’una coll’altra, cioè identificare la Leganord colla Padania bossiana?

    Looooggico. Vanno quindi azzoppate tutte le altre lobby e leghe o fazioni e ridotti ai minimi termini i gruppi di azione o pressione regionale provinciale comunale ...chè oggi, dopo aver turlupinato la Lega Lombarda e le altre Leghe (proprio nel 1989) è un gioco da ragazzi ad inchiodarli sul binario morto.

    Nel 1987 il Bossi mette sul piatto della Resistenza i soldi da parlamentare, distaccandosi da quella struttura territoriale che con lo slogan “noi non siamo un partito politico” lo aveva appena eletto. Praticamente la riduce in miseria, nel senso che coi soldi la usa peccazzisua.

    Coll’attività successiva abbandona il territorio, inventandone un altro “qualsiasi” che però è squisitamente “politico” cioè legittimato da Roma (una finzione) per niente legittimato dal titolo giuridico che invece ha il vecchio territorio, d’impugnare l’annessione: basti vedere a cosa caspita è servito il bilancio.

    Appunto il bilancio ...salvo che una finzione fondata sui soldi durerà finchè ci sono i soldi, bella scoperta, così puoi nascondere i duecento miglioni di Parelli e i cento millioni della Banca famosa, ma forse non riesci a nasconderne 49 nel Tanganika, perchè un bel gioco dura poco.

    Finquando Salvini “fresco ‘me una rosa” ci ha dato un taglio, trentanni più tardi.
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  3. #13
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    Predefinito Re: Padania Separatista (libro)

    Adesso la finzione padanica ha finalmente lo stesso misero bilancio che aveva la Liga Veneta, la Lega Lombarda e il Piemont di Gipo Farassino nel lontano 1987 a parte i vent’anni di marketing in canottiera è chiaro, che però ve li possiamo regalare, perchè tanto la giovane marmotta Salvini vi tiene comunque ai nastri di partenza

    ...aeeecco perchè il libro lo stampano adesso, proprio quando col felpa (a Roma) è aumentata la voglia di ribellione: di conseguenza, col libro ti spiegano che la cosa migliore da fare sul Po è la Poonia bossiana, o Podonia fa lo stesso, non ci dobbiamo mettere in testa altre cose.

    Difatti, lupus in fabula, una oriiiibbile patetica sviolinata padanica (non di certo l’autocritica) te la ribatte due giorni orsono il 7 luglio proprio il Polli uno degli autori di questo libro, quaggiù...



    https://www.lindipendenzanuova.com/i...so-in-cantina/

    A chi vuol darla a bere il Polli, praticamente ci prende per stupidi, come non fosse abbastanza chiaro che il Bossi, ergo la Leganord...

    doveva (A) impoverire le forze che contestavano le annessioni, cioè fagocitarle ed assorbirle,

    eppoi (B) indirizzare la forza sul binario morto, cioè annegarla nel Po, in meno di dieci anni,

    in cambio (C) del bilancio elettorale miliardario a Roma, più le regioni le provincie i comuni e le poltrone nelle aziende statali, la banca e i diamanti e perfino un “yot” in Tunisia, che non è solo danaro da spendere ma sopratutto “dominio” cioè il potere. Che non porterai nella tomba.

    Dopo lo svacco sul Po, ormai venticinque anni orsono, è forse successo qualcosa in linea coi paroloni dei dieci anni precedenti o coi latrati del giorno prima?

    Non credo proprio, anzi gli elettori hanno mangiato la foglia ed hai cominciato a perdere il “quibus” perchè il rimborso elettorale è in proporzione ai parlamentari. Se contiamo soltanto i deputati+senatori abbiamo:

    1987 1+1
    1992 50+25=75
    1994 71+60=131 li hai duplicati

    1996 46+27=73 li hai dimezzati
    2001 29+17=46 li hai dimezzati di nuovo!

    2006 22+13=35 morti
    2008 68+26=94 triplicati
    2013 22+17=39 di nuovo dimezzati

    2018 140+64=204 ma questi son del felpa

    e ringraziatelo, che se non fosse per lui nessuno sta più eccitando una ribellione.
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  4. #14
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    Predefinito Re: Padania Separatista (libro)

    Non ci vuole molto a capire che il libro serve ad accompagnare ancora oggi i latrati bossiani ...la sviolinata del sig. Polli ne è la conferma abominevole.

    La tabellina qui di sopra ha i numeri dei gruppi parlamentari come li troviamo nell’archivio di camera/senato che indica la Data di fine legislatura. La tabellina qui di sotto invece è ad inizio legislatura e leggermente diversa ma la sostanza non cambia...

    i rappresentanti eletti RADDOPPIANO nei dieci anni 10 di ribellione fino a dicembre 1994 ma poi con il “ribaltone” subito si DIMEZZANO per i successivi venti anni 20 di padanizzazione

    1983 1+1=2 col simbolo della Liga Veneta
    1987 1+1=2 col simbolo della Lega Lombarda
    1992 55+25=80 della Lega Lombarda e Lega Nord
    1994 116+60=176 della Lega Nord

    1996 59+27=86 della Lega Nord
    2001 31+16=47 della Lega Nord Padania
    2006 24+12=36 idem
    2008 60+26=86 idem
    2013 22+17=39 idem

    2018 140+64=204 fine, più chiaro di così si muore.
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  5. #15
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    Predefinito Re: Padania Separatista (libro)

    Nel 1994 i “famosi 180 parlamentari” sono i 116 deputati et 60 senatori della XII legislatura il 15 aprile, che fanno 176 inutili immunità parlamentari (da elezioni del 27 marz) più i due euri del 1989 cioè Moretti e Speranza che fanno 178 immunità, ma subito dopo, con le europee del 12 giugno stesso anno, gli euri diventano sei (6) per cui 116+60+6=182 immunità peones in totale, una bella sberla, ma poteva essere molto di più... perchè il simbolo elettorale traeva “opportunamente” in inganno: al senato il simbolo Leganord era sovrapposto (ohibò!) alla grande bandiera berluscoide colla scritta “forzaitaglia” coi suoi bei colori.

    Tipico dell’era bossiana: quando dice “coi fascisti mai” si allea coll’ernesto Fini, e quando dice “coi comunisti mai” si allea coll’andrea Dalema. Nel filmone “i magliari” del 1959 eran più onesti, perchè Alberto Sordi non barava con le pellicce, ma anticipava la concorrenza con le migliori pellicce, alzandosi la mattina alle sei. Non andava a dormire alle cinque quale fava il nostro idolo.

    Chiaro che la dimensione spaventosa presumibile venne “opportunamente” ridotta con furbizia. Ma poteva anche non funzionare: tant’è che, meno di sei mesi prima, mettono i piedi avanti organizzando l’operazione “superga” ufficialmente Ditex Superga Sette, dove le Forze Armate aviazione compresa si esercitano a come mettere a ferro e fuoco Piemonte Liguria Lombardia, così un’altra volta impariamo.
    Ultima modifica di mailander; 20-07-21 alle 23:47 Motivo: elezioni eur non sono 15 april ma 12 giugn 1994
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  6. #16
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    Predefinito Re: Padania Separatista (libro)

    Senza contare che esiste una esercitazione gemella in isvizzera, a pag.12 del Coriere di sabato 4 dicembre 1993 sappiamo che l’operazione “superga” dichiarata in primapagina per il 9/10/11 novembre (che il TG1 della notte ricopiava il venerdì 3 dicembre mostrando la carta geografica con mille freccette che dalla penisola puntano verso il triangolo industriale) ha cinque obiettivi:

    [A] una campagna di attentati a cura di terroristi extracomunitari ha già colpito le Città di Milano, Torino, e Genova, e provocatori pure mandati da Roma organizzano manifestazioni per fomentare la piazza delle principali Città,

    [B] i terroristi e i guastatori distruggono i ponti sulle autostrade fra Milano-Torino-Genova, e tralicci e ponti sul fianco Lombardo del Po compresa la Ferrovia,

    [C] incursioni di missili distruggono le Centrali Elettriche della Rete di Torino e Milano,

    [D] la Stazione Centrale di Milano, il Porto di La Spezia, e il Terminal Petrolifero di Genova sono messi fuori uso dai sabotaggi,

    [E] una serie di incursioni aeree distrugge le piste del Aeroporto di Torino Caselle e quelle della Malpensa.

    Ma, se distruggono i ponti di autostrade e ferrovie, coi missili distruggono le centrali elettriche, coi sabotaggi incendiano il terminal petrolifero, cogli aeroplani distruggono gli aeroporti ...se ne fottono del partito, mettono semplicemente in ginocchio l’odiata popolazione e in miseria il sistema produttivo, questo è quel che vogliono di noi, lo stanno fando ancora oggi col vairus.

    Per la PRIMA volta (dato che loro a discolpa cianciano che l’esercitazione è pura routine) essi NON han fatto partecipare TUTTE le Organizzazioni di Soccorso, di Volontariato e della Protezione Civile, che invece, bella scoperta, avevano SEMPRE partecipato a tutte le precedenti esercitazioni di routine, che guardacaso cominciava colla prima elezione regionale del 7 giugno 1970 penzanpotè.

    E' quindi evidente che tutte queste organizzazioni "del posto" loro le presumono fedeli al governo locale, piuttosto che fedeli ad un governo alieno ...quale è appunto quello che ordisce l’esercitazione.

    Ovviamente la Leganord poteva benissimo gestirlo il governo locale, anzi ormai doveva, chè in meno di sei mesi avrebbe spopolato alle elezioni del 27 marz 1994 quando sarebbe bastato rispettare le volontà degli elettori: ma è proprio per quello che i bossiani silurano Gianfranco Miglio, immediatamente, lo mandano in disgrazia in nome della famosa ruota di bicicletta...

    ma non han fatto altro che dimezzare i consensi per venti anni di seguito (20) e la stanno ancora menando, con questo libro e cioè colla confraternita bossiana, autocritica zero.
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  7. #17
    Non dire gatto se...
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    Predefinito Re: Padania Separatista (libro)

    CIAMPI VOLLE L’EURO PER SALVARE L’UNITÀ D’ITALIA

    Non per europeismo, ma per patriottismo: lo statista italiano temeva la secessione del Nord se non fossimo entrati nella ‘moneta unica’. Per questo minacciò di far saltare il banco europeo. L’ipotesi di una moneta e di un’intesa franco-italiana. Gli scontri con la Germania.

    EURO, UE, GERMANIA, FRANCIA
    A oltre vent’anni dall’ingresso dell’Italia nell’euro (maggio 1998), a cento anni dalla nascita di Carlo Azeglio Ciampi1 (dicembre 1920) che ne fu stratega e protagonista, la questione dell’euro è ancora rovente.

    Fu scelta giusta, saggia per l’Italia entrare nella moneta unica? Poteva l’Italia entrare in un secondo momento e non nel gruppo dei primi paesi? Esistevano alternative all’adesione alla moneta unica che proiettava il sistema produttivo italiano all’interno di un’area a moneta forte con al centro uno dei paesi industriali più forti al mondo, la Germania?

    Questa scelta, tra gli altri, è stata messa in discussione con veemenza da economisti come Alberto Bagnai 2, che la considerano origine di una potenziale stagnazione secolare del nostro paese, spirale segnata da bassi salari, bassi consumi, calo degli investimenti – fonti di una strutturale riduzione di competitività. Sono argomenti seri che non possono essere affrontati in modo affrettato e superficiale.

    Gli attori che, in qualsiasi momento storico, si trovano ad assumere decisioni, operano sulla base di conoscenze incomplete e asimmetriche, di un complesso intreccio di obiettivi di breve e di lungo periodo, di convinzioni personali e condizionamenti esterni. Talvolta essi non sono neppure del tutto consapevoli di quale effettivo progetto e interesse stiano perseguendo; è infatti compito prima del cronista e poi dello storico ricostruire trama e contesto nel quale talune decisioni sono state assunte. Premesso tutto ciò, esiste un filo rosso che attraversa l’azione di Carlo Azeglio Ciampi e che forse non è inutile ripercorrere, per porre interrogativi anche critici sulle singole scelte fatte.

    Quel filo rosso non fu, come si è detto e si sostiene, l’europeismo, ma al contrario l’interesse nazionale italiano 3. Ovvero la convinzione che lo Stato nazionale e repubbl…

    ...
    https://www.limesonline.com/cartaceo...talia?prv=true

    il resto è solo per gli abbonati
    «che giova ne la fata dar di cozzo?»

    “Grande è la confusione sotto il cielo, la situazione è ottima”

  8. #18
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    Predefinito Re: Padania Separatista (libro)

    Citazione Originariamente Scritto da Indra88 Visualizza Messaggio
    ...ma per patriottismo: lo statista italiano temeva la secessione del Nord...
    Ci si potrebbe credere. Ma faccio fatica a capire la parola “patriottismo” riferita al caso del sig. Ciampi, oppure Draghi o Andreotti... fossero Craxi o Kossiga, forse ma forse.

    Nemmeno credo che alcuno di loro “temesse” la secessione del Nord, piuttosto l’aggrediscono armi alla mano, lo dimostrano appunto le esercitazioni italosvizzere oltre che le infinite ormai millenarie occasioni dai quattro punti cardinali: chè corron tutti dove ci sono i (nostri) soldi.

    Rimane il fatto, che se all’epoca di Ciampi fossimo stati meno vigliacchi e meno ciula (quaggiù al Nord) avremmo concordato noi qualcosa coll’europa continentale, appunto sorpassando Roma molto velocemente eppoi irraggiungibili: quando Londra Parigi Berlino concordano con noi, dovran concordare diversamente con Roma.

    Le parole di “Limes” comunque non aiutano, perchè non sono neutre ma “strumento” della elite governativa: se questa cambia, loro si adeguano, sempre sostenendo armi & bagagli governativi.

    Comunque sia, questo libro non identifica alcuna compagine “nordista” nemmeno colla “padania bossiana” perchè elenca cronologicamente trecento anni di Storia in cui ogni mobilitazione è indirizzata alla sopravvivenza di quei singoli Stati che poi vengono annessi dai Savoja: anche nel caso della proposta di Guido Fanti e Cesare Golfari

    nel 1975 sono i singoli governi delle cinque regioni (gli antichi Stati) a mobilitare, magari per combattere ma... non di certo per “padanizzarle” ovvero unificarle.

    La Padania bossiana ha proprio lo scopo di negare gli Stati e il valore delle antiche Nazioni, diluirne la forza etnica e vanificare le mobilitazioni storiche, consegnandole come una melma informe al parlatojo di Roma: chè la padunia non ha alcun titolo giuridico per impugnare una annessione e giocoforza è succube delle annessioni altrui.
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  9. #19
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    Predefinito Re: Padania Separatista (libro)

    L’articolo del sig.Polli quale esimio autore, giusto sei mesi dopo il libro, osannando il Bossi condensa gli scopi della semplicissima operazione “culturale” padanica: occultare le antiche nazionalità del posto, chè il “messia gandhiano” le sostituisce con la promessa della padunia.

    Nient’altro che l’ordine di scuderia imposto ai tibetani dai cinesi, ai sikh dagli indiani, agli irochesi dai mericani, ai baschi dai spagnoli, ai corsi dai francesi, ai veneti dai tagliani o dai padani fa esattamente lo stesso, siamo tutti fratelli ...quello è il messaggio.
    Ultima modifica di mailander; 31-07-21 alle 03:35 Motivo: virgola
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  10. #20
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    Predefinito Re: Padania Separatista (libro)

    Tipicamente, nel suo articolo il sig. Polli prende subito a testimonio il peggior latrato che il sistema tiene a disposizione per questa cosa, convinto (il pollo, il peggiore e il sistema) che “cane scaccia cane” come chiodo scaccia chiodo: ‘sto qui, arriva “tomo-tomo cacchio-cacchio” nientepopodimeno che sull’eicottero de la Fiat, quasi a sventolare il suo orologio da 100 milioni sopra la plebe strisciante a rasoterra 100 metri di sotto, nel fango della padunia.

    Nel fango e tra i rovi della podonia perchè il nostro ordine di scuderia è “fermarsi sul bagnasciuga!” e non attraversarlo (il Pado) casomai vi venisse il ghiribizzo di ostruire un ponte o una cremagliera mentre andate di là a salutare i vostri fratelli paduni.

    Nemmeno gli bastava la trasvolata: l’ha perfin pubblicata su la Coriera de la Sera (però il mattino dopo) addirittura in primapagina, che bisogna essere orbi per non vederlo.

    Ma però si capiva bene, che Agnelli aveva già deciso di stare da questa parte, cioè con la Repubblica del Nord quantunque prowisoriamente in mano a quattro ciula: te l’aveva deciso quando sdoganava il Berlusconi (priiiima del ribaltone) che poi se ne vantava giustamente, chè appunto avevano approntato loro la nuova classe dirigente, altro che i peones de la Lega.

    Ovvio che Bellerio non s’è messo daccordo co’ Agnelli o Berlusconi: ognuno per sè.

    Tipicamente, di nuovo, la prima cosa che il Polli mette sul piatto è che “eravamo in tanti” più o meno due tre milioni poco ci mancava (tipo el “milioni di massaie” a Carosello) cioè come se una quantità ti desse un “imprimatur” ma, a parte che la marcia su Roma l’han fatta quattro gatti e sull’elicottero di Agnelli eravate anche di meno, bisogna poi vedere cosa vale il numero: Mussolini l’ha fatto valere ...a Roma, immediatamente, non su di un barcone a mezzo metro “fuori” dalla terraferma.

    Giuridicamente, cioè in qualsiasi tribunale (ivi compreso quello della Storia ed anzi sopratutto) finchè il numero equivale ai tuoi elettori, ti diranno sempre ch’era una semplice “riugnone outdoor” del tuo partito: dovrai avere un uomo e una donna in più, per poter dire ch’eravate “il popolo” e cioè poterlo dire al tribunale o agli arbitri, ottenendo quindi una sentenza per agire ...contro i tribunali italiani, ovviamente contrari ma (art.3 del codice penale monarchico attualmente in vigore quaggiù) comunque subordinati agli usi del diritto internazionale.

    Si opporranno, i tribunali e le armi taliane, ma per quanti numeri possano vantare ...se hanno torto, dovranno piegarsi.

    Hanno torto?

    Poco importa: finchè lo svacco sul Po non interferisce con la controparte nessuno ha interesse a rispondere alla semplice domanda, gli basta l’esorcismo padonio. Se hanno torto glielo devi dire tu a rigor della (loro) legge, mentre sappiamo che nessuno gli ha mai protocollato un hostis ...vale a dire che, fin qua, alla controparte vennero sparati soltanto futili comizii.

    Al di là delle ridicole azioni legali/illegali pretestuose, nulla ha interferito con la controparte, nessuno tantomeno ha fatto nulla di simbolico, niente di gniente: sui ponti del Po c’erano i lenzuoli coi slogan gandhiani, ma i caselli sulle autostrade han lavorato come sempre e i treni sono arrivati in orario, berlusca ha mandato in onda le telenovelas, potevamo anche essere venti millions ma poi nessuno quaggiù al Nord s’è accorto di nulla.

    Per ben venticinque anni.
    la mia email funziona: emventundin @ yahoo.it

 

 
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