CIAMPI VOLLE L’EURO PER SALVARE L’UNITÀ D’ITALIA
Non per europeismo, ma per patriottismo: lo statista italiano temeva la secessione del Nord se non fossimo entrati nella ‘moneta unica’. Per questo minacciò di far saltare il banco europeo. L’ipotesi di una moneta e di un’intesa franco-italiana. Gli scontri con la Germania.
EURO, UE, GERMANIA, FRANCIA
A oltre vent’anni dall’ingresso dell’Italia nell’euro (maggio 1998), a cento anni dalla nascita di Carlo Azeglio Ciampi1 (dicembre 1920) che ne fu stratega e protagonista, la questione dell’euro è ancora rovente.
Fu scelta giusta, saggia per l’Italia entrare nella moneta unica? Poteva l’Italia entrare in un secondo momento e non nel gruppo dei primi paesi? Esistevano alternative all’adesione alla moneta unica che proiettava il sistema produttivo italiano all’interno di un’area a moneta forte con al centro uno dei paesi industriali più forti al mondo, la Germania?
Questa scelta, tra gli altri, è stata messa in discussione con veemenza da economisti come Alberto Bagnai 2, che la considerano origine di una potenziale stagnazione secolare del nostro paese, spirale segnata da bassi salari, bassi consumi, calo degli investimenti – fonti di una strutturale riduzione di competitività. Sono argomenti seri che non possono essere affrontati in modo affrettato e superficiale.
Gli attori che, in qualsiasi momento storico, si trovano ad assumere decisioni, operano sulla base di conoscenze incomplete e asimmetriche, di un complesso intreccio di obiettivi di breve e di lungo periodo, di convinzioni personali e condizionamenti esterni. Talvolta essi non sono neppure del tutto consapevoli di quale effettivo progetto e interesse stiano perseguendo; è infatti compito prima del cronista e poi dello storico ricostruire trama e contesto nel quale talune decisioni sono state assunte. Premesso tutto ciò, esiste un filo rosso che attraversa l’azione di Carlo Azeglio Ciampi e che forse non è inutile ripercorrere, per porre interrogativi anche critici sulle singole scelte fatte.
Quel filo rosso non fu, come si è detto e si sostiene, l’europeismo, ma al contrario l’interesse nazionale italiano 3. Ovvero la convinzione che lo Stato nazionale e repubbl…
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