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  1. #21
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    Predefinito Re: Padania Separatista (libro)

    Molto molto molto interessante.

  2. #22
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    Predefinito Re: Padania Separatista (libro)

    Citazione Originariamente Scritto da ----- Visualizza Messaggio
    Molto molto molto interessante.
    Ringrazio della cortese attenzione: è evidente che non ti sei fermato ai miei slogans ostentatamente di Lingua Volgare. Anzi devo ringraziare tutti, perchè 3131 letture diviso 21 messaggi fanno un centinaio di attenti lettori, oserei dire. Non si può certo pensare di star quarantanni in tivù e sulle prime pagine dei giornali eppoi rinunciare all’autocritica quasi fudessimo perfetti.

    La ispezione cronologica di questo libro è fondamentale, perchè fissa la Data dei vari capitoli “regionali” dove tutti gli autori di questa edizione sono al di sopra di ogni sospetto. Al di sopra, nel senso che parlano “a pro” in una maniera totale e danno a vedere di non parlare mai “a contro” quando ogni loro proposizione è indirizzata a “garantire” la verità padanica: se loro ti dicono che la parola “padania” appare due volte in 300 anni, forse non ci dobbiamo credere ma siamo sicurissimi che questa sia la loro verità. Le palle raccontate dalla concorrenza son prive di senso.

    Si tratta della Storia della padunia bossiana politicamente corretta, dico la padunia, chè la “padania di Gianfranco Miglio” è tutta un’altra cosa e non ha nulla a che vedere collo svacco sul Pò nè il torneo di futtballs nè la miss padania organizzata dalla giornala padanica o i motociclisti paduni e la banca fasulla fallimentare o i diamanti africani e le zolle di terra altrui dietro il cimitero vendute alla riffa di partito, tant’è che quando Gianfranco gli ha spiegato “il come si fa” ai militonti, tradotto “cnò-ho” dal Berlusca nelle cenette di Arcore il lunedì, lo han cacciato via a pedate e con ignominia... proprio loro, quelli che oggi lo celebrano.

    Se oggi col “youtubeless” mettiamo a confronto (A) i comizi delle adunate oceaniche bossiane con (B) l’entusiasmo “popolare” raccontato dai giornali dell’epoca ci rendiamo conto della follìa, che Gilberto Oneto dice era evidente sia dal di fuori che dal di dentro, ma lo dice a un giornale svizzero, che nessuno quaggiù... ti leggeremo mai.

    La follìa. Abbiamo già detto che i 49 millioni eran del partito, per cui non sarebbero nemmeno rubati all’erario che mantiene i nostri peones e i portaborse colle 180 inutili immunità parlamentari: sono rubati al partito, che doveva usarli per la secessione.

    Adesso cosa ci fa la pora salma: se li porta nella tomba?

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  3. #23
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    Predefinito Re: Padania Separatista (libro)

    A parte che le parole padana/paduna e padani/padane ma anche padini/padone non appaiono quasi mai in tutti i 300 anni della cronologia padanica, nemmeno la dimensione “padonia” della cosa appare mai nel libro: tutti gli autori si vantano del (presunto) primato della loro “regione” italianizzata, tedeschizzata, slavizzata, franconizzata e africanizzata, ma nessuno esprime alcuna dimensione etnica ...evocandola, senza mai misurarla e cioè non la dichiarano, come faceva il Boffi nelle adunate oceaniche e Gilberto il Bardo (il che è peggio) nelle sue accorate istruzioni didattiche.

    Come tutte le fregature, anche questa ha una falla, che serve a premiare CHI ha fatto la fregatura, cioè garantire che “il gioco valga la candela” per chi si è arrabattato ad agitare e gestire “l’ambaradam” ovvero manovrare il marchingegno.

    Ha poca importanza che “la cosa” si possa fare in mille modi, cioè al modo di gBrera o di gMiglio oppure di uBossi o di Wanda Barchi, chè quale che fosse “il modo” prescelto ...ha importanza sapere fin dall’inizio CHI ha, o avrà, i poteri decisivi della cosa e nella cosa, cioè sulla cosa.

    Lo dev’essere dall’inizio, perchè non stiamo sperimentando niente: in un percorso ultramillenario sappiamo già da secoli e secoli cosa vogliamo, non c’è niente da inventare oggi o domani strada facendo, non c’è trucco non c’è inganno. Anche qui: se la parola non appare mai negli ultimi trecento anni salvo un paio di volte, non ha nulla a che fare colla Storia della popolazione che la pronuncia, è un plagio dei cuccuruccù, che sgomitando a destra e a manca si sono messi al volante, sbraitando.

    Nel modo di gMiglio i poteri vengono CREATI nel trapasso TRA l’attuale ordinamento E il governo legittimo, vale a dire che NESSUN agente o funzionario del governo alieno trapasserà nel governo legittimo.

    Nel modo di uBossi i poteri vengono CONSERVATI nel trapasso DAL ordinamento attuale AL governo legittimo, vale a dire che TUTTI gli agenti o funzionari del governo alieno trapassano nel governo legittimo.

    Bella scoperta, uBossi chiama “federalismo” il marketing per la propria classe dirigente regionale e peninsulare, etichettandola “padanica” la fa propria, mentre i loro nomi & cognomi e i loro usi & costumi rimangono gli stessi, alieni per noi.

    La si potrebbe dire “cosa nostra” chè Lui parlava al singolare, ce lo ricorda il 4 agosto 1994 John Agnew della università di Nueva York diversi mesi prima del ribaltone comunista, citando Garzonio (1 ottobre 1991) dal Coriere de la Sera...



    Ultima modifica di mailander; 19-11-21 alle 01:28 Motivo: m
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  4. #24
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    Predefinito Re: Padania Separatista (libro)

    La cosa, cioè la trapassatura dei poteri, venne già felicemente (tragicamente) sperimentata dai bossiani con la furbizia della “polizia locale” non soltanto a Nord del Pado ma anche oltre la Linea Gotica. La pretesa d’una Polizia “del posto” era una delle “speranzose” illusioni che tenevamo da conto per quando avremmo avuto il potere.

    Mai avuto il potere, ce l’aveva Lui per noi. La visione della “polizia locale” salta fuori dopo che i 180 parlamentari e i falsi ministri paduni a Roma incominciano a diventare qualcuno di meno ...e i peones più audaci e aguzzi di sua signoria cominciavano a domandare seppercaso il famoso federalismo fosse, in realtà, qualcosa che si mangia, hai visto mai.

    No, il federalismo ti lascia governare da te a casa tua “quassicosa” compresi polizia e carabinieri per non parlar della guardia di finanza e dei vigili urbani. Ovviamente noi in platea (poveri idioti) immaginavamo che avremmo avuto funzionari e agenti lumbard in Lumbardia, piemunteis int el Piemont, veneziani nelle Venexie de qua e de la da mar, a Genova Reggioemilia Rimini Gabiccemonte Pontremoli e Laspezia a Pontelagoscuro e a Cernusco sul naviglio. Lo “immaginavamo” perchè il dibattito coi bossiani è sempre stato proibito, ti tolgono il microfono che t’han dato per fargli i complimenti e ti cacciano fuori.

    Ma cosa caspita credevamo che fosse il federalismo: han verniciato di verde le portiere delle volanti e pennellato sulla schiena la scritta “polizia locale” che non gl’importa nemmeno più di scriverci il nome del tuo Paese o della tua Città, siamo tutti fratelli, quando si dice locale è federale, cosa vuoi di più. Non han trapassato i poteri di polizia agli indigeni, nemmeno han cambiato i nomi & cognomi e residenza dei funzionari, non han neanche redistribuito Comune per Comune le forze in armi, hanno appunto CONSERVATO i poteri alieni, quello è di fatto il federalismo che avremo ...mica lo perdono il potere.

    Non a caso, se il libro è intitolato “Padania separatista” descrive soltanto gli affari “regionali” e non quelli presumibilmente “padani” chè deve tirare la volata ai vari Giorgioglietti e ai suoi lacchè di regione in regione ...è adesso che arriva il loro turno. Nel libro si sostiene tutto il marchingegno bossiano, altro che l’autocritica, il dibattito è tutt’ora proibito.
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  5. #25
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    Predefinito Re: Padania Separatista (libro)

    Nell’ultimo mese, gli autori han diffuso “in rete” i loro articoli, con un filmino nella pagina fachebuk della associazione Gilberto Oneto ed anche nel canale youtubeless. Circa due ore cadauni, utili per quei che comprano il libro ma poi si spaventano davanti al mattone da leggere, così lo possono capire ad orecchio senza sforzarsi di sfogliarlo.

    Al primo appuntamento c’era Roberto Gremmo, dal titolo “il risorgimento di fascisti e antifascisti” martedì 9 novembre, poi martedì 23 novembre con Ettore Bejato ed Elena Bianchini col titolo “la resistenza al risorgimento” ma tenuto conto che hanno circa milleseicento follofmegahertz con 1543 liches... vuol dire che gli argomenti non interessano a quasi nessuno. Non interessano nel senso che “non interessano per il modo in cui vengono presentati” mentre interesserebbero a chiunque volesse capacitarsi dello “statusquo” e vorrebbe uscirne. Ormai da quarant’anni se non centocinquanta.

    Come farebbe Gremmo a tirar fuori “il fascio e lo sfascio” lo sà soltanto lui: già le due parole ce le abbiam fuori dalle orecchie fin da quando le sparava Pannella, ma il Risorgimento era noto con questa parola diecine d’anni prima di Marx e di Mussolini, per cui la suddivisione politicamente corretta la stai inventando tu di sana pianta.

    Si capisce che Elena Bianchini sia in grado di documentare per filo e per segno gli affari degli ultimi Ducati al momento delle annessioni, le prime annessioni sono appunto di Parma e Modena, mi pare invece che Ettore Bejato (sia pure abbastanza lucido) non vadi più in la di tanto: è fuso, cosa mi significa lo scontro violento alla Camera italica per decidere se il primo Re d’italia debba chiamarsi col n.1 oppure col n.2 quando è comunque lui a comdandare deputati e senatori?

    Al Tribunale de L’Aja andrai a dire che a Roma han litigato? Ti cacciano fuori a pedate!

    La finzione non sta nelle denominazioni Vittorio Emanuele “primo” oppure Vittorio Emanuele “secondo” ma risiede giuridicamente nella ASSENZA d’una qualsiasi legislatura “italiana” o italianizzata l’inganno è quello, e nella ASSENZA di ulteriori legislature “italiane” a cominciare dall’anno 1859 fino ad oltre l’anno 1946 a guerra finita: chè comunque o quantunque venga “dichiarata” a capocchia una unità d’italia a Torino Firenze Roma, più o meno come latrava il Bossi cagasotto per la “padunia” nel 1996 a Venezia prudentemente a mezzo metro lontano dalla terraferma, non è mai esistita una legislatura “italiana” in tutto il Risorgimento, ma sono esistite semplicemente quelle piemontesi, incappellate sopra agli Stati (liberi o liberati) al momento delle annessioni, legislature che poi vengono trascinate fino alla caduta di Mussolini nell’anno 1945 ed anche oltre...

    salvo ovviamente il territorio a Nord della linea del fronte e che non rispondeva più alla monarchia tra l’8 settembre 1943 e il 2 giugno 1946 ma occupato da inglesi tedeschi americani russi e anche italiani non avendo altra dimensione giuridica se non quella costituita dal CLNAI in armi, finchè non vennero consegnate ad altri.

    Ce lo documenta ancora oggi perfino il sito internet del senato (di Roma) dove i nostri parlamentari prendono tangenti e vitalizio, elencando 30 legislature e loro presidenti, da cui vediamo che nulla venne interrotto tra il 1859 e il 1865 mentre il Regno di Sardegna o di Savoja continuava imperterrito dal 1848 per la sua di storia NON quella italiana...

    I Legislatura Gaspare Coller (8 mag-30 dic 1848) a Torino.
    II Legislatura Giuseppe Manno (1° feb-30 mar 1849)
    III Legislatura Giuseppe Manno (30 lug-20 nov 1849)
    IV Legislatura Giuseppe Manno (20 dice 1849-21 nov 1853)
    V Legislatura Giuseppe Manno 1a Sessione (19 dice 1849-29 mag 1855) poi Cesare Alfieri 2a-3a Sessione (12 nov 1855-16 lug 1857)

    VI Legislatura Cesare Alfieri (14 dic 1857-21 gen 1860) in questa VI legislatura avviene l’annessione di Parma il 2 settembre 1859 e di Modena il 17 settembre mentre vengono alienate il 10 novembre la contea di Nizza e le due provincie di Savoja eppoi eseguita l’annessione della Lombardia il 20 novembre da cui Cesare Correnti scriverà “Finis Langobardiae” nel gennaio 1860 su “laperseveranza” giornale di Milano. Cesare Correnti è proprio quello che aveva scritto “Le 100 cose che l’Austria poteva fare in Lombardia e non ha fatto” sotto l’Austria.

    VII Legislatura Cesare Alfieri (2 apr-28 dic 1860) in questa VII legislatura avviene l’annessione dell’Emilia e di Massa Carrara il 18 marzo 1860 e della Toscania il 22 marzo eppoi il 3 agosto la Sicilia il 14 settembre le provincie Napoletane il 10 novembre le Marche ma il decreto che le giustificherebbe è del 17 dicembre e comprende l’Umbria.

    VIII Legislatura Settimo Ruggero 1a Sessione (18 feb 1861-21 mag 1863) poi Federico Sclopis 2a Sessione (25 mag 1863-13 ott 1864) in questa sessione della VIII legislatura avviene la proclamazione del Regno d’italia il 17 marzo 1864.

    poi Giuseppe Manno 2a Sessione (13 ott 1864-7 set 1865) in questa sessione della VIII legislatura si trasferisce la capitale piemontese da Torino a Firenze 11 dicembre 1864.

    IX Legislatura Gabrio Casati (18 nov 1865-13 feb 1867) in questa IX legislatura avviene l’annessione delle provincie Venete e di Mantova il 4 novembre 1866.
    X Legislatura Gabrio Casati (22 mar 1867-2 nov 1870) in questa X legislatura avvene l’annessione della provincia di Roma il 9 ottobre 1870.

    XI Legislatura Vincenzo Torrearsa (5 dic 1870-20 set 1874) in questa XI legislatura avviene il trasferimento della capitale piemontese da Firenze a Roma il 3 febbraio 1871.

    XII Legislatura Luigi Des Ambrois 1a Sessione (23 nov 1874-21 feb 1876) poi Giuseppe Pasolini 2a Sessione (6 mar-3 ott 1876)
    XIII Legislatura Sebastiano Tecchio (20 nov 1876-2 mag 1880)
    XIV Legislatura Sebastiano Tecchio (26 mag 1880-25 set 1882)
    XV Legislatura Sebastiano Tecchio (22 nov 1882-27 lug 1884) poi Giacomo Durando (23 nov 1884-27 apr 1886)
    XVI Legislatura Giacomo Durando 1a Sessione (10 giu 1886-4 set 1887) poi Domenico Farini 2a-3a-4a Sessione (16 nov 1887-3 ago 1890)
    XVII Legislatura Domenico Farini (10 dic 1890-27 set 1892)
    XVIII Legislatura Domenico Farini (23 nov 1892-13 gen 1895)
    XIX Legislatura Domenico Farini (10 giu 1895-2 mar 1897)
    XX Legislatura Domenico Farini 1a Sessione (5 apr 1897-15 lug 1898) poi Giuseppe Saracco 2a-3a Sessione (16 nov 1898-17 mag 1900)
    XXI Legislatura Giuseppe Saracco (16 giu 1900-18 ott 1904)
    XXII Legislatura Tancredi Canonico (30 nov 1904-20 mar 1908) poi Giuseppe Manfredi (20 mar 1908-8 feb 1909)
    XXIII Legislatura Giuseppe Manfredi (24 mar 1909-29 set 1913)
    XXIV Legislatura Giuseppe Manfredi (27 nov 1913-6 nov 1918) poi Adeodato Bonasi (18 nov 1918-29 set 1919)

    XXV Legislatura Tommaso Tittoni (1° dic 1919-7 apr 1921) in questa XXV legislatura annessione del Tirolo il 26 settembre 1920 ed annessione della Venezia Tridentina il 26 ottobre eppoi annessione dell’Istria e della Venezia Giulia il 19 dicembre.

    XXVI Legislatura Tommaso Tittoni (11 giu 1921-10 dic 1923) tra questa XXVI legislatura e la XXVII legislatura annessione di Fiume il 22 febbraio 1924 nonostante la prevista Costituzione dello Stato libero.

    XXVII Legislatura Tommaso Tittoni (24 mag 1924-21 gen 1929)
    XXVIII Legislatura Luigi Federzoni (20 aprile 1929-19 gen 1934)
    XXIX Legislatura Luigi Federzoni (28 aprile 1934-2 marzo 1939)

    XXX Legislatura Giacomo Suardo (23 marzo 1939-28 luglio 1943) poi Paolo Thaon di Revel (28 luglio-5 agosto 1943) di nuovo Paolo Thaon di Revel (6 agosto 1943-20 luglio 1944) poi Pietro Tomasi (20 luglio 1944-25 giugno 1946)

    a parte errori di battitura la Data che ho indicato è sempre quella dei decreti o editti che obbligano l’esercito piemontese ad eseguirne il comando, mentre il dato di fatto sarà sempre successivo di poche ore o pochi giorni. Chiaro che a parlare di “unità d’italia” si faccia il loro gioco: vi ha guidati la pora salma gandhiana in salmì, non ne uscite più.

    https://www.senato.it/
    Ultima modifica di mailander; 10-12-21 alle 01:11 Motivo: colore
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  6. #26
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    Predefinito Re: Padania Separatista (libro)

    Tralasciando per ora i documenti di annessione, basterà  dire che i documenti indicati nel elenco non sono tutti uguali: bisogna vedere se esiste un decreto del Re oppure del Dittatore oppure se non esiste per niente ...eppoi vedere se il decreto viene approvato dal parlamento (di Torino) oppure il decreto non è nemmeno portato in parlamento ...e bisogna anche vedere che cosa ci sia scritto sull’uno o l’altro decreto ed anche sulle relative leggi di ratifica qualora vi fossero state,

    senza contare quali siano i documenti richiamati o vantati in quei decreti e in quelle ratifiche ma, se Beggiato son trentanni che la sta menando col “referendum trufa” vuol dire che non gliene frega gnientediniente dell’operazione militare e diplomatica di quel momento, a lui va bene così com'è...

    il che è ridicolo, perchè un eventuale referendum lo deve fare il governo legittimo e non un governo alieno, ma anche identica truffa perchè invece di sintonizzare il tuo elettore sul trapasso dei poteri (cioè sull’annessione) gli metti sotto il naso un referendum eseguito all’interno di un ordinamento che tu stesso dici non ti appartiene.

    Per tornare ai decreti, un conto è se l’annessione (che avviene comunque di fatto) la decreta un Re (in nome di uno Stato invasore di altro Stato presumibilmente libero) e un altro conto quando la decreta un Dittatore (chè sta fuori da qualsiasi ordinamento giuridico) ed altro ancora quando fosse priva di qualsasi decreto di qualsiasi Stato (permanendo quindi l’occupazione militare)

    ma poi bisogna anche vedere quali di questi tre “atti” formali vengano ratificati da un parlamento, il quale debba sindacare l’operato del Re e dell’esercito del Re vigendo uno Statuto giurato dal Re, mentre il parlamento è comunque impotente verso il Dittatore, così come è incompetente verso quegli atti privi della forma diplomatica essendo sospesa fino a conclusione dell’azione militare.

    Nessuna di queste annessioni è identica l’una all’altra, e davanti agli arbitri, poniamo la Corte internazionale di Giustizia delle Nazioni Unite a L’Aja, devi portare queste carte, non la chiacchera gandhiana.

    Per Beggiato il referendum sanifica tutto, come citato dalle 50 idiozie sottoscritte da illo ‘o ministro paduno insediato a Roma insieme alla Nilde Piretti e a quell’altro con la voce in falsetto per le riforme farlocche. Per Beggiato il referendum va rifatto come una zappa sui piedi, o una tegola. Chissenefrega se la Serenissima venne venduta allo straniero proprio dal suo istesso governo.

    Nel frattempo il garrulo speaker, tanto garrulo quanto il ministro quagliaruno se non di più, tra l’intervento di Ettore Bejato e l’intervento di Elena Bianchini fa vedere i libri che illustrano l’invasione del Regno di Napoli e della Sicilia invece di mostrare quelli che spiegherebbero le parole di Beggiato e di Bianchini, così prende due piccioni con una fava.
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  7. #27
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    Predefinito Re: Padania Separatista (libro)

    Tenuto conto che Elena Bianchini facesse il resoconto della Brigata Estense, una forza militare di tutto rispetto, è quasi sorprendente come il garrulo speaker dicesse “a noi la guerra fa schifo” più meno alla moda sessantottarda: poteva dire “rinunciamo, rifiutiamo, ripudiamo, respingiamo, rigettiamo, ignoriamo” no, ha detto la parola-chiave pseudogandhiana e cioè bossiana.

    Ha lanciato il messaggio “la guerra la fanno gli altri” mentre noi dobbiamo subire invasioni e annessioni, perchè ...se questo non è il nostro destino è la nostra scelta di vita.

    E ti dobbiamo applaudire?
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  8. #28
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    Predefinito Re: Padania Separatista (libro)

    Dicendo “a noi la guerra fa schifo” si fa demagogia da oratorio. Fumo negli occhi per orientare e cioè disorientare l’uditorio.

    Così le guerre per l’indipendenza “italiana” e quindi afghana, ungherese, irlandese, armena, kurda o polacca, insieme a quelle per il Rio Grande del Sur, i Paesi Baschi e Baltici, o degli Stati Confederati Americani e delle Cinque Giornate di Milano o delle Dieci Giornate di Brescia, diventano brigantaggio, banditismo, ribellismo in sè e per sè: capolavoro leonkavallino, la filosofia bossiana sessantottona nel nostro primissimo Notiziario di marzo 1982 ...i conti tornano, siete sempre ai nastri di partenza.

    Difatti il garrulo radiologo paduno negli incontri successivi non è che ha magari proseguito con altri “indigeni” vieppiù paragonabili a quelli raccontati da Beggiato e Bianchini, no, ha invitato cani & porci: per lui la differenza tra gli Aborigeni che han diritto al Territorio Ancestrale e quei che invece glielo stan calpestando impunemente non esiste, siamo tutti fratelli, tutto fa brodo.

    Tipico disprezzo per la dimensione etnica: ti fanno apparire politicamente corretto, antirazzista, abbastanza-molto-ciula agli occhi degli elettori. State parlando della “Brigata Estense” che esiste soltanto per fare la guerra: se ti fa schifo ti conviene andare a fare ...un altro mestiere.

    Gli sfugge (o non gli conviene) che l’indipendenza “italiana” non fosse e non è il feudo dei nostri politicastri, ma quella di Machiavelli e Guicciardini, cioè “uno vivere di repubblica bene ordinata nella città nostra; Italia liberata da tutti i barbari, e liberato il mondo dalla tirannide di questi scellerati preti” detta & scritta oramai cinquecento anni orsono, cento anni prima del rogo di Giordano Bruno ...e fa il paio con quella di Carlo Cattaneo, che ho già citato mille volte ma userò di nuovo a piacimento.
    Ultima modifica di mailander; 28-12-21 alle 15:48 Motivo: ortografia
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  9. #29
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    Predefinito Re: Padania Separatista (libro)

    Guicciardini, con Machiavelli e Dante, dice “città” in senso lato perchè la chiama “repubblica” intendendo quindi ...una intera “civiltà” e non soltanto i paesotti cresciuti urbanisticamente come qualsiasi città, lo si capisce dai discorsi di quell’epoca, sul da farsi per scacciare da “questa civiltà” i barbari, cioè quei che colle armi si sono installati quaggiù sulle ceneri del Romano imperio e non se ne vorrebbero andare, perchè han trovato il pane il danaro e il dominio a buon mercato.

    La Civiltà in questione, per Guicciardini è la Toscania, per Marsilio è la Venezia: nessuno pensa al mucchio selvaggio ma una compartecipazione che riunisca le forze per la bisogna. Nel codice Vaticano Urb.lat.687 che raccoglie opere spurie e dubbie su Dante Alighieri, a pag.135 Simone Serdini (Saviozzo) discute sul da farsi “al Duca di Milano esortandolo a seguir l’impresa dell’Itaglia” secondo l’uso che abbiamo visto nel filmetto “non ci resta che piangere” cioè sottoforma di canzone medievale.

    Lo stesso Dante esclude il Clero dai poteri civili: dice “quando la Chiesa ancora non esisteva... l’impero possedeva già integralmente la propria virtù, quindi la Chiesa non è causa della virtù e, di conseguenza, neanche dell’autorità dell’impero” così che il suo libro “de Monarchia” finisce al rogo sulla piazza di Bologna.

    Barbari arrivati prima di Costantino eran già stati malmenati, ricacciati e completamente dimenticati, chè oggi nulla appare della loro Società strutturata sulle “lune” dei vari capataz: il Calendario di Coligny non ripete mai la Data dell’anno precedente, perchè un ciclo lunare non può avere due solstizii consecutivi alla distanza di 365/366 giorni, senza contare che il marchingegno dei druidi ignora un differenziale bisestile ed il loro ciclo trentennale non ricomincia mai sincronizzato coi precedenti trentanni ...una Società che muore ogni anno che passa.

    Svaniti nel nulla, non han lasciato nemmeno un proverbio, oggi ti dicono sui giornali franzosi che il prosciutto di san Daniele (del Friuli) l’hanno inventato loro, mentendo, perchè non esiste un simile prosciutto in tutte le gallie: non hanno insegnato una cippa, ciarlatani e pure presuntuosi.

    Però con il “volemose bbene” cristianizzatore, di seguito a Costantino, arriva da Adrianopoli il 9 agosto dell’anno 378 la notizia della prima batosta, si ribellano i barbari ch’eran tollerati alla frontiera. A Roma, piuttosto che serrare i ranghi vengono invece rimossi nel 382 la statua e l’altare della Vittoria, plurisecolare monumento ai caduti nella curia del Senato, perchè sant Ambroeus diceva “offende” i senatori cristiani, che della guerra imminente se ne fottono ...come annuncia, tomo-tomo cacchio-cacchio, a Beggiato e Bianchini il nostro garrulo speaker paduno, che non ho mai capito perchè sia sempre così allegrotto sulle proprie disgrazie.

    Pare di leggere i giornali di oggi, festosissimi quando rimuovono le “offensive” statue di Cristoforo Colombo e di Gary Boldi a Cernusco sul Naviglio, ma anche di Giorgio Washington e del Generale Robert Lee a Richmond: i giornalisti piangono e si stracciano le vestimenta rimpirliti, che nella scatola sotto il monumento non ci fosse una fotografia di Lincoln.

    A parte poi, che se il monumento alla Vittoria, che d’è ai caduti e veterani che l’han conquistata, offende i cristiani... fa il paio col prosciutto della refezione scolastica che offende i pargoli maomettani, gli estremi si toccano, siamo sulla buona strada.

    Barbari “altri” quei che abbracceranno la filosofia di Ambroeus ed Agostino, arriveranno invece settantanni più tardi, quando oramai lo sfascio s’era compiuto senza di loro: basti dire che nel Calendario di Furius Dionisius Philocalus compilato per Valentino nell’anno 336 ed aggiornato nel 354 ci sono i soliti 25 giorni in cui si riunisce il Senato (senatus legitimus) cioè due volte al mese e tre in gennajo, mentre nell’anno 448 il Calendario di Polemius Slvius, dieci anni dopo l’editto cristianizzante di Teodosio, ha solo quattro giorni di Senato quattro, in tutto l’anno, era quindi scomparsa ogni capacità di governo già vent’anni prima dei barbari, che nell’anno 476 troveranno le porte aperte ...e la pappa pronta.

    Ma tant’è, tutti i “grandi sistemi” strombazzati come il non plus ultra... prima o poi si sfasciano, nessuno escluso, chè “gli uomini nelle cose generali s’ingannano assai, nelle particolari non tanto” ce lo dice Niccolò Machiavelli.
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