Ci sono molti autori e molte idee che possiamo usare per combattere liberismo e liberalismo. Anche Mauss, spesso osteggiato o ignorato si è fortemente schierato contro il morbo progressista

Nel nocciolo della filosofia occidentale moderna (di cui il liberismo rappresenta la forma di sbandieramento teorico più radicale e più coerente), c’è in primo luogo la convinzione che l’essere umano sia un individuo «indipendente per natura»
Da qui l’idea, contraria a qualunque insegnamento dell’antropologia moderna – e del resto anche della psicanalisi –, che il contratto sia l’unico modo autenticamente umano di allacciare legami con altri, legami peraltro puramente temporanei
In Una teoria della giustizia di John Rawls (1971) si trovano enunciati in modo molto chiaro i postulati antropologici del liberalismo. Il filosofo americano sostiene che, messi nella «posizione originaria» (o dietro il «velo d’ignoranza»), gli uomini non incontrerebbero nessuna difficoltà a mettersi d’accordo sui principi di una società giusta, perché si troverebbero nell’impossibilità di conoscere in anticipo le concrete particolarità della loro identità futura (sesso, colore della pelle, età, posizione sociale ecc.) e perché non avrebbero dunque altro criterio di riflessione se non il calcolo utilitaristico dei rischi corsi personalmente mettendosi col pensiero nell’ipotesi più sfavorevole (si ritroverebbe la stessa problematica utilitaristica del «male minore» – o della soluzione detta «subottimale» – nel celebre «dilemma del prigioniero»). Questa rappresentazione metafisica è tuttavia tutto tranne che neutra.
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