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    Predefinito Gli usa bombardano di nuovo paesi di mezzo mondo per "difendersi"

    GLI STATI UNITI BOMBARDANO DI NUOVO PAESI DI MEZZO MONDO PER “DIFENDERSI”

    di Caitlin Johnstone.

    Gli Stati Uniti stanno ancora una volta bombardando illegalmente le nazioni dall’altra parte del pianeta che hanno invaso e occupato, e chiamano questa aggressione mortale come “difensiva”.

    ” Su istruzioni del presidente Biden, le forze militari statunitensi all’inizio della serata di ieri hanno effettuato attacchi aerei difensivi di precisione contro le strutture utilizzate dalle milizie sostenute dall’Iran nella regione di confine tra Iraq e Siria “, si legge in una dichiarazione del segretario stampa del Pentagono John Kirby. ” Gli obiettivi sono stati scelti perché queste strutture sono utilizzate dalle milizie sostenute dall’Iran che sono impegnate in attacchi di veicoli aerei senza equipaggio (UAV) contro il personale e le strutture statunitensi in Iraq. Più specificamente, gli attacchi statunitensi hanno preso di mira strutture operative e di stoccaggio di armi in due località in Siria e una località in Iraq, entrambe situate vicino al confine tra questi paesi ”.

    L’affermazione che queste azioni fossero di natura “difensiva” è ancora più assurda del fatto che tutti noi continuiamo a sostenere che questo presidente ovviamente demente sta “gestendo” qualsiasi cosa. Non è possibile per gli invasori occupanti agire in modo difensivo nelle nazioni che loro occupano e invadono; Le truppe statunitensi sono in Iraq solo attraverso un’invasione illegale nel 2003 , un rientro fasullo nel 2014 e un rifiuto di partire su richiesta del governo iracheno l’anno scorso, e sono in Siria illegalmente e senza permesso del governo siriano.
    Non possono quindi mai essere altro che aggressori; non possono agire sulla difensiva.

    È come se entrassi in casa del tuo vicino per rubare lui, lo uccidi quando cerca di fermarti e poi invochi l’autodifesa perché consideri la sua casa di tua proprietà. È solo nell’Universo Alternativo Eccezionale americano che questo è considerato normale e accettabile.

    L’unica vera azione difensiva che gli Stati Uniti potrebbero legittimamente intraprendere per proteggere le truppe in Iraq e in Siria sarebbe quella di ritirare le truppe americane dall’Iraq e dalla Siria.

    There’s no legal authorization for U.S. troops to be in Iraq or Syria. Bring them home and stop bombing people under the guise of self-defense. https://t.co/EYZipHURtK

    — Justin Amash (@justinamash) June 28, 2021
    Non esiste un’autorizzazione legale per le truppe statunitensi di essere in Iraq o in Siria. Portali a casa e smettila di bombardare le persone con il pretesto dell’autodifesa.


    Base USA in Siria
    Come ha sottolineato l’ ex rappresentante degli Stati Uniti Justin Amash dopo l’attentato, non esiste un vero permesso legale per le truppe statunitensi di essere in Iraq o in Siria in primo luogo. Come ha sottolineato il giornalista Glenn Greenwald, non c’è nemmeno una base legale per bombardare il personale militare di queste nazioni, non importa quanto siano “appoggiate dall’Iran”.

    ” So che è scoraggiante notare questo, ma Biden non ha l’autorità legale per bombardare obiettivi “sostenuti dall’Iran” in Siria e Iraq “, ha twittato Greenwald, aggiungendo: ” Ma Obama ha bombardato la Libia dopo il voto negativo nel Camera dei Deputati, e pochi specialisti dello stato di diritto sacro se ne preoccupavano ”.

    La giustificazione legale che l’amministrazione Biden sta usando per questo attacco aereo è la stessa che ha usato per i suoi attacchi aerei in Siria lo scorso febbraio : non antiterrorismo, ma un’interpretazione estremamente bizzarra e ampia dell’articolo II della Costituzione degli Stati Uniti.

    ” In materia di diritto internazionale, gli Stati Uniti hanno agito in conformità con il loro diritto di autodifesa ” , scrive Kirby nella suddetta dichiarazione. “ Gli attacchi erano sia necessari per fronteggiare la minaccia sia di portata limitata in maniera adeguata. Per quanto riguarda il diritto nazionale, il presidente ha compiuto questo passo in conformità con la sua autorità ai sensi dell’articolo II per proteggere il personale americano in Iraq ”.

    Questa affermazione su cui l’esecutivo ha fatto affidamento di recente, che l’articolo II consente atti di guerra unilaterali dall’altra parte del pianeta senza l’approvazione del Congresso, è stata oggetto di critiche da parte di giuristi di tutto lo spettro politico in America. Come scrisse Tess Bridgeman per Just Security dopo gli attacchi aerei di Biden a febbraio:

    ” Con il termine del mandato dell’ex presidente Donald Trump, è tempo di valutare la sua eredità di poteri di guerra e vedere dove si trova l’amministrazione Biden, poiché inizia a chiedersi come e quando usare la forza all’estero senza l’autorizzazione del Congresso. Il quadro che emerge dai rapporti sui poteri di guerra di Trump al Congresso è quello di una visione straordinariamente ampia del potere del presidente di usare la forza all’estero senza il permesso del Congresso e di una volontà di sfruttare le lacune nei requisiti di segnalazione in un modo che oscura le informazioni sul uso della forza da parte del pubblico ”.

    La disponibilità a sfruttare le scappatoie è buona. Ma finché gli atti di violenza militare di massa serviranno da cemento di un impero globale, la morte troverà un modo di manifestarsi.

    fonte: https://caityjohnstone.medium.com

    Traduzione: Luciano Lago

  2. #2
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    Predefinito Re: Gli usa bombardano di nuovo paesi di mezzo mondo per "difendersi"

    Joe Biden: torna l'America cattiva
    di Michele Rallo - 30/06/2021

    Joe Biden: torna l'America cattiva

    Fonte: francocardini

    La partecipazione di Joe Biden ai recenti summit del G7 e della NATO è stata salutata da giornali e tv con lo slogan “l’America è tornata”. Sottintendendo che il ritorno avveniva dopo i quattro anni della presidenza Trump, contrassegnati da attriti e incomprensioni con gli alleati europei. Slogan veritiero ma incompleto. Avrebbero dovuto aggiungere che era tornata l’America cattiva, quella del Deep State guerrafondaio, quella del “Complesso militar-industriale” che sogna lo scontro all’ultimo sangue con Russia e Cina, quella che vuole usare gli europei come carne da macello, quella delle “rivoluzioni colorate” per abbattere i governi non allineati, quella delle “primavere arabe” per aprire la strada al terrorismo islamico, quella che vuole dominare il mondo con la scusa della democrazia.
    Che gli alti e nobili ideali democratici siano soltanto un pretesto per fare le guerre, è un fatto storicamente accertato. Cento anni or sono – nel 1917 – fu un altro Presidente americano, Thomas Woodrow Wilson, a trascinare gli Stati Uniti d’America nella Prima guerra mondiale (contro la volontà della stragrande maggioranza degli americani) con la scusa di “rendere sicuro il mondo per la democrazia”.
    Non era vero niente, i motivi erano ben altri, assai meno nobili. Ma quando, vent’anni più tardi, una commissione d’inchiesta senatoriale fu sul punto di dimostrarlo ufficialmente, quella commissione venne imbavagliata e poi sciolta.
    La democrazia non c’entrava nulla, né allora né in tutte le successive guerre (la seconda mondiale, la Corea, il Vietnam, la Serbia, l’Afghanistan, l’Iraq, eccetera). Era e sarà sempre una scusa, buona per gli allocchi e per i creduloni. A parte il fatto che la democrazia parlamentare è solamente uno dei sistemi di governo vigenti nel mondo: il sistema praticato dalla maggior parte degli Stati nel cosiddetto Occidente, ma che altrove (Asia e Africa senza dimenticare tanta parte dell’America Latina) non è certamente il preferito.
    D’altro canto, come dar credito a un Presidente americano che strepita contro la Russia per un oppositore incarcerato (Navalnyj), ma che non dice una parola sulla Turchia – membro della NATO – le cui carceri traboccano di oppositori e di semplici dissenzienti?
    No, decisamente quello della democrazia in salsa americana è soltanto uno specchietto per le allodole, a patto che le allodole siano veramente stupide.
    La verità è che, una volta mandato a casa Trump (non senza fortissimi dubbi sulla regolarità del voto), a Washington sono tornate al comando le lobby più spregiudicate e pericolose del Partito Democratico, quelle che da sempre tifano per guerre, rivoluzioni e colpi-di-Stato: sempre in nome della democrazia, beninteso. Se ne è già parlato alcune settimane fa su queste stesse pagine [“Il Deep State USA prepara la guerra alla Russia” su “Social” del 9 aprile].
    Adesso, la scampagnata di Biden al G7 e alla NATO non ha portato grandi elementi di novità. Due – al di là dei roboanti proclami anti-cinesi – le “missioni impossibili” del nuovo Presidente USA: coinvolgere gli europei in una ipotizzabile guerra NATO in Ucraina, e scongiurare il pericolo di una alleanza militare operativa fra Russia e Cina.
    Entrambe missioni fallite. La Germania ha detto nein. Con garbo, con eleganza… ma sempre nein è. E, se la Germania dice nein, l’Europa intera si tira indietro. D’altronde, è o non è l’Unione Europea un Quarto Reich mimetizzato?
    Questo significa che le provocazioni della NATO in Ucraina e dintorni non potranno sortire l’effetto desiderato. Le poche divisioni americane nell’Est europeo non sono assolutamente in grado, da sole, di resistere alla formidabile macchina da guerra russa.
    Ciò ha sùbito consigliato a Biden di ritirare gli artigli e di affrontare con grande cautela il successivo colloquio con Putin. Il quale Putin non si è sbilanciato sulla Cina, pago di poter continuare ad utilizzare la possibile alleanza con Pechino come una formidabile arma di dissuasione nei confronti degli USA. Così il buon Vladimir ha avuto buon gioco nell’ottenere il massimo ottenibile dal suo interlocutore: il sostanziale via-libera al gasdotto Nord Stream 2 (che sta a cuore anche alla Merkel) e la ritirata americana sul caso Navalnyj.
    La gita fuori porta di Joe Biden, quindi, è stata un sostanziale fallimento. È servita, si, a ricordare al mondo che lo Zio Sam continua ad esserci e a mostrare la faccia feroce. Ma niente più di questo. D’altro canto, a parte la breve parentesi giuggiolonesca di Trump, la politica estera americana resta sempre quella del Deep State e dell’ossessione anti-russa della NATO. Un’ossessione ferma ai tempi della guerra fredda, quando il pericolo per l’Occidente veniva da est. Oggi il pericolo viene invece da sud, da un mondo islamico che guarda all’Europa come a un territorio da conquistare. Ma alla NATO non se ne sono accorti, e neanche alla Casa Bianca. Forse a causa di certe inconfessabili solidarietà multimiliardarie. In nome della democrazia, naturalmente.

 

 

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