di Maurizio Blondet - 24/06/2021

Dilaga la nuova ideologia ufficiale. Imposta dalla UE.

Fonte: Maurizio Blondet

Prima relegata ad ambienti universitari marginali, arriva dall’America – e quindi da noi – la nuova virulenta infezione ideologica: la “teoria critica delle razze”. Sostiene che bisogna rigettare l’idea stessa che esistano razze in natura: sono un “costrutto” portato dalla cultura, e precisamente dalla cultura dell’oppressione instaurata dai bianchi contro i negri.

E’ l’estensione della teoria del “gender”. Avere un sesso, essere nati maschi e femmine, è qualcosa che ti inchioda ad un destino, che non ti sei scelto tu; limita la tua libertà in modo decisivo, ti porta ad ammettere che non ti sei fatto tu, che Qualcun altro ha deciso per te. Perciò la parola “sesso”, biologica, è stata vietata e sostituita dal “genere”: termine grammaticale. Articoli e nomi hanno infatti un “genere”, maschile, femminile e neutro. Così, per diffondere e imporre questa teoria, i transessuali non sono più malati che hanno bisogno di aiuto (ti denunciano se lo dici, e un giudice ti condanna) ma avanguardie ideologiche della nuova libertà di darsi il ”gender” che si preferisce; hanno il compito esaltante di insegnare ai bambini nelle scuole cattoliche, che anche loro possono essere trans: l’ultima liberazione.

La teoria critica delle razze sta attualmente devastando l’America come una tempesta ideologica:

L’idea centrale infatti essendo che “il razzismo è un costrutto sociale e che non è semplicemente il prodotto di prevenzioni o pregiudizi individuali, ma anche qualcosa di incorporato nei sistemi legali e nelle politiche”, si sta procedendo a smantellare le leggi, anzi tutte le istituzioni che – a giudizio insindacabile di negri e femministe militanti – incorporano il pregiudizio anti-negro. Da qui il rigetto delle opere d’arte classiche: incorporano il costrutto che i bianchi sono migliori dei negri, più intelligenti e più colti; di qui la lettura della storia intera in termini di “razzismo oppressivo”.

“La teoria critica della razza”, riporta la conservatrice Heritage Foundation, “fa della razza il prisma attraverso il quale i suoi sostenitori analizzano tutti gli aspetti della vita americana, classificando gli individui in gruppi di oppressori e vittime. È una filosofia che sta infettando tutto, dalla politica all’istruzione, al posto di lavoro e all’esercito”.

Christopher F. Rufo sul New York Post nel luglio 2020 e nel maggio scorso) elenca alcuni fatti:

il Dipartmento di Homeland Security dice ai dipendenti bianchi che commettono “microiniquità” e che si sono stabilmente “socializzati” nel ruolo di “oppressori”;
il Dipartimento del Tesoro tiene una sessione di formazione in cui dice ai membri dello staff che “praticamente tutti i bianchi contribuiscono al razzismo” e che devono convertire tutti, nel governo federale, all’ideologia dell’antirazzismo;
i Sandia National Laboratories, che progettano l’arsenale nucleare americano, inviano i dirigenti maschi bianchi in un campo di rieducazione di tre giorni dove si dice loro che la “cultura maschile bianca” è analoga al KKK, ai suprematisti bianchi e, udite udite, alle uccisioni di massa (i dirigenti sono pertanto costretti a rinunciare al loro “privilegio maschile bianco” e a scrivere lettere di scuse a donne fittizie e persone di colore);
A Cupertino, in California, una scuola elementare ha costretto i bambini di prima elementare a decostruire le loro identità razziali e sessuali e a classificarsi in base al loro “potere e privilegio”;
a Springfield, Montana, una scuola media ha pensato bene di costringere gli insegnanti a collocarsi in una “matrice di oppressione” basata sull’idea che i maschi etero, bianchi, cristiani e di lingua inglese, sono membri della classe degli oppressori e devono espiare”.
L’infezione sta già venendo imposta dal potere europeista. Lo dimostra la reazione feroce della Ursula alla legge ungherese che regolamenta l’educazione sessuale dei minori a scuola, escludendo porno e insegnamenti “inappropriati” (subito ribattezzata dai media “Legge anti-LGBTQ”) . “La legge ungherese è una vergogna, discrimina persone sulla base dell’orientamento sessuale e va contro i valori fondamentali della Ue. Noi non faremo compromessi su questi principi”, e David Sassoli ordina di colorare arcobaleno la sede dell’europarlamento. Lo suggerisce l’ordine di Enrico Letta ai calciatori: “Inginocchiatevi tutti”, che significa: “Chiedete perdono di avere il privilegio di essere bianchi, che non è un fatto naturale ma il portato di una cultura di oppressione razziale di cui voi godete gli indebiti frutti”. E’ solo l’inizio, e già dilaga. Sul piano italiano, è facile vederne l’applicazione: solo gli immigrati di colore hanno diritti , noi nati in Italia dobbiamo solo chiedere perdono ed espiare. Cedendo a loro case, soldi e cibo…. Fra poco qualche giudice comincerà ad applicare questo principio, anzi già lo applicano alcuni. Si veda la sentenza per cui il negro che spaccia non può essere punito perché non ha mezzi di sussistenza.

Inutile sottolineare che questa teoria è la più radicalmente anticristiana che sia apparsa nella storia: il rifiuto di riconoscere che siamo nati con caratteri fissi, è il rifiuto di sapersi come “creature”; che un Altro ha fissato-deciso per noi (maschi-femmine, bianchi-negri, ma anche italiani e “immigrati”) e queste sono “condizioni” inamovibili, che determinano il nostro destino personale; che la “liberazione” da questi condizionamenti può avvenire sì, ma dall’alto – per esempio trascendendo la sessualità e il suo destino accettando la castità, e lottando per conseguirla.


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