lascialo perdere deve essre uno di quei fresconi col complesso di inferiorità.. INDOTTA DALLA LETTURA DEI GIORNALI PADRONALI...
Che invidiano gli statali e vorrebbero schiavizzarli come lo solo loro, anzichè pretendere di essere trattati dai padroni come gli statali.
su questo forum è meglio non rispondere ai fessi!
voi nazifascisti di oggi e i vostri servi siete solo gli ayatollah E I TALEBANI dell'occidente..
La società del controllo a distanza
Si obietterà che, nell’attribuire un ruolo tanto grande ai magnati Midwestern e alla counter-intellighentsia dei think tanks reazionari, prendo lo stesso abbaglio di quell’eroe voltairiano che si vantava di annientare i suoi nemici grazie a un giudizioso miscuglio di preghiere, incantesimi e arsenico. Dove lo scontro ideologico giocherebbe il ruolo degli incantesimi mentre l’arsenico starebbe nella colossale potenza del capitale mondiale e globalizzato. È vero che nell’imporre l’ideologia del “There Is No Alternative” all’intero orbe terracqueo (e persino allo spazio orbitale circostante) il capitale ha messo in campo uno strapotere mai visto. Come scriveva nel 2011, quasi dieci anni fa, David Graeber, “si può ben dire che gli ultimi trent’anni hanno visto la costruzione di un vasto apparato per la creazione e il mantenimento della disperazione, un gigantesco macchinario designato prima di tutto e soprattutto a distruggere qualunque senso di possibili alternative future […] un vasto apparato di eserciti, prigioni, polizia, varie forme di agenzie private di sicurezza e di apparati militari di intelligence, e motori di propaganda di ogni concepibile varietà, la maggior parte dei quali non attaccano direttamente le alternative, quanto tendono a creare un clima pervasivo di timore, di conformismo, e di semplice disperazione che fa sembrare fantasia oziosa ogni pensiero di cambiare il mondo”. “La libertà economica, per la maggior parte di noi,
è stata ridotta al diritto di comprarci un pezzetto della nostra subordinazione permanente […] ci hanno lasciati nella strana situazione di non essere capaci nemmeno d’immaginare un qualunque altro modo in cui le cose possano essere organizzate. La sola cosa che siamo pressappoco capaci di immaginare è la catastrofe.”186 Sarebbe strano se in quest’epoca di tumultuoso progresso tecnologico, l’unico settore a rimanere statico fosse quello della tecnologia del potere. Anch’essa ha compiuto passi da gigante: il potere esercitato su ognuno di noi è infinitamente maggiore,
più pervasivo, più costante, magari meno rozzamente brutale, ma più implacabile di quello che veniva imposto ancora pochi decenni, per non parlare di un paio di secoli fa. Ma non è solo la quantità di potere che è cresciuta a dismisura, è anche la sua qualità. È cambiato il paradigma del potere, con un mutamento analogo a quello che separa il neoliberalismo dal liberalismo classico. Per usare la potere disciplinare: il potere regale era un potere che individuava il sovrano (“il corpo del re”) e rendeva anonimo il suddito, ed era un potere che poteva esercitarsi sulle persone insieme, e contemporaneamente ad altri poteri sovrani: il potere sovrano del pater familias (il nome del padre) coesisteva con il potere sovrano del re e con il potere sovrano del papa. Al contrario, il potere disciplinare è un potere che rende anonimo il disciplinante ma individua il suddito, il soggetto (attraverso il libretto di lavoro, la pagella scolastica, il casellario giudiziario, la cartella clinica); è un poterea tassonomia foucaultiana, il passaggio dal feudalesimo al capitalismo industriale aveva corrisposto a una trasformazione del potere da potere sovrano l’idea di un nuovo principio di costruzione applicabile a ogni stabilimento in cui persone di ogni genere debbano essere tenute sotto sorveglianza; e in particolare a case penitenziarie, prigioni, fabbriche, ospizi, manicomi, lazzaretti, ospedali e scuole; con un piano adattato al principio.
d'Eramo, Marco. Dominio (Italian Edition) . Feltrinelli Editore. Edizione del Kindle.
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