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Italia terra di barbari !!
La Barbarie Keynesiana
Tra le varie forme di governo economico possibile, a partire dal "non governo" del laissez faire, oramai estinto da oltre un secolo, e passando attraverso gradi diversi di interventismo istituzionale fino al socialismo puro, il keynesianesimo si pone giusto un passo prima del socialismo. Ne rappresenta l'anticamera.
Propugnato da economisti "illuminati", mancati o falliti ingegneri meccanici, il loro sogno è sempre stato quello di poter dirigere l’azione umana come grandiosi burattinai che mai dimenticano di far pagare un salatissimo biglietto ai loro beneamati pupazzetti. Che non si tocchi il pubblico non pagante in sala. Gli spettatori di supporto chiamati a godersi lo spettacolo sono infatti rappresentati dalle lobby che essi generalmente difendono o rappresentano e da cui sono lautamente ingaggiati.
Decaduti con la crisi degli anni settanta dal trono dirigista, sul quale per anni avevano elargito consigli economici fino al disastro stagflazionista da loro stessi causato, adesso stan tornando di moda, guidati dal nuovo paladino premio Nobel Krugman, e han cominciato a strillare da tutte le cattedre. Quelle non gli sono mai mancate, neanche qua, per non dire soprattutto, nel nostro paese.
Approfittano in maniera quasi indegna della crisi per riproporre le loro ricette di sempre, fallite ad ogni ricorrenza storica nel peggiore dei disastri e destinate a fallire ancora nel prossimo grande disastro che probabilmente gli arriverà dritto in fronte come la crisi degli anni Settanta. E come allora si ritroveranno a grattarsi il capo senza spiegazioni plausibili.
Il keynesianesimo quindi impazza, e i keynesiani impazziscono al nuovo sogno di salvare l’economia dalla barbarie e spingere la civiltà verso nuove vette di meraviglioso progresso economico. Quello consegnatoci dallo stesso Keynes, assassino ufficiale del liberismo e del laissez faire, autore del più grande salto nel vuoto nella storia della teoria economica.
Dietro tante chiacchiere costruttiviste, cercano solo di difendere le posizioni di vecchi parassiti o di aprirne di nuove, favorendo il sorgere di nuove e ben più solide oligarchie (possibilmente statali).
Il loro mezzo è semplice: la fallacia economica populista mirata a castrare il processo competitivo del libero mercato e con esso la capacità di distribuire (e in taluni casi anche di togliere) la ricchezza secondo l'unico processo che sia possibile definire "giusto": quello che sotto norme di condotta uguali per tutti premia particolarmente l'abilità (e la fortuna) dei migliori e che nel complesso è di beneficio per l'intera collettività, perché i risultati dei molteplici processi di scoperta imprenditoriale presto o tardi apportano benefici per tutti quanti, anche i più deboli, incapaci, e sfortunati.
I keynesiani non sono capaci di andare oltre la tecnica. Sono incapaci di vedere, comprendere, apprezzare l’azione umana. Persino il premio Nobel Krugman non riesce a capire la teoria del capitale e quindi la struttura del capitale. Per i keynesiani l’economia è rappresentata da un mondo piatto con quattro modelli e qualche curva, tiri su qua e tiri giù là e tutto torna nel magico equilibrio del mondo che non esiste.
Se i calcoli fatti non tornano basta spostare qualche altra curva, imporre dei prezzi, razionare il cibo, e in men che non si dica, finalmente tutto funzionerà nuovamente. Saremo infatti magicamente approdati a una nuova forma di socialismo, quella che ancora non sono mai riusciti a raggiungere! Quella di un equilibrio di qualcosa che è morto e neanche si muove più...
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