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    Clandestino
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    Predefinito Fulvio Conti spiega la strategia energetica dell'Enel

    Fulvio Conti spiega la strategia energetica dell'Enel: il paese non può più fare a meno del nucleare



    Poche settimane per chiudere definitivamente il capitolo debito. Con una tappa finale, il collocamento in Borsa di Enel Green Power, che rappresenterà un passaggio chiave per la "nuova" Enel guidata da Fulvio Conti. Lo ha fatto intendere il manager stesso, mercoledì 6 ottobre, quando, di fronte a una platea di oltre 200 persone tra banchieri e imprenditori, ha tenuto a battesimo il debutto del Canova Club a Milano.

    «Con l'Ipo di Green Power si conclude la grande stagione di finanza straordinaria che ha trasformato Enel da monopolista italiano a multinazionale internazionale con 100 miliardi di capitale investito». E un debito che, a fine anno, se l'offerta andrà in porto assicurando almeno 3 miliardi di incasso, a cui si aggiungono i 3,5 miliardi delle recenti dismissioni (la rete di trasmissione ad alta tensione di Endesa in Spagna, la rete di distribuzione gas di Enel in Italia e quella di Endesa in Spagna), sarà vicino ai 45 miliardi promessi dall'azienda al mercato (al netto dei tassi di cambio). Un traguardo che è l'epilogo della campagna di diversificazione geografica e tecnologica e di integrazione verticale, che il gruppo ha avviato nel 2002 quando, abbandonato il modello di multiutility, «ha deciso di rifocalizzarsi sul settore dell'energia». Una scelta che è figlia di una convinzione che ha mosso buona parte delle scelte strategiche di Fulvio Conti e che il manager ha condiviso riga per riga con il folto parterre che è venuto ad ascoltarlo: «L'energia è il motore dell'economia, tanto più quella elettrica che è in assoluto la forma più efficiente di energia che esiste in natura». Così, via libera all'espansione all'estero, dopo che il decreto Bersani ha imposto la drastica riduzione della capacità produttiva in Italia (nel 1999 produceva il 70% dell'energia elettrica del paese ora il 25%) e semaforo verde alla realizzazione di «un operatore integrato nei settori della produzione, distribuzione e vendita di energia elettrica e gas e che recentemente ha anche deciso di estendere, e lo farà ancora di più in futuro, la propria presenza nel settore up-stream del gas per "garantirsi" l'approvvigionamento di materie prime». Andando in un certo senso a competere sullo stesso terreno dove da anni opera l'altro colosso energetico italiano, ossia l'Eni.

    Il risultato è che l'Enel di oggi «ha più capacità produttiva all'estero che nel nostro paese e circa la metà dei 61 milioni di clienti fuori dai confini nazionali», al punto che il 48% dell'ebitda (16 miliardi) arriva dalle attività internazionali. «Nonostante ciò l'Italia rimane al centro della strategia di gruppo» ci tiene a sottolineare Conti e lo dimostrano i numeri che il manager ha elencato uno per uno l'altra sera: «Dal 1999 al 2009 Enel ha distribuito 32 miliardi di dividendi, pagato 24 miliardi a una media di 57 mila dipendenti e costruito una rete di 17 mila fornitori italiani all'anno per un giro d'affari complessivo di 48 miliardi». Se non bastasse c'è il piano di investimenti 2010-2014 da 9,1 miliardi «che vale lo 0,6% del pil del nostro paese» e che si colloca nel piano di investimenti complessivo da 30 miliardi in cinque anni.

    Senza contare la vera e nuova sfida in cui il colosso si è gettato: il ritorno del nucleare in Italia. «Ho incontrato il nuovo ministro allo Sviluppo Economico Paolo Romani e mi ha garantito l'impegno del governo a completare il quadro regolamentare per la primavera del 2011, in modo che si possa porre la prima pietra nel 2013 e dare al paese il primo megawatt nucleare nel 2020». Per farlo sarà necessario superare le perplessità e la preoccupazione dell'opinione pubblica e l'Enel è già pronta a impegnarsi in una grande campagna di comunicazione perché «il paese non può perdere questa occasione». Per Conti, sebbene l'Italia sia uno dei paesi più liberalizzati d'Europa, il costo della bolletta continua a salire perché «la concorrenza da sola non può compensare le conseguenze di un mix di generazione sbilanciato sul gas, completamente privo di nucleare e ancora poco dotato di carbone». Una situazione che impone «una pressoché dipendenza totale dalle importazioni: circa l'85% dell'energia primaria consumata in Italia viene dall'estero, il 60% di quella prodotta è generato con petrolio e gas, con quest'ultimo che arriva per l'80% da soli tre paesi, Russia, Algeria e Libia». Insomma «siamo un sistema fragile» e non è possibile pensare di «recuperare il gap di competitività che ci separa dal resto d'Europa senza il nucleare che garantisce non solo un costo di generazione inferiore del 20% rispetto alle altre fonti ma anche stabile nel tempo».

    L'Italia, per Conti, in buona sostanza, ha bisogno di almeno 13 mila megawatt di nucleare, ossia di otto impianti da 1.600 megawatt ciascuno e l'Enel è pronto a realizzarne quattro «con la collaborazione di chi avrà voglia di impegnarsi nel progetto». Un progetto che a livello di investimenti vale tra i 30 e i 35 miliardi di euro e che può rappresentare un volano per l'intera economia del paese: «Ogni centrale può generare commesse potenziali per le imprese italiane tra i 2 e i 3 miliardi, ogni unità ha ricadute occupazionali per oltre 10 mila posti di lavoro», ha assicurato Conti alla platea. E a chi teme che il paese passi nelle mani di potenziali stati canaglia ricchi di uranio risponde così: «Le principali riserve sono in Canada e Australia e poi c'è tutta la materia prima che si può recuperare dal disarmo e metterla al servizio del piano mondiale di Rinascita nucleare».

    Ma non sarebbe meglio per un paese come l'Italia puntare magari qualche chip in più anche sul fotovoltaico? «C'è il rischio di una bolla speculativa, la Germania investirà 50 miliardi di euro nel fotovoltaico per avere 9 mila megawatt di potenza che soddisferanno si e no l'1,5% del fabbisogno del paese. Se li dessero a me quei 50 miliardi...». La stampa spagnola reputa, tra l'altro, che dei 2.800 megawatt di fotovoltaico che ci sono nella penisola iberica almeno 800 megawatt possano essere fasulli. Una distorsione del mercato che va corretta «con una politica di riduzione progressiva degli incentivi destinati a chi installa impianti solari». Questo ovviamente senza nulla togliere alla fonti rinnovabili in genere, che devono rappresentare una fetta importante del mix produttivo italiano.

    Non a caso sul settore Enel c'ha scommesso al punto da costituire una società apposita nel 2008, Enel Green Power, che ora, a inizio novembre, sbarcherà in Borsa con il 30% del capitale: «È un titolo appetibile perché offre rendimenti sicuri e una crescita garantita da una serie di progetti in pipeline che porteranno i megawatt a disposizione da 5.700 a 9 mila nel 2014. Quasi tre quarti del fatturato non dipende peraltro da incentivi statali». Magari non sarà un'azione da cassettisti come il titolo Enel che in questi 11 anni ha garantito «un total return shareholder positivo» nonostante le oscillazioni di prezzo. Un prezzo che, ha chiosato il manager dopo un dibattito durato quasi due ore, «in questo momento è ampiamente sottostimato dal mercato».

    Fonte: Fulvio Conti spiega la strategia energetica dell'Enel: il paese non può più fare a meno del nucleare - Il Sole 24 ORE

  2. #2
    Clandestino
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    Predefinito Rif: Fulvio Conti spiega la strategia energetica dell'Enel



    Secondo questo grafico preso da Wikipedia (sò che non è attendibile ma c'è scritto che è stato realizzato elaborando dati del MIT) risulta che l'energia nucleare è più cara di quella generata utilizzando fonti fossili quali carbone e gas. Quindi,oltre a risparmiarci tonnellate di residui di combustione versate nell'aria, si avrà un'abbassamento dei costi o la verità è quella del grafico? Qualcuno può illuminarmi?



    (Grifo and Ronnie,we want you) :giagia:
    Ultima modifica di Ludis; 08-10-10 alle 12:13

  3. #3
    a***ide
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    Predefinito Rif: Fulvio Conti spiega la strategia energetica dell'Enel

    in italia si "mangia" solo con il cemento......quasi

  4. #4
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    Predefinito Rif: Fulvio Conti spiega la strategia energetica dell'Enel

    i petrolieri e gli sceicchi arabi nn pemretteranno mai all'ITALIA di raggiungere l'indipendenza energetica

    loro faranno di tutto x ostacolare il nucleare, è x questo che hanno inventato e finanziato il terrorismo ecologista anti-nuclearista

  5. #5
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    Predefinito Rif: Fulvio Conti spiega la strategia energetica dell'Enel

    prendendo come presupposto che quei grafici siano corretti e che Conti abbia ragione, ci DICANO DOVE le costruiscono. abbiano il coraggio di farlo e poi ne discutiamo.
    se non erro il nucleare era sotto l"ala" del ministero dello sviluppo economico, che a quanto pare è tornato in sella (anche se non so quanto ne sappia): quindi vediamo se il Governo, nella persona del Ministro, si tornerà a occupare di questa cosa (sempre che sia una priorità e si trovi il tempo)
    "The earth was blue but there was no god"
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  6. #6
    a***ide
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    Predefinito Rif: Fulvio Conti spiega la strategia energetica dell'Enel

    Citazione Originariamente Scritto da EURIDICE Visualizza Messaggio
    i petrolieri e gli sceicchi arabi nn pemretteranno mai all'ITALIA di raggiungere l'indipendenza energetica

    loro faranno di tutto x ostacolare il nucleare, è x questo che hanno inventato e finanziato il terrorismo ecologista anti-nuclearista
    ostridicolo:ostridicolo:ostridicolo:
    uno spasso.......

  7. #7
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    Predefinito Rif: Fulvio Conti spiega la strategia energetica dell'Enel

    Citazione Originariamente Scritto da Ludis Visualizza Messaggio
    Fulvio Conti spiega la strategia energetica dell'Enel: il paese non può più fare a meno del nucleare



    Poche settimane per chiudere definitivamente il capitolo debito. Con una tappa finale, il collocamento in Borsa di Enel Green Power, che rappresenterà un passaggio chiave per la "nuova" Enel guidata da Fulvio Conti. Lo ha fatto intendere il manager stesso, mercoledì 6 ottobre, quando, di fronte a una platea di oltre 200 persone tra banchieri e imprenditori, ha tenuto a battesimo il debutto del Canova Club a Milano.

    «Con l'Ipo di Green Power si conclude la grande stagione di finanza straordinaria che ha trasformato Enel da monopolista italiano a multinazionale internazionale con 100 miliardi di capitale investito». E un debito che, a fine anno, se l'offerta andrà in porto assicurando almeno 3 miliardi di incasso, a cui si aggiungono i 3,5 miliardi delle recenti dismissioni (la rete di trasmissione ad alta tensione di Endesa in Spagna, la rete di distribuzione gas di Enel in Italia e quella di Endesa in Spagna), sarà vicino ai 45 miliardi promessi dall'azienda al mercato (al netto dei tassi di cambio). Un traguardo che è l'epilogo della campagna di diversificazione geografica e tecnologica e di integrazione verticale, che il gruppo ha avviato nel 2002 quando, abbandonato il modello di multiutility, «ha deciso di rifocalizzarsi sul settore dell'energia». Una scelta che è figlia di una convinzione che ha mosso buona parte delle scelte strategiche di Fulvio Conti e che il manager ha condiviso riga per riga con il folto parterre che è venuto ad ascoltarlo: «L'energia è il motore dell'economia, tanto più quella elettrica che è in assoluto la forma più efficiente di energia che esiste in natura». Così, via libera all'espansione all'estero, dopo che il decreto Bersani ha imposto la drastica riduzione della capacità produttiva in Italia (nel 1999 produceva il 70% dell'energia elettrica del paese ora il 25%) e semaforo verde alla realizzazione di «un operatore integrato nei settori della produzione, distribuzione e vendita di energia elettrica e gas e che recentemente ha anche deciso di estendere, e lo farà ancora di più in futuro, la propria presenza nel settore up-stream del gas per "garantirsi" l'approvvigionamento di materie prime». Andando in un certo senso a competere sullo stesso terreno dove da anni opera l'altro colosso energetico italiano, ossia l'Eni.

    Il risultato è che l'Enel di oggi «ha più capacità produttiva all'estero che nel nostro paese e circa la metà dei 61 milioni di clienti fuori dai confini nazionali», al punto che il 48% dell'ebitda (16 miliardi) arriva dalle attività internazionali. «Nonostante ciò l'Italia rimane al centro della strategia di gruppo» ci tiene a sottolineare Conti e lo dimostrano i numeri che il manager ha elencato uno per uno l'altra sera: «Dal 1999 al 2009 Enel ha distribuito 32 miliardi di dividendi, pagato 24 miliardi a una media di 57 mila dipendenti e costruito una rete di 17 mila fornitori italiani all'anno per un giro d'affari complessivo di 48 miliardi». Se non bastasse c'è il piano di investimenti 2010-2014 da 9,1 miliardi «che vale lo 0,6% del pil del nostro paese» e che si colloca nel piano di investimenti complessivo da 30 miliardi in cinque anni.

    Senza contare la vera e nuova sfida in cui il colosso si è gettato: il ritorno del nucleare in Italia. «Ho incontrato il nuovo ministro allo Sviluppo Economico Paolo Romani e mi ha garantito l'impegno del governo a completare il quadro regolamentare per la primavera del 2011, in modo che si possa porre la prima pietra nel 2013 e dare al paese il primo megawatt nucleare nel 2020». Per farlo sarà necessario superare le perplessità e la preoccupazione dell'opinione pubblica e l'Enel è già pronta a impegnarsi in una grande campagna di comunicazione perché «il paese non può perdere questa occasione». Per Conti, sebbene l'Italia sia uno dei paesi più liberalizzati d'Europa, il costo della bolletta continua a salire perché «la concorrenza da sola non può compensare le conseguenze di un mix di generazione sbilanciato sul gas, completamente privo di nucleare e ancora poco dotato di carbone». Una situazione che impone «una pressoché dipendenza totale dalle importazioni: circa l'85% dell'energia primaria consumata in Italia viene dall'estero, il 60% di quella prodotta è generato con petrolio e gas, con quest'ultimo che arriva per l'80% da soli tre paesi, Russia, Algeria e Libia». Insomma «siamo un sistema fragile» e non è possibile pensare di «recuperare il gap di competitività che ci separa dal resto d'Europa senza il nucleare che garantisce non solo un costo di generazione inferiore del 20% rispetto alle altre fonti ma anche stabile nel tempo».

    L'Italia, per Conti, in buona sostanza, ha bisogno di almeno 13 mila megawatt di nucleare, ossia di otto impianti da 1.600 megawatt ciascuno e l'Enel è pronto a realizzarne quattro «con la collaborazione di chi avrà voglia di impegnarsi nel progetto». Un progetto che a livello di investimenti vale tra i 30 e i 35 miliardi di euro e che può rappresentare un volano per l'intera economia del paese: «Ogni centrale può generare commesse potenziali per le imprese italiane tra i 2 e i 3 miliardi, ogni unità ha ricadute occupazionali per oltre 10 mila posti di lavoro», ha assicurato Conti alla platea. E a chi teme che il paese passi nelle mani di potenziali stati canaglia ricchi di uranio risponde così: «Le principali riserve sono in Canada e Australia e poi c'è tutta la materia prima che si può recuperare dal disarmo e metterla al servizio del piano mondiale di Rinascita nucleare».

    Ma non sarebbe meglio per un paese come l'Italia puntare magari qualche chip in più anche sul fotovoltaico? «C'è il rischio di una bolla speculativa, la Germania investirà 50 miliardi di euro nel fotovoltaico per avere 9 mila megawatt di potenza che soddisferanno si e no l'1,5% del fabbisogno del paese. Se li dessero a me quei 50 miliardi...». La stampa spagnola reputa, tra l'altro, che dei 2.800 megawatt di fotovoltaico che ci sono nella penisola iberica almeno 800 megawatt possano essere fasulli. Una distorsione del mercato che va corretta «con una politica di riduzione progressiva degli incentivi destinati a chi installa impianti solari». Questo ovviamente senza nulla togliere alla fonti rinnovabili in genere, che devono rappresentare una fetta importante del mix produttivo italiano.

    Non a caso sul settore Enel c'ha scommesso al punto da costituire una società apposita nel 2008, Enel Green Power, che ora, a inizio novembre, sbarcherà in Borsa con il 30% del capitale: «È un titolo appetibile perché offre rendimenti sicuri e una crescita garantita da una serie di progetti in pipeline che porteranno i megawatt a disposizione da 5.700 a 9 mila nel 2014. Quasi tre quarti del fatturato non dipende peraltro da incentivi statali». Magari non sarà un'azione da cassettisti come il titolo Enel che in questi 11 anni ha garantito «un total return shareholder positivo» nonostante le oscillazioni di prezzo. Un prezzo che, ha chiosato il manager dopo un dibattito durato quasi due ore, «in questo momento è ampiamente sottostimato dal mercato».

    Fonte: Fulvio Conti spiega la strategia energetica dell'Enel: il paese non può più fare a meno del nucleare - Il Sole 24 ORE
    Si si , certo.
    Conti , ottimo e prestigioso manager.
    Però , e c'è sempre un però.
    Attaualmente in Europa sono in costruzione due centrali nucleari di "nuovo tipo".
    Una in Francia , l'altra in Finlandia.
    E i costi , anno dopo anno , stanno lievitando , e si stanno già portando al doppio del preventivo iniziale.
    E non sono finite : anzi sono a poco più della metà.
    Il tutto , per dire , mentre invece i costi delle energie alternative (eolico , fotovoltaico ecc.) sono letteralmente crollati , e si stanno avvicinando alla "grid parity " con quelli delle fonti tradizionali , cioè gas e carbone.
    Per cui mi sa tanto che , anche ipotizzando cambi di maggioranze politiche , che sono nell'aria , da noi , ci scommetto che non verrà costruita neanche una centrale nucleare.
    Ultima modifica di Watson; 08-10-10 alle 13:02

  8. #8
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    Predefinito Rif: Fulvio Conti spiega la strategia energetica dell'Enel

    Citazione Originariamente Scritto da EURIDICE Visualizza Messaggio
    i petrolieri e gli sceicchi arabi nn pemretteranno mai all'ITALIA di raggiungere l'indipendenza energetica

    loro faranno di tutto x ostacolare il nucleare, è x questo che hanno inventato e finanziato il terrorismo ecologista anti-nuclearista
    Non so se sono stati loro a "inventare e finanziare il terrorismo ecologista ecc.).
    Di sicuro gli interessi di ENI nel paese sono enormi.

  9. #9
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    Predefinito Rif: Fulvio Conti spiega la strategia energetica dell'Enel

    Citazione Originariamente Scritto da Ludis Visualizza Messaggio
    Secondo questo grafico preso da Wikipedia (sò che non è attendibile ma c'è scritto che è stato realizzato elaborando dati del MIT) [...] la verità è quella del grafico? Qualcuno può illuminarmi?



    (Grifo and Ronnie,we want you) :giagia:

    Il grafico è completamente taroccato. Il metodo di taroccamento usato dai bastardi falsificatori antinuclearisti stavolta è stato questo:


    1. prendiamo uno studio che valuta 3 scenari possibili
    2. riportiamo un solo scenario
    3. eliminiamo ciò che lo studio conclude in termini di valutazione complessiva

    La realtà dei fatti è che solo in 1 su 3 scenari del MIT il costo non è conveniente e che comunque il MIT indica la necessità di investire e far crescere la quota di nucleare negli Stati Uniti e nel mondo.

    E' opportuno far presente inoltre che questo studio del 2009 aggiorna un precedente del 2003 e che non solo nel 2003 gli scenari negativi erano 2 su 3 e non solo 1, ma anche i divari interni a quello non conveniente tra nucleari e concorrenti erano più ampi e invece sono diminuiti.

    Lo studio del 2003, comunque, era contraddetto da altri più favorevoli all'epoca, così come questo di oggi è contraddetto da altri più favorevoli oggi.

    La verità è stata riportata e spiegata con completezza, compreso lo scenario messo in quel grafico balla dai cazzari, dal sottoscritto in questo 3d quando uscì lo studio.

    http://forum.politicainrete.net/poli...-nucleare.html

    Per chi non ha voglia di leggere il 3d.... ecco la prova che gli scenari erano 3





    Il base case del è costruito sull'assunzione che il nucleare abbia una richiesta di profitto rispetto all'investimento da parte del suo investitore artificiosamente più alta di quella che con la stessa cifra di investimento l'investitore medesimo esigerebbe dalle fonti concorrenti se scegliesse di usarle, ovvero include un "volontario handicap" stimato dal MIT.

    Il caso "with same cost of capital" è quello che compara -più correttamente ad avviso mio e di tanti altri studi internazionali- l'efficacia economica della stessa cifra investita dallo stesso investitore con il medesimo profitto atteso.

    Il caso "with carbon charge" è quello che compara -ancora più correttamente- l'efficacia economica di nucleare vs fonti fossili tenendo in conto che oggi le fonti fossili godono di incentivi di cui il nucleare non gode in particolare il permesso di alterare il clima mondiale gratis.
    Ultima modifica di Ronnie; 08-10-10 alle 22:11
    _
    P R I M O_M I N I S T R O_D I _P O L
    * * *

    Presidente di Progetto Liberale

  10. #10
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    Predefinito Rif: Fulvio Conti spiega la strategia energetica dell'Enel

    Citazione Originariamente Scritto da Ronnie Visualizza Messaggio
    Il grafico è completamente taroccato. Il metodo di taroccamento usato dai bastardi falsificatori antinuclearisti stavolta è stato questo:


    1. prendiamo uno studio che valuta 3 scenari possibili
    2. riportiamo un solo scenario
    3. eliminiamo ciò che lo studio conclude in termini di valutazione complessiva

    La realtà dei fatti è che solo in 1 su 3 scenari del MIT il costo non è conveniente e che comunque il MIT indica la necessità di investire e far crescere la quota di nucleare negli Stati Uniti e nel mondo.

    E' opportuno far presente inoltre che questo studio del 2009 aggiorna un precedente del 2003 e che non solo nel 2003 gli scenari negativi erano 2 su 3 e non solo 1, ma anche i divari interni a quello non conveniente tra nucleari e concorrenti erano più ampi e invece sono diminuiti.

    Lo studio del 2003, comunque, era contraddetto da altri più favorevoli all'epoca, così come questo di oggi è contraddetto da altri più favorevoli oggi.

    La verità è stata riportata e spiegata con completezza, compreso lo scenario messo in quel grafico balla dai cazzari, dal sottoscritto in questo 3d quando uscì lo studio.

    http://forum.politicainrete.net/poli...-nucleare.html
    Grazie della disponiblità Ronnie. Leggerò con molto gusto l'intervento del link.

 

 
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