Diciamo che, alla faccia di quanti sostengono che siamo tutti perfettamente uguali, antropologicamente parlando i negroidi (se si può ancora dire) hanno una struttura fisica che li porta a primeggiare nelle gare di atletica (ci rimase scottato il Fuhrer quando pensava che gli Ariani erano la razza superiore...).
Oggi ci troviamo di fronte ad individui che hanno cittadinanza italiana (perchè nati qui, perchè hanno un genitore italiano ecc.) ma hanno una struttura fisica diversa da quella "tipicamente" italiana. Di conseguanza vincono gare che normalmente per gli atleti italiani erano "fuori portata".
A me non dispiace, è una cosa a cui dovremo abituarci, e non coincide per forza con lo sminuire il concetto di nazione.
In Francia, dove c'è uno spirito di appartenenza alla nazione molto più radicato che in Italia, la gente è già abituata a vedere gli atleti delle loro colonie vincere le gare. E penso che se questi atleti non vengano considerati del tutto francesi, comunque la vittoria viene considerata della Francia come nazione.