OT (sarebbe da spostare dall'altra parte) scenario affascinante, ma se uno guarda l'aspetto pratico assai improbabile secondo me. A parte che le sonde che ci monitorerebbero necessiterebbero comunque centinaia / migliaia di anni per comunicare con i pianeti di origine, se le civiltà intelligenti fossero comuni richiederebbe un coordinamento tra tutte che sembra al di fuori di ogni logica. E d'altra parte l'"impero galattico" di una sola civiltà sembra altrettanto impossibile proprio per i tempi di comunicazione. Ma soprattutto come farebbero altre civiltà a nascondersi? tra poco con il Webb dovremmo essere in grado di vedere esopianeti con vita biologica....
Sapere aude!
Per apprezzare lo splendore occorre a volte un lungo apprendistato, ma il premio è la pura bellezza.
Perchè dopo 100.000 anni anche un reattore nucleare non produrrebbe più energia, e una AI senza energia è un pezzo di metallo come un altro.
Avete idea di quanta energia servirebbe ad un'astronave anche solo per mantenersi in efficienza?
A -270°C non funzionerebbe nulla, quindi bisogna riscaldare.
L'elettricità per mandare avanti la baracca, da dove la prendiamo?
Ergo, non c'è un reattore nucleare abbastanza longevo per garantire un viaggio interstellare.
Le astronavi arriverebbero, ma tutte senza 'benzina'
In realtà, far poco anche noi "tapini tecnologici" potremo creare batterie che durano 28.000 anni, pertanto 100.000 anni sarebbero una bazzecola da raggiungere anche per noi fra qualche anno, figuriamoci per una società ben più avanzata.
https://www.tomshw.it/smartphone/bat...-28-mila-anni/
Sapere aude!
Per apprezzare lo splendore occorre a volte un lungo apprendistato, ma il premio è la pura bellezza.
Utilizzando il C14.
Che ha una resa energetica infinitamente inferiore alla fusione nucleare:
- Dalla fusione di un atomo di trizio e uno di deuterio si ottengono circa 18MeV
- Dal decadimento di un C14 (che 'pesa' quasi cinque volte tanto), circa 150KeV
A parità di massa, quindi il C14 genera meno di un trecentesimo dell'energia ottenuta dalla fusione.
Il problema in questo caso non è per QUANTO, ma QUANTA energia si ottiene per unità di massa.
OT
si ma un conto è che sia difficile per le nostre tecnologie attuali (certamente) un altro che sia impossibile.
Ci dovrebbero (teoricamente) essere in giro civiltà MILIARDI di anni più antiche della nostra con un discreto tempo per pensarci eh....tra l'altro il voyager arriverebbe a proxima centauri in 80.000 anni (se andasse in quella direzione), quindi parlando tra sistemi solari "vicini" anche il tempo necessario potrebbe essere drasticamente ridotto.
Volendo fantasticare, parlando di viaggi interstellari solamente di AI una volta orientata l'astronave verso il bersaglio non basterebbe una minima energia per riaccendere i sistemi all'arrivo? non si potrebbe usare l'energia della stella per "ricaricare"? tra l'altro la "nave" potrebbe essere piccolissima semplicemente con una qualche capacità di riprodursi in loco.
Che poi chissà che il nostro DNA derivi da un qualcosa di simile nel lontanissimo passato ma questa la tiro solamente là sennò giustamente mi bannano da questa sezione scientifica
L'unica possibilità (puramente teorica) di ovviare al problema delle distanze interstellari è il warp drive. Espediente narrativo utilizzato in Star Trek e teorizzato scientificamente per la prima volta dal fisico Miguel Alcubierre, il warp drive ha il vantaggio di aggirare la relatività generale grazie alla "scorciatoia" offerta dalla curvatura dello spazio-tempo.
Il fenomeno esiste in natura in presenza di enormi campi gravitazionali come quelli dei buchi neri, ma è irrealizzabile artificialmente per la richiesta pressoché infinita di energia. Energia "negativa" peraltro, cioè antigravità.
A parte questo, un oggetto che si muovesse con il warp drive sarebbe letteralmente arrostito dalla radiazione di Hawking.
Lo spazio interstellare è un posto molto, molto pericoloso.
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Tutti guardano l'albero e nessuno vede la foresta.
Al mondo esistono solo due razze: gli uomini per bene e gli stronzi. Questi ultimi cercano quasi sempre di passare per i primi.