Originariamente Scritto da
Robert Owen
Avete mai sentito parlare di Nobuo Uematsu, Koji Kondo o Keiichi Suzuki (tante per menzionarne alcuni)? Molto probabilmente no, però sicuramente tutti conoscete Fedez, Povia e Ligabue. Eppure anche un solo brano scritto dai primi tre ha un valore musicale superiore all'intera discografia prodotta dal 95% degli artisti con cui l'industria musicale ci scassa quotidianamente i coglioni.
Si tratta di compositori che lavorano per aziende che sviluppano videogiochi e console, come per esempio l'azienda giapponese Nintendo. È appunto questa la parte "comica": un'azienda che non è specializzata nel produrre musica ma videogiochi come la Nintendo riesce a mettere insieme, per la parte musicale, delle risorse umane più valide rispetto all'industria musicale che invece per mestiere produce e vende musica.
Non ci credete? Aprite questa playlist di youtube contenente 21 brani composti dalla Nintendo e ascoltatela fino in fondo, poi voglio vedere se qualcuno ha il coraggio di sostenere il contrario:
https://www.youtube.com/watch?v=rwV8...y-M6jx1ioT6TEP
Per chi non sapesse come funziona una playlist... avete presente i CD musicali? Ecco, una playlist funziona allo stesso modo: inizia dal primo brano e scorre automaticamente da un brano all'altro. Con i tastini da parte al tasto play/pausa potete andare avanti o indietro (come in uno stereo) e a destra del video c'è l'elenco di tutti i video che fanno parte della playlist, così potete per esempio saltare dal primo al diciottesimo.
Quello che vi metto qui sotto è il primo brano della playlist: è stato composto da Nobuo Uematsu per il videogioco "final fantasy".
Secondo i liberalcapitalisti il mercato premia i migliori: se hai tanti soldi significa che te li sei guadagnati. L'industria musicale è una dei migliori esempi a confutazione di questa teoria, a meno che qualcuno non voglia sostenere che Fedez sia migliore di Nobuo Uematsu.
Un libertario mi diceva che non è una questione di qualità ma di libertà, perché la gente vuole merda e il mercato gliela dà. Su questo avrei dei seri dubbi: in realtà ogni "nuovo nato" non sa che musica vuole, viene semplicemente educato piano piano dall'ambiente intorno a sé.
Quello che fa l'industria musicale molto semplicemente è produrre merda in quantità industriale e martellarla alla radio da mattina a sera, finché la gente non si manda giù persino il risciacquo del lavandino.
Dopo che il mercato ha trasformato la spremuta d'arancia in acqua sporca te la lancia dietro perché tanto produrla non costa un cazzo.
Non è che io sia moralmente contrario al succo d'arancia da 1 euro del supermercato, lo bevo anche io ogni tanto, ma la questione della musica è diversa, perché se l'industria musicale riempie di soldi la musica spazzatura la conseguenza è che vengono prodotte tonnellate di spazzatura e la musica di qualità non viene prodotta perché non ha fondi.
È come se uno volesse mangiare la pizza cotta nel forno a legna e non riuscisse a trovare ristoranti che la fanno (solo in scarsissima quantità). La musica che produce l'industria musicale è paragonabile alla pizza alla merda cotta nel forno a microonde.
Inoltre la musica contribuisce fortemente nel creare la società: lo illustra molto bene il film cult "Grease". Infatti la testa dei millenials è vuota come la musica che ascoltano. Non sono un vecchio inacidito di 80 anni, sono giovane anche io... magari quando il nonno ti dice "ai miei tempi era tutto meglio" ha torto, ma se ti dice "ai miei tempi lo standard era Frank Sinatra mentre oggi Fedez" forse non dice cazzate.
La società avrà fatto passi avanti sulla questione dei diritti civili e sociali delle persone, ma sulla musica sono stati fatti solo passi indietro.