Originariamente Scritto da
Robert Owen
La Svizzera ha prodotto un documentario sul suo sistema di assistenza sociale.
Per chi non lo sapesse, la Svizzera ha il reddito di cittadinanza dagli anni '70 (la costituzione svizzera dice che tutti i cittadini hanno diritto al minimo vitale). Loro però non lo chiamano reddito di cittadinanza, ma "assistenza sociale".
In pratica per garantire a ogni cittadino il minimo vitale ci sono due strumenti: il sussidio per chi non ha nessun reddito (proveniente da lavoro, dall'assicurazione per i disoccupati o altro) e le prestazioni complementari per i pensionati con difficoltà economiche (chi prende una pensione bassa perché ha versato pochi contributi riceve un sussidio aggiuntivo dallo stato).
Nel documentario intervistano alcuni giovani in assistenza sociale (tra cui uno che è stato per due anni in assistenza sociale e adesso lavora felicemente come autista del bus), poi viene intervistata una responsabile dell'assistenza sociale e le viene chiesto se sia vero o meno che chi finisce in assistenza non ha voglia di lavorare.
Lei risponde (APRITE BENE LE ORECCHIE!!) che la maggior parte dei giovani in assistenza sociale sono persone che fanno fatica a inserirsi nel mondo del lavoro, spesso a causa di problemi psicologici.
Ripetiamolo.
La maggior parte dei giovani in assistenza sociale sono persone che fanno fatica a inserirsi nel mondo del lavoro, spesso a causa di problemi psicologici.
La maggior parte dei giovani in assistenza sociale sono persone che fanno fatica a inserirsi nel mondo del lavoro, spesso a causa di problemi psicologici.
La maggior parte dei giovani in assistenza sociale sono persone che fanno fatica a inserirsi nel mondo del lavoro, spesso a causa di problemi psicologici.
La maggior parte dei giovani in assistenza sociale sono persone che fanno fatica a inserirsi nel mondo del lavoro, spesso a causa di problemi psicologici.
La maggior parte dei giovani in assistenza sociale sono persone che fanno fatica a inserirsi nel mondo del lavoro, spesso a causa di problemi psicologici.
Ecco tutto: volevo solo riportare le affermazioni di una persona competente, perché penso che non sono l'unico a essersi rotto le palle di leggere commenti di liberisti ignoranti che continuano a martellare con lo stereotipo del "felicemente divanato" senza aver mai portato alcuna prova o testimonianza di persone preparata per avvalorare la loro tesi.
Ovviamente i liberisti adesso diranno che quella cosa vale per la Svizzera e non per l'Italia (senza portare nessuna prova, come sempre), ma se in un paese come la Svizzera dove l'economia tira piuttosto bene c'è gente che fa fatica a inserirsi nel mondo del lavoro allora perché mai in Italia, dove l'economia gira meno bene, dovrebbe essere diverso?
Se anche fosse che in Italia c'è un maggior numero di "felicemente divanati" (e ancora attendiamo le prove) sarebbe giusto eliminare il RDC danneggiando anche quelle persone di cui parla l'assistente sociale svizzera? Se la risposta è sì, allora la logica è quella di togliere i sussidi a tutti gli invalidi perché ci sono falsi invalidi.
In quanto invece a quegli stronzi che lavorano in nero e prendono il reddito di cittadinanza (che sono tipo lo 0.01%, fino a prova contraria), ovviamente quelli vanno scuoiati vivi... ma noi socialisti l'abbiamo sempre detto che bisogna usare il pugno duro con chi dichiara il falso e quindi anche con gli evasori, ma voi liberisti non lo volete fare, quindi la colpa di chi è???
Questo è il documentario:
https://www.rsi.ch/play/tv/falo/vide...video:14258274