Uno dei mantra dei militaristi è che la guerra sia il motore che ha dato il via ad un incredibile progresso tecnologico.

Questa generalizzazione va analizzata suddividendo due elementi.
Le scoperte scientifiche e le invenzioni da una parte e lo sviluppo tecnologico militare di ciò che è stato inventato in ambito civile.

Il primo riguardante le invenzioni e le scoperte scientifiche usate in ambito bellico di fatto sono tutte state fatte a scoi civili, dall'aviazione, all'utilizzo delle onde radio, l'energia nucleare e gli esplosivi, sono tutte state realizzate da e per i civili e solo in seguito assorbite dal mondo militare.
Anche le invenzioni usate prettamente per scopi bellici e poi tradotte in ambito civile, tipo internet, sarebbero tranquillamente potute essere sviluppate senza scopi di supporto bellico.

Discorso diverso è la ricerca che effettivamente ha avuto una notevole spinta dettata dal militarismo.
Non possiamo negare che in diversi campi la ricerca militare ha permesso un rapido sviluppo di tecnologie inventate da civili eppure rimane l'interrogativo se tale progresso non fosse stato egualmente possibile senza gli oltre 100 milioni di morti del XX Secolo e distruzioni catastrofiche in grandi aree del pianeta.

Basterebbe questo dubbio per fare un cambio di rotta ideologico a favore di uno sviluppo tecnologico esclusivamente in ambito civile.

Se pensiamo a quanti miliardi ogni anno vengono spesi per la guerra e i relativi costi sociali che ne derivano e che stiamo vedendo proprio nell'ultimo anno, l'idea di pensare alla pace preparandosi a fare la pace abbandonando la logica militarista, non è più solo un'opzione ma una necessità impellente per dare una svolta più costruttiva che risponda alle necessità di tutto il genere umano e non solo di una piccola parte.