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Sto leggendo un libro di Dawkins, in un capitolo passa in rassegna delle tesi pro-teismo, in particolare cerca di smontare questa affermazione di un fisico inglese (tal Fred Hoyle):
Le probabilità che la vita si originasse sulla Terra non erano maggiori della probabilità che un uragano, soffiando su un deposito di rottami, assemblasse in modo fortuito un Boeing 747.
In un altro passo analizza 'I sei numeri dell'universo' di Martin Rees, in cui si elencano le sei costanti fondamentali che si ritiene tengano insieme l'universo. Ciascuno di quei sei numeri è calibrato con precisione, nel senso che, se fosse anche di poco differente, il nostro ambiente cosmico sarebbe alquanto diverso e con tutta probabilità sfavorevole alla vita. Analizza, tra le altre cose, l'interazione forte che tiene insieme i componenti del nucleo atomico, pari a 0,007. Se questo valore fosse leggermente diverso non avremmo i novanta elementi della tavola periodica e, men che meno, la vita nel più recondito anfratto dell'universo. Poi l'attenzione passa sull'astronomia, la biologia etc. etc.
Io sarò prevenuto o un po' tocco, ma mi sto facendo sempre più l'idea che noi si stia all'interno di un immensa e perfetta sinfonia, con migliaia di strumenti che suonano armoniosamente, senza mai 'steccare'. E che il compositore/direttore d'orchestra si stia chiedendo: "Ma questi qui, non si arrendono nemmeno all'evidenza?..."
Questi scritti possono dare la stura a delle interessantissime conversazioni...
Do you want to translate this post in English, or another Language? Click ---> HERE - "Ricordatevi sempre che nel nostro Parlamento siedono i nostri Rappresentanti. E che ci rappresentano benissimo..." (Indro Montanelli)
Sto leggendo un libro di Dawkins, in un capitolo passa in rassegna delle tesi pro-teismo, in particolare cerca di smontare questa affermazione di un fisico inglese (tal Fred Hoyle):
Le probabilità che la vita si originasse sulla Terra non erano maggiori della probabilità che un uragano, soffiando su un deposito di rottami, assemblasse in modo fortuito un Boeing 747.
In un altro passo analizza 'I sei numeri dell'universo' di Martin Rees, in cui si elencano le sei costanti fondamentali che si ritiene tengano insieme l'universo. Ciascuno di quei sei numeri è calibrato con precisione, nel senso che, se fosse anche di poco differente, il nostro ambiente cosmico sarebbe alquanto diverso e con tutta probabilità sfavorevole alla vita. Analizza, tra le altre cose, l'interazione forte che tiene insieme i componenti del nucleo atomico, pari a 0,007. Se questo valore fosse leggermente diverso non avremmo i novanta elementi della tavola periodica e, men che meno, la vita nel più recondito anfratto dell'universo. Poi l'attenzione passa sull'astronomia, la biologia etc. etc.
Io sarò prevenuto o un po' tocco, ma mi sto facendo sempre più l'idea che noi si stia all'interno di un immensa e perfetta sinfonia, con migliaia di strumenti che suonano armoniosamente, senza mai 'steccare'. E che il compositore/direttore d'orchestra si stia chiedendo: "Ma questi qui, non si arrendono nemmeno all'evidenza?..."
Questi scritti possono dare la stura a delle interessantissime conversazioni...
Se hai letto Dawkins avrai letto anche come lo ha confutato.
Il succo del discorso è l'esesmpio di Hoyle non è analogo a quello che avviene in biologia e non rispecchia le vere probabilità di quello che è avvenuto.
Qui ti metto un link che parla in modo esaustivo dell'argomento. http://www.talkorigins.org/faqs/abioprob/abioprob.html
Per quanto riguarda la 'taratura fine' dell'universo che si riaggancia al solito principio antropico forte possono essere considerati molti modelli che possono disinnesacare la proposta che questa taratura fine implichi un 'progettista'.
1)Non sappiamo se esistono altre 'isole' di combinazioni di paramentri che permettano l'insorgenza di osservatori coscienti dell'universo
2)tutti i modelli a multiversi , sia quelli classico della teoria delle bolle , sia quello ciclico , teorie delle stringhe , interpretazioni a molti mondi di Everett
Tutti questi modelli portano a derubricare il principio antropico forte a debole e quindi nel loro ambito decade la necessità del progettista a seguito del riscontro della taratura fine.
Io stimo più il trovar un vero, benché di cosa leggiera, che 'l disputar lungamente delle massime questioni senza conseguir verità nissuna
Come un giorno un uomo sará l'Adamo su Marte, così in principio siamo stati visitati da altri esseri che hanno avviato un precesso d'ibridazione sulla terra, creando infine l'uomo, un essere adatto a sopravvivere alle condizioni climatiche della terra.
Gli antichi Sumeri parlavano proprio di questo:
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Per quanto riguarda la 'taratura fine' dell'universo che si riaggancia al solito principio antropico forte possono essere considerati molti modelli che possono disinnesacare la proposta che questa taratura fine implichi un 'progettista'.
1)Non sappiamo se esistono altre 'isole' di combinazioni di paramentri che permettano l'insorgenza di osservatori coscienti dell'universo
2)tutti i modelli a multiversi , sia quelli classico della teoria delle bolle , sia quello ciclico , teorie delle stringhe , interpretazioni a molti mondi di Everett
Tutti questi modelli portano a derubricare il principio antropico forte a debole e quindi nel loro ambito decade la necessità del progettista a seguito del riscontro della taratura fine.
Sai che cosa c'è di bislacco e di comico nei discorsi che sento fare agli atei...?
Tu mi parli di 'interpretazioni a molti mondi', cosa che, oggettivamente, richiede un 'grosso atto di fede', ma non siete disposti neanche a prendere in considerazione che esista un Altro Mondo, parallelo a questo, in cui noi si sia immersi testa, mani e piedi, già ora, senza che ce ne accorgiamo.
Non me ne volere Darwin per quanto sto per dirti, ma c'è una ragione ben precisa se un'eventualità non vogliamo neanche metterla nel novero delle spiegazioni: la nostra cattiva coscienza è atterrita da una simile possibilità (1).
----------------------------------
Sono una persona molto credente, e che conosce molto bene le Scritture. Vi riporterò la spiegazione di quanto accade con queste note a margine (che spero leggerete)
Dal mio Testo Sacro di Riferimento
Colloquio con Nicodemo
[1]C'era tra i farisei un uomo chiamato Nicodèmo, un capo dei Giudei. [2]Egli andò da Gesù, di notte, e gli disse: «Rabbì, sappiamo che sei un maestro venuto da Dio; nessuno infatti può fare i segni che tu fai, se Dio non è con lui». [3]Gli rispose Gesù: «In verità, in verità ti dico, se uno non rinasce dall'alto, non può vedere il regno di Dio». [4]Gli disse Nicodèmo: «Come può un uomo nascere quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?». [5]Gli rispose Gesù: «In verità, in verità ti dico, se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio. [6]Quel che è nato dalla carne è carne e quel che è nato dallo Spirito è Spirito. [7]Non ti meravigliare se t'ho detto: dovete rinascere dall'alto. [8]Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito». [9]Replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?». [10]Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro in Israele e non sai queste cose? [11]In verità, in verità ti dico, noi parliamo di quel che sappiamo e testimoniamo quel che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. [12]Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? [13]Eppure nessuno è mai salito al cielo, fuorchè il Figlio dell'uomo che è disceso dal cielo. [14]E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, [15]perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna».
[16]Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. [17]Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui. [18]Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è gia stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio. [19]E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie. [20]Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere. [21]Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio.
Se, tra voi, c'è qualcuno che non crede, il vero motivo è questo. Fate un rapido esame di coscienza, ed ognuno di voi troverà la sua pietra di inciampo che gli ha indurito il comprendonio: sta evadendo le tasse, si è fatto la mantenuta e tradisce la moglie, si è arricchito bugggerando e truffando gli altri, si è fatto una carriera buttando in €u/o a tanti suoi ex colleghi. I motivi possono essere tanti. Ma sempre dello stesso tipo.
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Come un giorno un uomo sará l'Adamo su Marte, così in principio siamo stati visitati da altri esseri che hanno avviato un precesso d'ibridazione sulla terra, creando infine l'uomo, un essere adatto a sopravvivere alle condizioni climatiche della terra.
Gli antichi Sumeri parlavano proprio di questo:
«Chi non crede in Dio non è vero che non crede in niente perché comincia a credere a tutto»
(Heinrich Böll)
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Sai che cosa c'è di bislacco e di comico nei discorsi che sento fare agli atei...?
Tu mi parli di 'interpretazioni a molti mondi', cosa che, oggettivamente, richiede un 'grosso atto di fede', ma non siete disposti neanche a prendere in considerazione che esista un Altro Mondo, parallelo a questo, in cui noi si sia immersi testa, mani e piedi, già ora, senza che ce ne accorgiamo.
Non me ne volere Darwin per quanto sto per dirti, ma c'è una ragione ben precisa se un'eventualità non vogliamo neanche metterla nel novero delle spiegazioni: la nostra cattiva coscienza è atterrita da una simile possibilità (1).
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Sono una persona molto credente, e che conosce molto bene le Scritture. Vi riporterò la spiegazione di quanto accade con queste note a margine (che spero leggerete)
Dal mio Testo Sacro di Riferimento
Colloquio con Nicodemo
[1]C'era tra i farisei un uomo chiamato Nicodèmo, un capo dei Giudei. [2]Egli andò da Gesù, di notte, e gli disse: «Rabbì, sappiamo che sei un maestro venuto da Dio; nessuno infatti può fare i segni che tu fai, se Dio non è con lui». [3]Gli rispose Gesù: «In verità, in verità ti dico, se uno non rinasce dall'alto, non può vedere il regno di Dio». [4]Gli disse Nicodèmo: «Come può un uomo nascere quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?». [5]Gli rispose Gesù: «In verità, in verità ti dico, se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio. [6]Quel che è nato dalla carne è carne e quel che è nato dallo Spirito è Spirito. [7]Non ti meravigliare se t'ho detto: dovete rinascere dall'alto. [8]Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito». [9]Replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?». [10]Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro in Israele e non sai queste cose? [11]In verità, in verità ti dico, noi parliamo di quel che sappiamo e testimoniamo quel che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. [12]Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? [13]Eppure nessuno è mai salito al cielo, fuorchè il Figlio dell'uomo che è disceso dal cielo. [14]E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, [15]perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna».
[16]Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. [17]Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui. [18]Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è gia stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio. [19]E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie. [20]Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere. [21]Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio.
Se, tra voi, c'è qualcuno che non crede, il vero motivo è questo. Fate un rapido esame di coscienza, ed ognuno di voi troverà la sua pietra di inciampo che gli ha indurito il comprendonio: sta evadendo le tasse, si è fatto la mantenuta e tradisce la moglie, si è arricchito bugggerando e truffando gli altri, si è fatto una carriera buttando in €u/o a tanti suoi ex colleghi. I motivi possono essere tanti. Ma sempre dello stesso tipo.
A me invece fa ridere che a fronte di una risposta motivata e dettagliata nel merito si prenda una frase e da essa si faccia una sparata che non ha alcun riferimento al merito esposto.
Io stimo più il trovar un vero, benché di cosa leggiera, che 'l disputar lungamente delle massime questioni senza conseguir verità nissuna
@Serafino, la Fede è un dono di Dio.
Ed è un cammino: se non si prega, se non si "volge lo sguardo al cielo" si può tranquillamente perdere.
Non è rimanendo fermi al propio errore o puntando il dito all'errore dell'altro che si può diventare credenti.
Per essere credenti ti devi affidare, devi fidarti di chi ti dice (e mette in pratica) che se vivi pregando e dando il giusto posto alle cose terrene troverai la vera pace, la vera gioia senza fine.
Ma è veramente difficile farlo... ed è quasi impossibile trovarlo razionale.
La fede non ha bisogno di prove: è un dare fiducia a qualcosa o meglio bere e mandare giù qualcosa senza chiedersi il perchè, senza investigare nemmeno sul cosa sto ingoiando! La nozione di fede si butta giù, soltanto perchè qualcuno, magari un prete, ha detto ch'è cosa buona.
Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio, essere come S.Tommaso, che non crede, se non tocca e non vede, sicuramente nella vita reale fa evitare diverse fregature, evitando di farsi etichettare come credulone, o di farsi abbindolare o circuire da gente che promette la salvezza e la vita eterna, quando poi nella realtà loro sono le prime a morire, giovani, magari a 33 anni come a Gesù, dimostrando quindi di essere comuni mortali e non eterni o immortali!
Come direbbe lo storico Giuseppe Flavio, queste persone sono false e bugiarde, perchè invece di portare come promesso la salvezza del loro popolino, muoiono uccisi assieme a tutti coloro che si sono lasciati abbindolare da lui!
@Serafino, la Fede è un dono di Dio.
Ed è un cammino: se non si prega, se non si "volge lo sguardo al cielo" si può tranquillamente perdere.
Non è rimanendo fermi al propio errore o puntando il dito all'errore dell'altro che si può diventare credenti.
Per essere credenti ti devi affidare, devi fidarti di chi ti dice (e mette in pratica) che se vivi pregando e dando il giusto posto alle cose terrene troverai la vera pace, la vera gioia senza fine.
Ma è veramente difficile farlo... ed è quasi impossibile trovarlo razionale.
In effetti, difficile conciliare la razionalità con UNA fede.
Nel momento della vita in cui esci dalla nuvola fideistica in cui ti hanno avvolto dalla nascita, per il razionale che volesse " trovare la pace", il primo incaglio è la scelta tra quanto propone il mercato delle fedi.
Le maggiori, escludendo quelle ormai defunte, sono almeno una diecina, ognuna frammentata in tante altre ferocemente critiche nel confronto con la maggioritaria, che per vendetta le definisce "sette".
Il nostro volonteroso cercatore di pace, rischia di morire nell'incertezza, come l'asino di Buridano, anche perchè le religioni come esposte dai loro autoreferenziati rappresentanti, in un modo o nell'altro definiscono nell'errore chi prega come insegna un'altra fede.
L'altro intoppo è la fiducia verso chi si afferma incaricato portatore della verità, perchè il vivere quotidiano ci ha storicamente mostrato, e lo fa anche oggi, che le pratica quotidiana troppo spesso contraddice le situazioni che vengono invocate nelle preghiere.
Caso emblematico è la Cristianità, dove chi sventola la bandiera della purezza di intenti è troppo spesso un campione di ipocrisia.
Ma non è il caso di criticarli troppo, sono come noi; l'uomo, con la tonaca o tunica o meno, cerca la pace nel soddisfacimento delle proprie ambizioni, senza peraltro raggiungerla mai.
Quindi concordo, non è vera pace, ma almeno si vede all'orizzonte, se qualcuno non è soddisfatto di quanto vede " se volge lo sguardo al cielo".
In effetti, difficile conciliare la razionalità con UNA fede.
Nel momento della vita in cui esci dalla nuvola fideistica in cui ti hanno avvolto dalla nascita, per il razionale che volesse " trovare la pace", il primo incaglio è la scelta tra quanto propone il mercato delle fedi.
Le maggiori, escludendo quelle ormai defunte, sono almeno una diecina, ognuna frammentata in tante altre ferocemente critiche nel confronto con la maggioritaria, che per vendetta le definisce "sette".
Il nostro volonteroso cercatore di pace, rischia di morire nell'incertezza, come l'asino di Buridano, anche perchè le religioni come esposte dai loro autoreferenziati rappresentanti, in un modo o nell'altro definiscono nell'errore chi prega come insegna un'altra fede.
L'altro intoppo è la fiducia verso chi si afferma incaricato portatore della verità, perchè il vivere quotidiano ci ha storicamente mostrato, e lo fa anche oggi, che le pratica quotidiana troppo spesso contraddice le situazioni che vengono invocate nelle preghiere.
Caso emblematico è la Cristianità, dove chi sventola la bandiera della purezza di intenti è troppo spesso un campione di ipocrisia.
Ma non è il caso di criticarli troppo, sono come noi; l'uomo, con la tonaca o tunica o meno, cerca la pace nel soddisfacimento delle proprie ambizioni, senza peraltro raggiungerla mai.
Quindi concordo, non è vera pace, ma almeno si vede all'orizzonte, se qualcuno non è soddisfatto di quanto vede " se volge lo sguardo al cielo".
Per quanto riguarda il rapporto fra fede e ragione sono soprattutto i cristiani che fanno riferimento al tomismo a porre il problema pensando di introdurre o meglio di recuperare ed attualizzare argomenti che portano alla necessità logica di un creatore anche se così facendo voltono le spalle a tutta quella parte della ricerca scientifica che rende non necessario il creatore in determinati ambiti.
Io stimo più il trovar un vero, benché di cosa leggiera, che 'l disputar lungamente delle massime questioni senza conseguir verità nissuna