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    Predefinito Sallusti, criminale o da premiare?

    Guido Mattioni a pg. 8 de ilgiornale.it 09 10 2010

    C’è chi fruga e c’è chi sa leggere. Chi ravana e chi decide di premiare.
    Così va il mondo.
    Va così, nel senso che mentre Procure varie (pare siano due) indagano sul Giornale e sul suo direttore Alessandro Sallusti - dopo averne perquisito casa e ufficio, auscultato i cellulari e già che c’erano arrivando a dare perfino una palpatina per scoprirgli addosso chissà mai quali segreti nascosti - l’indagato saliva ieri sul palco del Casinò della Vallée per ricevere un prestigioso premio giornalistico, il Balena Bianca, a Saint Vincent.

    Succede insomma che qualcuno che di carta stampata un po’ se ne intende e non scambia un’inchiesta giornalistica per un dossier, si sia accorto che «quel Sallusti lì dev’essere uno che ci sa fare».
    La giuria, fregandosene sia della snobistica conventio ad excludendum che fin dal suo primo giorno di vita ha circondato il Giornale, sia delle fumisterie giudiziarie, deve aver ritenuto, curriculum alla mano, che proprio «quel Sallusti lì» fosse degno di ricevere il riconoscimento.
    Aveva peraltro già avuto il Premiolino per un’inchiesta sulla malavitosa via Bianchi a Milano e quello come Cronista dell’Anno ai tempi di Tangentopoli.

    Comasco, classe ’57, Sallusti è uno di quei giornalisti arrivati al mestiere attraverso imperscrutabili percorsi di vita.
    Perito chimico-tessile, esordisce infatti con coerenza nel ’78 come cronista abusivo allo Sport dell’Ordine di Como, (oggi ne è socio e direttore editoriale) per arrivare a vicecaporedattore centrale del Corriere della Sera.
    In mezzo, una fitta serie di esperienze varie: inviato e caporedattore al settimanale Il Sabato nonostante non sia ciellino; caporedattore all’Avvenire pur senza aver mai servito messa; un primo passaggio al Giornale, con un certo Montanelli, nonostante non ami il pane toscano sciapo; e ancora capo delle cronache nazionali al Messaggero pur senza essere romano.

    Poi, negli anni Novanta, eccolo veleggiare verso i piani più alti: vicedirettore al Gazzettino di Venezia e poi direttore alla Provincia di Como.
    Fino al 2000, fino a quella che lui definisce «l’infausta avventura» di incontrare Vittorio Feltri.
    Incontro in un salotto buono?
    Macché, Sagra della salamella in quel di Malnate.
    Tra una fetta e un bicchiere, Feltri lo lusinga con il progetto di un nuovo quotidiano.
    È un’avventura, un salto nel buio, ma come avrebbe detto Manzoni «lo sventurato rispose».
    Ed è così che nel 2000 nasce Libero, in carta e inchiostro.
    Il resto è storia recente: agosto 2009, lo sbarco in via Negri come condirettore.
    E da lì, storia dell’altroieri, sulla poltrona più alta.

    saluti

  2. #2
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    Predefinito Rif: Sallusti, criminale o da premiare?

    Il Balena Bianca di Saint Vincent è un premio rinomato in tutto il mondo
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  3. #3
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    Predefinito Rif: Sallusti, criminale o da premiare?

    Citazione Originariamente Scritto da Rasputin Visualizza Messaggio
    Il Balena Bianca di Saint Vincent è un premio rinomato in tutto il mondo
    sicuramente più prestigioso del giudizio di uno che alla voce località ha inserito la capitale della corea del nord
    Perchè, ma perchè non capite?
    che io non posso lasciar la mia terra,
    ogni albero conosce il mio tocco,
    ogni frutto è per me come un figlio.

  4. #4
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    Predefinito Rif: Sallusti, criminale o da premiare?

    ORA EMMA E I SUOI CI SPIEGHINO CHI COMANDA DAVVERO IN ITALIA !
    di Gabriele Villa

    Cos'è il "cerchio sovrastrutturale che va oltre Berlusconi" di cui Arpisella parla al telefono? Per il portavoce il caso D'Addario sarebbe stato architettato da una sorte di "Spectre"




    Abbiamo un cerchio alla testa, noi de «il Giornale». Anzi di più, abbiamo un «cerchio sovrastrutturale» sopra le nostre teste. Ne sentiamo il peso da qualche giorno, lo percepiamo. Sappiamo oramai con certezza, dopo le parole criptiche ma preoccupanti e preoccupate, pronunciate da Rinaldo Arpisella, l'uomo di fiducia di Emma Marcegaglia, nell'oramai famosa conversazione telefonica con Nicola Porro, che questo cerchio aleggia nell'aria. Ma dobbiamo, purtroppo, prendere atto che, almeno per il momento, questa strana, inquietante presenza, resta per noi, «relegati in via Negri, a Milano» (sempre per continuare a citare Il Grande Informato), come qualcosa di simile a un Unidentified Flying Object, un Ufo cioè. Che, ci crediate o no, sta girando e rigirando, attorno a un'Italia ignara, compiendo un'orbita particolarmente strana che, sempre parole di Arpisella, passa da Fini alla D'Addario, a Casini, attraversando praterie sconfinate, laghi, boschi, mari e monti ma anche, immaginiamo, piccole, medie e grandi industrie. Come si fa dunque a rimanere insensibili a questo grido di dolore? Come possiamo non farci delle domande o, meglio, non farle agli informati uomini (e donne) di Confindustria, per trovare risposte che possano rasserenare il nostro spirito e le nostre menti e consentirci di lavorare con più tranquillità nel nostro eremo di via Gaetano Negri a Milano? Ecco dunque la prima di queste nostre, crediamo più che lecite, domande:

    1)Che cos'è questo misterioso «cerchio sovrastrutturale»? Chi ne fa parte e quali sono i suoi obbiettivi?
    Dice Arpisella a Porro nel colloquio telefonico intercettato: «...Ci sono sovrastrutture che passano sopra la mia testa, la tua testa...». E ancora: «...Ma tu non sai che c... c'è altro in giro, ti parlo da amico cioè...è un'ottica corta cioè.. è allora il cerchio sovrastrutturale va oltre me...». La frase dell'uomo di fiducia della presidente di Confidustria somiglia a un messaggio in codice. Che come tale va necessariamente e urgentemente decodificato, soprattutto perché fa intuire che il «cerchio» potrebbe essere una sorta di organizzazione gerarchica clandestina, una struttura parallela che, in qualche modo, controlla tutte le leve del potere in Italia. Sarebbe interessante conoscere i nomi degli adepti che costituiscono gli anelli di questo cerchio e come questi personaggi si muovano all'interno dei palazzi e delle stanze dove si manifesta, invece, l'ufficialità del potere, quello che è noto a tutti.

    2)Chi è o chi sono i misteriosi registi dell'operazione D'Addario?
    «Ci sono quelli che c'erano dietro la D'Addario, dai su!». Rinaldo Arpisella sembra sicuro di sapere con esattezza chi siano i mandanti della vicenda D'Addario, la escort gettata nelle braccia del premier, con tanto di registratore nella borsetta. Sarebbe interessante conoscere che cosa sanno in Confindustria di questa vicenda.

    3)Chi c'è dietro la svolta anti berlusconiana di Fini?
    Arpisella: «Dai, secondo te chi c'è dietro Fini?». Porro: «Chi c'è dietro Fini, tu lo sai? Io no». Anche su questa delicatissima questione i vertici dell'imprenditoria italiana danno l'impressione di sapere esattamente come siano andate le cose e perché il presidente della Camera abbia cambiato radicalmente il suo atteggiamento nei riguardi del premier, arrivando addirittura a fondare un partito. C'è da dedurre che in Confindustria sappiano anche quale assicurazioni sulla futura carriera politica abbia ricevuto il manipolo dei seguaci di Fini e da chi le abbia ricevute.


    avvero in Italia
    di Gabriele Villa
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    Abbiamo un cerchio alla testa, noi de «il Giornale». Anzi di più, abbiamo un «cerchio sovrastrutturale» sopra le nostre teste. Ne sentiamo il peso da qualche giorno, lo percepiamo. Sappiamo oramai con certezza, dopo le parole criptiche ma preoccupanti e preoccupate, pronunciate da Rinaldo Arpisella, l'uomo di fiducia di Emma Marcegaglia, nell'oramai famosa conversazione telefonica con Nicola Porro, che questo cerchio aleggia nell'aria. Ma dobbiamo, purtroppo, prendere atto che, almeno per il momento, questa strana, inquietante presenza, resta per noi, «relegati in via Negri, a Milano» (sempre per continuare a citare Il Grande Informato), come qualcosa di simile a un Unidentified Flying Object, un Ufo cioè. Che, ci crediate o no, sta girando e rigirando, attorno a un'Italia ignara, compiendo un'orbita particolarmente strana che, sempre parole di Arpisella, passa da Fini alla D'Addario, a Casini, attraversando praterie sconfinate, laghi, boschi, mari e monti ma anche, immaginiamo, piccole, medie e grandi industrie. Come si fa dunque a rimanere insensibili a questo grido di dolore? Come possiamo non farci delle domande o, meglio, non farle agli informati uomini (e donne) di Confindustria, per trovare risposte che possano rasserenare il nostro spirito e le nostre menti e consentirci di lavorare con più tranquillità nel nostro eremo di via Gaetano Negri a Milano? Ecco dunque la prima di queste nostre, crediamo più che lecite, domande:

    1)Che cos'è questo misterioso «cerchio sovrastrutturale»? Chi ne fa parte e quali sono i suoi obbiettivi?
    Dice Arpisella a Porro nel colloquio telefonico intercettato: «...Ci sono sovrastrutture che passano sopra la mia testa, la tua testa...». E ancora: «...Ma tu non sai che c... c'è altro in giro, ti parlo da amico cioè...è un'ottica corta cioè.. è allora il cerchio sovrastrutturale va oltre me...». La frase dell'uomo di fiducia della presidente di Confidustria somiglia a un messaggio in codice. Che come tale va necessariamente e urgentemente decodificato, soprattutto perché fa intuire che il «cerchio» potrebbe essere una sorta di organizzazione gerarchica clandestina, una struttura parallela che, in qualche modo, controlla tutte le leve del potere in Italia. Sarebbe interessante conoscere i nomi degli adepti che costituiscono gli anelli di questo cerchio e come questi personaggi si muovano all'interno dei palazzi e delle stanze dove si manifesta, invece, l'ufficialità del potere, quello che è noto a tutti.

    2)Chi è o chi sono i misteriosi registi dell'operazione D'Addario?
    «Ci sono quelli che c'erano dietro la D'Addario, dai su!». Rinaldo Arpisella sembra sicuro di sapere con esattezza chi siano i mandanti della vicenda D'Addario, la escort gettata nelle braccia del premier, con tanto di registratore nella borsetta. Sarebbe interessante conoscere che cosa sanno in Confindustria di questa vicenda.

    3)Chi c'è dietro la svolta anti berlusconiana di Fini?
    Arpisella: «Dai, secondo te chi c'è dietro Fini?». Porro: «Chi c'è dietro Fini, tu lo sai? Io no». Anche su questa delicatissima questione i vertici dell'imprenditoria italiana danno l'impressione di sapere esattamente come siano andate le cose e perché il presidente della Camera abbia cambiato radicalmente il suo atteggiamento nei riguardi del premier, arrivando addirittura a fondare un partito. C'è da dedurre che in Confindustria sappiano anche quale assicurazioni sulla futura carriera politica abbia ricevuto il manipolo dei seguaci di Fini e da chi le abbia ricevute.

    4 ) Perché secondo la Confindustria le decisioni più importanti vengono prese all'insaputa dei politici?
    «No, no fermati un attimo non sai alcune cose. Purtroppo voi siete relegati lì, in via Negri senza comprendere, capire che non esiste solamente la politica Fini, la politica Casini...». Anche in questo caso le parole dell'uomo di fiducia della Marcegaglia danno la netta sensazione che i giochi della politica italiana si facciano lontano dalla politica e dai politici italiani. In altre stanze, in altri luoghi. Perché non dirlo cortesemente anche a noi, perché non spiegarci dove si «fa» veramente la politica italiana, giusto per darci la possibilità di intervistare le persone appropriate d'ora in poi.

    5)Chi fa parte di questa nuova e inquietante Spectre che governerebbe l'Italia?
    «...Il cerchio sovrastrutturale va oltre me, va oltre Feltri, va oltre Berlusconi, va oltre...». E qui siamo all'apoteosi, alla Madre di tutte le inquietanti rivelazioni che Arpisella a mezza bocca fa o vorrebbe fare a Porro. È evidente che l'Italia deve fare i conti con una sorta di Spectre, acronimo come ben sa 007, di Supremo Progetto Esecutivo per il Controspionaggio, Terrorismo, Ritorsioni ed Estorsioni. Diteci dunque chi è il capo (che nella Spectre del cinema è noto come Numero 1) di questa Spectre nostrana e diteci anche, tra un planning e un report, signore e signori della Confindustria, chi sono gli altri affiliati di questa organizzazione cioè i Numero 2, 3, 4. E dove si riuniscono. Dentro vulcani, o su isole deserte o nelle sale Bingo?
    Siamo sicuri che risponderete a tutte le nostre domande. Ma senza dare un colpo al Cerchio e uno alla botte, per favore.

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