Qualche giorno fa è uscito sul Il Fatto Quotidiano un bell'articolo che racconta l'Agorà Pagan Festival, a cui abbiamo partecipato ben volentieri. Ringraziamo Alessio Mannino per averci citati esplicitamente.
Questo articolo non è cosa da tenere in poco conto. Per la prima volta un evento pagano, e la Tradizione Romana, vengono citati in un articolo di mezza pagina, con il riferimento in prima pagina, su un giornale nazionale!
Il felice evento, merito del lavoro di molti (pagani e neopagani), nei decenni passati, inizia a dare qualche frutto!
Ieri sul fatto quotidiano...
NEL NOME DI DIO
Santa Diana, Sirio, i druidi: nasce l’Unione Neopagana
C’È CHI CREDE NELLE DIVINITÀ ROMANE E CHI NEGLI SCIAMANI: ORA RIVENDICANO IL DIRITTO DI ESSERE RICONOSCIUTI COME RELIGIONE DALLO STATO
di Alessio Mannino Castel San Pietro terme (Bologna)
I #pagani d’Italia vogliono uscire dall’oscurità. Per superare mancanza di coesione interna e comunicazione esterna si sono radunati sabato scorso in un ideale pagus a due passi da Bologna, per l’Agorà Pagan Festival, una giornata di conferenze in cui è stata fondata l’Unione Comunità Neopagane.
Spiegano Sara Gamberoni (Triplice Cinta Druidica) e Davide Marrè, direttore della rivista Sirio ed esperto di Wicca, esoterismo nato negli anni 50 in Inghilterra: “Il tentativo è di metter fine alla dispersione ‘anarchica’ per arrivare a un’intesa con lo Stato che, in base all’articolo 8 della Costituzione, garantisca diritti quali l’assistente spirituale in ospedale e in carcere nonché l’accesso all’8 per mille. La strada sarà molto lunga”. Le associazioni del ‘fronte’ (Anticaquercia, Argiope, Circolo dei Trivi, per citarne qualcuna) rappresentano “migliaia” fra praticanti e simpatizzanti. Secondo Michele Tomasini (Pagan Federation International) “se consideriamo quanti vivono secondo una propria religiosità non cristiana, magari attingendo da tradizioni varie, non è azzardato pensare a centinaia di migliaia di ‘sommersi’, pagani senza saperlo. Forse arriviamo a un milione”.
Ambiziose cifre a parte, il fai-da-te potrebbe fare da base di massa, benché i culti di questo tipo rifuggano dal proselitismo: “A chi si avvicina a noi è richiesto un impegno di iniziazione individuale – chiarisce la Gamberoni –. Non insegniamo dogmi e nemmeno predichiamo una morale rigida, ma attraverso esperienze rituali indichiamo come maturare un legame con il divino riprendendo contatto con le energie naturali”. In foreste come i druidi a evocare magicamente le potenze immanenti, o in casa, impastando ‘pane sacro’ o svegliandosi presto per pregare. Niente a che spartire con satanismo o sette di santoni (“Se sentite qualcuno affermare di essere il rifondatore di chissà che, state alla larga”). Piuttosto, un florilegio di ortoprassi focalizzate sull’aldiqua.
C’è chi è devoto alla dea Diana, come Rhea Bertorelli del Tempio di Callaighe (“Ero cattolica e catechista, con i tarocchi ci gioco a briscola, mi considero un sostegno per chi non è in grado di ‘fare sacro’ e diventare sacerdoti di se stessi, cioè autonomi”) e chi approfondisce l’alchimia come scoperta di differenti parti del Sé (mediante i colori, per esempio). E c’è anche chi segue il tradizionalismo romano, a rigore neppure “pagano”, termine a suo tempo equivalente pressappoco a “bifolchi”. Presente all’evento Emanuele Viotti (“Ad maiora vertite”): con indosso una toga, ha sottolineato l’assenza di percorsi iniziatici nella religio di Roma e l’importanza di ritualità quotidiana e del “sempre attuale” mos maiorum. Non c’era invece chi è considerato troppo “politico”, ispirato per esempio a Julius Evola ovvero, secondo Tomasini, a “posizioni di destra”. Come l’evoliano Marco Francesco De Marco (“Il Solco della Tradizione”), che attacca: “L’immaginario di Wicca, druidismo e certo individualismo pseudo-spirituale è in realtà mondialismo travestito da religione. Forze invisibili, dei, demoni e genius loci fanno parte di un’identità che per noi è italico-romana, non irlandese, celtica o, che so, sioux”.
Divisioni permettendo, la differenza rispetto al passato è che “adesso – puntualizza Marrè – vogliamo uscire dall’angolo buio”, ripudiando “stramberie” anacronistiche come “vagheggiare referendum per abolire il Concordato con la Chiesa”. L’anticattolicesimo di maniera è finito, i neopagani vengono in pace.