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    Supermod Viola
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    Predefinito [Biografia]: Margaret Atwood

    Se scrivere romanzi, e leggerli, ha un valore sociale positivo, è perché ti spinge a immaginare come sarebbe essere qualcun altro. Qualcosa che, sempre più spesso, abbiamo tutti bisogno di sapere.

    Poetessa, critica, saggista e scrittrice di romanzi versatile e prolifica, Margaret Atwood è senza dubbio la più importante scrittrice del Canada. Nata a Ottawa nel 1939 da Margaret Killam e Carl Edmund Atwood, è la seconda di tre figli. Ha un’infanzia abbastanza felice, ma solitaria: viene infatti istruita a casa dalla madre e trascorre molte estati nelle foreste dell’Ontario e del Québec perché il padre è un entomologo.

    Quest’esperienza, a detta della stessa autrice, le provoca una sorta di “shock culturale”: nasce in lei un forte interesse per i luoghi in cui la natura è incontaminata, che però la porta a non sentirsi mai del tutto a suo agio in città. Questi sentimenti si manifestano soprattutto nel suo secondo romanzo, Surfacing (1972), che racconta la storia di una donna che fa ritorno alla sua città natale in Canada per ritrovare il padre scomparso. Nella casa della sua infanzia, la protagonista richiama alla mente tutti gli avvenimenti e i sentimenti di un passato che, poco a poco, prende il sopravvento su di lei portandola alla pazzia.

    Nel 1957 Atwood si iscrive al Victoria College, University of Toronto, dove si laurea con il massimo dei voti. È lì che, influenzata da Northrop Frye e Jay Macpherson, scopre la letteratura canadese e vince la medaglia E.J. Pratt per la poesia con Double Persephone (1961), una raccolta di poesie in cui vengono messi in risalto sia i contrasti tra la vita e l’arte sia quelli tra le creazioni della natura e dell’uomo. In seguito consegue una laurea magistrale al Radcliffe College, Harvard, dove inizia il Dottorato in Letteratura americana e vittoriana, che decide però di interrompere per lavorare in varie università del Canada e fare il suo primo viaggio in Europa.

    La sua carriera di scrittrice inizia ufficialmente nel 1966 con The Circle Game, la raccolta di poesie vincitrice del Governor General’s Award che riprende nuovamente il tema del conflitto tra uomo e natura già trattato in Double Persephone. Atwood “è sempre consapevole della presenza degli opposti (l’io-l’altro, soggetto-oggetto, uomo-donna, uomo-natura) e del bisogno di accettarli e lavorare entro i loro confini”


    Nel 1967 sposa James Polk, conosciuto a Harvard, dov’era tornata per scrivere una dissertazione sul romanzo gotico.

    Gli anni Sessanta si concludono con il trionfo del suo primo romanzo, The Edible Woman (1969), accolto dalla critica come miglior romanzo dell’anno; secondo il «Times» infatti “risalta su tutto il resto come una fatina di zucchero sopra una torta natalizia”

    Racconta la storia di Marian McAlpin, una donna disorientata all’interno di una società consumistica che minaccia di inghiottirla. Marian capisce che, in quanto donna, rappresenta ciò di cui la società si nutre per sopravvivere e che il matrimonio non è altro che una sorta di cannibalismo sessista. Appare quindi evidente l’animo femminista dell’autrice, che definisce però il romanzo “proto-femminista” perché anticipa gli anni chiave del movimento.

    Gli anni Settanta segnano una svolta nella vita di Atwood; in questo periodo diventa molto prolifica e pubblica tre romanzi, un libro di racconti, cinque libri di poesia, un libro per bambini e un saggio di critica letteraria. Con Surfacing e Survival: A Thematic Guide to Canadian Literature (1972), inizia davvero a suscitare l’interesse della critica affrontando il tema del nazionalismo e finalmente si afferma non solo come poeta, ma anche come scrittrice. Nel frattempo divorzia e si trasferisce in una fattoria vicino ad Alliston, Ontario, insieme al romanziere Graeme Gibson, da cui avrà una figlia, Eleanor Jess. Nel 1985 esce The Handmaid’s Tale, la sua opera più famosa, grazie alla quale vince il suo secondo Governor General’s Award, l’Arthut C. Clarke Science Fiction Prize e il «Los Angeles Times» Fiction Prize. Attraverso gli occhi di Offred, la protagonista, descrive la distopica realtà di Gilead, un’orribile America futuristica dove le donne sono completamente soggiogate dallo Stato. Il romanzo contiene molti degli elementi caratteristici delle opere di Margaret Atwood. È un romanzo fortemente politico, che non mostra solo i problemi dell’individuo all’interno della società, ma anche le dinamiche di potere tra uomo e donna. La cosa più importante del romanzo, però, ed è anche il fulcro dei lavori di Atwood, è che si legge facilmente e per questo è accessibile a un pubblico molto vasto; per Atwood il lettore modello è “qualcuno che legge il libro tutto d’un fiato, per vedere cosa succede”, e infatti in altri romanzi la narrazione è in prima persona e questo permette al lettore di sentirsi più vicino al protagonista. In ognuna delle sue opere i protagonisti (prevalentemente femminili) affrontano un percorso di crescita verso la consapevolezza della loro responsabilità morale. Atwood, tuttavia, rifiuta di fare appello a un’autorità finale; in questo modo le sue opere sono caratterizzate da finali aperti a nuove e molteplici possibilità che talvolta possono spiazzare il lettore.

    Lo stile poetico e narrativo di Atwood sono caratterizzati dall’ingegno, l’ironia e il controllo della forma uniti a un interesse per la mitologia classica e popolare, soprattutto quella riguardante le donne. Tutte le sue opere alludono a testi appartenenti ai generi tradizionali, che tuttavia sovvertono. A Margaret Atwood piace riscrivere e reinterpretare la storia e la società attraverso nuovi punti di vista. È il caso di Alias Grace (1996), romanzo che si basa su fatti realmente accaduti nel 1843, quando Sir Thomas Kinnear e la sua governante, Nancy Montgomery, furono assassinati. Atwood decide però di non raccontare quanto è veramente avvenuto; la narrazione ruota attorno all’assassina, Grace Marks, in carcere già da otto anni. Grace racconta a un giornalista tutta la sua vita fino al giorno degli omicidi, che non ricorda a causa di un’amnesia. Tuttavia, è con The Blind Assassin (2000), con il quale vince il Booker Prize, che si può vedere l’abilità di Atwood nel mescolare generi letterari diversi. Il romanzo ha in sé tutti le caratteristiche del romanzo gotico, eppure riesce a combinare il giallo, la fantascienza e il reportage giornalistico.

    Leggendo i romanzi di Atwood si può notare che la sua scrittura si fonda su un forte senso di identità culturale in quanto scrittrice anglofona, bianca, canadese e donna; allo stesso tempo, però, sfida i limiti di queste categorie mettendo in dubbio gli stereotipi legati al nazionalismo e al genere femminile e smascherando le falsità culturali e i limiti artificiali imposti dalla società sulla nostra capacità di comprendere noi stessi e gli altri.

    Sono convinta che i romanzi siano un mezzo per guardare la società, un punto d’incontro tra il linguaggio e quello che scegliamo di chiamare realtà, sebbene persino questa sia una materia molto malleabile.

    L’attenzione di Atwood non si focalizza solo sul modo in cui le storie possono essere raccontate, ma anche sulla funzione intrinseca del linguaggio. Le parole cambiano nel corso del tempo e assumono significati diversi, quindi per l’autrice usare le parole adeguate nel giusto contesto è fondamentale. Quando si parla di femminismo, per esempio, non si può generalizzare: la definizione di “femminista” può significare qualsiasi cosa, dalle persone che pensano che gli uomini debbano essere spinti in un burrone, a quelle che ritengono giusto che le donne imparino a leggere e scrivere. E in luoghi come l’Afghanistan, dire che è giusto che una donna impari a leggere e scrivere può essere considerata una posizione estremista. Per questo il contesto è sempre molto importate.

    Ancora oggi, a settantatré anni, Atwood è un’attivista piena di energia: è portavoce degli scrittori canadesi, si batte per i diritti delle donne, dei nativi e per l’ambiente; assieme al marito vive all’insegna dell’ecosostenibilità. È stata presidente della Writers’ Union of Canada, di cui è una delle fondatrici, e ha presieduto il Canadian Centre of International PEN.

    http://www.enciclopediadelledonne.it...leanor-atwood/
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  2. #2
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    Predefinito Re: [Biografia]: Margaret Atwood

    Mi permetto di citare l'ottima traduttrice italiana di Margaret Atwood: Gaja Cenciarelli.

    https://it.wikipedia.org/wiki/Gaja_Lombardi_Cenciarelli


    Teniamoci stretti, che c'è vento forte.

    Io sono per la chirurgia etica: bisogna rifarsi il senno.

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  3. #3
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    Predefinito Re: [Biografia]: Margaret Atwood

    “Libera dalle costrizioni”: Margaret Atwood si racconta, tra aneddoti e ricordi

    “Per sopravvivere nella natura bisogna conoscere i propri predatori e non sembrare delle prede. Questa è una lezione di vita che tutte le giovani donne dovrebbero apprendere, per essere preparate a reagire…”. È uno degli insegnamenti che ci ha dato Margaret Atwood all’inizio del suo incontro con ilLibraio.it, avvenuto durante un pranzo costellato di ricordi e aneddoti della scrittrice canadese, in Italia per ritirare il premio Chandler per il noir. La scrittrice, accompagnata dal marito Graeme Gibson, si è raccontata a partire dalla sua gioventù “nei boschi”, fino all’attivismo per l’ambiente e i diritti degli autori. Ha fatto chiarezza sul perché preferisce parlare di “umanesimo” piuttosto che di femminismo. E ha anche detto la sua sul caso Weinstein e su quello che gli uomini di potere dovrebbero apprendere dalla vicenda. Per poi discutere di letteratura, sia come scrittrice sia come lettrice, “non limitata dal concetto di genere”. E dare qualche indizio sui suoi prossimi progetti… – L’intervista


    “Sono cresciuta nei boschi e ho imparato ad ascoltare. Lì gli orsi li senti prima ancora di vederli. Nelle terre Artiche, invece, bisogna guardare, perché gli orsi polari non fanno rumore, nuotano sott’acqua, con solo il naso fuori. Per difendersi è necessario portare con sé due bastoni bianchi, così da sembrare un tricheco, l’unico essere di cui gli orsi polari hanno davvero paura. Per sopravvivere nella natura bisogna conoscere i propri predatori e non sembrare delle prede. Questa è una lezione di vita che tutte le giovani donne dovrebbero apprendere il prima possibile, per essere preparate a reagire ai predatori, siano essi animali o umani”. Ed è anche l’insegnamento che la scrittrice Margaret Atwood ci ha dato, seduta davanti a un piatto di testaroli al pesto (“deliziosi”) e a un bicchiere di Barbera.

    Settantotto anni da poco compiuti, l’autrice canadese è in Italia per ritirare il premio Chandler a Como (Atwood nella sua carriera ha ricevuto più di cinquanta riconoscimenti, tra cui il Nebula Award per la science fiction e un Booker Prize per L’assassino cieco) e per una serie di eventi a Milano, in occasione della rassegna Noir in Festival. Prossima meta il Sud America, dove il marito Graeme Gibson, anche lui romanziere, con cui è sposata dal 1973, terrà una serie di incontri sugli uccelli. Il birdwatching è una passione che condivide con la moglie: la coppia, a questo proposito, ha contribuito alla costruzione di un santuario per specie migratorie in Canada nel parco nazionale di Pelee Point.

    Graeme Gibson, il marito
    La felicità per la scrittrice è “poter fare quello che si ama”. Dello stesso avviso è il marito che confessa: “Siamo stati fortunati, abbiamo potuto viaggiare per il mondo, senza un impiego fisso. E la fortuna delle opere di Margaret ci ha permesso una certa stabilità economica“. Qualche anno fa Gibson, che segue sempre la moglie nei suoi viaggi, è stato definito da una giornalista “il marito che ogni scrittrice dovrebbe avere” e Margaret Atwood ha colto l’occasione per farsi una risata: ha stampato la frase su una maglietta e l’ha regalata al consorte.

    Essere una donna
    “Rispetto a quando ero una ragazzina, negli anni Cinquanta, le cose sono cambiate molto. Mia figlia, negli anni Ottanta, ha potuto partecipare a corsi di autodifesa che l’hanno resa cosciente dei pericoli e capace di reagire. Per una ragazza è fondamentale sentirsi in grado di cavarsela da sola, è empowering. Quando andavo io a scuola, le opzioni di carriera per una ragazza erano cinque: infermiera, hostess, segretaria, maestra e una sorta di nutrizionista che pianificava i pasti negli ospedali. Trent’anni dopo era già tutto diverso. Anche la vita sociale. Ricordo ancora quando ho raccontato a mia figlia come erano gli appuntamenti ai miei tempi, lei non faceva altro che dirmi ‘ma davvero?'”, ci racconta la scrittrice per dimostrare come è cambiata la condizione femminile, durante i suoi anni di attività o, come puntualizza con una certa ironia, “da quando è in vita”.

    Un mondo, quello femminile, al centro di numerose sue opere, a partire dal romanzo d’esordio La donna da mangiare, del 1969; e ovviamente de Il racconto dell’ancella, opera del 1985 ma recentemente ripubblicata in Italia da Ponte alle Grazie, che ha reso Margaret Atwood un’icona anche per lettrici e lettori giovanissimi, grazie a una “coincidenza” (così la definisce lei): la serie tv tratta dal romanzo e prodotta da Mgm e Hulu, infatti, è uscita proprio nel periodo successivo all’elezione di Trump.

    Una situazione che la scrittrice definisce “terribile” e che condivide con i totalitarismi del passato alcuni particolari, come il controllo delle nascite: “Alle donne americane è stato sottratto il diritto di scelta della maternità; inoltre non viene riconosciuto alcun supporto per il mantenimento dei figli”. Controllare la riproduzione, infatti, è il primo strumento “per definire la demografia”.

    Margaret Atwood, l’attivismo e il femminismo
    “Essere un’icona porta con sé un grande svantaggio: le persone si aspettano che tu dica ciò che vorrebbero sentire”. E per questo Margaret Atwood preferisce che la sua opera venga definita “umanista, non femminista, perché di femminismi ne esistono molti”. Se si parla di “diritti uguali per tutti”, allora l’autrice si dice favorevole, ma “viste le grandi discrepanze e fazioni che vivono in ogni movimento” non desidera farsi portavoce di un ideale “generico, che potrebbe essere interpretato come una battaglia contro gli uomini, perché in quel caso significherebbe riproporre un modello storico già visto, in cui i diritti vengono garantiti solo ad alcuni”.

    Durante l’incontro con i giornalisti avvenuto poco prima dell’intervista con ilLibraio.it la scrittrice, inoltre, si è definita un’attivista “accidentale” per i diritti delle donne perché è stato un caso se la serie tratta da Il racconto dell’ancella e Alias Grace (uscita a novembre su Netflix e tratta dal romanzo storico L’altra Grace, anche questo pubblicato da Ponte alle Grazie) hanno visto la luce in un contesto che sembrava riflettere i loro contenuti. Le cause “perse” per cui invece si batte sono molto più legate alla sua “vita privata” e includono l’ambiente e i diritti degli autori.

    Negli anni Settanta e Ottanta, infatti, Margaret Atwood e il consorte sono stati tra i fondatori del sindacato degli scrittori canadesi e si sono impegnati a “far conoscere i romanzieri canadesi in un paese in cui era difficile pubblicare”. Una situazione che la stessa Atwood ha provato negli ani Sessanta, quando paradossalmente ha avuto meno difficoltà a trovare un editore per le proprie poesie che per le opere di narrativa. L’interesse dell’autrice per il supporto dei giovani autori continua tuttora, anche se in modo meno istituzionale, con “menzioni su Twitter”, che gestisce come “un piccolo programma radiofonico in cui consigliare titoli e autori interessanti”.

    I social media non sembrano spaventare Margaret Atwood, che racconta di usare Twitter e di aver imparato abbastanza facilmente come gestire Instagram. E per i leoni da tastiera confessa di avere un metodo basato “sul terrore”: alla sua generazione è stato insegnato a “difendere con veemenza le proprie opinioni”. A questo proposito l’autrice ricorda i suoi primi contatti con i media in un’epoca in cui essere una scrittrice era qualcosa da freak, da fenomeno da baraccone. E per questo era ancora più importante farsi portavoce dei propri ideali.

    Un rapporto, quello con i media, che discute anche con i giornalisti: per l’autrice è fondamentale, infatti, “supportare la stampa manistream, quella che si prende la responsabilità di ciò che scrive”, soprattutto in un momento come questo, in cui spopolano le fake news ed è difficile individuarne i promotori.

    Letteratura e libri
    Margaret Atwood ritiene che anche il suo spaziare da un genere all’altro – oltre che poesie e romanzi ha scritto sceneggiati tv, saggi, libri per bambini, racconti, ha riscritto La Tempesta di Shakespeare in Seme di strega (in libreria per Rizzoli) e sta sviluppando una serie di fumetti con protagonista l’eroe Angel Catbird – derivi dal suo passato “libero dalle costrizioni e dai dettami accademici che fanno sentire a un autore il bisogno di incasellarsi in una definizione”. Il suo infatti, è stato un percorso di “improvvisazione”.

    https://www.illibraio.it/news/dautor...rvista-709700/
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  4. #4
    Supermod Viola
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    Predefinito Re: [Biografia]: Margaret Atwood

    Citazione Originariamente Scritto da Malandrina Visualizza Messaggio
    Mi permetto di citare l'ottima traduttrice italiana di Margaret Atwood: Gaja Cenciarelli.

    https://it.wikipedia.org/wiki/Gaja_Lombardi_Cenciarelli

    Grazie

    tra l'altro speravo proprio che la Atwood vincesse il Nobel
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  5. #5
    Supermod Viola
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    Predefinito Re: [Biografia]: Margaret Atwood

    io ho conosciuto la Atwood con il libro "l'altra Grace" dal quale è stata tratta anche l'omonima serie TV visibile su Netflix (la serie non l'ho ancora vista)

    Un ritratto psicologico di una persona due volte vittima del sistema sociale – in quanto povera e in quanto donna. Un romanzo che si fa denuncia delle enormi contraddizioni di una società maschilista e tormentata da conflitti interni perché incapace di accettare l'«altro».

    Nel 1843 il Canada è sconvolto da un atroce fatto di cronaca nera: l'omicidio del ricco possidente Thomas Kinnear e della sua amante, la governante Nancy Montgomery. Imputata insieme a un altro servo, la sedicenne Grace Marks viene spedita in carcere e, sospettata di insanità mentale, in manicomio. A lungo oggetto dei giudizi contrastanti dell'opinione pubblica – propensa a vedere in lei ora una santa, ora una carnefice – la protagonista di questo romanzo può finalmente raccontare la propria vita al giovane dottore Simon Jordan. Convinto di mettere le proprie conoscenze al servizio della verità sul caso, e al tempo stesso contribuire al progresso della scienza psicologica, Jordan non potrà fare a meno di restare ammaliato da questa personalità complessa e inafferrabile. Il dialogo che si instaura tra i due si trasforma nel ritratto psicologico di una persona due volte vittima del sistema sociale – in quanto povera e in quanto donna – e assurge a denuncia delle enormi contraddizioni di una società maschilista e tormentata da conflitti interni perché incapace di accettare l'«altro».

    https://www.ibs.it/altra-grace-nuova.../9788868337377
    Se non hai il coraggio di mordere, non ringhiare.

  6. #6
    Blue
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    Predefinito Re: [Biografia]: Margaret Atwood

    Grazie, Rachel!
    Non conosco Abdulrazak Gurnah, che quest'anno ha vinto il Nobel per la Letteratura: magari è bravissimo, ma confesso che non l'avevo mai sentito nominare.
    Senza nulla togliere ai meriti del vincitore, sarei stata contenta anch'io se il Nobel l'avesse vinto Margaret Atwood, che anche quest'anno era tra i favoriti.
    Ma vedrai che prima o poi lo vince... lo merita tutto!

  7. #7
    Supermod Viola
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    Predefinito Re: [Biografia]: Margaret Atwood

    Citazione Originariamente Scritto da Blue Visualizza Messaggio
    Grazie, Rachel!
    Non conosco Abdulrazak Gurnah, che quest'anno ha vinto il Nobel per la Letteratura: magari è bravissimo, ma confesso che non l'avevo mai sentito nominare.
    Senza nulla togliere ai meriti del vincitore, sarei stata contenta anch'io se il Nobel l'avesse vinto Margaret Atwood, che anche quest'anno era tra i favoriti.
    Ma vedrai che prima o poi lo vince... lo merita tutto!
    Non lo conoscevo neanche io prima della sua vittoria

    Speriamo che lo vinca, se lo merita davvero
    Se non hai il coraggio di mordere, non ringhiare.

  8. #8
    Supermod Viola
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    Predefinito Re: [Biografia]: Margaret Atwood

    La serie tv tratta da “Il racconto dell’ancella” di Margaret Atwood, l’autrice che ha previsto il futuro

    Margaret Atwood nel 1985 ha scritto “Il racconto dell’ancella”, romanzo ritornato attuale nell’America di Trump e da cui è stata tratta una serie tv – Le opere e gli interessi di un’autrice che scrive di femminismo, ambiente e si preoccupa per il futuro del nostro pianeta. E che ha destinato una sua opera ai soli lettori del 2114, grazie a una capsula del tempo

    Margaret Atwood nel 1985 ha pubblicato Il racconto dell’ancella, romanzo distopico che oggi, a oltre trent’anni dall’uscita in libreria, è tornato al centro dell’attenzione.

    L’opera racconta del futuro degli USA dopo l’ascesa al potere di una setta religiosa, misogina e maschilista, che annienta i diritti delle donne rendendole semplici strumenti per la riproduzione.

    A Gilead, questo è il nome della teocrazia, le donne ancora fertili diventano ancelle e, private della loro identità, si spostano di casa in casa con lo scopo di dare una prole ai gerarchi le cui mogli sono sterili. Da fine aprile è disponibile sulla piattaforma americana Hulu anche la serie tv tratta dall’opera, che ha ricevuto gli apprezzamenti di critici e pubblico per la fedeltà all’opera di Margaret Atwood e l’attualizzazione di alcuni temi, come la rappresentazione di personaggi di colore e omosessuali. E già negli anni Novanta è stato realizzato un film tratto dal romanzo.

    L’autrice canadese, cinque volte Premio Pulitzer, nelle sue opere presta molta attenzione al femminismo così come alle tematiche ambientali e non nega mai la sua preoccupazione per il futuro del nostro pianeta e per la politica. Fin dalla sua prima opera, La donna da mangiare (Longanesi) del 1969, critica la mercificazione del corpo femminile e continua a farlo con Occhio di gatto, La donna che rubava i mariti, L’altra Grace, Il canto di Penelope, fino al suo ultimo romanzo Per ultimo il cuore (Ponte alle grazie).

    Nella trilogia di MaddAddam (Ponte alle grazie), invece, la critica è rivolta allo sfruttamento minorile. Oltre ai 15 romanzi pubblicati finora, Margaret Atwood è anche autrice di una decina di raccolte di racconti e una ventina di poesie, a cui vanno aggiunti alcuni libri per bambini e saggi su ambiente, politica e femminismo.

    Inoltre, l’autrice nel 2014 ha partecipato al progetto scozzese Future Library, fondato da Katie Paterson, e quindi ha inserito un suo libro inedito in una capsula del tempo che verrà aperta solo nel 2114.

    “Ora la priorità negli USA è di arginare la regressione che si sta verificando soprattutto per quanto riguarda la salute delle donne”, ha spiegato Margaret Atwood intervistata da Literary Hub sul presente e il futuro degli Stati Uniti, così simile a quello da lei raccontato nei suoi romanzi.

    https://www.illibraio.it/news/storie...atwood-530483/
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  9. #9
    Blue
    Ospite

    Predefinito Re: [Biografia]: Margaret Atwood

    Non ho letto "I racconti dell'ancella" né visto la serie tv, ma ho appena scoperto che l'autrice, Margaret Atwood, per scriverlo si è ispirata al famoso "1984" di George Orwell: "Il racconto dell’ancella" è stato pubblicato nel 1985, proprio un anno dopo.

    Quanto allo sceneggiato tv, la Atwood desiderava prendere parte ad una puntata della serie: infatti, la vediamo in un cameo nei panni di una delle Zie (le Zie sono donne anziane e non sposate, che hanno il compito di gestire le ancelle).

    Infine, di questo famoso romanzo della Atwood sono state fatte numerose trasposizioni: in primis a teatro, dove ha debuttato pochi anni dopo la pubblicazione. Poi un'opera e persino un balletto, prima di approdare al cinema nel 1990, col titolo originale di "The Handmaid's Tale". Qui la recensione (in italiano) del film:

    https://www.mymovies.it/film/1990/il...o-dellancella/

  10. #10
    Blue
    Ospite

    Predefinito Re: [Biografia]: Margaret Atwood

    @Malandrina, hai letto "I racconti dell'ancella"... e, se sì, come ti è sembrato?

 

 
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