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  1. #11
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    Predefinito Re: Ai piedi del Trono vuoto

    https://www.radiospada.org/2018/08/a...i-e-casematte/

    [AI PIEDI DEL TRONO VUOTO] Rocche, fortilizi e casematte


    “Il potere tende a corrompere, il potere assoluto tende assolutamente a corrompere”

    Lord Acton

    di Luca Fumagalli e Piergiorgio Seveso

    Anni fa ci sforzavamo insieme di spiegare a un amico un po’ perplesso (oltre ai “cattolici perplessi” e ai “conservatori perplessi”, esistono pure i “sedevacantisti perplessi”) le dinamiche interne, virtuose e spigolose, del sedevacantismo: mondo votato alla difesa del Vero, cattolicamente e integralmente, ma naturalmente mondo piccolo, guareschianamente inteso, a volte al limite del piccino. Le immagini che quella volta usammo furono quelle, abbastanza facili, della rocca assediata (tra Civitella e l’Alcazar); ma poi ce ne sovvenne una migliore e ben più efficace: quella del fortino circondato dal deserto, ben armato e abbastanza custodito, ma lontano dagli scenari della guerra principale.

    La guerra principale, il cui esito disastroso è a tutti noto, si è già conclusa negli anni Sessanta con il Concilio Vaticano II. A qual tempo la gerarchia della Chiesa ufficiale, pressoché nella sua interezza, è passata “armi, bagagli e croci pettorali” nel campo del Nemico (rigorosamente con la “N” maiuscola). Il fortino, periferico e marginale, non interessa alle forze avversarie, che già hanno purtroppo ottenuto la realizzazione di un pieno, seppur apparente, trionfo.

    I “cattolici” oggi vivono nel mondo e nella Chiesa come nell’unico mondo possibile. Qualcuno inseguirà le chimere ultra progressiste (sempre più concrete) di un “Vaticano terzo”, qualcun altro vagheggerà raddrizzamenti, ripareggiamenti, riletture e aggiustamenti, ma TUTTI sono parte del medesimo scenario, TUTTI esistono sotto l’unico sole della rivoluzione conciliare. Dai girondini ai montagnardi, dai giacobini ai dantoniani, dagli hebertisti ai monarchici moderati, TUTTI non hanno altra idea che sedere nel “parlamento della rivoluzione”. E a questi, in fondo, dei fortini rimasti al cattolicesimo romano “di prima” importa davvero poco.

    Intanto nei fortini si aspetta in armi un nemico che tarda ad arrivare, si prega il buon Dio, si spera che tutto ritorni in qualche modo all’ordine dei bei tempi che furono e nel frattempo ci si organizza. E siccome le sere son lunghe da passare, e le giornate ancora di più, qualcosa ci si deve pure inventare. Ad esempio si litiga, mandando agli altri fortini bellicosi messaggi sulla condotta da tenere di fronte al nemico trionfante, considerata ora blanda, ora arrendevole, ora inadeguata. Gli altri fortilizi, altrettanto convinti di essere pienamente pronti a ricevere l’assalto del nemico, tacciono, rispondono a suon di contro-bandi altrettanto polemici oppure, ancor più semplicemente, optano per qualche sonorità da trivio.

    Com’è naturale, senza il Papa, ognuno si arrangia e fa da sé, e se qualcuno vuole stilare i “quadernetti della Restaurazione” (cui dedicheremo una delle prossime puntate) vi sarà chi plaudirà, chi sbadiglierà, chi penserà di averli scritti meglio, assai più belli e convincenti. Ogni fortino, persino ogni casamatta (che del fortino è una versione ridotta e quasi caricaturale) pensa di essere un piccolo regno, sottoposto certamente alla Regalità di Cristo, ma ancor più a quella di chi vi governa. Et Rex in regno suo est imperator. Da questo male endemico, inevitabile, quasi connaturato ai tempi in cui viviamo, in fondo ne può venir anche del bene: lo dicevamo allora al nostro amico che ci guardava non troppo convinto. Ovviamente ne può venir anche del gran male (quod Deus avertat) se il rex muta in tiranno e manda ordini incomprensibili, perniciosi o, peggio, disumani. Son cose che son sempre avvenute e avverranno in qualunque società umana. Oggi, però, tutto si fa più problematico data la mancanza di un’autorità terza cui sottoporre questioni, ubriacature polemiche, anatemi e accusationes. Magari fosse facile come ne “L’Ammutinamento del Caine”, bellissimo film, cui rimandiamo eventualmente i nostri lettori. Se non è possibile occidere tyrannum, lì almeno si riesce a farlo (s)ragionare.

    Come unica consolazione rimane la Provvidenza. Almeno Lei, ne siamo certi, aiuterà rocche, fortini e casematte a mantenersi integri (sia moralmente che mentalmente). Perché i tartari, al contrario di quello che avviene nel racconto di Buzzati, prima o poi arriveranno.



    Nella festa del Cuore Immacolato di Maria e Ottava dell’Assunzione – 22 agosto 2018

    Pubblicato all’Angelus


  2. #12
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    Predefinito Re: Ai piedi del Trono vuoto

    https://www.radiospada.org/2018/12/a...ria-semivuota/

    Gli uomini osservano le lacune dei periodi precedenti; ma le lacune corrispondenti nel proprio periodo sono letteralmente troppo grandi per essere viste.

    Gilbert Keith Chesterton – The Daily News 20 aprile 1906.



    di Luca Fumagalli e Piergiorgio Seveso

    Questa rubrica di Radio Spada, agile collezione di appunti sparsi, schegge e notarelle epigrammatiche, non nasce senza una pretesa che, nel suo piccolissimo – per non dire infimo –, ha del rivoluzionario. Per la prima volta, infatti, due laici, con toni volutamente leggeri, senza alcuna pretesa d’esaustività, consegnano ai lettori una sorta di autodiagnosi del cosiddetto mondo “sedevacantista” italiano. Lo fanno, si diceva, con quel poco di acume che Dio ha avuto la benevolenza di donare loro, consapevoli che in tempi ferrigni come quelli in cui stiamo vivendo, ormai privati di tutto, persino della dignità, l’autoironia è forse l’unica cosa che rimane: non ridarà la speranza, non risolleverà i cuori, ma almeno – si spera – strapperà un sorriso e, chissà, magari toglierà un po’ di polvere dalle menti appassite. A tal proposito è bene precisare che non è intenzione degli autori offendere nessuno. Saranno elencati numerosi limiti di un mondo marginale, angusto, a tratti persino fetido, ma un mondo a cui loro sentono irrevocabilmente d’appartenere. Ci potranno essere persino sferzate indelicate. Nel qual caso saranno date con la medesima asprezza di quelle che pure loro meriterebbero. Ogni difetto evidenziato è quindi anche e soprattutto loro, anzi, forse loro stessi sono il peggio che questo piccolo mondo antico abbia mai prodotto. Non è falsa modestia: in tempi di mediocrità diffusa come quelli in cui viviamo, essere pessimi è pur sempre un segno di distinzione [RS].

    E’ bello scrivere questo libro giorno per giorno, pezzo per pezzo, attraverso questa rubrica. All’inizio del nuovo anno liturgico ci sembra giusto riprendere il nostro cammino parlando un po’ di noi, con un pezzo volutamente “di colore”.

    Contrariamente al pragmatismo del sedevacantismo americano che in un video apologetico di qualche tempo fa presentava questa crisi della Chiesa (circa 55-60 anni senza Papa e senza veri vescovi) quasi come una normale evenienza nella storia ecclesiastica, da affrontare con relativa tranquillità, l’approccio migliore – presa coscienza dell’assoluta eccezionalità e drammaticità del momento che viviamo – rimane quello di avere uno sguardo dal “di fuori”. Questo sguardo, ben lungi dall’essere relativista, terzaforzista o proditorio (come potrebbero sostenere taluni “cani da cortile” o dottor sottili della salamella), è invece l’unico modo per mettersi al riparo da una certa autoreferenzialità comportamentale che in taluni (non in tutti ovviamente) rischia di far molti danni pratici e pastorali. Parliamo della “sindrome della trattoria semivuota”, cogliendo come al nostro solito un esempio da una divertente scena di un corto minore della produzione pozzettiana “Io tigro, tu tigri, egli tigra”, film a episodi del 1978.



    Lo sventurato protagonista, respinto dalla trattoria “Milan Inter”, che potremmo individuare come il Novus ordo (oggi universalmente diffuso, e ce lo permetterete, come tutte le soluzioni Una cum, che per comodità, calcolo, pavidità o timore intellettualistico non hanno risolto correttamente il problema dell’Autorità), si reca, un po’ suo malgrado e armato di buone intenzioni, alla Trattoria semivuota (la Messa romana non una cum). Qui, a parte il contesto un po’ disadorno e di fortuna (e Dio solo sa quanto A VOLTE possa essere vero), può rischiare di trovare molti degli atteggiamenti che avrete potuto individuare nel frammento cinematografico. Gli atteggiamenti possono essere molti e ne facciamo accurato elenco: disprezzo e sospetto verso i revenants dal neomodernismo (“meno siamo e meglio stiamo”) , primaclassismo da veterani per aver abbracciato anni o … mesi addietro la fede romana cattolica integrale (ovviamente a costo di sacrifici, guasti, incomprensioni etc etc), automatismi e istrionismi incomprensibili ad un neofita (ma talvolta anche a chiunque abbia buon senso), brutalismi e machismi da nuovi crociati della Fede (secondo le cicliche e ricorrenti “nozze mistiche” tra sedevacantismo ed estremismo politico), trionfalismi carismatici da operetta per cui l’attonito neoarrivato si vede sbalzato in un profumato Eden di verità e assolute certezze dove i conti tornano tutti e sempre (a qualsiasi livello) e gli “altri” sono nella migliore delle ipotesi, dei “cretini” o dei malfattori.

    Malgrado un sincero desiderio di fuggire dal porto delle nebbie del neomodernismo trionfante, un clima militarizzato e asseragliato ma genericamente repellente e respingente può in qualche caso soffocare anche le migliori intenzioni, ingenerando reazioni di rifiuto polemico o in qualche (non sporadico) caso di ripiego “prudenziale”. L’ottimo “minestrone” del sedevacantismo è certamente delizioso, come ne canta il baffuto avventore, ma appunto è un minestrone, gran somma di elementi diseguali e di diverso valore (cattolicesimo romano, integrismo, specimina locali) tutti mescolati tra loro, “combustibile” nutriente per tempi incerti e foschi come questi, ma appunto vivanda “emergenziale”, destinata ad essere sostituita da un vero pasto quando la crisi della Chiesa sarà finita e compiuta.

    Questo nella “trattoria semivuota” non deve mai essere dimenticato a tutti i livelli e ad esso va aggiunta la necessità di un’estetica del sedevacantismo e del Non una cum (di cui parleremo in un altro articolo) che si sostanzi in uno stile di comportamento che sappia unire integralità di fede, fortezza e giustizia.

    Nella festa di San Francesco Saverio – 3 dicembre 2018.

  3. #13
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    Predefinito Re: Ai piedi del Trono vuoto

    https://www.radiospada.org/2019/01/a...s-and-bunkers/

    “Power tends to corrupt, absolute power tends to corrupt absolutely” Lord Acton

    by Luca Fumagalli and Piergiorgio Seveso

    Years ago, we worked hard together to explain to a perplexed friend (in addition to “perplexed Catholics” and “perplexed conservatives”, there are also “perplexed Sedevacantists”) the internal, virtuous and “nervous” dynamics of Sede vacante.
    A reality dedicated to defend the truth, an integral Catholic world but, of course, a little world on the style of Guareschi’s “Don Camillo”, sometimes until evil. We used very symbolic images of the besieged fortress (between Civitella and El Alcázar. There was an even better and more spoken image: that of the fortress surrounded by the desert, well armed and quite guarded, but far from the scenes of the main war. The main war, whose disastrous result is known to all, was already ended in the years 1960 with the “Vatican Council II.

    The time when the hierarchy of the official church (almost entirely) passed “weapons, baggage and pectoral crosses” in the field of the enemy (with the capital letter “E”). The peripheral and marginal small fort does not concern the opposing forceswhich unfortunately already achieved a complete though apparent triumph.

    Today “Catholics” live in the world and in the church as in the only possible world. Someone is going to pursue the ultra-progressive (increasingly concrete) chimeras of a “Vatican III “. Someone else will wander, repair, correct, and adjust, but they are all part of the same scenario: all of them exist under the only sun of the Conciliar revolution. From the Girondistes to the Montagnards, from the Jacobins to the Dantoniens, from the Hébértistes to the moderate realists, everyone has no other idea except for sitting in the “Parliament of the revolution”.

    For “Catholics”, these fortresses remained in Roman Catholicism are insignificant. Meanwhile in the besieged fortresses they wait in arms for an enemy who’s not arriving, praying the good God, hoping everything will return to the old days and the try to achieve some objective. And as the evenings are so long, and even more days, they have to invent something. For instance, we argue sending to other forts war messages about the conduct to be held before the triumphant enemy. This conduct can be considered ambiguous, defeatist and even insufficient. The other forts, all also convinced to be completely prepared to receive the assault of the enemy, are silent. These forts can respond equally controversially or they can simpler opt for raspberries (in the Italian language “Pernacchie”).

    Each fort, even each bunker (which of the fortress is a reduced and almost cartoonish version) thinks to be a small Kingdom, certainly subject to the Royalty of Christ, but even more to those who govern it. Et Rex in Regno suo est Imperator. From this endemic, inevitable, almost innate evil of the days which we live, it can come something good. So we told our friend that he did not look at us very convinced. Of course, it also can be a great evil (quod Deus Avertat) if the “King” becomes a Tyrant and sends incomprehensible, pernicious or worse inhuman orders. These are things that have always happened and they’re going to happen in any human society. However, everything becomes more problematic in these days as there is no universal Authority. An super partes authority to be questioned about the Disputationes, the Anathemas, the controversies between drunkards.

    Oh, if it was easy like in “Cain’s Mutiny,” a beautiful
    film that we recommend to our readers. Of course it’s not possible Occidere Tyrannum but it’s theoretically possible to demonstrate his madness.
    Providence is the only consolation left. We are sure at least, She is going to help fortresses, forts and bunkers for standing intact (both morally and mentally).

    Contrary to what happens in the novel of Dino Buzzati, the Tartars will arrive sooner or later.


    In the Feast of Immaculate Heart of Mary and in the Octave of the Assumption – August 22, 2018 – In loving and venerating memory of S.E.R. Monsignor Robert Fidelis Mc Kenna O.P.

  4. #14
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    Predefinito Re: Ai piedi del Trono vuoto

    [Al pie del trono vacante] “Fortalezas, fortalices y bunkers”

    Por Luca Fumagalli y Piergiorgio Seveso (che ringraziano l’amico Juan Diego Ortega Santana per la consulenza)

    “El poder tiende a corromper, el poder absoluto tiende a corromper absolutamente” Lord Acton

    Hace años, trabajamos duro juntos para explicar a un amigo un tanto perplejo (además de “católicos perplejos” y “conservadores perplejos”, hay también “perplejos sedevacantistas”) la dinámica interna, virtuosa y “nerviosa” de la Sedevacante.

    Un mundo dedicado a defender la Verdad, católico integral, pero, por supuesto, un “pequeño mundo”, entendido por Don Camillo, a veces a punto de mezquino. Las imágenes que usamos fueron aquellas, muy fáciles, de la fortaleza sitiada (entre Civitella y el Alcázar); O había una imagen aún mejor y más hablada: la de la fortaleza rodeada por el desierto, bien armada y bastante vigilada, pero lejos de los escenarios de la guerra principal. La guerra principal, cuyo resultado desastroso es conocido por todos, ya ha terminado en los años 1960 con el “Concilio Vaticano II”.

    El tiempo en que la jerarquía de la iglesia oficial, casi en su totalidad, pasó “las armas, el equipaje y las cruces pectorales” en el campo del enemigo (con la letra mayúscula “E”). El “pequeño fuerte”, periférico y marginal, no concierne a las fuerzas opuestas, que lamentablemente ya lograron un triunfo completo, aunque aparente.

    Los “católicos” viven hoy en el mundo y en la iglesia como en el único mundo posible. Alguien va a perseguir las quimeras ultra progresivas (cada vez más concretas) de un “Vaticano III”, alguien más vagará, repara, corrige y ajusta, pero todos son parte del mismo escenario, todos ellos existen bajo el único sol de la revolución conciliar . De los Girondistes a los Montagnards , de los Jacobins a los Dantoniens, del Hébértistes a los realistas moderados, todo el mundo no tiene otra idea que sentarse en el “Parlamento de la revolución”.

    Para los “católicos”, estos fuertes, dejados al catolicismo romano, son muy insignificantes. Mientras tanto, en las fortalezas asediadas aguardan en armas a un enemigo que llega tarde, Oran al buen Dios, esperan que todo regrese a los viejos tiempos y se organicen. Y como las tardes son largas, y aún más días, algo debe ser inventado. Por ejemplo, discutimos, enviando a otros fuertes de mensajes de guerra sobre la conducta que se celebrará ante el enemigo triunfante, ahora consideradola mezcla, ahora derrotista, ahora insuficiente. Las otras fortalezas, todas también convencidas de estar completamente preparadas para recibir el asalto del enemigo, son silenciosas, responden al sonido de contrallamadas igualmente controvertidas o, más sencillamente, optan por las frambuesas (en el idioma italiano “Pernacchie”).

    Cada fortalice, incluso cada bunker (que de la fortaleza es una reducida y casi caricaturesca) piensa que es un pequeño reino, ciertamente sujeto a la realeza de Cristo, pero aún más a la de los que lo gobiernan. et Rex in Regno suo est Imperator. De este mal endémico, inevitable, casi innato en los días en que vivimos, también puede venir algo bueno: entonces le dijimos a nuestro amigo que no nos miró demasiado convencido. Por supuesto, también puede venir del gran mal (quod Deus Avertat) si el rey se convierte en un tirano y envía órdenes incomprensibles, perniciosas o, peor, inhumanas. Estas son cosas que siempre han sucedido y que sucederán en cualquier sociedad humana. Hoy en día, sin embargo, todo se vuelve más problemático, ya que no hay una autoridad supercompartida. Una autoridad superpartida a la que deben presentarse las preguntas, los disputationes, los anathemas, las controversias entre borrachos.

    Oh, si era tan fácil como en “El motín de Cain”, una hermosa película a la que referimos a nuestros lectores. Si efectivamente no es posible occidere tyrannum, al menos puedes demostrar públicamente su locura. La Providencia sigue siendo el único consuelo. Al menos ella, estamos seguros, ayudará a Fortalezas, fortalices y bunkers a permanecer intactos (tanto moral como mentalmente). Porque los tártaros, contrariamente a lo que sucede en la historia de Buzzati, llegarán tarde o temprano. –

    En la fiesta de Inmaculado Corazón de María y octavo de la Asunción – 22 de agosto de 2018

    Fonte: https://www.radiospada.org/2019/01/a...ces-y-bunkers/

  5. #15
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    Predefinito Re: Ai piedi del Trono vuoto

    [Au pied du trône vacant] “Forteresses, Fortalices et casemates”

    Nota di Radio Spada: in queste settimane, anche grazie all’aiuto di amici francesi e francofoni, saranno pubblicate alcune puntate della rubrica “Ai piedi del trono vuoto” nel dolce idioma della “figlia prediletta della Chiesa”. Pubblichiamo questa puntata, già postata in italiano nell’Ottava dell’Assunzione, nell’Ottava dell’Immacolata Concezione in segno di omaggio filiale alla Beata Vergine.

    “Le pouvoir tend à corrompre, le pouvoir absolu tend absolument à corrompre” Lord Acton


    par Luca Fumagalli et Piergiorgio Seveso


    Il y a des années, nous avons lutté ensemble pour expliquer à un ami un peu perplexe (en plus des « catholiques perplexes » et des « conservateurs perplexes », on compte des « sédévacantistes perplexes » ) la dynamique interne, vertueuse et “nerveuse”, du sédévacantisme : un monde consacré à la défense de la Vérité, catholiquement et intégralement, mais, bien sûr, un “petit monde”, compris a la Don Camillo, parfois au bord de la mesquinerie. Les images que nous avons utilisées étaient celles, assez faciles, de la forteresse assiégée (entre Civitella et l’Alcazar) ; ou alors il y avait une image encore meilleure et plus parlant : celle du fort entouré par le désert, bien armé et assez gardé, mais loin des scénarios de la guerre principale. La guerre principale, dont le résultat désastreux est connu de tous, a déjà pris fin dans les années 1960 avec le “Concile” Vatican II”.
    L’heure où la hiérarchie de l’église officielle, presque dans son intégralité, est passée “les bras, les bagages et les croix pectorales” dans le champ de l’ennemi ( avec la lettre capitale “E”). Le “Petit Fort”, périphérique et marginal, ne concerne pas les forces opposées, qui ont malheureusement déjà obtenu la réalisation d’un triomphe complet, quoique apparent. Les «catholiques» vivent aujourd’hui dans le monde et dans l’église comme dans le seul monde possible. Quelqu’un va poursuivre les ultra progressistes (de plus en plus concret) chimères d’un “Vatican III”, quelqu’un d’autre va errer, réparer, relire et ajuster, mais tous font partie du même scénario, ils existent tous sous le seul soleil de la Révolution conciliaire. Des Girondistes aux Montagnards, des Jacobins aux Dantoniens, des Hébértistes aux Royalistes modérés, tout le monde n’a pas d’autre idée que de siéger au « Parlement de la révolution ». Pour les «catholiques», ces forts, laissés au catholicisme romain, sont très peu importants. Pendant ce temps, dans les forteresses assiégés attendent en armes un ennemi qui tarde à venir, ils prient le bon Dieu, ils espèrent que tout reviendra au bon vieux temps et ils s’organisent. Et comme les soirées sont longues à passer, et les jours encore plus, quelque chose doit être inventé. Par exemple, nous nous disputons, envoyant à d’autres forts de guerre des messages sur la conduite devant être tenue devant l’ennemi triomphant, considéré maintenant fade, maintenant cédant, maintenant insuffisant. Les autres Forteresses, toutes aussi convaincues d’être pleinement préparées à recevoir l’assaut de l’ennemi, sont silencieuses, répondent au son des contre-appels tout aussi controversés ou, encore plus simplement, optent pour des framboises (en langue italienne “pernacchie”). Naturellement, sans le pape, tout le monde s’arrange et fait pour lui-même, et si quelqu’un veut établir les “Cahiers de la restauration” (que nous dédions l’un des prochains articles), quelqu’un va applaudir, quelqu’un va bâiller, quelqu’un va penser qu’il a écrit beaucoup mieux, plus beau et plus convaincant. Chaque fortalice, même chaque casemate (qui du fort est une version réduite et presque caricaturale) pense que c’est un petit royaume, certainement soumis à la royauté du Christ, mais encore plus à celui de ceux qui le gouvernent. Et Rex in regno suo est Imperator. De ce mal endémique, inévitable, presque inné dans les jours où nous vivons, au fond peut aussi venir quelque chose de bon : nous avons dit alors à notre ami qui nous regardait pas trop convaincu. Bien sûr, il peut aussi provenir du grand mal (quod Deus avertat) si le roi se transforme en tyrann et envoie des ordres incompréhensibles, pernicieux ou, pire, inhumains. Ce sont des choses qui se sont toujours passées et qui se produiront dans toute société humaine. Aujourd’hui cependant, tout devient plus problématique puisqu’il n’y a pas d’autorité super partes. Une Autorité super partes à laquelle les questions, les disputationes, les anathèmes, les controversés des ivrognes devraient être soumis. Oh si c’était aussi facile que dans “La Mutinerie du Caïn”, un beau film auquel nous référons nos lecteurs. Si en effet ce n’est pas possible occidere tyrannum, là au moins il est possible de le rendre déraisonnable. Reste la seule Consolation. Au moins, elle, nous sommes sûrs, aidera les forteresses et casemates à rester intacts (à la fois moralement et mentalement). Parce que les Tartares, contrairement à ce qui se passe dans le conte de Buzzati, arriveront tôt ou tard.

    Dans la fête du Cœur immaculé de Marie et Huitième de l’Assomption – 22 août 2018

    Fonte: https://www.radiospada.org/2018/12/a...-et-casemates/

  6. #16
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    Predefinito Re: Ai piedi del Trono vuoto

    Nota di Radio Spada: Questa nuova rubrica di Radio Spada, agile collezione di appunti sparsi, schegge e notarelle epigrammatiche, non nasce senza una pretesa che, nel suo piccolissimo – per non dire infino –, ha del rivoluzionario. Per la prima volta, infatti, due laici, con toni volutamente leggeri, senza alcuna pretesa d’esaustività, consegnano ai lettori una sorta di autodiagnosi del cosiddetto mondo “sedevacantista” italiano. Lo fanno, si diceva, con quel poco di acume che Dio ha avuto la benevolenza di donare loro, consapevoli che in tempi ferrigni come quelli in cui stiamo vivendo, ormai privati di tutto, persino della dignità, l’autoironia è forse l’unica cosa che rimane: non ridarà la speranza, non risolleverà i cuori, ma almeno – si spera – strapperà un sorriso e, chissà, magari toglierà un po’ di polvere dalle menti appassite. A tal proposito è bene precisare che non è intenzione degli autori offendere nessuno. Saranno elencati numerosi limiti di un mondo marginale, angusto, a tratti persino fetido, ma un mondo a cui loro sentono irrevocabilmente d’appartenere. Ci potranno essere persino sferzate indelicate. Nel qual caso saranno date con la medesima asprezza di quelle che anche loro meriterebbero. Ogni difetto evidenziato è quindi anche e soprattutto loro, anzi, forse loro stessi sono il peggio che questo piccolo mondo antico abbia mai prodotto. Non è falsa modestia: in tempi di mediocrità diffusa come quelli in cui viviamo, essere pessimi è pur sempre un segno di distinzione.

    La presente situazione della Chiesa cattolica è cosa nota alla sparuta minoranza “sedevacantista” di lingua italiana e non avrebbe senso dilungarsi. A tal proposito basterà qualche rapido accenno.

    Da ben prima del Concilio Vaticano II, il modernismo, definibile come il più potente veleno ereticale che i laboratori della modernità agnostica abbiano mai prodotto, ha iniziato a ledere i gangli vitali della gerarchia, ottenebrando le volontà e giungendo, anno dopo anno, fino al capo del Corpo Mistico. Sono arrivati di conseguenza tempi infausti, tempi in cui ogni cosa è divenuta possibile. Caduti i confini – ultimi baluardi di libertà e sicurezza – i ponti postmoderni hanno favorito l’ingresso nella cittadella di Dio di ogni più pericolosa follia.

    Dal tono austero e, a suo modo, autorevole del modernista d’inizio XX secolo, si è passati oggi al trash carnascialesco di una ridda di profeti del sentimento, per cui la teologia, la dottrina e gli ordini – sacri o umani fa poca differenza – sono cosa suscettibile di mutamenti continui, senza problema alcuno. Tutto è messo in discussione e la religione è ormai un fattore ininfluente nella quotidianità degli uomini. La società liquida è confluita in un fiume in piena che ha travolto quasi ogni cosa e ora sta letteralmente soffocando gli ultimi sopravvissuti.

    I sedevacantisti, in altre parole, sono questi bagnanti della rivoluzione che a fatica cercano di mantenersi a galla in una distopia del presente che, purtroppo, pare destinata a durare ancora a lungo.

    Privati di tutto, di alleati intelligenti e persino di nemici autorevoli – ma certamente potenti –, non hanno nemmeno la soddisfazione di sentirsi parte di un gruppo di eletti scampato a una sorta di selezione naturale della Fede. Più che i migliori, infatti, sembra siano stati risparmiati gli scarti. Se di selezione si può parlare, essa è certamente avvenuta al contrario: nani, ballerine e mattoidi che, nei bei tempi passati, avrebbero trovato una casa accogliente (e adeguatissima) tra le bianche pareti imbottite di un manicomio, oggi sono tra noi. Peggio: SIAMO NOI. Umanamente parlando è il deserto.

    Speriamo quindi che apprezzerete la franchezza amicale ed il realismo appassionato e compassionevole con cui iniziamo questa rubrica che porterà progressivamente alla pubblicazione del nostro libro “Ai piedi del trono vuoto”. Se infatti la Provvidenza e la Grazia divina ci hanno fortunosamente chiamati al porto felice del cattolicesimo integrale, non dimentichiamo che questo porto non coincide, umanamente parlando, con delle gloriose e poetiche nuove catacombe, intrise di fede e di sangue, ma spesso con dei decorosi, angusti e pittoreschi sottoscala.

    Luca Fumagalli e Piergiorgio Seveso

    Nel centenario del miracolo del sole a Fatima

    FOnte: https://www.radiospada.org/2017/10/a...dellesistenza/

  7. #17
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    Predefinito Re: Ai piedi del Trono vuoto

    [AI PIEDI DEL TRONO VUOTO] Catacombe e osterie

    Questa nuova rubrica di Radio Spada, agile collezione di appunti sparsi, schegge e notarelle epigrammatiche, non nasce senza una pretesa che, nel suo piccolissimo – per non dire infino –, ha del rivoluzionario. Per la prima volta, infatti, due laici, con toni volutamente leggeri, senza alcuna pretesa d’esaustività, consegnano ai lettori una sorta di autodiagnosi del cosiddetto mondo “sedevacantista” italiano. Lo fanno, si diceva, con quel poco di acume che Dio ha avuto la benevolenza di donare loro, consapevoli che in tempi ferrigni come quelli in cui stiamo vivendo, ormai privati di tutto, persino della dignità, l’autoironia è forse l’unica cosa che rimane: non ridarà la speranza, non risolleverà i cuori, ma almeno – si spera – strapperà un sorriso e, chissà, magari toglierà un po’ di polvere dalle menti appassite. A tal proposito è bene precisare che non è intenzione degli autori offendere nessuno. Saranno elencati numerosi limiti di un mondo marginale, angusto, a tratti persino fetido, ma un mondo a cui loro sentono irrevocabilmente d’appartenere. Ci potranno essere persino sferzate indelicate. Nel qual caso saranno date con la medesima asprezza di quelle che pure loro meriterebbero. Ogni difetto evidenziato è quindi anche e soprattutto loro, anzi, forse loro stessi sono il peggio che questo piccolo mondo antico abbia mai prodotto. Non è falsa modestia: in tempi di mediocrità diffusa come quelli in cui viviamo, essere pessimi è pur sempre un segno di distinzione [RS].

    di Luca Fumagalli e Piergiorgio Seveso

    Seconda puntata

    Che il “sedevacantismo” di lingua italiana costituisca un mondo a sé è cosa piuttosto ovvia. Del resto in questi anni persino il “cattolicesimo” lato sensu non gode certo di ottima salute. Malgrado le apparenze, anche il povero Bergoglio è condannato alla marginalità e non si rende conto che le periferie dell’esistenza non sono luoghi lontani, per volenterosi neo-modernisti con velleità da esploratori, ma sono i nuovi ghetti del dopolavorismo filantropico in cui la Chiesa ufficiale vegeta già da parecchio tempo.

    Dando seguito al nostro ragionamento, il “sedevacantismo” risulta dunque una minoranza della minoranza o, a voler essere più precisi, una minoranza della minoranza della minoranza, essendo esso stesso – almeno nella percezione giornalistica dei più – un piccolissimo “resto d’Israele” che sopravvive a stento nel mare tempestoso del variegato “tradizionalismo”.

    Delle periferie dell’esistenza i “sedevacantisti” abitano più che altro le catacombe (che già nell’articolo della scorsa settimana codificavamo in “scantinati”) e faticano a essere una presenza originale all’interno dell’attuale dibattito ecclesiologico. Non che le posizioni – strenuamente articolate da un gruppetto di combattivi e capaci sacerdoti – portino all’afasia, come suggerivano “nemici” antichi; tutt’altro, ma sovente alla spigolosità delle soluzioni teologiche proposte si assomma quella dei caratteri.

    Negli ultimi anni, che potremmo definire di “avvitamento”, è come se si avvertisse costantemente sul collo il fiato di nemici – spesso amplificati, talvolta immaginari – intenti a progettare complotti fantasmagorici vòlti a distruggere questo piccolo Eden in plexiglass del cattolicesimo integrale. Di conseguenza ci si chiude a riccio, e, come la scimmietta emoticon, non si vuole né vedere, né sentire, né parlare. Si precipita così, attraverso un inavvertito trasbordo ideologico della noia, in un’autoreferenzialità maledetta che – come si sta avverando – produce frutti marci e, ancora peggio, un’umanità rancida. Quando si guarda solo al proprio ombelico su voluminosa pancia, praticando una curiosa forma di mistica onfalica, la realtà, piano piano, inizia a dissolversi, sostituita dal nulla o dalla fantasia.

    Cantare a squarciagola inni religiosi in qualche osteria di campagna è solo un rito di autoconsolazione che, ricordando “La grande bellezza”, dovrebbe servire ad alimentare un mito: quello di “esserci”. In verità, si rischia di ridurre il mondo alle quattro pareti della propria stanza, alle manie di un complesso narcisistico.

    «Pochi ma buoni», o, meno prosaicamente, si dirà che «la Verità fa paura ai più», che «se Dio è con noi siamo la maggioranza» (e altre espressioni analoghe). Tutto verissimo, ma ci si dimentica che nelle catacombe vengono confinati e si rifugiano tanto i Santi quanto i rifiuti. Fermo restando che oggi è praticamente inevitabile, è inutile e dannoso costringersi a credere che così si stia ricreando la societas christiana. Se quest’ultimo è un peccato veniale, combattere l’imperante e dannosa logica dell’inclusione con un esclusivismo inquisitoriale da Bar Sport è però assai più vicino al peccato mortale. Qualcuno potrebbe avere la percezione (Quod Deus prohibeat) di un revival dell’eresia catara.

    Allo stesso modo, chi ha il coraggio o semplicemente la volontà di salire gli scalini delle catacombe e saggiare i colori e gli odori della superficie terrestre, pur infettata dal neomodernismo e dal neopaganesimo, non sarà per questo un appestato da evitare a ogni costo, un dead man walking dell’Oblatio Munda. Forse, pur con tutti i suoi limiti, si tratta piuttosto di un uomo che ha capito che il predicare nel buio (oltre che far sovente addormentare) genera ombre (e talvolta mostri).

    Solo così, fermando la spirale di un avvilente avvitamento, sarà possibile fare del “sedevacantismo” una presenza originale, un pugno di vinti ma non domi, una lanterna accesa (e non uno zampirone) nella gran notte della Sede vacante, in grado di far sentire al mondo tutto il peso di un giudizio integralmente cattolico sui fatti e sulla realtà.

    Nella festa di San Gaspare del Bufalo - All'Angelus

    Fonte: https://www.radiospada.org/2017/10/a...mbe-e-osterie/

  8. #18
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    Predefinito Re: Ai piedi del Trono vuoto

    https://www.radiospada.org/2018/07/a...uerra-civile2/

    di Luca Fumagalli e Piergiorgio Seveso

    L’apologetica sedevacantista è da molti anni impegnata in confronti serrati (un tempo su carta, ora più velocemente sul web) molto simili a logomachie diuturne, volti a sensibilizzare le coscienze di singoli e gruppi sull’evidenza, diremmo quasi sull’invasiva evidenza, della Sede vacante. Polemiche su polemiche, spesso fruttuose, a volte antiche rifritture tematiche in giro da più di un ventennio con interlocutori ormai ampiamente cristallizzati nelle proprie posizioni (siano esse all’interno dello stesso mondo sedevacantista oppure con i “cugini-fratelli coltelli” lefebvriani). Oggi non ci vogliamo ovviamente occupare di queste diatribe: se cliccate “sedevacantismo” sul motore di ricerca interno di Radio Spada, avrete di che leggere per almeno un annetto (forse di più). Piuttosto vogliamo occuparci in questo capitoletto di un tema poco affrontato, ovvero del “dopo”.

    Eh sì, perché, volenti o nolenti, prima o poi ci sarà un dopo-sede vacante, ovvero un momento in cui la Sede petrina tornerà pienamente occupata da un Papa cattolico, ovvero da un Papa. Il tema è sempre stato lasciato volutamente nel vago, anche perché sarebbe temerario parlarne con troppe certezze. In quest’ultimo anno abbiamo fatto molte ricerche per stanare in ambiente sedevacantista (francofono, anglofono o ispanofono) un qualche romanzo o racconto breve scritto da autore cattolico e dedicato ad una narrazione (futuribile, ucronica o utopica) della fine della sede vacante. Purtroppo non abbiamo ancora trovato nulla, ed è un vero peccato, perché i romanzi sono spesso luoghi di concretazione per le attese, i desideri e i sogni dei gruppi “di frangia” o anche per comunicare in una maniera più leggera ciò che in un saggio risulterebbe difficile o stucchevole.

    Come è noto a qualsiasi sedevacantista tesista (non da bar), due sono le vie maestre per la conclusione della Sede vacante: o per resipiscenza dell’eletto modernista (ad esempio Bergoglio o un suo successore) o per “deposizione” e sostituzione dell’eletto attraverso un conclave emergenziale (“concilium imperfectum sine papa”) convocato e composto da quel vescovo residenziale (o vescovi residenziali ex modernisti o anche altri elettori “cardinali” anch’essi resipiscenti) che avrebbe prima rivolto all’eletto modernista le monizioni canoniche (“Nemo haereticus nisi pertinax”). Entrambe le vie sono oggetto di discussione nel mondo sedevacantista (e non) ma questi dibattiti non possono essere tema del nostro articolo. A noi interessa l’impatto sociale e/o politico della fine della Sede vacante.

    Sia che il nuovo Papa cattolico venga eletto in maniera canonica, sia che venga eletto in maniera straordinaria, la sua elezione produrrebbe un’immediata riduzione secca dei cattolici al mondo di almeno il novanta per cento (a voler essere ottimisti), dal momento che i “neo-cattolici” si rifiuterebbero di seguire un nuovo Papa che abrogasse il Novus ordo, il Concilio Vaticano II, il codice del 1983, dichiarasse nulle le ordinazioni montiniane e tutto quello scaturito dal mondo conciliare (un po’ quello che accade al protagonista della serie tv “The Young Pope”). Il mondo cattolico ufficiale gli opporrebbe certamente un Antipapa o rimarrebbe fedele al “Papa modernista”, peraltro ben protetto dai poteri statuali nazionali e internazionali. Persino in un affascinante romanzo ucronico tipicamente lefebvriano come “Pio XIV, un papa di transizione” scritto dal salesiano don Giuseppe Pace negli anni Settanta, i primi due papi cattolici dopo il Concilio, Pio XIV e Pio XV, che tentano una via “riformistica per il ritorno alla fede cattolica”, vengono assassinati. Una certa narrativa di ambiente ratzingeriano che suggeriva un ritorno all’ortodossia per “viam accomodationis” non è risultata convincente, anche perché la rivoluzione conciliare galoppa in maniera sempre più irreversibile.

    Non è credibile nemmeno una certa narrazione informale che giura che il ritorno del Papato romano possa essere accompagnato da segni prodigiosi, miracoli, apparizioni celesti, interventi angelici etc etc. L’anno di Fatima appena trascorso ha vanificato le aspettative, le speranze, le pie chimere di un certo mondo “tradizionalista”: nessun segno tangibile, nessun castigo, nessun evento spettacolare. Nada de nada. Tutto nel più grigio anonimato che ci ha richiamato più le disperanti e soffocanti atmosfere di “Roma senza Papa” di Guido Morselli (di cui parleremo in un prossimo articolo) piuttosto che le tambureggianti aspettative di Riconquista da alcuni preannunciate. Già sentiamo (sempre in taluni ambienti tradizionalisti) spostare in avanti le date dei prodigiosi interventi celesti come facevano già i Testimoni di Geova a inizio Novecento per la fine del mondo (e ci scuserete se il paragone possa sembrare irriguardoso).

    Insomma, come narrato ne “Il Padrone del mondo” di mons. R. H. Benson, i “cattolici col Papa” si troveranno, nel momento decisivo, certamente in ampia, amplissima, forse sparuta minoranza, seguendo le vie della Grazia ma anche quelle più prosaiche di una nuova prospettiva ecclesiale da gestire. Certamente risulta, umanamente parlando, facilmente prevedibile che il Papa cattolico ed i vescovi a Lui fedeli non possano prendere possesso pacifico delle rispettive sedi (Vaticano, arcivescovadi, episcopi). Le sedi dovranno essere nuove, occasionali, forse clandestine e da trovarsi, a meno che qualche Garcia Moreno (cattolico e non “ortodosso”) redivivo nel terzo Millennio possa offrire ospitalità e ricovero al Papa cattolico, evidentemente espulso, perseguitato o perlomeno ostacolato nella propria azione di governo. Avremmo quindi un “Vaticano in esilio” (stavolta fortunatamente senza “Pope” Michael a oziare sulla sedia a dondolo) con tutto quello che una situazione del genere comporta. Evidentemente negli stati ove i cattolici fedeli al Papa fossero presenti coi loro vescovi, il contrasto coi neomodernisti diventerebbe via via più forte e cruento (a meno che qualcuno pensi che il ritorno del cattolicesimo romano sulla scena della Storia possa essere derubricato dall’aconfessionalismo degli stati moderni o dalla “laicità positiva” come mero fatto privatistico). Lo scenario “guerra di religione” è certamente possibile ma in modo molto diverso rispetto al conflitto cattolico-ugonotto, dal momento che i “nuovi ugonotti” (roncallian-montinian-wojtylian-ratzingerian-bergogliani) stavolta partirebbe da una posizione di vantaggio pressochè assoluta. Per quanto una certa parte di mondo sedevacantista (non solo italiano) si possa esser dotato di alcuni fedeli (di solito provenienti dall’estrema destra ma anche di questo parleremo in un futuro articolo) in qualche caso dalla formazione paramilitare abbastanza solida, in quei frangenti ci vorrà certamente qualcosa di più “corazzato” e di più articolato per affrontare tali emergenze.

    Nel titolo abbiamo usato l’espressione “guerra civile” che rimane abbastanza iperbolica dal momento che realisticamente l’eventuale conflitto riguarderebbe solo una parte marginale delle popolazioni (almeno in queste terre), data la generale secolarizzazione e incredulità. Si potrà forse parlare meglio di “guerra per bande”. Altrove lo scontro potrebbe essere più diffuso, specie nei paesi latini americani e ancor di più nel vicino Oriente, dove il conflitto tra i “cattolici col Papa” e altre confessioni cristiane potrebbe inserirsi in una situazione bellica già endemica di quelle terre. Una cosa è certa: quell’evento spezza-Storia potrà essere per il nostro piccolo mondo l’occasione per mostrare i nostri lati peggiori (meschinità, estremismo parolaio, viltà, allucinazioni puristiche), come i nostri lati migliori (fedeltà, coraggio fisico e morale, strategia, pietà, testimonianza fino alla morte).

    Quando avverrà? Ora ci chiedete troppo. Non siamo profeti, né (checché se ne ciarli) astrologi. Alla prossima.

    Scritto nell’Ottava dei Ss. Pietro e Paolo

  9. #19
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    Predefinito Re: Ai piedi del Trono vuoto

    Fonte: https://www.radiospada.org/2018/06/a...sta-una-mappa/

    [AI PIEDI DEL TRONO VUOTO] Policentrismo sedevacantista: una mappa

    Introduzione

    L'ottimo web influencer sedevacantista francofono Valentin Wmont ci aveva già regalato un interessante elenco con le 101 più "rilevanti" personalità sedevacantiste al mondo che avevamo tradotto per Radio Spada e pubblicato qui. L'elenco certamente incompleto non mancava di alcuni (forse provvidenziali ma comunque rilevanti) difetti: ad esempio era molto centrato sul laicato, trascurando le comunità religiose. Ora invece si rimedia con questo ricco elenco dedicato appunto alle comunità religiose sedevacantiste diffuse in vari stati. Lo traduciamo e riproduciamo per i nostri lettori in questa rubrica, sempre più a geometria variabile (un po' come le nostre vite), sperando di fare cosa gradita e simpatica sia per i lettori sedevacantisti che per quelli non sedevacantisti del nostro blog. Dell'autore, molto attento al web, abbiamo conservato anche l'introduzione, scritta con una certa passione ed orgoglio d' appartenenza (non sempre presente in questa rubrica assai più scanzonata) perchè conosciamo la crudezza delle polemiche tra una cum e non una cum specialmente in Francia e ne vogliamo trasmettere ai nostri lettori l'intensità. Buona lettura, buon ascolto, buona visione. La prossima puntata di questa rubrica si intitolerà "Sede vacante e guerre di religione". (Luca Fumagalli e Piergiorgio Seveso)


    Ecco un elenco di foto e video di diverse comunità non una cum / sedevacantiste di tutto il mondo. Questa compilazione è stata fatta per contrastare le accuse, spesso false, riguardanti le suddette comunità, propagandate da gruppi "tradizionali" avversari. No, non siamo solo quattro gatti che vivono solo sulla rete. No, non siamo tagliati fuori dalla realtà. No, non siamo mostri deformi. No, non abbiamo tutti una storia psichiatrica. No, i nostri luoghi di culto non sono solo case o garage. No, qui non c'è più giansenismo o fariseismo che in altri movimenti "tradizionalisti". No, non abbiamo tutti un coltello tra i denti. No, non cerchiamo la bruttezza o la tristezza, ma piuttosto un approccio sano al mondo, né accomodante né scrupoloso. Sì, qui anche da noi ci sono degli abusi, ma non per questo sono caratterizzanti. Questo elenco è ovviamente non esaustivo e non significa approvazione di tutte le pratiche o le dottrine di queste organizzazioni.
    .
    Germania: due piccole, molto discrete ma molto concrete comunità del CMRI. (https://www.materdeiseminary.org/)

    Possiamo anche menzionare padre Rolf Lingen, indipendente, noto anche per alcuni video dove insegna esercizi ginnici :

    .
    Argentina: essenzialmente due gruppi. Il SRSLRF di Monsignor Luis Armando Argueta: Sociedad Religiosa San Luis Rey de Francia
    La CJM di Monsignor Andres Morello di cui segnaliamo i video dal canale Catolicosalerta di Youtube e il suo blog Compañia de Jesús y de María :

    (Nota dei redattori: segnaliamo anche la cappella IMBC di Don Sergio Casas Silva (https://www.sodalitiumpianum.it/santas-misas/)

    .
    Belgio: esiste una grande comunità di IMBC a Dendermonde, dove celebra abitualmente il vescovo Geert Stuer: Processie Maria Hemelvaart, 2017 Dendermonde - Sodalitium
    così come una struttura indipendente più piccola legata agli abbè francesi Belmont e Seuillot, a Drogenbos, diversi membri dei quali si sono distinti alcuni mesi fa, a Bruxelles per una protesta antiecumenica:


    C'è anche l'abbè Jacqmin, anche lui indipendente, che tiene due cappelle: https://pewtube.com/search?orderBy=n...rchType=upload
    .
    Stati Uniti: dove si trovano le principali organizzazioni sedevacantiste, è inutile dire che è anche dove si trovano le comunità più numerose (Il Messico potrebbe essere numericamente più fornito ma mancano dati statistici).

    Il CMRI del vescovo Mark Pivarunas ha diverse grandi cappelle. Ecco vari esempi di attività:


    Photos | St. Therese the Little Flower Catholic Church



    e diverse scuole: St. Michael's Academy ? Traditional Catholic Academy (CMRI) in Spokane, Washington



    http://www.ourladyofthesun.com/our-l...he-sun-academy


    La FSPV di Monsignor Clarence Kelly ha circa dieci luoghi di culto https//stpiusvchapel.org/index.php/photos
    così come diverse scuole Pictures :: Daughters of Mary
    Le loro suore producono album musicali


    e veli



    Da rimarcare anche il seminario di Monsignor Donald Sanborn in Florida: https://photos.google.com/share/AF1Q...1zb1NNQUpMdDVn


    Aggiungiamo anche la chiesa di Santa Gertrude la Grande, curata da monsignor Daniel Dolan e da padre Cekada in Ohio:


    Photos | Traditional Latin Mass Resources
    e St. Gertrude the Great » Photo Gallery

    .
    Il SRSLRF, per lo più con sede in Argentina, ha anche una chiesa a Tampa in Florida:


    Francia: diverse importanti comunità, come l'IMBC a Parigi: Pèlerinage à Lourdes - Sodalitium
    la cappella dell'abate Guépin a Nantes: https://www.ouest-france.fr/treillie...tionale-544705 o quella benedettina di Padre Mercier a Faverney: In Memoriam R.P. Pierre Verrier #1
    Nessun video di riunioni pubbliche su Youtube rivela una mentalità piuttosto discreta tipica dell'ambiente francofono.

    Italia: roccaforte dell'IMBC, dove vive don Francesco Ricossa: Fotogallery Archivi - Sodalitium

    Possiamo anche menzionare padre Florian Abrahamowicz, vicino al CMRI, domusmarcellefebvre110815 molto noto per aver realizzato un autodafé degli atti del "concilio vaticano II":


    .
    Messico: luogo di nascita delle prime organizzazioni sedevacantiste, possiamo citare il gruppo di monsignor Luis Alberto Madrigal:

    e

    o il seminario dell'SST di Mons. Moisés Carmona:

    e Galerias ? Obispo en Misiones
    società nota anche per perpetuare le adorazioni notturne sin dal 1956:

    C'è anche la FSVF di Monsignor Juan José Squetino: Fundacion San Vicente Ferrer: Misa Solemne y Confirmaciones en Irapuato- Virgen del Carmen 2017

    Pochi video trovati in rete, tuttavia, probabilmente a causa della mancanza di risorse in molti villaggi.

    Polonia: una piccola comunità sedevacantista attorno a padre Trytek, molto conosciuto in Polonia che avrebbe detto pubblicamente in televisione: "Sarebbe auspicabile che tornassero i tempi in cui I sodomiti venivano bruciati sul rogo".

    Questo il suo canale youtube: https://www.youtube.com/user/949anna
    .
    Regno unito: la battaglia sedevacantista fu iniziata con l'opera di Padre Oswald Baker

    di cui il gruppo di Monsignor Miichael French gruppo si considera l'erede .


    Da ricordare anche diverse radicamenti del CMRI in Inghilterra e Scozia https://www.materdeiseminary.org/wp-.../May-Adsum.pdf.
    .
    Ucraina: la Chiesa ortodossa greco-cattolica ucraina, uniate, del patriarca Elia A. Dohnal, ha fatto sua la constatazione sedevacantista ed è regolarmente bersaglio di media ucraini e della giustizia locale.

    e UOGCC / English / Video

    Mancano ancora molti posti e gruppi, come ad esempio quello del defunto mons. Oliver Oravec nella Repubblica Ceca e in Slovacchia, ma, per quanto ne so, non trasmettono video o foto online. Non esitate a proporre altri riferimenti.

  10. #20
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    Predefinito Re: Ai piedi del Trono vuoto

    Un parere e un consiglio: seguite le prossime puntate della rubrica

 

 
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