«Cinà in buoni rapporti con Berlusconi. Berlusconi dà 20 milioni ai Grado e anche a Vittorio Mangano». La nota è scritta a mano da Giovanni Falcone durante l'audizione del pentito Francesco Marino Mannoia (che si è sempre rifiutato di fare dichiarazioni ufficiali su Berlusconi), il 6 novembre 1989. Nel foglietto il cognome Berlusconi, all'epoca già al culmine della carriera, è sottolineato due volte; una volta, quello di Vittorio Mangano, il boss-stalliere boss di Arcore. Anche il cognome del mafioso Cinà compare due volte, una volta è cerchiato.
L’appunto è stato ritrovato per caso nel 2017 nell'ufficio-museo del giudice Falcone dal suo ex collaboratore, Giovanni Paparcuri.