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Discussione: "Guardare il mostro".

  1. #1
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    Predefinito "Guardare il mostro".

    14/10/2021

    Stefano Massini dedica il suo racconto settimanale a Piazzapulita a chi sottovaluta o minimizza ogni forma di fascismo. Per ricordare come i mostri dell’autoritarismo vadano “guardati” e non solo “visti”, Massini racconta l’intensa vicenda di Gaetano Salvemini, professore di Storia negli anni ‘20 che non si perdonò mai di aver sottovalutato quello che poi avrebbe pagato a caro prezzo.


    https://www.la7.it/piazzapulita/vide...10-2021-402859

  2. #2
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    Predefinito Re: "Guardare il mostro".

    Citazione Originariamente Scritto da incerto Visualizza Messaggio
    14/10/2021

    Stefano Massini dedica il suo racconto settimanale a Piazzapulita a chi sottovaluta o minimizza ogni forma di fascismo. Per ricordare come i mostri dell’autoritarismo vadano “guardati” e non solo “visti”, Massini racconta l’intensa vicenda di Gaetano Salvemini, professore di Storia negli anni ‘20 che non si perdonò mai di aver sottovalutato quello che poi avrebbe pagato a caro prezzo.


    https://www.la7.it/piazzapulita/vide...10-2021-402859
    Si rimprovereranno allo stesso modi quelli che nel futuro si renderanno conto che mentre erano impegnati a vigilare con tutte le lor forze il cadavere del vecchio mostro per impedire che tornasse in vita, non avranno minimamente badato al nuovo mostro avanzante?
    .
    L'ultimo uomo ad essere entrato in Parlamento con intenzioni oneste.

    Non basta negare le idee degli altri per avere il diritto di dire "Io ho un'idea". (G. Guareschi)

  3. #3
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    Predefinito Re: "Guardare il mostro".

    Gli attacchi a Paolo Berizzi nelle cene elettorali FdI: solidarietà al cronista di Repubblica
    Berizzi è l'unico cronista in Europa sotto scorta per minacce nazifasciste, e che ormai quotidianamente riceve attacchi diretti alla sua persona e anche ai familiari, tutti denunciati e agli atti.
    "Dite Berizzi!". Prima i saluti romani, gli "Heil Hitler" e i "boia chi molla", poi la foto di gruppo e a quel punto l'eurodeputato Carlo Fidanza - capo delegazione di FdI in Europa - pronuncia, anziché il classico cheese, il nome di Paolo Berizzi, inviato di Repubblica, nel mirino dell'ultradestra da tempo, più volte minacciato di morte e sotto scorta dal febbraio del 2019 dopo una lunga serie di attacchi e atti intimidatori. Fidanza invita i camerati presenti a fare lo stesso: "Dite Berizzi!". E loro, all'unisono, lo seguono: "Berizzi!". L'intento è chiaro: denigrare il cronista e il suo costante lavoro di inchiesta e di denuncia sul mondo del neofascismo e del neonazismo.
    E' uno dei momenti della cena elettorale del 22 settembre 2021 ripresa da una telecamera nascosta da Fanpage nell'inchiesta su FdI trasmessa ieri sera da PiazzaPulita su La7. Una cena alla quale erano presenti i principali esponenti milanesi del partito di Giorgia Meloni oltre a candidati e militanti. L'esplicito riferimento a Berizzi - unico cronista in Europa sotto scorta per minacce nazifasciste, e che ormai quotidianamente riceve attacchi diretti alla sua persona e anche ai familiari, tutti denunciati e agli atti - ha sollevato polemiche e indignazione sui social.
    https://milano.repubblica.it/cronaca...ie_-320265440/

    Paolo Berizzi, “L’educazione di un fascista”, Feltrinelli, 2020
    La pedagogia strisciante dei fascisti

    Il libro “L’educazione di un fascista” di Paolo Berizzi, (Feltrinelli, 2020) offre, attraverso un linguaggio semplice e diretto, ciò che forse manca all’ “antifascista medio”, ossia una così completa e minuta descrizione non solo degli ambienti fascisti ma anche, e soprattutto, del loro proselitismo e della propaganda che coinvolge sempre più ragazzi, talvolta anche bambini.

    Il viaggio che l’autore compie coraggiosamente (da febbraio 2019 vive sotto scorta a causa delle minacce ricevute da gruppi neofascisti e neonazisti) inizia dalle palestre di arti marziali: un mondo in continua espansione e crescita economica che è sempre più corteggiato dai movimenti neofascisti.

    Perché Berizzi ha scelto proprio le palestre di arti marziali e del combattimento per descrivere l’educazione di un fascista? O meglio, perché i nuovi fascisti usano proprio gli sport da combattimento per radicalizzare nuovi militanti? Gli interpellati, ossia allenatori, dirigenti di squadre e amatori forniscono risposte disomogenee che fanno riflettere: c’è chi liquida la questione dicendo che l’ideologia non c’entra e chi apertamente si dichiara fascista. Ciò che lega il mondo dello sport da combattimento e il neofascismo è senz’altro l’interpretazione dello sport, da parte del primo, e la concezione di società e di uomo, da parte del secondo.

    I neofascisti pretendono di traslare i valori fondamentali del combattimento sul ring (lealtà, rispetto per l’avversario, piena fedeltà al maestro, per citarne alcuni) nella vita quotidiana. Peccato però che questi valori non siano mai attuati al di fuori del campo da combattimento. Ne sono un valido esempio gli episodi di violenza gratuita, che talvolta sfociano anche in omicidi, causati dagli stessi lottatori e pugili che si considerano fautori di una nobile disciplina che insegna a rispettare l’altro! Fortunatamente, in questi ambienti, ci sono anche forti oppositori di tale degenerazione, che tentano di resistere utilizzando tutte le norme previste da regolamento per limitare il fenomeno. Purtroppo i risultati sono modesti, a causa dell’ambiguità delle organizzazioni neofasciste che si camuffano sotto spoglie innocenti, difficili da identificare.

    Il viaggio di Berizzi continua in riviera romagnola, dove Mussolini fece costruire le prime colonie fasciste e dove qualcuno oggi le ripropone: lì decine e decine di bambini vengono istruiti a cantare testi scritti da Massimo Morsello, cofondatore di Forza Nuova con Roberto Fiore.

    La “scuola di coraggio fisico e patriottismo” approda anche in montagna con soggiorni non più dedicati a bambini, ma a giovani adolescenti che partecipano a seminari sovranisti, sfide tribali dove la prestazione fisica viene osannata, dibattiti sull’Europa, sugli Stati, sulla Patria. I relatori invitati a queste conferenze dove si respira aria di odio, razzismo e intolleranza appartengono non solo a CasaPound e Forza Nuova, ma anche, alcune volte, alla Lega e a Fratelli d’Italia.

    Tutto ciò – l’autore lo scrive esplicitamente – dovrebbe seriamente preoccuparci: i due partiti più in ascesa del panorama politico italiano, entrambi sovranisti, hanno relazioni nella realtà sociale con partiti e movimenti che mettono in pratica la violenza, la criminalità, l’odio di razza.

    Berizzi descrive l’ambiente della destra italiana come un sistema satellitare in cui, attorno al grande pianeta della Lega, ne militano tanti piccoli altri, gruppuscoli neofascisti e neonazisti. Questo sistema sopravvive anche grazie a chi crede che il fascismo non esista più, a chi sminuisce a “ragazzate” le svastiche e le stelle di David che compaiono sulle porte di ebrei e sopravvissuti ai lager, solo per citare recenti casi.

    Il libro traccia anche un’interessante analisi del rapporto tra propaganda violenta e videogames: videogiochi violentissimi, a cui sempre più adolescenti giocano, che insegnano l’odio per il diverso, il “fascino” di conquistarsi soldi e potere attraverso la violenza e le armi. I ragazzi che giocano a questi videogames sono più esposti, nella vita reale, a commettere i crimini appresi dalla play station o dall’xbox. A tal proposito l’autore riporta anche la storia di un poliziotto impegnato nel combattere questa forma di indottrinamento violento tenendo conferenze nelle scuole e parlando faccia a faccia con gli alunni: se vogliamo una società limpida e moralmente solida è doveroso cominciare ad educare i giovanissimi.

    Berizzi affronta anche la questione delle cosiddette ‘ronde’ cittadine, per la gran parte di impronta neofascista e apertamente razzista; ma l’autore ci mette in guardia anche su un settore insospettabile: il razzismo neofascista penetra anche nel volontariato e anima le azioni di “carità”, carità razziale s’intende, nel volontariato dei fascisti, i beni alimentari di prima necessità vengono distribuiti in base al Paese d’origine. Questa discriminazione non è benevolenza verso chi ha meno, è solamente un’altra maniera per fare proseliti, creare differenze e ostilità tra presunte “razze”. Purtroppo la maggioranza delle persone non lo capisce, si limita a vedere solo una faccia della medaglia, quella più pulita e presentabile.

    La crescente deriva fascista però non si manifesta solo con l’aumentare del numero dei militanti estremisti, ma è un male che dilaga a macchia d’olio anche fra giovani che si potrebbero considerare moderati, addirittura estranei agli ambienti della destra estrema. Sta cominciando a crescere una generazione che non sa cos’è la Shoah, che non riesce nemmeno ad immaginare lontanamente il dolore che ha dovuto provare un ebreo o un rom o un disabile in un campo di concentramento. Ormai è considerata storia troppo vecchia, che non ha più niente a che fare col presente e quindi può essere beatamente ignorata come si ignorano la battaglia delle Termopili o la Seconda guerra punica. Il germe del neofascismo si insidia nella mia compagna di classe che pensa che se una persona si dichiara fascista non c’è nulla di male, perché in fin dei conti è un’idea come un’altra, o nel mio compagno di scuola che mi chiede il significato della parola Olocausto.

    Il concetto di Europa, poi, è praticamente assente. Resta, infine, il grande problema della subdola ambiguità delle affermazioni e delle tesi neofasciste che purtroppo sempre meno persone colgono. Per citare Umberto Eco: «Sarebbe così confortevole, per noi, se qualcuno si affacciasse sulla scena del mondo e dicesse: “voglio riaprire Auschwitz, voglio che le camicie nere sfilino ancora in parata sulle piazze italiane!” Ahimè, la vita non è così facile. Il fascismo può ancora tornare sotto le spoglie più innocenti». Gli ultimi esempi che ho riportato rappresentano, a mio avviso, proprio queste forme più innocenti, sono destinate ad aumentare se non sono combattute sul piano culturale e ideologico.

    L’analisi psicologica dei fascisti del nuovo millennio delineata nel libro suscita molti spunti di riflessione, utili non solo per capire fino in fondo che tipo di persona è un fascista convinto, ma anche per comprendere di cosa abbiamo bisogno affinché la democrazia e i diritti dell’uomo non vengano messi in pericolo. Il libro svolge un lavoro nobile e necessario: informare per resistere; sensibilizzare per curare. Se tutti percepissimo chiaramente quanto è importante essere informati e attenti rispetto a ciò che accade intorno a noi, forse vivremmo in un Paese migliore.
    https://www.patriaindipendente.it/te...-dei-fascisti/

    Che i nostri figli e nipoti, un giorno, non ci possano dire "perchè non me lo avevi detto"?

  4. #4
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    Predefinito Re: "Guardare il mostro".

    Citazione Originariamente Scritto da incerto Visualizza Messaggio
    14/10/2021

    Stefano Massini dedica il suo racconto settimanale a Piazzapulita a chi sottovaluta o minimizza ogni forma di fascismo. Per ricordare come i mostri dell’autoritarismo vadano “guardati” e non solo “visti”, Massini racconta l’intensa vicenda di Gaetano Salvemini, professore di Storia negli anni ‘20 che non si perdonò mai di aver sottovalutato quello che poi avrebbe pagato a caro prezzo.


    https://www.la7.it/piazzapulita/vide...10-2021-402859
    Massini come storico ebbe la colpa di non comprendere cosa stesse succedendo , ne aveva i mezzi e le capacità. Chi per ignoranza non comprende cosa stia succedendo non è colpevole , io non credo nella colpevolezza per ignoranza così come non credo nella colpevolezza per fame.
    Abbiamo così i giovinastri che si aggirano per le piazze , il braccio alto , tatuaggio della croce uncinata sulla fronte a distruggere le piazze e poi abbiamo quelli che sanno cos'è il fascismo...,che non alzano il braccio, che non si fanno croci celtiche e certo non assaltano le sedi sindacali .Ovviamente scrivono cazzate sui post ma senza trascendere , magari lavorano in banca e conoscono qualche politico...
    Ma vorrei ricordare anche quanti hanno guardato con passione il M5S e poi tutti pronti a demonizzarli , così come è avvenuto anche per Forza Italia o il PC....

  5. #5
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    Predefinito Re: "Guardare il mostro".

    Citazione Originariamente Scritto da incerto Visualizza Messaggio
    14/10/2021

    Stefano Massini dedica il suo racconto settimanale a Piazzapulita a chi sottovaluta o minimizza ogni forma di fascismo. Per ricordare come i mostri dell’autoritarismo vadano “guardati” e non solo “visti”, Massini racconta l’intensa vicenda di Gaetano Salvemini, professore di Storia negli anni ‘20 che non si perdonò mai di aver sottovalutato quello che poi avrebbe pagato a caro prezzo.


    https://www.la7.it/piazzapulita/vide...10-2021-402859
    norberto Bobbio, ormai troppi decenni fa, ricordava che “il fascismo non è un pericolo, ma è una vergogna”. la violenza squadrista contro le istituzioni (l'assalto alla cgil faceva parte del piano B) dimostra come le cose sembrano essersi rovesciate: il fascismo non è più solo una vergogna, ma è un pericolo.
    Le guerre sono fatte da persone che si uccidono senza conoscersi, per gli interessi di persone che si conoscono ma non si uccidono.
    (Pablo Neruda - Attribuita)

  6. #6
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    Predefinito Re: "Guardare il mostro".

    Citazione Originariamente Scritto da incerto Visualizza Messaggio
    gli attacchi a paolo berizzi nelle cene elettorali fdi: Solidarietà al cronista di repubblica
    berizzi è l'unico cronista in europa sotto scorta per minacce nazifasciste, e che ormai quotidianamente riceve attacchi diretti alla sua persona e anche ai familiari, tutti denunciati e agli atti.
    "dite berizzi!". prima i saluti romani, gli "heil hitler" e i "boia chi molla", poi la foto di gruppo e a quel punto l'eurodeputato carlo fidanza - capo delegazione di fdi in europa - pronuncia, anziché il classico cheese, il nome di paolo berizzi, inviato di repubblica, nel mirino dell'ultradestra da tempo, più volte minacciato di morte e sotto scorta dal febbraio del 2019 dopo una lunga serie di attacchi e atti intimidatori. Fidanza invita i camerati presenti a fare lo stesso: "dite berizzi!". E loro, all'unisono, lo seguono: "berizzi!". L'intento è chiaro: Denigrare il cronista e il suo costante lavoro di inchiesta e di denuncia sul mondo del neofascismo e del neonazismo.
    E' uno dei momenti della cena elettorale del 22 settembre 2021 ripresa da una telecamera nascosta da fanpage nell'inchiesta su fdi trasmessa ieri sera da piazzapulita su la7. Una cena alla quale erano presenti i principali esponenti milanesi del partito di giorgia meloni oltre a candidati e militanti. L'esplicito riferimento a berizzi - unico cronista in europa sotto scorta per minacce nazifasciste, e che ormai quotidianamente riceve attacchi diretti alla sua persona e anche ai familiari, tutti denunciati e agli atti - ha sollevato polemiche e indignazione sui social.
    https://milano.repubblica.it/cronaca...ie_-320265440/

    paolo berizzi, “l’educazione di un fascista”, feltrinelli, 2020
    la pedagogia strisciante dei fascisti

    il libro “l’educazione di un fascista” di paolo berizzi, (feltrinelli, 2020) offre, attraverso un linguaggio semplice e diretto, ciò che forse manca all’ “antifascista medio”, ossia una così completa e minuta descrizione non solo degli ambienti fascisti ma anche, e soprattutto, del loro proselitismo e della propaganda che coinvolge sempre più ragazzi, talvolta anche bambini.

    Il viaggio che l’autore compie coraggiosamente (da febbraio 2019 vive sotto scorta a causa delle minacce ricevute da gruppi neofascisti e neonazisti) inizia dalle palestre di arti marziali: Un mondo in continua espansione e crescita economica che è sempre più corteggiato dai movimenti neofascisti.

    Perché berizzi ha scelto proprio le palestre di arti marziali e del combattimento per descrivere l’educazione di un fascista? O meglio, perché i nuovi fascisti usano proprio gli sport da combattimento per radicalizzare nuovi militanti? Gli interpellati, ossia allenatori, dirigenti di squadre e amatori forniscono risposte disomogenee che fanno riflettere: C’è chi liquida la questione dicendo che l’ideologia non c’entra e chi apertamente si dichiara fascista. Ciò che lega il mondo dello sport da combattimento e il neofascismo è senz’altro l’interpretazione dello sport, da parte del primo, e la concezione di società e di uomo, da parte del secondo.

    I neofascisti pretendono di traslare i valori fondamentali del combattimento sul ring (lealtà, rispetto per l’avversario, piena fedeltà al maestro, per citarne alcuni) nella vita quotidiana. Peccato però che questi valori non siano mai attuati al di fuori del campo da combattimento. Ne sono un valido esempio gli episodi di violenza gratuita, che talvolta sfociano anche in omicidi, causati dagli stessi lottatori e pugili che si considerano fautori di una nobile disciplina che insegna a rispettare l’altro! Fortunatamente, in questi ambienti, ci sono anche forti oppositori di tale degenerazione, che tentano di resistere utilizzando tutte le norme previste da regolamento per limitare il fenomeno. Purtroppo i risultati sono modesti, a causa dell’ambiguità delle organizzazioni neofasciste che si camuffano sotto spoglie innocenti, difficili da identificare.

    Il viaggio di berizzi continua in riviera romagnola, dove mussolini fece costruire le prime colonie fasciste e dove qualcuno oggi le ripropone: Lì decine e decine di bambini vengono istruiti a cantare testi scritti da massimo morsello, cofondatore di forza nuova con roberto fiore.

    La “scuola di coraggio fisico e patriottismo” approda anche in montagna con soggiorni non più dedicati a bambini, ma a giovani adolescenti che partecipano a seminari sovranisti, sfide tribali dove la prestazione fisica viene osannata, dibattiti sull’europa, sugli stati, sulla patria. I relatori invitati a queste conferenze dove si respira aria di odio, razzismo e intolleranza appartengono non solo a casapound e forza nuova, ma anche, alcune volte, alla lega e a fratelli d’italia.

    Tutto ciò – l’autore lo scrive esplicitamente – dovrebbe seriamente preoccuparci: I due partiti più in ascesa del panorama politico italiano, entrambi sovranisti, hanno relazioni nella realtà sociale con partiti e movimenti che mettono in pratica la violenza, la criminalità, l’odio di razza.

    Berizzi descrive l’ambiente della destra italiana come un sistema satellitare in cui, attorno al grande pianeta della lega, ne militano tanti piccoli altri, gruppuscoli neofascisti e neonazisti. Questo sistema sopravvive anche grazie a chi crede che il fascismo non esista più, a chi sminuisce a “ragazzate” le svastiche e le stelle di david che compaiono sulle porte di ebrei e sopravvissuti ai lager, solo per citare recenti casi.

    Il libro traccia anche un’interessante analisi del rapporto tra propaganda violenta e videogames: Videogiochi violentissimi, a cui sempre più adolescenti giocano, che insegnano l’odio per il diverso, il “fascino” di conquistarsi soldi e potere attraverso la violenza e le armi. I ragazzi che giocano a questi videogames sono più esposti, nella vita reale, a commettere i crimini appresi dalla play station o dall’xbox. A tal proposito l’autore riporta anche la storia di un poliziotto impegnato nel combattere questa forma di indottrinamento violento tenendo conferenze nelle scuole e parlando faccia a faccia con gli alunni: Se vogliamo una società limpida e moralmente solida è doveroso cominciare ad educare i giovanissimi.

    Berizzi affronta anche la questione delle cosiddette ‘ronde’ cittadine, per la gran parte di impronta neofascista e apertamente razzista; ma l’autore ci mette in guardia anche su un settore insospettabile: Il razzismo neofascista penetra anche nel volontariato e anima le azioni di “carità”, carità razziale s’intende, nel volontariato dei fascisti, i beni alimentari di prima necessità vengono distribuiti in base al paese d’origine. Questa discriminazione non è benevolenza verso chi ha meno, è solamente un’altra maniera per fare proseliti, creare differenze e ostilità tra presunte “razze”. Purtroppo la maggioranza delle persone non lo capisce, si limita a vedere solo una faccia della medaglia, quella più pulita e presentabile.

    La crescente deriva fascista però non si manifesta solo con l’aumentare del numero dei militanti estremisti, ma è un male che dilaga a macchia d’olio anche fra giovani che si potrebbero considerare moderati, addirittura estranei agli ambienti della destra estrema. Sta cominciando a crescere una generazione che non sa cos’è la shoah, che non riesce nemmeno ad immaginare lontanamente il dolore che ha dovuto provare un ebreo o un rom o un disabile in un campo di concentramento. Ormai è considerata storia troppo vecchia, che non ha più niente a che fare col presente e quindi può essere beatamente ignorata come si ignorano la battaglia delle termopili o la seconda guerra punica. Il germe del neofascismo si insidia nella mia compagna di classe che pensa che se una persona si dichiara fascista non c’è nulla di male, perché in fin dei conti è un’idea come un’altra, o nel mio compagno di scuola che mi chiede il significato della parola olocausto.

    Il concetto di europa, poi, è praticamente assente. Resta, infine, il grande problema della subdola ambiguità delle affermazioni e delle tesi neofasciste che purtroppo sempre meno persone colgono. Per citare umberto eco: «sarebbe così confortevole, per noi, se qualcuno si affacciasse sulla scena del mondo e dicesse: “voglio riaprire auschwitz, voglio che le camicie nere sfilino ancora in parata sulle piazze italiane!” ahimè, la vita non è così facile. Il fascismo può ancora tornare sotto le spoglie più innocenti». Gli ultimi esempi che ho riportato rappresentano, a mio avviso, proprio queste forme più innocenti, sono destinate ad aumentare se non sono combattute sul piano culturale e ideologico.

    L’analisi psicologica dei fascisti del nuovo millennio delineata nel libro suscita molti spunti di riflessione, utili non solo per capire fino in fondo che tipo di persona è un fascista convinto, ma anche per comprendere di cosa abbiamo bisogno affinché la democrazia e i diritti dell’uomo non vengano messi in pericolo. Il libro svolge un lavoro nobile e necessario: Informare per resistere; sensibilizzare per curare. Se tutti percepissimo chiaramente quanto è importante essere informati e attenti rispetto a ciò che accade intorno a noi, forse vivremmo in un paese migliore.
    https://www.patriaindipendente.it/te...-dei-fascisti/

    che i nostri figli e nipoti, un giorno, non ci possano dire "perchè non me lo avevi detto"?
    molti convinti da queste cazzate sono anche qui sul forum.. Tutti alla ricerca di occasioni per fare e sentirsi eroi,...
    su questo forum è meglio non rispondere ai fessi!
    voi nazifascisti di oggi e i vostri servi siete solo gli ayatollah E I TALEBANI dell'occidente..

  7. #7
    La polizzzzia del webbbbe
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    Predefinito Re: "Guardare il mostro".

    Citazione Originariamente Scritto da incerto Visualizza Messaggio
    14/10/2021

    Stefano Massini dedica il suo racconto settimanale a Piazzapulita a chi sottovaluta o minimizza ogni forma di fascismo. Per ricordare come i mostri dell’autoritarismo vadano “guardati” e non solo “visti”, Massini racconta l’intensa vicenda di Gaetano Salvemini, professore di Storia negli anni ‘20 che non si perdonò mai di aver sottovalutato quello che poi avrebbe pagato a caro prezzo.


    https://www.la7.it/piazzapulita/vide...10-2021-402859

    A me sembra che evocare una paura lontana (e quindi le guerre, le morti, etc.) serva solo a creare spavento nell'elettorato e cercare di convincere l'elettorato moderato (da sempre la maggioranza silente italiana) a votare per l'altro, fatto passare come l'eroe della resistenza (con tanti allegri circoli ANPI che non hanno mai visto da lontano nemmeno un giorno di vera resistenza, se non cene con fiumi di vino e grappa, e qualche canna).
    "La disperazione più grave che possa impadronirsi di una società è il dubbio che vivere onestamente sia inutile" (Corrado Alvaro)

  8. #8
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    Predefinito Re: "Guardare il mostro".

    Citazione Originariamente Scritto da Seyen Visualizza Messaggio
    A me sembra che evocare una paura lontana (e quindi le guerre, le morti, etc.) serva solo a creare spavento nell'elettorato e cercare di convincere l'elettorato moderato (da sempre la maggioranza silente italiana) a votare per l'altro, fatto passare come l'eroe della resistenza (con tanti allegri circoli ANPI che non hanno mai visto da lontano nemmeno un giorno di vera resistenza, se non cene con fiumi di vino e grappa, e qualche canna).
    il fascismo non ha mai avuto / stato la maggioranza del paese...,ma ha sempre saputo giocare sul populismo delle masse moderate

  9. #9
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    Predefinito Re: "Guardare il mostro".

    Citazione Originariamente Scritto da PINOCCHIO Visualizza Messaggio
    il fascismo non ha mai avuto / stato la maggioranza del paese...,ma ha sempre saputo giocare sul populismo delle masse moderate
    Una base instabile e fragile, che può abbandonare da un momento all'altro posizioni considerate inattaccabili fino a poco tempo prima.
    .
    L'ultimo uomo ad essere entrato in Parlamento con intenzioni oneste.

    Non basta negare le idee degli altri per avere il diritto di dire "Io ho un'idea". (G. Guareschi)

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    Predefinito Re: "Guardare il mostro".

    Dimostrazione plastica che tanti "guardano il mostro", ma non lo riconoscono.

 

 
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