User Tag List

Risultati da 1 a 2 di 2
  1. #1
    reazione
    Data Registrazione
    20 Apr 2015
    Messaggi
    12,220
     Likes dati
    2,094
     Like avuti
    11,794
    Mentioned
    153 Post(s)
    Tagged
    2 Thread(s)

    Predefinito Facebook e le pecore verso la meta

    L’unica cosa su cui sono d’accordo le due fazioni della guerra civile scatenata dal covid è che questa malattia ha cambiato la percezione della realtà. E questo è stato vero anche per me. Comunque finisca questa storia, niente sarà più come prima. Non riuscirò più a guardare le persone con gli occhi di prima, non riuscirò più a salutare chi ha brindato alla morte di chi, esercitando un diritto (diritto molto per modo di dire, ma formalmente tale) non si è voluto vaccinare, ma soprattutto non riuscirò più a vedere la collettività in un certo modo, cosa che comunque non facevo neanche prima. Perché, intendiamoci, il covid non ha creato nulla che non fosse già in nuce. Tre anni fa, quando il virus ancora non circolava, io e mio padre fummo cacciati di casa da amici di famiglia perché avevo osato dire di aver votato CasaPound. Per dire l’aria che già a quei tempi iniziava a tirare. Ma certamente, il covid ha posto una lente di ingrandimento su cosa siano gli individui oggi. Su come le società siano facilmente suggestionabili dai media ufficiali. Su quanta cattiveria ci sia in giro, specialmente in chi teoricamente dovrebbe rappresentare la voce dell’umanità e della bontà. Qualcosa su cui hanno scritto tanti psichiatri.


    Cosa c’entra questo con Facebook? Si chiederà il lettore. C’entra, c’entra. Perché a margine dell’annuncio di Zuckerberg di aver fondato Meta, un metaverso (dal greco “meta” cioè oltre) fior di opinionisti tecnologi si schierano a favore e contro, parlandone di un gran successo oppure di un potenziale flop. Come ogni azzardo di previsione, entrambe potrebbero rivelarsi vere o false. Chi posa a profeta, si assume sempre il rischio di fare figuracce ma, se ci becca, quantomeno diventa un guru agli occhi di chi lo legge. Chi però lo fa usando argomentazioni fallaci, la figuraccia non la chiama: la invoca. Perché il filo conduttore che unisce le previsioni sia quelle positive che quelle negative su Meta, parte da un presupposto sbagliato: la fiducia nei gusti del consumatore. E dunque l’idea che questi sia un individuo dotato di capacità autonome, dunque in grado di bocciare un cattivo progetto o di promuoverne uno buono.
    Facebook, spacciato come grande novità dell’informatica, non è né un progetto innovativo né di chissà quale qualità. E’ semplicemente un grande forum in php come ce n’erano tanti, strutturato su forme comunicative 2.0 e sull’idea che l’utente sia al centro della comunità e non i gestori della comunità stessa. E neanche questa è una cosa innovativa perché in Italia già c’era qualcosa di molto simile, sia pure embrionale: Forumfree.
    Facebook, peraltro, prima di esplodere nel 2007-2008, ha avuto ben quattro anni di vita nel corso dei quali non se lo filava nessuno. Per molti era quel sito rompicoglioni che ti mandava continuamente email con inviti a registrarti. A fare la differenza è stato che ad un certo punto i gruppi di potere su cui si regge il sistema finanziario americano – che sovrintende quello politico – hanno visto in quel sito rompicoglioni un interesse nel finanziarlo, nel propagandarlo a reti unificate. Tutti quanti sono stati praticamente costretti ad iscriversi. Persino novantenni sulla cui disponibilità a frequentare un qualsiasi luogo digitale, nessuno avrebbe scommesso neanche un centesimo.

    Abbiamo così chiaro un punto, che peraltro si estenderebbe a tantissimi altri campi che per ora non toccheremo, onde evitare divagazioni: neanche in Occidente, il successo è qualcosa di davvero spontaneo. C’è sempre qualcuno che lo guida, che lo orienta. Ci sono critici legati a doppio filo col potere, i quali ben consci che la loro opinione pesa, possono semplicemente decretare il flop o il successo di un qualsivoglia prodotto dell’intelligenza umana, che sia un libro, un album musicale o, appunto, una rete sociale. Contando su lettori che, del resto, se leggono quel critico è per farsi guidare, di certo non per perdere tempo.
    Su come il critico sia uno dei moderni gerarchi della dittatura occidentale ne parleremo a suo tempo. Per ora ci basti dire che se si volesse far fallire Facebook, basterebbe fare una cosa semplicissima: che attraverso gli stessi media che ne hanno diffuso l’immagine, si inizi a parlarne male, offendere sottilmente chi ne fa parte, a trovare “fighi” altri posti e altri luoghi. Anche senza che ve ne sia un valido motivo.

    Il che ci porta a Meta, la nuova creatura di Zuckerberg. Di per sé, neanche Meta è un progetto tecnologicamente innovativo. La realtà virtuale esiste da almeno trent’anni. Certo, nel tempo si sono fatti dei passi avanti, le schede grafiche sono molto più performanti e quella che trent’anni fa era una cosa avveniristica e futuristica, oggi potrebbe diventare realtà. Ma pensare che a deciderne il successo o l’insuccesso di Meta sarà la qualità del progetto e la capacità del consumatore di riconoscerne le opportunità e i rischi, significa non aver capito nulla dell’esperienza covid, di come l’umanità sia manipolabile.
    La persona razionale, intelligente, in possesso di una volontà autonoma, di una consapevolezza della realtà circostante, non troverà niente di eccitante nel partecipare ai concerti del proprio idolo con un’armatura addosso, saltellando come se si fosse ad un concerto degli Skunk Anansie. O nel fare sesso con l’immagine di una donna, mentre un dispositivo elettronico gli prende il coso e glielo stimola. E non si tratta di essere vecchi o di opporsi alla tecnologia. L’informatica è il mio mestiere. Ma solo un malato di mente preferisce al sesso reale quello virtuale, al concerto dal vivo, un concerto al quale assistere con un’armatura. Questo è ciò che penserebbe una persona sana di mente. Ma se un sistema di potere imporrà attraverso i suoi critici di regime, le sue riviste tecnologiche, i suoi canali media ufficiali, tutti legati direttamente o indirettamente agli stessi centri di potere che poi decideranno di finanziare Meta come hanno finanziato Facebook, di parlarne bene, ecco che Meta diventerà la novità della terza decade del terzo millennio, qualcosa di fighissimo, di meraviglioso, di irrinunciabile. E io il cretino che “non vuole adeguarsi al tempo che passa”. E dato che quando Meta entrerà nel vivo, io dovrei avere una cinquantina d’anni (più o meno si prevedono dai cinque ai dieci anni perché diventi una realtà consolidata) ecco che mi si darà del vecchio babbione che non capisce i giovani.

    Una volta che si chiarisce questo, si arriva alla risposta secondo me più opportuna alla domanda “Meta sarà un successo o un flop?”. E la mia risposta è una: dipende dalla sorte personale di Zuckerberg.
    E al riguardo, non si annuncia bel tempo a Palo Alto. Zuckerberg da un po’ di tempo gode di una pessima fama all’interno del sistema di potere americano e la cosa più grave è che questa diffidenza è bipartisan. E nasce prevalentemente dalla cronica incapacità, ammessa anche dai suoi collaboratori, da parte del fondatore di Facebook di capirne di politica.
    Quando Zuckerberg qualche anno fa annunciò che avrebbe fondato un partito, i suoi collaboratori gli diedero praticamente del matto. E molti di loro minacciarono di dimettersi, chiedendosi tra loro “Ma non è che siamo nelle mani di un cretino?”. E non è solo per questa scelta infausta. E’ che Zuckerberg di politica non sa nulla, non ha la minima dimestichezza di certi meccanismi. Come tutti quelli che non hanno il senso della politica, è completamente privo di una visione. E questo è il primo difetto che non deve avere qualcuno che deve combattere una battaglia politica, sia come politico, sia come gestore di un’azienda che per le sue dimensioni finisce sotto la lente della politica.
    Quando si dice che Zuckerberg è un arnese della sinistra americana, si dice una sciocchezza. Il fondatore di Facebook in realtà è notoriamente di destra. Semplicemente ad un certo punto si è trovato di fronte ad un bivio. Da una parte, la sinistra gli chiedeva con insistenza e facendogli enormi pressioni di bannare tutti i gruppi legati alla destra americana e in generale a tutte le destre europee. Cosa che, contrariamente a ciò che si sostiene e a quanto le censure continue darebbero a pensare, Zuckerberg non vorrebbe fare perché consapevolissimo che così si esporrebbe alla vendetta delle destre. Dall’altro, le destre sono sempre più consapevoli che oggi come oggi Zuckerberg è, volente o nolente, una marionetta nelle mani della sinistra DEM americana e quindi sempre più si assiste alla tendenza da parte della dissidenza di radunarsi altrove. A questo punto, una persona con un minimo raziocinio opera una scelta: o si mette sotto la sinistra o si mette sotto la destra, assumendosene i rischi e dunque la responsabilità – in entrambi i casi gravosi – e guadagnandosi così la benevolenza di una delle due parti. Perché la vera cosa che pochi sembrano aver capito è che ormai, in Occidente, è in atto una guerra civile tra mondi contrapposti, che già c’era prima del covid e che la pandemia ha solo ufficializzato.
    Invece Zuckerberg ha gigioneggiato, col risultato di aver conquistato le diffidenze sia della sinistra che della destra. Ed essere diventato un nemico per entrambe.

    In più, c’è da dire che la deriva di Facebook a nazione digitale è sempre più conclamata. Ed è stata suffragata sia da Cambridge Analytica – che non ha fatto altro che ufficializzare il segreto di Pulcinella che i nostri dati vengono utilizzati per fini politici – sia dalla notizia che Zuckerberg ha coniato la sua moneta digitale, Libra. Entrambe cose che fanno apparire sempre più chiara a tutti la volontà da parte del fondatore di creare una sorta di stato digitale. Cosa che naturalmente fa paura a tutti gli stati tradizionalmente intesi. I quali a quel punto, con una scusa o l’altra, potrebbero farlo fuori, prima che il buon Mark, dopo aver coniato la sua moneta digitale, non decida di farsi un esercito personale, di mercenari o magari di criminali, cosa per le quali avrebbe tutti i mezzi e che non è escluso che stia già accadendo.
    Oggi come oggi, la convinzione dei centri della politica è che Facebook sia diventato troppo pericoloso. E fin quando la cosa la dice quel cattivone di Trump che è stato bannato, è un conto. Quando incomincia a dirlo la sinistra americana, che dell’ascesa di Facebook è stata la protagonista, ciò vuol dire che all’orizzonte di Palo Alto si stagliano nuvoloni nerissimi.

    E questo influisce anche sulla sorte di Meta. Che è legata a quella del suo fondatore. Se Meta dovesse essere vista come un pericolo per gli stati, ecco che partirà l’ordine dall’alto di non nominarla, di non citarla neanche per sbaglio, di parlarne ma sempre in maniera negativa. E sarà un flop.
    Se nel frattempo, lo stesso sistema che ha protetto e appoggiato Facebook avesse per le mani un altro diciottenne che dal cesso di casa sua (ormai i garage, specie con quello che costano, non sono più di moda, uno deve fondare un social network per comprarsene uno) dopo aver consumato un lauto pasto, crea un social network di mangiatori di cacca, Caccabook, e dicesse che la coprofagia è figa e che mangiare la pupù sarà l’alternativa al consumo di carne da parte di quei cattivoni che la mangiano, assisteremo ad un consumo massiccio di merda che diventerà mainstream.
    Non c’entrano nulla le scemenze di chi, come Paolo Attivissimo, parla di Meta come una seconda Second Life (tipico di chi non sa cosa fosse Second Life, che peraltro per la cronaca è ancora in attività) di chi dandosi arie da “giovanologo” ci spiega che Facebook non piace ai ragazzini – come se i ragazzini rimanessero tali in eterno e giocassero sempre ai videogiochi – o ancor peggio dei fessi che da dieci anni strologano sul declino di Facebook, venendo puntualmente smentiti dai dati.
    C’entra che nella dittatura occidentale, non vieni obbligato ad andare su Facebook o su Meta se non vuoi andarci. Semplicemente vieni emarginato se non lo fai, vieni trattato da persona strana, di cui diffidare. Esattamente il meccanismo che è alla base del green pass. Non è obbligatorio vaccinarsi, ti viene semplicemente resa la vita impossibile se non lo fai. Se la dittatura occidentale, attraverso i suoi critici da strapazzo, dice che è giusto espellere da ogni consesso civile i non vaccinati e che caccabook è figo, tutti espelleranno i non vaccinati e diventeranno tutti mangiatori di merda. Perché se c’è una cosa che l’esperienza del covid ha insegnato è che l’individuo non conta nulla in quanto tale. Conta solo se inserito all’interno di una massa. Che per definizione è acritica. E se la massa dice che bisogna mettersi le mascherine, farsi il vaccino e mangiare merda, un individuo per non essere ridotto all’irrilevanza sociale e alla miseria, dovrà mettersi la mascherina, farsi il vaccino e mangiare merda.


    A quel punto, il grosso problema sociale sarà l’alitosi generale, specie nei luoghi al chiuso. Ma se oserete lamentarvene, verrete bannati perché il vostro post non rispetta gli standard della comunità. E poi diciamoci la verità, che sarà mai mangiare un po’ di merda. Come recitava una famosa battuta, miliardi di mosche non possono essersi tutte sbagliate.

    https://www.ildetonatore.it/2021/11/...franco-marino/

  2. #2
    email non funzionante
    Data Registrazione
    06 Apr 2009
    Località
    Monviso
    Messaggi
    59,682
     Likes dati
    17,662
     Like avuti
    23,045
    Mentioned
    819 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)
    Inserzioni Blog
    6

    Predefinito Re: Facebook e le pecore verso la meta

    wow da incorniciare. grazie!
    Finalmente qualcosa di negativo su Merderberg.
    Possiamo concludere che tutto il peggio che succede in Italia e' dovuto alle elites PD ed al vaticano?
    Stupri, attentati, invasione, fallimenti, disoccupazione, emergenza sociale, denatalita',violenza verbale , suicidi, omicidi....

 

 

Discussioni Simili

  1. Risposte: 0
    Ultimo Messaggio: 19-04-18, 15:29
  2. Risposte: 9
    Ultimo Messaggio: 06-11-14, 14:52
  3. Testa bassa e pedalare, ma verso quale meta?
    Di Danny nel forum Il Termometro Politico
    Risposte: 6
    Ultimo Messaggio: 04-02-10, 21:30
  4. A metà strada verso la vetta
    Di Yggdrasill nel forum Esoterismo e Tradizione
    Risposte: 2
    Ultimo Messaggio: 22-04-06, 14:02

Tag per Questa Discussione

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
[Rilevato AdBlock]

Per accedere ai contenuti di questo Forum con AdBlock attivato
devi registrarti gratuitamente ed eseguire il login al Forum.

Per registrarti, disattiva temporaneamente l'AdBlock e dopo aver
fatto il login potrai riattivarlo senza problemi.

Se non ti interessa registrarti, puoi sempre accedere ai contenuti disattivando AdBlock per questo sito