Dopo più di una settimana di sciopero, con picchetti, mobilitazioni intercategoriali e cortei, gli operai del Porto del Pireo sono riusciti a piegare la COSCO (monopolio statale cinese e proprietaria del 69% delle azioni del Porto), costretta dai blocchi e dalle mobilitazioni di questi giorni a cedere alle rivendicazioni dei lavoratori, tra cui spiccano la stabilizzazione dei lavoratori precari attraverso assunzioni dirette, diminuzione dei ritmi di lavoro con incremento di operai impiegati, aumenti salariali, salute e sicurezza al primo posto nel luogo di lavoro.
Questa straordinaria mobilitazione, a cui si sono uniti studenti e lavoratori di altre categorie, inizia dopo che un operaio di 45 anni, alla termine di un turno di lavoro di più di 10 ore, perde la propria vita nel molo 2, tagliato in due da una gru. I lavoratori, appena appreso l’accaduto, decidono di fermarsi per denunciare le gravi condizioni di sfruttamento a cui erano soggetti, condizioni peggiorate enormemente da quando nel porto era subentrata la COSCO e indicando in questa il vero responsabile dell’omicidio del portuale.
L’azienda ha intrapreso un braccio di ferro con gli operai, rifiutando fino a ieri addirittura di ricevere una delegazione dei lavoratori e denunciando lo sciopero come illegale, prassi purtroppo assai comune in Grecia dove vigono da questa estate leggi antisciopero estremamente stringenti. Ciononostante, la combattività e la forza dei portuali greci ha piegato l’azienda, obbligandola ad accettare tutti i punti della piattaforma rivendicativa.
I portuali greci insegnano a tutti noi che è possibile alzare la testa, è possibile lottare ed è soprattutto possibile vincere.
Anche qua in Italia è necessario costruire un forte movimento di classe che, partendo dai lavoratori combattivi di questo paese, possa diventare l’opposizione sociale alle politiche dei capitalisti, del Governo e dell’Unione Europea, politiche che non fanno altro che produrre sempre più morti sul lavoro, licenziamenti, incremento ritmi di lavoro e dello sfruttamento.
Alla precarietà, alle morti e alla macelleria sociale si risponde con la coscienza, l’organizzazione e la combattività della classe operaia. Al fronte unico dei padroni si risponde con il fronte unico di classe degli sfruttati, per difendere la nostra sicurezza, la nostra salute, i nostri salari.
tinyurl.com/5cxcecxr