MILANO - In Italia sarebbe necessario «coniugare la crescita con l'austerità di bilancio, e la Germania in questo è un grande esempio». Lo ha detto il governatore di Bankitalia e presidente del Financial Stability Board Mario Draghi. L'austerity di oggi - spiega Draghi - è diversa rispetto a quella degli anni '70. «È già stata avviata con alcune misure di riduzione del deficit» aggiunge il governatore della Banca d'Italia, osservando come l'austerity dovrebbe essere portata avanti guardando «alla composizione di bilancio posta per posta e tagliando dove è necessario».
RIFORMA DELLA FINANZA - La riforma della finanza «non è un'impresa finita. Sono stati fatti progressi ma resta da fare» ha poi aggiunto Draghi sottolineando come sia necessario ora mettere in atto le regole approvate. Nel mondo delle banche «si assiste ad un ritorno a delle pratiche di prima della crisi ma è molto limitato e le banche allineano molto meglio di prima le remunerazioni alla gestione dei rischi» ha detto ancora Draghi.
TREMONTI - In precedenza il ministro dell'Economia Giulio Tremonti nel discorso depositato all'IMFC, il braccio operativo del Fondo Monetario Internazionale, aveva sottolineato come in Italia «il tasso della ripresa si è rafforzato nel secondo semestre del 2010. I recenti indicatori puntano su una ulteriore ripresa economica nella seconda metà dell'anno anche se a velocità ridotta. Questo trend è in linea con quanto atteso per gli altri paesi europei». In Italia la ripresa, secondo Tremonti, «dovrebbe essere sostenuta dall'assenza di grandi squilibri. Il sistema bancario italiano è rimasto per la gran parte immune dalle turbolenze dei mercati internazionali, e il settore immobiliare è stato solo marginalmente colpito dalla correzione dei mercati». Il livello del debito del settore privato rispetto al Pil - prosegue il ministro - «è relativamente più basso se confrontato con le altre economie avanzate. Il tasso di disoccupazione resta sotto la media dell'area euro in seguito alle diverse misure adottate per mantenere l'occupazione nonostante il rallentamento della produzione e le nuove politiche attive per il mercato del lavoro».
Corriere della Sera