Originariamente Scritto da
Giò
Che le possa usare
male non significa che non godano di un primato sulle altre. Non mi pare un argomento dirimente, questo. Perciò, o si confuta l'asserzione che l'intelletto goda di una superiorità sui sensi e sulle facoltà vegetative dell'uomo o si deve ammettere che le facoltà intellettive godono di un primato su quelle sensitive e vegetative. E dato che la differenza specifica dell'uomo è data dalla sua razionalità vorrà dire che l'uomo tanto più realizzerà la propria natura nei suoi comportamenti quanto più si conformerà al suo essere razionale.
Merovingio, visto che hai affrontato diverse volte discussioni del genere, col sottoscritto e non solo, dò per scontato che tu sappia il significato di determinate parole e di determinati concetti. Se per te il significato di alcuni termini va esplicitato, non c'è problema. Mi rendi il "lavoro" più lungo, ma se pensi che sia l'unico modo per affrontare l'argomento mi adeguerò. Nella mia frase "l'anima dell'uomo è anima spirituale, cioè spirito" comunque c'è più una precisazione terminologica che concettuale. Era per indicare che, nel caso dell'uomo, anima = spirito. Che cos'è l'anima umana? L'anima è il principio vitale che fa conoscere e muovere l'uomo, informandone il corpo. Con l'espressione "anima spirituale" s'intende rimarcare che l'anima dell'uomo è immateriale ed immortale. Come sappiamo che l'anima dell'uomo è immateriale? Grazie alla capacità d'astrazione dell'intelletto, noi arriviamo a conoscere le proprietà dell'essere come la verità, la bontà e l'unità, così come arriviamo a conoscere i principi primi dell'essere stesso come il principio di identità, di non contraddizione, di causalità e di finalità. L'oggetto di questa conoscenza è immateriale: possiamo provare ad immaginare (immaginare vuol dire figurarcelo nella mente, a scanso di equivoci) un ente in particolare, ma non l'ente in quanto tale. Ciò non toglie che lo possiamo intendere grazie alla nostra capacità astrattiva. "L'immaterialità dell'oggetto conosciuto dalla nostra intelligenza dimostra l'immaterialità dell'intelligenza stessa, e poiché l'operare segue l'essere e il modo di operare segue al modo di essere, l'immaterialità dell'operazione intellettuale manifesta l'immaterialità della natura stessa dell'anima umana" (R. Garrigou-Lagrange, Sintesi tomistica, Fede & Cultura, 2015, p. 195). Qui sinceramente non vedo non sequitur.
Per quale ragione un regresso finito dimostrerebbe l'esistenza di un primo ed unico motore immobile solo se fosse dimostrato un progresso infinito? Se anche domani cessasse di esistere tutto quanto, rimarrebbe comunque la prima causa incausata/il primo motore immobile che aveva creato tutto l'esistente.
E allora? Che il corpo del cane, una volta morto il cane stesso, si trasformi, dopo un processo di decomposizione, in polvere non significa che il cane esista ancora.
Dovresti spiegarmi perché sarebbe soggettivo che il più nobile sia "migliore" del meno nobile. Sarebbe come dire che è soggettivo che la perfezione sia migliore dell'imperfezione! Al massimo, potresti dire che è soggettivo individuare la maggiore o la minore nobiltà oppure che è soggettivo individuare una maggiore o minore perfezione, ma che, concettualmente, la maggior nobiltà sia peggio della minor nobiltà è una cosa che devi dimostrare tu.
Spero che tu non abbia pensato che nella quinta via si affermi che gli enti inanimati siano intelligenti
Quello che si vuol dire nella quinta via è che, visto che gli esseri inanimati seguono comunque una direzione, oggi diremmo delle leggi, vuol dire che c'è "qualcosa" che è ragione ultima del loro movimento (movimento = moto = divenire = passaggio dalla potenza all'atto) in quanto ha conoscenza ed intelligenza.