I prezzi devono essere determinati da un mercato di imprese cooperative di proprietà di lavoratori e consumatori, non dallo Stato
"La guerra non è che la continuazione della politica con altri mezzi." Carl von Clausewitz
"Tanti di loro sono così assuefatti, così dipendenti dal sistema, che combatterebbero per difenderlo." The Matrix
Cos'è il Socialismo
Lo stato potrebbe decidere di vendere dei prodotti ad un certo prezzo, senza proibire ad altri di vendere a prezzi diversi. E in effetti già lo fa. (Scuola, sanità, previdenza, ...)
E' ovvio che questo distorce il libero mercato, ma per certi beni la cosa é utile, e per altri beni in determinate circostanze potrebbe esserlo.
I prezzi sono il frutto di un'equilibrio precario che scaturisce da una temporanea identita' di opinioni tra chi vende e chi compra.
Lo stato e' un estraneo in quel contesto, e se decidesse lui il prezzo otterremmo due sole possibili conseguenze :
- se il prezzo fosse piu' basso di quello di mercato, la roba sparirebbe dagli scaffali... l'incentivo a produrre si ridurebbe, e il bene diverrebbe introvabile (oppure disponibile al mercato nero al prezzo di mercato, piu' il costo del rischio di stare fuorilegge).
- se fosse piu' alto di quello di mercato, il bene rimarrebbe invenduto... acquirenti con minore capacita' di spesa farebbero a meno.
Questo ovviamente vale per qualsiasi bene, anche ad esempio per il lavoro. Infatti per il lavoro lo stato di fatto decide lui i prezzi (in generale piu' alti di quelli di mercato), ed infatti molta merce rimane invenduta (disoccupati).
L'esempio non e' molto calzante, dato che il prezzo dei servizi pubblici (scuola, cure mediche, etc) non e' pagato volontariamente, ma estorto in anticipo sottoforma di tasse. Se entra in gioco la coercizione, lo scambio non e' piu' volontario, e diviene impossibile conoscere quale sarebbe stato il comportamento del compratore o del venditore.... e con cio' diviene impossibile conoscere il valore dei beni...