Originariamente Scritto da
emv
La distinzione essendi-fiendi costringe a entrare a fondo nelle difficoltà dei distinguo della filosofia dell'essere di S. Tommaso. Ora se ne vedo l'applicazione all'esistenza degli enti non ne vedo l'applicazione alla sussistenza, che è l'esser-ci dell'ente. La ragion d'essere dell'effetto, Dio, fa esistere la natura ma questa esistenza non basta.
L'esistenza è l'essenza dell'ente che si dà nel tempo ma la sussistenza è l'essenza che perdura nel tempo. L'esistenza è data dall'atto creativo di Dio (causa essendi). La sussistenza invece è data in due modi. Attiva, d'inerzia, mediante le cause seconde (causa fiendi). Per questo l'anima vegetativa e sensitiva si trasmettono per generazione. Passiva, per grazia di Dio. La grazia è l'atto libero da necessità per cui Dio"non toglie" all'essere la Sua volontà che l'ente sussista. Non toglie e non "dà", perchè non si può aggiungere nulla all'essere. "In lui infatti viviamo, ci muoviamo, esistiamo" (At 17, 28). Non possiamo dire che sia una causa essendi poichè non si può aggiungere niente all'essere.
Dio non priva l'ente della volontà che questi sussista e questa è il modo passivo con cui Dio ci sostiene nell'esistenza.
Ora, Dio fa sussistere le cose nel tempo, uomo e resto della natura, in due modi. 1) In modo attualmente finito gli altri enti della natura che sappiamo per verità rivelata che ha resi caduchi per pietà verso l'uomo, "essa infatti è stata sottomessa alla caducità - non per suo volere, ma per volere di colui che l'ha sottomessa" (Rm 8, 20). 2) In modo attualmente ininterrotto e potenzialmente infinito per l'ente uomo perchè finora non ha ritirato la sua volontà che sussista in eterno. Questa volontà, dalla natura Dio l'ha ritirata in seguito al peccato originale. Pertanto fino a che Dio non toglie questo sostegno passivo la sussistenza dell'ente uomo perdura attivamente per mezzo della cause seconde.
Certo Dio non toglierà mai la sua volontà di sussistenza all'uomo perchè è infinitamente buono, ma essendo anche infinitamente libero, potenzialmente potrebbe.
Dopo la morte l'anima continua a sussistere come anche il corpo che si trasforma. Quindi l'uomo ha in sè la sua sussistenza e in questo l'uomo è ad immagine di Dio.
Ma è diverso da Dio perchè ha la causa della sua sussistenza in sè solo per partecipazione essendo passiva.
Perchè solo Dio ha in sè la causa della sua sussistenza attiva avendo in sè anche la causa della sua esistenza mentre l'uomo ha la sua causa di sussistenza condizionata alla volontà di Dio non avendo in sè la causa della sua esistenza. E quindi, la sua, è una sussistenza limitata "sub condicione" ma reale ed efficiente perchè attivamente va avanti di inerzia nelle cause seconde.
Non so se mi sono spiegato... riletto 100 volte.. il nodo per me è che l'esistenza dell'ente non è la sua sussistenza. Usando delle immagini, è come se l'ente dall'essenza entra nell'esistenza per un attimo e diventa da idea oggetto. Ma per durare nell'esistenza occorre che Dio, la sua causa essendi, non faccia mancare la sua volontà che continui ad esistere. Questa è una grazia passiva. Perchè Dio non può aggiungere nulla di più all'essere (l'essere è somma delle perfezioni). E ciò è indispensabile altrimenti Dio avrebbe "messo in moto" l'universo che procederebbe per conto suo senza possibilità di modificarlo, e ciò sarebbe deterministico, negando la libertà di Dio e la grazia.