Foto del film “Il portiere di notte”.

A Carpi, in provincia di Modena, nei ”Musei di Palazzo dei Pio” prosegue fino al 6 gennaio 2022 l’esposizione di documenti originali del film “Il portiere di notte”, del 1974, realizzato dalla regista carpigiana Liliana Cavani.

La sceneggiatura, scritta dalla stessa Cavani e da Italo Moscati, racconta la vicenda dell’ex ufficiale delle SS addetto in Germania ai campi di sterminio, Miximilian Theo Aldorfer (interpretato dall’attore Dirk Bogarde), impiegato con falso nome come portiere di notte all’Hotel dell’Opera, a Vienna nel 1957.

Una sera, fra i tra i tanti clienti dell’albergo, Max vede la bella Lucia Aherton, moglie del direttore d’orchestra del teatro lirico viennese, che a quindici anni era i in un campo d’internamento perché ebrea.

Lucia riconosce nel portiere di notte l’aguzzino che, facendosi passare per medico, l’aveva legata in un morboso rapporto sadomasochistico.



I due, ancora reciprocamente attratti sessualmente ricominciano il loro torbido ménage fra i ricordi degli orrori vissuti durante la carcerazione della ragazza.



Fra i numerosi frequentatori occasionali dell’albergo ci sono ex nazisti criminali di guerra, che tengono riunioni segrete nell’hotel, per programmare strategie adatte a far sparire prove che possano collegarli ai loro crimini di guerra.
Max prepara con questi ex-nazisti la sua posizione per un suo ipotetico imminente processo nel tribunale di guerra condotto dagli alleati, elaborando un finto processo segreto per capire come reagire durante gli interrogatori, per sopprimere ogni residuo senso di colpa e, anche, per ricordarsi ogni dettaglio eventualmente presente negli archivi, che, in questo caso, doveva essere distrutto, o ricordare i nomi di possibili testimoni da intimidire o eliminare.

Due dei camerati nazisti di Max (Klaus e Hans, interpretati da e Philippe Leroy e Gabriele Ferzetti) sanno della relazione di Maximilian con la giovane e considerano la donna una testimone pericolosa per il loro passato,perciò vogliono ucciderla.

Max e Lucia, lui in divisa da SS e lei con la camicia da ragazzina, lasciano l’appartamento nel quale si sono rifugiati per tentare la fuga, ma su un ponte sopra il fiume Danubio vengono abbattuti a colpi di pistola dai due ex ufficiali nazisti.

Il film, che fece conoscere Liliana Cavani a livello internazionale, provocò scandalo e critiche sia per le sequenze erotiche sia per la rappresentazione della violenza presente nel campo di sterminio.