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E' giunto il momento, seppure in forte ritardo, di precisare alcune cosette sul diritto costituzionale di riunione e manifestazione, imbracciato, impugnato, dai fascisti (come si vede chiaramente dalle bandiere tricolori abitualmente utilizzate nelle loro manifestazioni) per giustificare la loro ormai intollerabile -anche perché dura da quindici o diciotto finesettimana- aggressione all'ordine pubblico, alla socialità delle persone, che devono rinunciare a serene passeggiate e shopping nelle vie del centro urbano delle città, ai commercianti che devono rinunciare agli incassi dello shopping negato. A parte il fatto che questa di Milano era una manifestazione non annunciata, e per ciò stesso illegale, il diritto di manifestare, costituzionalmente garantito, è un modo di comunicare pubblicamente un certo modo di pensare. Bene, ormai conosciamo tutti molto bene il 'pensiero' che sta sotto queste manifestazioni, che è invariato; per cui queste manifestazioni non intendono comunicare alcun pensiero, ma piuttosto sfogare, quasi sempre in modo violento, rabbia e frustrazione. La Costituzione non può essere strumentalizzata e vilipesa in questo modo. Basta con questi assalti settimanali. Non se ne può più. La tolleranza non deve diventare inerzia, dabbenaggine. Bisogna elevare, nella misura strettamente necessaria e proporzionata, il livello della difesa civica da parte delle forze dell'ordine.