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  1. #481
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    Predefinito Re: Il nucleare è pericoloso

    Citazione Originariamente Scritto da gianc Visualizza Messaggio
    Con una piccola differenza, che il nucleare ce l'hai 24 ore su 24, il sole non di notte e di giorno quando gli pare a lui.
    Solo per precisare eh !
    https://www.qualenergia.it/articoli/...-hydrostorage/

    Il futuro dell’accumulo con il pompaggio: l’hydrostorage


    Tutto ciò porta a pensare che per allora serviranno sistemi per immagazzinare l’energia prodotta quando c’è molto vento e sole, in modo da non sovraccaricare la rete e poterla poi usare quando invece verrà a mancare.

    Ma come farlo?

    Si parla tanto di batterie, ma gli accumulatori costano ancora cari: il sistema di stoccaggio per l’eolico di Darlington, in Gran Bretagna, per esempio, costerà 7 milioni di dollari per una capacità di 5 MWh, e per la regolazione su scala nazionale della rete si parla di GWh, se non di TWh, cioè energie da immagazzinare da 1000 a un milione di volte maggiori.

    Un rapporto dell’European Joint Research Institute del 2013 stima al 2040 in 40 TWh la necessità ulteriore di immagazzinamento di energia, anche per durate di mesi: se dovessimo soddisfarla con le batterie dovremmo comprarne per migliaia di miliardi di euro.

    Siamo condannati a svenarci, per rispettare gli obiettivi europei?

    Pensa proprio di no eStorage, un consorzio di ricerca finanziato dall’Unione Europea che recentemente ha redatto un rapporto (presentazione in allegato in basso) sulle possibilità continentali di immagazzinare energia con il sistema più semplice ed economico conosciuto: il pompaggio di acqua da un bacino in basso a uno in alto, per poi recuperare l’energia immagazzinata, facendo ripassare l’acqua attraverso una turbina, il cosiddetto hydrostorage. In questo modo si può immagazzinare elettricità a prezzi stracciati, anche meno di 5000 dollari per MWh di capacità, contro il milione delle attuali batterie.

    Considerando solo i bacini esistenti , ma non ancora usati per il pompaggio, eStorage ha individuato una potenzialità di 2,3 TWh quotidiani di hydrostorage, di cui 154 GWh in Italia, che potrebbero in un anno, ipotizzando un uso quotidiano, consentire di immagazzinare e rilasciare circa 840 TWh di elettricità (di cui 56 TWh in Italia), circa un quarto di tutti i consumi annuali europei. Visto che in questi anni in Europa si immagazzina con l’idroelettrico in media solo sui 30 TWh annui, vorrebbe dire che le potenzialità sono quasi 30 volte più grandi.

    Secondo eStorage, quindi, fra infrastrutture già esistenti e quelle che potremmo rapidamente costruire, l’immagazzinamento di elettricità per la rete è un “non problema” per l’Europa.

    Eppure a noi italiani qualche dubbio viene: la nostra attuale capacità di hydrostorage è di circa 8 TWh l’anno, ma ormai da molti anni ne usiamo solo intorno ai 2 TWh l’anno, nonostante la nostra grande produzione di elettricità solare, che sarebbe comodo immagazzinare nei bacini montani.

    Non è che eStorage fa i conti senza l’oste del mercato elettrico?

    «No, è che la presente situazione è molto particolare, ma transitoria», spieaga QualEnergia.it Lee Lenhard, portavoce di eStorage. «È vero che da un lato la crescente presenza di produzione di elettricità non programmabile fa crescere la necessità di usare l’hydrostorage, l’unica tecnologia che permette di immagazzinare TWh elettrici in modo economicamente, oltre che ambientalmente, sostenibile. Ma è vero anche che le energie rinnovabili in Europa godono di incentivi sulla produzione, che permettono spesso ai produttori di non interessarsi molto del prezzo di vendita della loro elettricità sul mercato. C’è poco interesse, quindi, a pensare all’accumulo dell’elettricità in certi momenti del giorno, per rivenderla quando il prezzo è più alto. A peggiorare la cosa il fatto che la presenza di rinnovabili a costo marginale zero, ha portato a un livellamento dei prezzi elettrici fra picco e fuori picco, diminuendo la convenienza dell’accumulo soprattutto se si considera che comunque circa il 20% dell’energia viene perduta fra accumulo e recupero».

    E allora che si può fare?

    «Innanzitutto in futuro – spiega Lenhard – gli incentivi via via spariranno o diminuiranno, rendendo necessario vendere con profitto sul mercato anche l’energia non programmabile, spostandola dalle ore a prezzo basso o nullo, a ore più remunerative. Inoltre stiamo elaborando una serie di raccomandazioni per l’Unione Europea, per l’implementazione di misure che aiutino a far partire il mercato dell’hydrostorage, facendo riconoscere all’immagazzinamento massivo di elettricità il valore che merita per la stabilità della rete e la lotta al cambiamento climatico. Solo un uso massivo di accumulo, infatti, permetterà di accogliere nel sistema elettrico europeo l’enorme quantità di rinnovabili necessarie a decarbonizzare la nostra economia».

    Ma visto che gran parte dell’attuale potenziale di hydrostorage europeo è sottoutilizzato, non sarebbe meglio cominciare a usare quello, piuttosto che pensare a costruirne di nuovo?

    «Certamente, e infatti le norme a cui stiamo pensando si indirizzeranno a rendere più flessibile e conveniente l’uso dell’hydrostorage già esistente. Ma una volta che entrerà nell’uso quotidiano, prevediamo che sarà necessario velocemente incrementarne anche la capacità».

    Ma i bacini sono spesso lontani dai luoghi produzione delle rinnovabili.

    «Questo non è un problema, parlando nell’ottica del bilanciamento su scala nazionale o internazionale. Per la piccola scala, dove magari ci sono problemi locali di “intasamento della rete” in certi periodi di sovraproduzione, possono bastare smart grid che gesticono la domanda e piccoli impianti di accumulo con batterie».

    Però l’hydrostorage sembra una tecnologia ultramatura, senza possibilità di progredire …

    «Non è esatto, per esempio si stanno sperimentando sistemi a velocità di pompaggio variabile, che consentono una regolamentazione fine dell’energia assorbita durante l’accumulo, mentre prima questa regolazione era possibile solo in fase di rilascio dell’acqua. Ci sono anche ricerche per aumentare l’efficienza complessiva dell’hydrostorage, finora ferma all’80% circa».

    Ma l’hydrostorage ha anche un’altra limitazione: ci sono nazioni poco dotate di bacini a diversa altezza.

    «È vero, ma bisogna considerare che si possono usare salti anche modesti: uno dei più grandi impianti di hydrostorage europei è quello di Dinorwig in Inghilterra, che ha un dislivello di appena 100 metri. E per le nazioni del tutto prive di alture significative, come la Danimarca o l’Olanda, sono allo studio sistemi di pompaggio con bacini artificiali costruiti alzando muri di sabbia su bassi fondali marini, oppure accumulando acqua in cavità sotterranee. Ma forse per loro la soluzione più semplice è quella di collegarsi a nazioni con capacità di hydrostorage, come la Norvegia, che oltre alla capacità esistente ha anche il 54% di quella nuova che abbiamo individuato».

    In effetti quella nazione, dopo essere stata la maggiore produttrice di petrolio europea, diventerà l’”Arabia Saudita” dell’hydrostorage continentale: già serve parte delle esigenze di accumulo dell’eolico danese e nel prossimo futuro accumulerà energia anche per la Germania e per la stessa Gran Bretagna, attraverso cavi ad alta capacità disposti sotto al Mare del Nord
    Mi hanno detto che sei fascia, che sei amica di Salvini,
    Ma io so che invece sei normale e quelli sono dei cretini...

  2. #482
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    Predefinito Re: Il nucleare è pericoloso

    Citazione Originariamente Scritto da Giulio962 Visualizza Messaggio
    https://www.qualenergia.it/articoli/...-hydrostorage/

    Il futuro dell’accumulo con il pompaggio: l’hydrostorage


    Tutto ciò porta a pensare che per allora serviranno sistemi per immagazzinare l’energia prodotta quando c’è molto vento e sole, in modo da non sovraccaricare la rete e poterla poi usare quando invece verrà a mancare.

    Ma come farlo?

    Si parla tanto di batterie, ma gli accumulatori costano ancora cari: il sistema di stoccaggio per l’eolico di Darlington, in Gran Bretagna, per esempio, costerà 7 milioni di dollari per una capacità di 5 MWh, e per la regolazione su scala nazionale della rete si parla di GWh, se non di TWh, cioè energie da immagazzinare da 1000 a un milione di volte maggiori.

    Un rapporto dell’European Joint Research Institute del 2013 stima al 2040 in 40 TWh la necessità ulteriore di immagazzinamento di energia, anche per durate di mesi: se dovessimo soddisfarla con le batterie dovremmo comprarne per migliaia di miliardi di euro.

    Siamo condannati a svenarci, per rispettare gli obiettivi europei?

    Pensa proprio di no eStorage, un consorzio di ricerca finanziato dall’Unione Europea che recentemente ha redatto un rapporto (presentazione in allegato in basso) sulle possibilità continentali di immagazzinare energia con il sistema più semplice ed economico conosciuto: il pompaggio di acqua da un bacino in basso a uno in alto, per poi recuperare l’energia immagazzinata, facendo ripassare l’acqua attraverso una turbina, il cosiddetto hydrostorage. In questo modo si può immagazzinare elettricità a prezzi stracciati, anche meno di 5000 dollari per MWh di capacità, contro il milione delle attuali batterie.

    Considerando solo i bacini esistenti , ma non ancora usati per il pompaggio, eStorage ha individuato una potenzialità di 2,3 TWh quotidiani di hydrostorage, di cui 154 GWh in Italia, che potrebbero in un anno, ipotizzando un uso quotidiano, consentire di immagazzinare e rilasciare circa 840 TWh di elettricità (di cui 56 TWh in Italia), circa un quarto di tutti i consumi annuali europei. Visto che in questi anni in Europa si immagazzina con l’idroelettrico in media solo sui 30 TWh annui, vorrebbe dire che le potenzialità sono quasi 30 volte più grandi.

    Secondo eStorage, quindi, fra infrastrutture già esistenti e quelle che potremmo rapidamente costruire, l’immagazzinamento di elettricità per la rete è un “non problema” per l’Europa.

    Eppure a noi italiani qualche dubbio viene: la nostra attuale capacità di hydrostorage è di circa 8 TWh l’anno, ma ormai da molti anni ne usiamo solo intorno ai 2 TWh l’anno, nonostante la nostra grande produzione di elettricità solare, che sarebbe comodo immagazzinare nei bacini montani.

    Non è che eStorage fa i conti senza l’oste del mercato elettrico?

    «No, è che la presente situazione è molto particolare, ma transitoria», spieaga QualEnergia.it Lee Lenhard, portavoce di eStorage. «È vero che da un lato la crescente presenza di produzione di elettricità non programmabile fa crescere la necessità di usare l’hydrostorage, l’unica tecnologia che permette di immagazzinare TWh elettrici in modo economicamente, oltre che ambientalmente, sostenibile. Ma è vero anche che le energie rinnovabili in Europa godono di incentivi sulla produzione, che permettono spesso ai produttori di non interessarsi molto del prezzo di vendita della loro elettricità sul mercato. C’è poco interesse, quindi, a pensare all’accumulo dell’elettricità in certi momenti del giorno, per rivenderla quando il prezzo è più alto. A peggiorare la cosa il fatto che la presenza di rinnovabili a costo marginale zero, ha portato a un livellamento dei prezzi elettrici fra picco e fuori picco, diminuendo la convenienza dell’accumulo soprattutto se si considera che comunque circa il 20% dell’energia viene perduta fra accumulo e recupero».

    E allora che si può fare?

    «Innanzitutto in futuro – spiega Lenhard – gli incentivi via via spariranno o diminuiranno, rendendo necessario vendere con profitto sul mercato anche l’energia non programmabile, spostandola dalle ore a prezzo basso o nullo, a ore più remunerative. Inoltre stiamo elaborando una serie di raccomandazioni per l’Unione Europea, per l’implementazione di misure che aiutino a far partire il mercato dell’hydrostorage, facendo riconoscere all’immagazzinamento massivo di elettricità il valore che merita per la stabilità della rete e la lotta al cambiamento climatico. Solo un uso massivo di accumulo, infatti, permetterà di accogliere nel sistema elettrico europeo l’enorme quantità di rinnovabili necessarie a decarbonizzare la nostra economia».

    Ma visto che gran parte dell’attuale potenziale di hydrostorage europeo è sottoutilizzato, non sarebbe meglio cominciare a usare quello, piuttosto che pensare a costruirne di nuovo?

    «Certamente, e infatti le norme a cui stiamo pensando si indirizzeranno a rendere più flessibile e conveniente l’uso dell’hydrostorage già esistente. Ma una volta che entrerà nell’uso quotidiano, prevediamo che sarà necessario velocemente incrementarne anche la capacità».

    Ma i bacini sono spesso lontani dai luoghi produzione delle rinnovabili.

    «Questo non è un problema, parlando nell’ottica del bilanciamento su scala nazionale o internazionale. Per la piccola scala, dove magari ci sono problemi locali di “intasamento della rete” in certi periodi di sovraproduzione, possono bastare smart grid che gesticono la domanda e piccoli impianti di accumulo con batterie».

    Però l’hydrostorage sembra una tecnologia ultramatura, senza possibilità di progredire …

    «Non è esatto, per esempio si stanno sperimentando sistemi a velocità di pompaggio variabile, che consentono una regolamentazione fine dell’energia assorbita durante l’accumulo, mentre prima questa regolazione era possibile solo in fase di rilascio dell’acqua. Ci sono anche ricerche per aumentare l’efficienza complessiva dell’hydrostorage, finora ferma all’80% circa».

    Ma l’hydrostorage ha anche un’altra limitazione: ci sono nazioni poco dotate di bacini a diversa altezza.

    «È vero, ma bisogna considerare che si possono usare salti anche modesti: uno dei più grandi impianti di hydrostorage europei è quello di Dinorwig in Inghilterra, che ha un dislivello di appena 100 metri. E per le nazioni del tutto prive di alture significative, come la Danimarca o l’Olanda, sono allo studio sistemi di pompaggio con bacini artificiali costruiti alzando muri di sabbia su bassi fondali marini, oppure accumulando acqua in cavità sotterranee. Ma forse per loro la soluzione più semplice è quella di collegarsi a nazioni con capacità di hydrostorage, come la Norvegia, che oltre alla capacità esistente ha anche il 54% di quella nuova che abbiamo individuato».

    In effetti quella nazione, dopo essere stata la maggiore produttrice di petrolio europea, diventerà l’”Arabia Saudita” dell’hydrostorage continentale: già serve parte delle esigenze di accumulo dell’eolico danese e nel prossimo futuro accumulerà energia anche per la Germania e per la stessa Gran Bretagna, attraverso cavi ad alta capacità disposti sotto al Mare del Nord
    Parliamo sempre di briciole.
    E di invasi immensi che mangeranno suolo.
    E i rendimenti delle turbine che ripompano l'acqua che abbatteranno l'energia reale accumulata.
    E enormi batterie per contenere piccole riserve di energia.
    E di impianti industriali che si mangerebbero le riserve in due giorni.
    Ci vuole un minimo di conoscenza tecnica che non riesco a vedere nei credenti delle rinnovabili.
    "Si possono beffare tutte le persone per alcuni periodi di tempo e alcune persone per tutto il tempo, ma non si possono beffare tutte le persone per tutto il tempo". Abramo Lincoln

  3. #483
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    Predefinito Re: Il nucleare è pericoloso

    Citazione Originariamente Scritto da gianc Visualizza Messaggio
    Parliamo sempre di briciole.
    E di invasi immensi che mangeranno suolo.
    E i rendimenti delle turbine che ripompano l'acqua che abbatteranno l'energia reale accumulata.
    E enormi batterie per contenere piccole riserve di energia.
    E di impianti industriali che si mangerebbero le riserve in due giorni.
    Ci vuole un minimo di conoscenza tecnica che non riesco a vedere nei credenti delle rinnovabili.
    Probabilmente già esistono parecchie dighe che hanno anche un altro invaso sotto.

    ...si recupera l'80% dell'energia spesa per ricaricare le dighe, poi i prezzi dell'energia dovrebbero variare secondo i periodi,
    quindi chi consuma molta energia dovrebbe guardare le previsioni del tempo e consumare più energia nei periodi di prezzo basso e magari fare manutenzione o abbassare la produzione quando l'energia e cara,

    invece di pagare tanto una centrale nucleare dovrebbero pagare tanto per rendere competitive le fabbriche, facendo in modo che siano in funzione quando conviene, ..se fossero tutte automatiche potrebbero accendersi e spegnersi sa sole
    Dire che uno Stato non può perseguire i suoi scopi per mancanza di denaro è come dire che un ingegnere non può costruire strade per mancanza di chilometri - Ezra Pound

  4. #484
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    Predefinito Re: Il nucleare è pericoloso

    https://www.automoto.it/elettrico/me...olar-roof.html

    Mercedes lancia un nuovo accessorio destinato a prender piede: il solar roof

    Attaccare i pannelli solari alle auto sembra un'idea entusiasmante, conveniente e rivoluzionaria finché non si guardano i vantaggi tangibili che possono offrire. Mercedes-Benz ,dato che crede nei pannelli solari , ha pensato bene di iniziare a proporli sui propri veicoli elettrici in produzione dal 2024

    Questa notizia arriva da una conferenza stampa in cui Markus Schäfer, CTO di Mercedes-Benz, parla della nuova Vision EQXX ." I clienti avranno probabilmente la possibilità in futuro di optare per tetti in vetro completi senza interruzioni, o tetti solari, che sono estremamente esteticamente attraenti, ma avranno anche il vantaggio di inserire energia aggiuntiva nella batteria":

    Se si analizza ed esamina l'implementazione di un tetto solare da parte di Mercedes nella Vision EQXX, i punti a favore sono piuttosto vantaggiosi. In una sola giornata con condizioni ideali, Mercedes dichiara un implementazione fino a 25 km di autonomia in più nei viaggi a lunga distanza grazie all’utilizzo di pannelli solari della Vision EQXX

    Mi hanno detto che sei fascia, che sei amica di Salvini,
    Ma io so che invece sei normale e quelli sono dei cretini...

  5. #485
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    Predefinito Re: Il nucleare è pericoloso

    Citazione Originariamente Scritto da gianc Visualizza Messaggio
    Mi sbaglierò ma 50 milioni non ci li metterà nessuno per degli accrocchi che vanno a 2.000 metri di altezza, con corde ed ingranaggi, e la possibilità che caschino sulla testa delle persone e/o che facciano precipitare un aereo turistico.
    Quantonsopra affermato è superato , le funi e gli ingranaggi non comportano prolemi,. la possibilità che cadano in testa alle persone è inferiore alla caduta degli aerei, sopra una Farm è prevista la NO FLY ZONE come sopra le centrali nucleari e comunque i sensori e i programmi software permettono un controllo degli aquiloni al decimom di secondo.
    Io credo che che sia necessario vedere una Farm di Kitegen in funzione per almeno un anno e solo dopo si potrebbe esprimere un giudizio in merito.

  6. #486
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    Predefinito Re: Il nucleare è pericoloso

    Citazione Originariamente Scritto da IOSPERO Visualizza Messaggio
    Quantonsopra affermato è superato , le funi e gli ingranaggi non comportano prolemi,. la possibilità che cadano in testa alle persone è inferiore alla caduta degli aerei, sopra una Farm è prevista la NO FLY ZONE come sopra le centrali nucleari e comunque i sensori e i programmi software permettono un controllo degli aquiloni al decimom di secondo.
    Io credo che che sia necessario vedere una Farm di Kitegen in funzione per almeno un anno e solo dopo si potrebbe esprimere un giudizio in merito.
    Vero.
    "Si possono beffare tutte le persone per alcuni periodi di tempo e alcune persone per tutto il tempo, ma non si possono beffare tutte le persone per tutto il tempo". Abramo Lincoln

  7. #487
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    Predefinito Re: Il nucleare è pericoloso

    Citazione Originariamente Scritto da sintierra Visualizza Messaggio
    Probabilmente già esistono parecchie dighe che hanno anche un altro invaso sotto.

    ...si recupera l'80% dell'energia spesa per ricaricare le dighe, poi i prezzi dell'energia dovrebbero variare secondo i periodi,
    quindi chi consuma molta energia dovrebbe guardare le previsioni del tempo e consumare più energia nei periodi di prezzo basso e magari fare manutenzione o abbassare la produzione quando l'energia e cara,

    invece di pagare tanto una centrale nucleare dovrebbero pagare tanto per rendere competitive le fabbriche, facendo in modo che siano in funzione quando conviene, ..se fossero tutte automatiche potrebbero accendersi e spegnersi sa sole
    Appena ho un po' di tempo vi faccio il calcolo di quanta acqua e di quanto territorio si dovrebbe allagare per garantire il 50% dell'energia non prodotta nei tre mesi invernali con sole e vento, accumulandola nei mesi estivi.
    Poi ne riparliamo.
    .
    "Si possono beffare tutte le persone per alcuni periodi di tempo e alcune persone per tutto il tempo, ma non si possono beffare tutte le persone per tutto il tempo". Abramo Lincoln

  8. #488
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    Predefinito Re: Il nucleare è pericoloso

    Citazione Originariamente Scritto da gianc Visualizza Messaggio
    Appena ho un po' di tempo vi faccio il calcolo di quanta acqua e di quanto territorio si dovrebbe allagare per garantire il 50% dell'energia non prodotta nei tre mesi invernali con sole e vento, accumulandola nei mesi estivi.
    Poi ne riparliamo.
    .
    A proposito dell’immagazzinamento dell’energia elettrica prodotta con il sole e il vento utilizzando la tecnica del ripompaggio dell’acqua dall’invaso a valle alla centrale all’invaso a monte, è ora di fare due conti per capirci un po’ di più.

    La potenza media utilizzata per fornire energia elettrica all’utenza italiana è attualmente di circa 38 milioni di chilowattora distribuita sull’intera giornata.
    Consideriamo che tutta l’energia possa essere prodotta con il sole e il vento, nei tre mesi invernali avremo un calo significativo del prodotto da tali fonti che si attesterà verosimilmente intorno all' 50% (in realtà con il solare è molto meno ma facciamo finta che sia così).

    Nei restanti mesi (soprattutto estivi) pertanto dovremo pompare l’acqua scesa dagli invasi che ha già prodotto energia elettrica riportandola sugli stessi invasi o in altri messi a disposizione per la bisogna in modo da poter utilizzare tale accumulo nei giorni di sotto produzione.

    Considerato che portare l’energia eolica e solare da dove viene prodotta (campi eolici, campi solari, tetti delle case) all’invaso sottostante le centrali idroelettriche dispersione termina, che l'acqua negli invasi e nelle condotte sarà soggetta ad evaporazione, attriti, vortici, che l’utilizzazione di motori e di turbine per far risalire l’acqua in quota, per farla discendere in modo che azioni gli alternatori generatori comporterà una perdita dovuta al rendimento delle varie apparecchiature, stimiamo in circa 25 milioni di chilowattora la potenza che dovrà essere immagazzinata per essere utilizzata successivamente per una durata di tre mesi, al fine di far funzionare i nostri frigoriferi, i nostri riscaldamenti, le nostre industrie, le nostre auto elettriche (si ricorda per i meno informati in materie tecniche che la potenza moltiplicata per il tempo in cui viene utilizzata quantifica l’energia prodotta e/o utilizzata).

    Applicando la formula P=Qx9.81xH, dove P sta per la potenza in chilowattora, Q la quantità di acqua in metri cubi al secondo che dovrà raggiungere gli alternatori, g l’accelerazione di gravità, e H l’altezza dell’acqua rispetto alla quota della centrale idroelettrica (consideriamo di sollevarla per 100 metri) ricaviamo che la quantità di acqua necessaria per far produrre alle centrali idroelettriche tale potenza di utilizzo sarà uguale a 25.484 metri cubi al secondo.

    Moltiplicando tale potenza, proporzionale alla quantità di acqua accumulata, per 90 giorni, per 24 ore, per 60 minuti, per 60 secondi, otterremo il quantitativo di acqua che dovremo innalzare che sarà pari a 198.163.584.000 metri cubi, la quale, una volta sollevata di 100 metri e portata in invasi ove si depositerà diciamo per 10 metri (ipotesi) otterremo che la superficie degli invasi dovrà essere pari a 19.816 chilometri quadrati, ovvero poco meno della superficie dell’intera Lombardia, comprese città e montagne ( 23.844).

    Ogni ulteriore commento per me è superfluo.
    "Si possono beffare tutte le persone per alcuni periodi di tempo e alcune persone per tutto il tempo, ma non si possono beffare tutte le persone per tutto il tempo". Abramo Lincoln

  9. #489
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    Predefinito Re: Il nucleare è pericoloso

    Citazione Originariamente Scritto da gianc Visualizza Messaggio
    A proposito dell’immagazzinamento dell’energia elettrica prodotta con il sole e il vento utilizzando la tecnica del ripompaggio dell’acqua dall’invaso a valle alla centrale all’invaso a monte, è ora di fare due conti per capirci un po’ di più.

    La potenza media utilizzata per fornire energia elettrica all’utenza italiana è attualmente di circa 38 milioni di chilowattora distribuita sull’intera giornata.
    Consideriamo che tutta l’energia possa essere prodotta con il sole e il vento, nei tre mesi invernali avremo un calo significativo del prodotto da tali fonti che si attesterà verosimilmente intorno all' 50% (in realtà con il solare è molto meno ma facciamo finta che sia così).

    Nei restanti mesi (soprattutto estivi) pertanto dovremo pompare l’acqua scesa dagli invasi che ha già prodotto energia elettrica riportandola sugli stessi invasi o in altri messi a disposizione per la bisogna in modo da poter utilizzare tale accumulo nei giorni di sotto produzione.

    Considerato che portare l’energia eolica e solare da dove viene prodotta (campi eolici, campi solari, tetti delle case) all’invaso sottostante le centrali idroelettriche dispersione termina, che l'acqua negli invasi e nelle condotte sarà soggetta ad evaporazione, attriti, vortici, che l’utilizzazione di motori e di turbine per far risalire l’acqua in quota, per farla discendere in modo che azioni gli alternatori generatori comporterà una perdita dovuta al rendimento delle varie apparecchiature, stimiamo in circa 25 milioni di chilowattora la potenza che dovrà essere immagazzinata per essere utilizzata successivamente per una durata di tre mesi, al fine di far funzionare i nostri frigoriferi, i nostri riscaldamenti, le nostre industrie, le nostre auto elettriche (si ricorda per i meno informati in materie tecniche che la potenza moltiplicata per il tempo in cui viene utilizzata quantifica l’energia prodotta e/o utilizzata).

    Applicando la formula P=Qx9.81xH, dove P sta per la potenza in chilowattora, Q la quantità di acqua in metri cubi al secondo che dovrà raggiungere gli alternatori, g l’accelerazione di gravità, e H l’altezza dell’acqua rispetto alla quota della centrale idroelettrica (consideriamo di sollevarla per 100 metri) ricaviamo che la quantità di acqua necessaria per far produrre alle centrali idroelettriche tale potenza di utilizzo sarà uguale a 25.484 metri cubi al secondo.

    Moltiplicando tale potenza, proporzionale alla quantità di acqua accumulata, per 90 giorni, per 24 ore, per 60 minuti, per 60 secondi, otterremo il quantitativo di acqua che dovremo innalzare che sarà pari a 198.163.584.000 metri cubi, la quale, una volta sollevata di 100 metri e portata in invasi ove si depositerà diciamo per 10 metri (ipotesi) otterremo che la superficie degli invasi dovrà essere pari a 19.816 chilometri quadrati, ovvero poco meno della superficie dell’intera Lombardia, comprese città e montagne ( 23.844).

    Ogni ulteriore commento per me è superfluo.
    Non si deve immagfazzinare per tre mesi, ma solo per le ore di notte per il solare e le ore senza vento ...per tutta l'Europa

    Adesso nel golfo di Taranto il vento è a 44 kmh, Sarebbe molto strano non avere vento in tutta Europa, nel caso si deve usare quella solare e serve immagazzinare per la notte, 12 ore
    ... e al limite le centrali a gas restano, si accendono quelle nelle emergenze, ma il nucleare è troppo costoso e non si può spegnere quando l'energia è troppa e i prezzi sono negativi
    Dire che uno Stato non può perseguire i suoi scopi per mancanza di denaro è come dire che un ingegnere non può costruire strade per mancanza di chilometri - Ezra Pound

  10. #490
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    Predefinito Re: Il nucleare è pericoloso

    Citazione Originariamente Scritto da sintierra Visualizza Messaggio
    Non si deve immagfazzinare per tre mesi, ma solo per le ore di notte per il solare e le ore senza vento ...per tutta l'Europa

    Adesso nel golfo di Taranto il vento è a 44 kmh, Sarebbe molto strano non avere vento in tutta Europa, nel caso si deve usare quella solare e serve immagazzinare per la notte, 12 ore
    ... e al limite le centrali a gas restano, si accendono quelle nelle emergenze, ma il nucleare è troppo costoso e non si può spegnere quando l'energia è troppa e i prezzi sono negativi
    Intanto dobbiamo I portarne, quando sarà troppa vedremo...
    Lidroelettrico è già ampiamente sfruttato.

 

 
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