Originariamente Scritto da
Dr. Gori
«La teoria del gender danneggia le donne»: Marty erede di Roland Barthes mette in guardia l'Occidente
«Il gender è l'ultimo messaggio ideologico dell'Occidente al resto del mondo», ci dice Eric Marty. Docente di letteratura contemporanea all'Università di Parigi, amico e editore delle opere complete di Roland Barthes, l'ultimo erede dei grandi strutturalisti non vuole fare polemiche - assicura - ma soltanto il suo lavoro, ovvero: «fare luce sulle cose». E la cosa è altamente infiammabile: l'identità di genere, la sua teoria e la sua storia. «Dissociare il sesso biologico e il genere è un gesto moderno - dice Marty Ma è bene sapere che il sesso si può decostruire anche senza ricorrere al gender». Eric Marty sa bene di cosa parla: dell'identità di genere lui conosce la preistoria, il mondo intellettuale francese degli anni '70-'80, quello di Lacan, Derrida, Barthes cui si sono ispirati i teorizzatori moderni del gender, prima fra tutti l'americana Judith Butler. Un concetto all'inizio astratto, spiega Marty, che ha finito con avere «forza di legge, instaurando nuove regole morali e modificando addirittura il linguaggio (cisgender, genderfluid)».
Attenzione, mette in guardia Marty, perché un messaggio in apparenza emancipatore può trasformarsi «in una nuova morale dominante» in cui, come accade «dai tempi dei libertini del 18esimo secolo, nel mirino c'è sempre la donna».
Davanti a un certo attivismo LGBT lei parla di una nuova morale dominante. Alcuni movimenti femministi rimproverano alla teoria gender di voler decostruire non il sesso biologico in generale, ma il sesso femminile. Che ne pensa?
«Tutti i movimenti di trasgressione delle norme sessuali hanno avuto nel mirino il femminile, dai libertini del 18esimo secolo fino ai moderni degli anni '70. Il fenomeno Trans lo conferma, in quanto il trans MtF (Male to Female, geneticamente di sesso maschile ma con un'identità di genere femminile) è il nuovo soggetto che dovrebbe togliere alla donna nata donna qualsiasi autorità sul femminile. Abbiamo visto la virulenta campagna contro la scrittrice J.K. Rowling che ha voluto mantenere una frontiera tra la donna e il trans in nome del fatto che la donna ha le mestruazioni.
Gli attivisti trans applicano la pratica del sorvegliare e punire usando come arma l'accusa di transfobia. La volontà di emancipazione si trasforma allora nel suo opposto, in un vittimismo a oltranza. Da questo punto di vista il mio lavoro, evidenziando la genealogia della corrente gender, consente di decostruire la decostruzione del sesso».
https://www.ilmessaggero.it/donna/mi...a-6174934.html