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Nelle prossime settimane per le Regioni sarà più difficile andare in zona arancione o rossa. I governatori ottengono in parte una vittoria nel braccio di ferro portato avanti in questi giorni con il Ministero della Salute. Non verrà cambiata la definizione di “caso” Covid. E quindi nel flusso giornaliero si continuerà a conteggiare anche i positivi vaccinati asintomatici. Ma si apre sulla richiesta non conteggiare quei ricoverati per altre patologie risultati successivamente positivi al tampone.
In una documento inviato dal Ministero della Salute agli assessori regionali si spiega infatti che, qualora il paziente risultato positivo al momento di accedere in ospedale venga ricoverato in isolamento nel reparto di afferenza della patologia per la quale si rende necessario il ricovero, pur restando tracciato come “caso”, non sarà conteggiato tra i ricoveri di area medica Covid. Dovrà sempre essere garantito il principio di separazione di percorsi e sicurezza dei pazienti. Inoltre, il flusso giornaliero aggregato sarà aggiornato con un nuovo campo “n. pazienti Covid ricoverati per cause diverse”. Fino ad allora i dati afferenti a questi casi andranno inseriti nel campo “Note generali”.
Una vittoria parziale dunque dei governatori, ma potenzialmente decisiva ai fini del monitoraggio settimanale. Già oggi infatti le Regioni erano solite, quando in difficoltà, aggiungere posti letto di area medica o terapia intensiva per evitare il passaggio in diverse zone di rischio. Emblematico in tal senso quanto accaduto ieri in Piemonte. La Regione resterà in zona gialla dopo aver incrementato, in appena 24 ore, di 970 unità i posti letto di area medica. Dalle prossime settimane, oltre a questo, si potranno rivedere anche i numeri dei pazienti ricoverati positivi a tampone. Viste le premesse, non è difficile prevedere il risultato di questa operazione.