Ma grazie, Zio Sam! Gli europei ringrazieranno in eterno agli Stati Uniti, che li hanno cacciati in un enorme ginepraio di guai. I colloqui USA-Russia e NATO-Russia sull’assetto dell’Europa sono definitivamente falliti. I grandi media hanno evitato di dare molto risalto, ma adesso la Russia lascia intendere che la situazione può precipitare. “La pazienza sta finendo”, ha dichiarato oggi, venerdì 14 gennaio, il ministro degli Esteri russo.
Se la situazione in Europa precipita, comincia a precipitare dall’Ucraina. Dall’Ucraina passa una buona parte del gas russo che ci consente di riscaldare le case, produrre energia elettrica, tenere in funzione le fabbriche. Gli Stati Uniti se ne staranno al calduccio e sono lontani. Noi, qui in Europa, siamo tremendamente vicini allo scenario dello scontro e rischiamo di rimanere al freddo e al buio.
Riassunto delle puntate precedenti. Circa un mese fa, gli Stati Uniti hanno respinto le richieste scritte della Russia. La principale di queste richieste: eliminare le armi NATO dall’Europa orientale e garantire che la NATO non si espanderà ulteriormente ad Est. L’Ucraina scalpita per entrare nella NATO. Già ora, sebbene non dislocati in Ucraina, i missili NATO nell’Europa orientale sono in grado di arrivare a Mosca così rapidamente da rendere vano qualsiasi tentativo russo di difesa.
Durante i colloqui con la Russia, gli USA e la NATO non hanno mostrato la minima apertura su questo tema: che per la Russia è una faccenda imprescindibile di sicurezza nazionale. Una questione di vita o di morte. Donde il fallimento dei colloqui. Esauriti i quali, la Russia ha cominciato ad usare parole che non si sentivano neanche ai tempi della Guerra Fredda. Gli USA si mantengono sullo stesso tono.
Da tempo la Russia ha ammassato truppe ai confini dell’Ucraina: si tratta di esercitazioni, dicono i russi, e a casa nostra facciamo esercitazioni militari come e dove vogliamo. Il ministro Lavrov, oltre ad affermare che la pazienza russa sta finendo, chiede agli Stati Uniti di rispondere rapidamente per iscritto alle richieste russe. Praticamente, dà agli Stati Uniti i compiti da fare a casa: gli Stati Uniti potranno mai accettare? Infine, afferma che la Russia lavora per tenersi pronta a qualsiasi sviluppo della situazione. I diplomatici non pronunciano mai il vocabolo “guerra”…
Se qualcosa deve accadere, con ogni probabilità accadrà da martedì 18 gennaio in poi. Quel giorno, il ministro degli Esteri tedesco Baerbock sarà a Mosca per un estremo tentativo di mediazione.
Ma l’aria che tira è brutta, anche perché con sprezzo del pericolo l’Unione Europea ha prorogato le sanzioni economiche alla Russia, accusata di voler destabilizzare l’Ucraina. Del resto, l’Unione Europea si sente una fedele nipote dello Zio Sam. E rispetto a questa fedeltà, poco le importa se i suoi cittadini rimarranno al freddo e al buio.
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