Originariamente Scritto da
Giò
Purtroppo, internet è totalmente libero ed un bambino o un adolescente possono accedere tranquillamente quasi a qualsiasi genere di contenuti. È vero che esistono modi per evitare ciò: penso ai numerosi filtri che si possono utilizzare (sia sul computer che sul cellulare) per prevenire la possibilità che i propri figli visualizzino determinate cose. Qui però ci si scontra con un certo analfabetismo digitale, che per tanti versi è comprensibile, visto che le generazioni precedenti le nostre non è detto che sappianoo maneggiare certi strumenti o che li conoscano a sufficienza per sapere dell'esistenza di opzioni di questo tipo.
In una società sana, sarebbe lo Stato a risolvere questo problema, ma da noi - piccola nota polemica - lo Stato tende a farsi vivo più per rompere le scatole quando non serve o per fare dei danni, contraddicendo lo scopo per il quale esiste (il bene comune), che per altri motivi. Perciò, agli individui e, più precisamente, alle famiglie non resta che arrangiarsi come possono.
Riguardo all'educazione sessuale, ammetto che è un'espressione che non mi piace molto perché può nascondere, all'atto pratico, parecchie insidie, soprattutto per come viene intesa oggi nella maggioranza dei casi. Detto questo, rimane il fatto che, da un certa età in poi, è ragionevole parlare di determinati argomenti ai propri figli iuxta modum e, se si vuol definire ciò "educazione sessuale", sarebbe esagerato farne una questione di parole. Quello che conta è il contenuto del messaggio che viene dato.
Quanto alla scuola, il discorso si fa complesso. In linea di principio, ritengo che l'intervento dello Stato in questo ambito debba essere sussidiario, cioè deve esserci laddove l'iniziativa degli individui, dei corpi intermedi e della Chiesa risulta carente. La scuola statale dev'essere un rimedio alla mancanza di scuole private, comunali, ecclesiastiche o di altri enti morali, non il contrario. Ovviamente, allo Stato spetta il compito di vigilare sul fatto che i programmi di queste scuole siano adeguati e rispondano a determinate esigenze oppure che gli studenti usciti da tutte le varie scuole abbiano raggiunto un certo grado di cultura e di preparazione.
Nel contesto odierno, in cui tende ad esserci un mercato pluralismo di visione politiche, etiche e religiose, penso che la soluzione più tollerabile (per quanto non la reputi la migliore dal punto di vista "ideale") sia nel fatto che le scuole statali lascino ai genitori il compito dell'educazione sessuale degli studenti. In alternativa, i contenuti delle eventuali lezioni di educazione sessuale, dovrebbero essere vagliati preventivamente dai genitori in modo che siano evitate, nel corso della lezione, cose contrarie al volere delle famiglie.