non lo metto in dubbio, fatico a vedere la tutela per il soggetto interessato ma per lo stesso principio ci vorrebbe la decisione di un giudice anche ogni volta che le forze dell'ordine portano fuori qualcuno da un'area in cui è vietato l'accesso e se non è cos' sarebbe sufficiente applicare al clandestino lo stesso criterio che si applica per l'espulsione di un soggetto da un'area cui è stato interdetto l'accesso
Nel caso che ventili non vi è una vera e propria detenzione, il lasso temporale è davvero troppo esiguo e permane in capo al soggetto la possibilità di allontanarsi da solo.
Qui si tratta di mantenere in buona sostanza un soggetto in stato di detenzione sino a che non si riesca ad imbarcarlo su un volo o su una nave.
La tutela è data dal fatto che il suo difensore può fare appello alla convalida - appello che però non interromperebbe la procedura è quindi in buona sostanza non verrebbe quasi mai esperito
senza voler apparire troppo approssimativo: mi sembra una questione formale, nel momento in cui la clandestinità è un reato per il quale è prevista l'espulsione (ad oggi è così) lo stato deve avere il diritto di allontanare dal proprio territorio i clandestini con la procedura più rapida ed economica che individua ... le eccezioni sollevate mi paiono ispirate da una volontà di limitare questo diritto