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  1. #1
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    Predefinito Sfratti, scaduto il blocco: almeno 100mila famiglie a rischio di esecuzione immediata

    di Francesco Floris | 19 Gennaio 2022

    Ricchezza e povertà in Lombardia in due soli numeri a confronto. Nel 2021 il rogito più ricco per un appartamento nel Bosco Verticale di Milano è valso la bellezza di 5 milioni e 570mila euro per 303 metri quadrati al 22esimo piano del grattacielo simbolo della città: 18mila euro al metro quadrato, pagati dal manager di un’importante società assicurativa figlio di un altrettanto importante avvocato milanese. Sempre 18mila, anzi qualcosa in più, sono invece le famiglie che nella sola area metropolitana di Milano rischiano di perdere la casa, dice l’assessore alle Politiche abitative di Palazzo Marino, Pierfrancesco Maran, riprendendo articoli di stampa nelle ore in cui il “blocco degli sfratti” diventa solo uno sbiadito ricordo delle prime fasi pandemiche.

    Uno “tsunami” da 150mila famiglie, per La Stampa. “Una valanga” da “oltre 100mila sfratti” che “saranno immediatamente in esecuzione con la forza pubblica” secondo il segretario nazionale dell’Unione Inquilini Walter De Cesaris. A cui sommare – stima sempre il sindacato – 100mila esecuzioni immobiliari per insolvenza su mutui o debiti. I numeri non sono certi anche perché in Italia non esiste una centrale unica pubblica che li raccolga. Di sicuro c’è che circa 70mila sono gli sfratti pendenti dal 2019, la differenza tra le richieste di esecuzione e quelli eseguiti con la forza pubblica. Di questi 32mila nel 2020 e altri 40-50mila stimabili nel 2021 in tutta Italia.

    Che succede ora con la fine del blocco? Vanno graduati per non essere travolti. I tribunali lavorano su udienze, convalide ed esecuzioni. Se l’inquilino si rivolge ai sindacati ha molte possibilità che gli ufficiali giudiziari procedano con qualche sospensione rinviando l’allontanamento dagli appartamenti, ma a un certo punto il proprietario chiamerà per forza di cose la forze dell’ordine. Questori e Prefetti devono però capire come, chi e quando essendo impegnati su vari fronti: dal green pass ai mezzi di trasporto pubblico, dalle scuole agli assembramenti. È questo il motivo della querelle natalizia fra il prefetto di Milano, Renato Saccone, e la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese. Il primo aveva annunciato già a inizio dicembre pubblicamente di voler sospendere gli sfratti fino al 15 di gennaio – come poi è stato – mentre la ministra dei governi Conte-bis e Draghi, ed ex prefetto proprio a Milano, lo aveva bacchettato a distanza in Commissione Affari Costituzionali alla Camera dei Deputati la settimana dopo, dicendo che “non corrisponde al pensiero del prefetto né dell’amministrazione dell’Interno. Ci siamo sentiti, evidentemente era un momento di particolare pressione, ha fatto una dichiarazione un po’ incauta che non corrisponde a quelle che sono le forze messe in campo per garantire anche altri servizi”.

    Gioco delle parti o divergenza di vedute? La realtà è che l’ordine di servizio impartito da Corso Monforte è durato pochi giorni ma allo stesso tempo anche ora, che non ci sono più ostacoli giuridici, la concessione della forza pubblica andrà parecchio a rilento. Quanto meno per dare modo al Comune di Milano di adeguarsi sul tema dell’emergenza abitativa, riuscire cioè a far “matchare” gli sfratti eseguiti dalla polizia con gli alloggi temporanei dove mettere le famiglie nella disponibilità dell’amministrazione e che hanno vari nomi: Sat, Rst, Aute, hub e alberghi.

    Si litiga invece sulle case popolari, l’ultimo terreno di scontro con la Regione Lombardia di Attilio Fontana. Se prima delle elezioni amministrative del 3-4 ottobre si pensava addirittura di fondere in unico ente le case popolari Aler di Regione (36mila in città) e quelle comunali di Metropolitana Milanese (28mila), ora Palazzo Marino e Palazzo Lombardia si punzecchiano a mezzo stampa su colpe e responsabilità legate al patrimonio sfitto e le graduatorie che non funzionano. Il motivo? Il Comune sta approvando in questi giorni il Piano di Offerta Pubblica Abitativa per il 2022: ci sono dentro 2.200 case popolari assegnabili (e 300 per l’emergenza) ma su questo fronte la legge regionale 2016 (modificata nel 2021) ha fallito nemmeno cinque anni dopo la sua approvazione e sperimentazione.

    Tutte polemiche che interessano il giusto 866mila famiglie in povertà assoluta che vivono in affitto in Italia, il 18% del totale degli affittuari italiani che pagano 330-340 euro al mese per il canone su una spesa complessiva di 960 euro ogni 30 giorni per vivere. La metà di loro è nella fascia di età 35-54 anni. Cifra simile fra chi una casa la possiede: 890mila famiglie in povertà assoluta ma che in termini relativi scendono al 4,7% dei proprietari. I numeri peggiorano se il nucleo ha come elemento di riferimento uno straniero o una donna. Sono i numeri messi nero su bianco dall’Istat pochi mesi fa sulla condizione abitativa nel proprio ultimo rapporto nazionale sulla povertà.

    Dati a fronte dei quali l’idea di un “piano casa”, come nel dopoguerra, dovrebbe essere al centro dell’attenzione della politica romana. Non è così. La “casa”, quella pubblica, è forse una delle parole meno ricorrenti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, nella legge di Bilancio e nei decreti emergenziali degli ultimi mesi: in Italia da qui al 2026 non verranno incrementate le case popolari almeno su iniziativa del governo. Alcuni Comuni – a partire da Milano – stanno declinano i piani locali per fare un po’ di manutenzione ed efficientamento energetico sul patrimonio pubblico in singoli quartieri dove sono riusciti a reperire i fondi. Le cifre non superano qualche decina di milioni di euro. Se la passa meglio l’abitazione privata. Che oltre ai micro bonus su rubinetteria, varie ed eventuali, ha incassato il Superbonus al 110% senza soglie di reddito, esteso anche alle seconde case. Finora è costato circa 15 miliardi di euro, ha segnalato l’Agenzia delle Entrate, cifra che potrebbe raddoppiare da qui a fine misura nel 2023.

    Il tema della rigenerazione urbana invece nel Recovery italiano c’è. Il 31 dicembre sono stati annunciati i 2.418 progetti (pari a 4,4 miliardi di euro) che hanno fatto richiesta di accedere ai finanziamenti Pnrr. Il decreto governativo pubblicato in Gazzetta ufficiale che ripartisce i contributi per il 2021-2026 nell’ambito del Piano ha per ora messo a bilancio 3,4 miliardi di euro ma nessuno ha idea di quali siano le opere, segnalate con dei codici identificativi e non con dei progetti. Ma la rigenerazione urbana è al momento anche al centro di una proposta legislativa già depositata al Senato. Il Ministro delle Infrastrutture e delle Mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, ha nominato una commissione tecnica di esperti (“Commissione per la riforma della normativa nazionale in materia di pianificazione del territorio, standard urbanistici e in materia edilizia”) con dentro un po’ di professionisti fra accademici, avvocati, urbanisti, architetti fra i quali spiccano i nomi di Stefano Boeri e l’avvocato e professore Bruno Barel, in Veneto fautore del principio “abbattere per creare valore”.

    https://forum.termometropolitico.it/...=newthread&f=4
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  2. #2
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    Predefinito Re: Sfratti, scaduto il blocco: almeno 100mila famiglie a rischio di esecuzione immed

    Ma grazie a Dio.... i proprietari mica li debbono mantenere a vita..
    La moderazione è una virtù solo per quelle persone che pensano di avere un'alternativa.”
    HENRY KISSINGER
    @Scomunista Reloaded più incazzoso di prima!!

  3. #3
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    Predefinito Re: Sfratti, scaduto il blocco: almeno 100mila famiglie a rischio di esecuzione immed

    Intervenga il governo, il culo non possono sempre mettercelo i proprietari di case.
    La moderazione è una virtù solo per quelle persone che pensano di avere un'alternativa.”
    HENRY KISSINGER
    @Scomunista Reloaded più incazzoso di prima!!

  4. #4
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    Predefinito Re: Sfratti, scaduto il blocco: almeno 100mila famiglie a rischio di esecuzione immed

    Citazione Originariamente Scritto da scomunista Visualizza Messaggio
    Ma grazie a Dio.... i proprietari mica li debbono mantenere a vita..
    Santo cielo, per una volta tanto mi trovi perfettamente d'accordo. E' una vergogna che i proprietari si debbano tenere gli inquilini morosi senza poterli cacciare fuori, e dovendo anche pagare l'IMU e tutte le spese di condominio. Lo stato dovrebbe risarcire i proprietari che sono stati ingiustamente vessati ed obbligati a fare beneficenza

  5. #5
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    Predefinito Re: Sfratti, scaduto il blocco: almeno 100mila famiglie a rischio di esecuzione immed

    Era ora.

    Magari non pagano e si intascano pure rdc per affitto + contributi affitto del comune + altri contributi vari ed eventuali.
    Nelle grandi citta' c'e' pure il canone concordato.

    Lo stato veda di censire le case popolari che possiede e di utilizzarle con criterio.
    I 3/4 sono in mano ad abusivi/occupanti/non aventi diritto.

  6. #6
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    Predefinito Re: Sfratti, scaduto il blocco: almeno 100mila famiglie a rischio di esecuzione immed

    Vorrà dire che ci sarà ancora più gente senza una casa (bisogno primario) in presenza di moltissime abitazioni vuote (molte di proprietà di pochi immobiliaristi). Uno dei tanti esempi dell'efficienza del sistema capitalista.
    "Ma chi è quel mona che continua a inquinare?" (cit. Mosconi variata)
    "Tanti di loro sono così assuefatti, così dipendenti dal sistema, che combatterebbero per difenderlo." The Matrix
    Cos'è il Socialismo

  7. #7
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    Predefinito Re: Sfratti, scaduto il blocco: almeno 100mila famiglie a rischio di esecuzione immed

    Citazione Originariamente Scritto da scomunista Visualizza Messaggio
    Intervenga il governo, il culo non possono sempre mettercelo i proprietari di case.
    Citazione Originariamente Scritto da Mike Visualizza Messaggio
    Santo cielo, per una volta tanto mi trovi perfettamente d'accordo. E' una vergogna che i proprietari si debbano tenere gli inquilini morosi senza poterli cacciare fuori, e dovendo anche pagare l'IMU e tutte le spese di condominio. Lo stato dovrebbe risarcire i proprietari che sono stati ingiustamente vessati ed obbligati a fare beneficenza
    Non dovrebbe esistere la rendita da affitto.
    Lo Stato deve requisire le seconde e terze case sfitte e non occupate e mettere in legalità gli italiani bianchi indigenti che non possono pagare gli affitti e non sono ancora in case popolari.
    I negri ed i marocchini vanno invece cacciati a prescindere dal loro stato.

    Il fitto è rendita parassitaria e va abolita.
    Religione per noi significa la dottrina (...) dell'allevamento che renda possibili le anime superiori a spese di quelle inferiori.
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  8. #8
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    Predefinito Re: Sfratti, scaduto il blocco: almeno 100mila famiglie a rischio di esecuzione immed

    Citazione Originariamente Scritto da Pestis nigra Visualizza Messaggio
    Non dovrebbe esistere la rendita da affitto.
    Lo Stato deve requisire le seconde e terze case sfitte e non occupate e mettere in legalità gli italiani bianchi indigenti che non possono pagare gli affitti e non sono ancora in case popolari.
    I negri ed i marocchini vanno invece cacciati a prescindere dal loro stato.

    Il fitto è rendita parassitaria e va abolita.
    Trasferisciti in Venezuela o a Cuba, se la casa me la frega un negro o un bianco poco mi fotte, sempre dei ladri sono...
    La moderazione è una virtù solo per quelle persone che pensano di avere un'alternativa.”
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  9. #9
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    Predefinito Re: Sfratti, scaduto il blocco: almeno 100mila famiglie a rischio di esecuzione immed

    Citazione Originariamente Scritto da Pestis nigra Visualizza Messaggio

    Il fitto è rendita parassitaria e va abolita.
    infatti si è visto come sono andati a finire bene i paesi in cui hanno messo in atto dei deliri del genere. A cominciare dalla Russia del tuo caro amico Stalin

    La soluzione c'è ed esiste, peccato che molti non la vogliano mettere in pratica perché SI FA FATICA: è strapieno di case vuote ed inutilizzate nei vari entroterra perché sono scappati via tutti dai monti, siccome hanno la puzzetta sotto il naso e vogliono tutti andare a vivere in città e sulle coste vicino al mare.

    Quelle case vuote vengono vendute a prezzi IRRISORI, ma roba che con 20.000 euro ti comperi anche case da 100-150 mq per il semplice motivo che nessuno vuole andare a vivere "nei bricchi", come li chiamano da me. Addirittura conosco gente che è disposta a dare la casa in usufrutto gratuito, purchè qualcuno ci abiti, la tenga in ordine e pulisca intorno.

    Ma, nessuno ci vuole andare perché a segare dei boschi SI FA FATICA, e a vivere su un bricco nei comuni sperduti dove ci saranno si e no 20-30 abitanti non ci vuole andare più nessuno perché poi si sentono soli se non possono andare a fare l'aperitivo nel baretto figo sottocasa o fare shopping in centro.

  10. #10
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    Predefinito Re: Sfratti, scaduto il blocco: almeno 100mila famiglie a rischio di esecuzione immed

    Citazione Originariamente Scritto da Pestis nigra Visualizza Messaggio
    di Francesco Floris | 19 Gennaio 2022

    Ricchezza e povertà in Lombardia in due soli numeri a confronto. Nel 2021 il rogito più ricco per un appartamento nel Bosco Verticale di Milano è valso la bellezza di 5 milioni e 570mila euro per 303 metri quadrati al 22esimo piano del grattacielo simbolo della città: 18mila euro al metro quadrato, pagati dal manager di un’importante società assicurativa figlio di un altrettanto importante avvocato milanese. Sempre 18mila, anzi qualcosa in più, sono invece le famiglie che nella sola area metropolitana di Milano rischiano di perdere la casa, dice l’assessore alle Politiche abitative di Palazzo Marino, Pierfrancesco Maran, riprendendo articoli di stampa nelle ore in cui il “blocco degli sfratti” diventa solo uno sbiadito ricordo delle prime fasi pandemiche.

    Uno “tsunami” da 150mila famiglie, per La Stampa. “Una valanga” da “oltre 100mila sfratti” che “saranno immediatamente in esecuzione con la forza pubblica” secondo il segretario nazionale dell’Unione Inquilini Walter De Cesaris. A cui sommare – stima sempre il sindacato – 100mila esecuzioni immobiliari per insolvenza su mutui o debiti. I numeri non sono certi anche perché in Italia non esiste una centrale unica pubblica che li raccolga. Di sicuro c’è che circa 70mila sono gli sfratti pendenti dal 2019, la differenza tra le richieste di esecuzione e quelli eseguiti con la forza pubblica. Di questi 32mila nel 2020 e altri 40-50mila stimabili nel 2021 in tutta Italia.

    Che succede ora con la fine del blocco? Vanno graduati per non essere travolti. I tribunali lavorano su udienze, convalide ed esecuzioni. Se l’inquilino si rivolge ai sindacati ha molte possibilità che gli ufficiali giudiziari procedano con qualche sospensione rinviando l’allontanamento dagli appartamenti, ma a un certo punto il proprietario chiamerà per forza di cose la forze dell’ordine. Questori e Prefetti devono però capire come, chi e quando essendo impegnati su vari fronti: dal green pass ai mezzi di trasporto pubblico, dalle scuole agli assembramenti. È questo il motivo della querelle natalizia fra il prefetto di Milano, Renato Saccone, e la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese. Il primo aveva annunciato già a inizio dicembre pubblicamente di voler sospendere gli sfratti fino al 15 di gennaio – come poi è stato – mentre la ministra dei governi Conte-bis e Draghi, ed ex prefetto proprio a Milano, lo aveva bacchettato a distanza in Commissione Affari Costituzionali alla Camera dei Deputati la settimana dopo, dicendo che “non corrisponde al pensiero del prefetto né dell’amministrazione dell’Interno. Ci siamo sentiti, evidentemente era un momento di particolare pressione, ha fatto una dichiarazione un po’ incauta che non corrisponde a quelle che sono le forze messe in campo per garantire anche altri servizi”.

    Gioco delle parti o divergenza di vedute? La realtà è che l’ordine di servizio impartito da Corso Monforte è durato pochi giorni ma allo stesso tempo anche ora, che non ci sono più ostacoli giuridici, la concessione della forza pubblica andrà parecchio a rilento. Quanto meno per dare modo al Comune di Milano di adeguarsi sul tema dell’emergenza abitativa, riuscire cioè a far “matchare” gli sfratti eseguiti dalla polizia con gli alloggi temporanei dove mettere le famiglie nella disponibilità dell’amministrazione e che hanno vari nomi: Sat, Rst, Aute, hub e alberghi.

    Si litiga invece sulle case popolari, l’ultimo terreno di scontro con la Regione Lombardia di Attilio Fontana. Se prima delle elezioni amministrative del 3-4 ottobre si pensava addirittura di fondere in unico ente le case popolari Aler di Regione (36mila in città) e quelle comunali di Metropolitana Milanese (28mila), ora Palazzo Marino e Palazzo Lombardia si punzecchiano a mezzo stampa su colpe e responsabilità legate al patrimonio sfitto e le graduatorie che non funzionano. Il motivo? Il Comune sta approvando in questi giorni il Piano di Offerta Pubblica Abitativa per il 2022: ci sono dentro 2.200 case popolari assegnabili (e 300 per l’emergenza) ma su questo fronte la legge regionale 2016 (modificata nel 2021) ha fallito nemmeno cinque anni dopo la sua approvazione e sperimentazione.

    Tutte polemiche che interessano il giusto 866mila famiglie in povertà assoluta che vivono in affitto in Italia, il 18% del totale degli affittuari italiani che pagano 330-340 euro al mese per il canone su una spesa complessiva di 960 euro ogni 30 giorni per vivere. La metà di loro è nella fascia di età 35-54 anni. Cifra simile fra chi una casa la possiede: 890mila famiglie in povertà assoluta ma che in termini relativi scendono al 4,7% dei proprietari. I numeri peggiorano se il nucleo ha come elemento di riferimento uno straniero o una donna. Sono i numeri messi nero su bianco dall’Istat pochi mesi fa sulla condizione abitativa nel proprio ultimo rapporto nazionale sulla povertà.

    Dati a fronte dei quali l’idea di un “piano casa”, come nel dopoguerra, dovrebbe essere al centro dell’attenzione della politica romana. Non è così. La “casa”, quella pubblica, è forse una delle parole meno ricorrenti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, nella legge di Bilancio e nei decreti emergenziali degli ultimi mesi: in Italia da qui al 2026 non verranno incrementate le case popolari almeno su iniziativa del governo. Alcuni Comuni – a partire da Milano – stanno declinano i piani locali per fare un po’ di manutenzione ed efficientamento energetico sul patrimonio pubblico in singoli quartieri dove sono riusciti a reperire i fondi. Le cifre non superano qualche decina di milioni di euro. Se la passa meglio l’abitazione privata. Che oltre ai micro bonus su rubinetteria, varie ed eventuali, ha incassato il Superbonus al 110% senza soglie di reddito, esteso anche alle seconde case. Finora è costato circa 15 miliardi di euro, ha segnalato l’Agenzia delle Entrate, cifra che potrebbe raddoppiare da qui a fine misura nel 2023.

    Il tema della rigenerazione urbana invece nel Recovery italiano c’è. Il 31 dicembre sono stati annunciati i 2.418 progetti (pari a 4,4 miliardi di euro) che hanno fatto richiesta di accedere ai finanziamenti Pnrr. Il decreto governativo pubblicato in Gazzetta ufficiale che ripartisce i contributi per il 2021-2026 nell’ambito del Piano ha per ora messo a bilancio 3,4 miliardi di euro ma nessuno ha idea di quali siano le opere, segnalate con dei codici identificativi e non con dei progetti. Ma la rigenerazione urbana è al momento anche al centro di una proposta legislativa già depositata al Senato. Il Ministro delle Infrastrutture e delle Mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, ha nominato una commissione tecnica di esperti (“Commissione per la riforma della normativa nazionale in materia di pianificazione del territorio, standard urbanistici e in materia edilizia”) con dentro un po’ di professionisti fra accademici, avvocati, urbanisti, architetti fra i quali spiccano i nomi di Stefano Boeri e l’avvocato e professore Bruno Barel, in Veneto fautore del principio “abbattere per creare valore”.

    https://forum.termometropolitico.it/...=newthread&f=4
    A rischio appunto. In italia il rischio non rischia. Coi ladri di case giordano ha dimostrato che i provvedimenti esecutivi non si eseguono mai.
    Fondatore e Presidente onorario di Italia Morta. Pro Italexit e Unione Terroni d'Europa (UTE).
    Nostra proposta per emergenza Ucraina -----> La nato invade i paesi dell'est e li consegna alla russia. Guerra finita e pace per tutti.

 

 
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