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Li chiamano i manel, i panel con soli uomini: convegni, comitati, dibattiti, trasmissioni radiotelevisive in cui ci si dimentica dell'esistenza delle eccellenze femminili persino quando il tema riguarda le donne. È una delle questioni spinose di cui si è presa coscienza negli ultimi anni grazie al potere aggregante del web tra utenti con gli stessi interessi, e che ha portato boicottaggi di manifestazioni (famoso il caso del Festival della bellezza di Verona del 2020 tutto al maschile), o con proteste come quello per il comitato tecnico scientifico del Covid 19 nel 2020, senza nemmeno una scienziata. Ci sono i dati che confermano come non si tratti di una mera percezione "paranoica": la presenza femminile nella programmazione del servizio pubblico televisivo è infatti al 37%, nella parte bassa della classifica dei media di servizio pubblico europei, le donne vengono interpellate nei programmi principalmente per raccontare le proprie esperienze personali e raramente per discutere un argomento di loro competenza professionale, solo il 22,3% degli esperti nei programmi Rai è donna. Un tema che l'attuale presidente della Rai Marinella Soldi ritiene un modo fuorviante di rappresentare la realtà, e per questo il 18 gennaio la Rai ha aderito al memorandum d’intesa No Women No Panel – Senza Donne Non Se Ne Parla, partito dalla Commissione europea, che garantirà una rappresentazione paritaria ed equilibrata nelle attività di comunicazione. Marinella Soldi ha firmato nella sede Rai di Viale Mazzini in presenza della ministra per le Pari opportunità e la Famiglia Elena Bonetti, e con i rappresentanti delle istituzioni coinvolte nella stesura del documento (fra cui molti uomini), il presidente del Cnel, TIziano Treu, il capo della Rappresentanza della Commissione Ue in Italia, Antonio Parenti, il presidente dell’Unione delle province italiane, Michele De Pascale, la Dott.ssa Sveva Avveduto in rappresentanza del Cnr, la rettrice della Sapienza di Roma, Antonella Polimeni (in rappresentanza della Conferenza dei Rettori delle Università d’Italia), il presidente dell’Accademia nazionale dei Lincei Roberto Antonelli, i rappresentanti della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, dell’Anci e dell’Unione per il Mediterraneo. Da oggi, quindi, la Rai si impegna a inserire le donne e le loro expertises in maniera quanto più possibile paritaria nei suoi dibattiti, e tutta la società, non solo le donne, trarranno da questa misura un grande giovamento di cui ci accorgeremo lentamente.