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Se da un lato sembrava che la pandemia dovuta al Coronavirus potesse aumentare le occasioni di intimità con il proprio partner, trovandosi a stare spesso in casa da soli, le indagini svolte dalla Karex, azienda malese che produce uno su cinque dei preservativi in circolazione (oltre 5,5 miliardi di preservativi all'anno, per 140 Paesi), dimostrano il contrario: l'uso dei suoi prodotti è diminuito del 40% negli ultimi due anni.
Può dipendere sicuramente dall'impossibilità di nuovi incontri ma anche da tantissimi altri fattori: scopriamo quali, secondo Goh Miah Kiat, amministratore delegato del gigante Karex, sono quelli più determinanti.

Goh si è trovato a dover spiegare come mai l'uso dei condom prodotti dall'azienda per cui lavora, la Karex, è diminuito e ha così illustrato diverse ipotetiche ragioni. La prima è che, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, hotel e motel hanno un ruolo fondamentale, perché nelle case affollate è molto difficile trovare spazi per l’intimità e privacy. Ma gli alberghi, in periodo di pandemia, sono rimasti chiusi.

Studiando questo calo, bisogna considerare anche che tra i maggiori acquirenti di preservativi vi erano coloro che lavorano per l'industria del sesso, la quale ha subito inevitabilmente una battuta d'arresto in questi anni dall'inizio della pandemia.

Inoltre una ragione che può spiegare questa diminuzione così drastica dell'acquisto di profilattici (si parla di oltre il 40% in meno) è legata alla chiusura degli enti governativi che si occupavano di distibuirli sul territorio: "Ad esempio, nel Regno Unito, il sistema sanitario nazionale ha chiuso la maggior parte delle cliniche non essenziali a causa del Covid, e anche quelle per il benessere sessuale, che distribuiscono preservativi, sono state chiuse", spiega Goh. Ciò che non deve stupirci, invece, è l'aumento della vendita di lubrificanti ad uso personale o di altri oggetti legati al piacere individuale. C'è però da dire che l'acquisto di preservativi era già in calo prima della pandemia. Secondo Iri Research, c'era già stato un calo delle vendite del 2,4 e del 3,4% nel 2017 e 2018, nel 2019 la situazione sembrava migliorata, ma nel 2020 si è arrivati a perdere il 4,4%. Alcuni trovano spiegazione a questo fenomeno nel fatto che le persone ricorrano altri contraccettivi o che, purtroppo, non vi ricorrano affatto (nonostante sia fondamentale ricordare che il preservativo è l'unico in grado di proteggerci anche dalle malattie sessualmente trasmissibili). È doveroso, inoltre, riflettere sul fatto che i primi incontri tra due possibili partner non avvengano più con la tranquillità che li contraddistingueva antecedentemente al Covid, tant'è che il 70% degli intervistati da Match.com (ai fini di un rapporto sui single americani) pensa che un rapporto sessuale fin dai primi incontri sia off-limits. Sicuramente è troppo alto il rischio di contagio e troppe le ansie causate dalla crisi sanitaria per avere rapporti in totale serenità (del resto, solo incontrarsi per un caffè risulta complicato tra chiusure ministeriali e ansia sociale). Quanto è grave per la salute mentale e fisica fare meno sesso? Questa è la domanda che si chiede Sputniknews.com che ha rilasciato un'intervista a Chiara Simonelli, nota psicologa, sessuologa, psicoterapeuta, docente di Clinica dello sviluppo sessuale a La Sapienza di Roma. A Chiara è stato domandato a cosa sia dovuto il calo della voglia di intimità con il proprio partner dall'inizio della pandemia e la risposta fornita sembra poter spiegare anche la diminuzione dell'acquisto dei preservativi: "La realtà negativa influenza la serenità che serve per poter esprimere nel privato l’amore e il desiderio. Difficoltà di ogni tipo hanno intralciato la routine normale che avevamo, ritrovandoci a condividere con il partner piccoli spazi."

Ciò che è chiaro è che anche il calo nell'attività sessuale va, in qualche modo, ad alterare la serenità mentale delle persone che, a causa della pandemia, si trovano già in uno stato di carente benessere psico-fisico.