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salve
Dice Cacciari che i contrari alla vaccinazione dovrebbero accettare di farsi inoculare il siero avvelenato per rispetto della Legge, così come Socrate ha accettato l'ingiusta condanna a morte rifiutando di evadere dal carcere.
https://www.filodiritto.com/la-giust...te-con-critone
I due casi sono in effetti simili: l'obbligo di vaccinazione impone alla gente di "sacrificarsi" per amore della Legge, da cui sola scaturisce ogni Bene. L'amore per la Legge è amore per gli uomini e per la società affinché vi regni l'ordine e l'armonia.
Andare contro la Legge significa creare potenziali rivalità, dicerie, accuse sul proprio conto, condannandosi a vivere da emarginato/perseguitato.
Questo è un motivo per cui potrei accettare di sacrificarmi, ma ci sono anche delle differenze tra i due casi: Socrate beve la cicuta per morire e non continuare più a vivere; viceversa i non vaccinati dovrebbero iniettarsi il siero proprio per continuare a vivere in società e non morire.
Non bere la cicuta in quest'ultimo caso significa condannarsi a morire sia civilmente, ma anche fisicamente perché non si può più lavorare e quindi neanche comprarsi il pane.
Ma berla significa anche stare male, persino morire lo stesso, o nei casi peggiori restare invalido a vita. Chi ha la tempra di Socrate per riuscire a sopportare tutto questo? Io purtroppo ancora non ce l'ho, benché me ne rammarichi.
Ma poi oltre a Socrate c'è anche l'esempio di Gandhi: si può disobbedire a una legge ritenuta ingiusta purché ci se ne assuma la responsabilità e se ne accettino le conseguenze.
Quindi a chi dare retta?