Infrared - Youtuber marxista-leninista (in lingua inglese)

[Legionarivs]

Salve a tutti, apro questa discussione per segnalarvi questo interessantissimo youtuber marxista-leninista, residente negli USA ma di origine libanese.
Ha un approccio geopolitico multi-polare di impronta duginiana e ovviamente è fortemente critico nei confronti della sinistra liberal. Qua un esempio in cui si scaglia contro i dirigenti del CPUSA:

[Legionarivs]

Altro video degno di nota:

[Kavalerists]

Molto interessante, ho dato uno sguardo al canale...cercherò di guardare qualche video domani e in questi giorni con calma.

[Legionarivs]

Molto interessante, ho dato uno sguardo al canale...cercherò di guardare qualche video domani e in questi giorni con calma.

Poi fammi sapere cosa ne pensi, secondo me ha il grande pregio di saper intrattenere un pubblico giovane cresciuto a pane e meme

[LupoSciolto°]

Interessante, ti darò una risposta entro stasera.

[LupoSciolto°]

Quando qualcuno guarda alle realtà comuniste dei paesi dell'ex Patto di Varsavia, nota che alcuni partiti hanno un'agenda completamente diversa da quella di Potere al Popolo! o di Rifondazione . Inutile girarci attorno: il KPRF di Zyuganov, il Partito Operaio Ungherese e il Partito Comunista di Boemia e Moravia, sono distanti anni luce dalla sinistra occidentale. Sull'immigrazione come, del resto, su temi quali famiglia e ordine pubblico.

Se qualcuno leggesse Zyuganov e le sue dichiarazioni , potrebbe pensare a un esponente della c.d. "destra sociale".

Eppure non è così. Nei paesi dove è nato e cresciuto il socialismo, infatti, i compagni hanno dovuto far fronte alla complessità della realtà circostante e hanno smesso in breve tempo di parlare di sesso libero, di abolizione della famiglia, delle frontiere ecc...

E' vero, Lenin fece dei tentativi in senso "libertario" ( campi di nudisti, aborto libero e tentativo di cancellare la fede religiosa), ma in seguito dovette ricredersi. Con Stalin, poi, si operò per un totale cambiamento di rotta.

Il socialismo deve tener conto di molte cose, anche di ciò che in fase di "contestazione" viene definito come sovrastruttura borghese.
Non credo che si possa quindi parlare di conservatorismo o di tendenze reazionarie insite nel comunismo. Penso, piuttosto, che i comunisti abbiano dovuto rivolgersi alla gente e, nel fare ciò, abbiano dovuto rimandare o definitivamente scartare alcuni obiettivi tipici del pensiero di Carlo Marx. Quello più utopico per intenderci. Ma questo lo sa solo chi il socialismo l'ha vissuto o l'ha studiato. Chi, invece, il socialismo non l'ha vissuto né studiato, continuerà con slogan fumosi dal sapore radicaloide.

Riguardo Dugin, non ho molto da dire. Anni fa lessi alcuni suoi scritti. Il problema del neoeurasiatismo, a mio modesto parere, è che punta tutto sulla geopolitica e trascura la lotta di classe e le battaglie sociali. Poi, detto fra noi, argomenti come esoterismo, tradizionalismo evoliano ecc... non fanno parte della tradizione social-comunista e non so quanto elettorato potrebbero attirare. Diciamo che come personaggio è interessante, questo sì, ma non lo vedo come mentore in senso "politico".

[Legionarivs]

Quando qualcuno guarda alle realtà comuniste dei paesi dell'ex Patto di Varsavia, nota che alcuni partiti hanno un'agenda completamente diversa da quella di Potere al Popolo! o di Rifondazione . Inutile girarci attorno: il KPRF di Zyuganov, il Partito Operaio Ungherese e il Partito Comunista di Boemia e Moravia, sono distanti anni luce dalla sinistra occidentale. Sull'immigrazione come, del resto, su temi quali famiglia e ordine pubblico.

Se qualcuno leggesse Zyuganov e le sue dichiarazioni , potrebbe pensare a un esponente della c.d. "destra sociale".

Eppure non è così. Nei paesi dove è nato e cresciuto il socialismo, infatti, i compagni hanno dovuto far fronte alla complessità della realtà circostante e hanno smesso in breve tempo di parlare di sesso libero, di abolizione della famiglia, delle frontiere ecc...

E' vero, Lenin fece dei tentativi in senso "libertario" ( campi di nudisti, aborto libero e tentativo di cancellare la fede religiosa), ma in seguito dovette ricredersi. Con Stalin, poi, si operò per un totale cambiamento di rotta.

Il socialismo deve tener conto di molte cose, anche di ciò che in fase di "contestazione" viene definito come sovrastruttura borghese.
Non credo che si possa quindi parlare di conservatorismo o di tendenze reazionarie insite nel comunismo. Penso, piuttosto, che i comunisti abbiano dovuto rivolgersi alla gente e, nel fare ciò, abbiano dovuto rimandare o definitivamente scartare alcuni obiettivi tipici del pensiero di Carlo Marx. Quello più utopico per intenderci. Ma questo lo sa solo chi il socialismo l'ha vissuto o l'ha studiato. Chi, invece, il socialismo non l'ha vissuto né studiato, continuerà con slogan fumosi dal sapore radicaloide.

Riguardo Dugin, non ho molto da dire. Anni fa lessi alcuni suoi scritti. Il problema del neoeurasiatismo, a mio modesto parere, è che punta tutto sulla geopolitica e trascura la lotta di classe e le battaglie sociali. Poi, detto fra noi, argomenti come esoterismo, tradizionalismo evoliano ecc... non fanno parte della tradizione social-comunista e non so quanto elettorato potrebbero attirare. Diciamo che come personaggio è interessante, questo sì, ma non lo vedo come mentore in senso "politico".

Sì infatti io non ho mai appoggiato le istanze di coloro che accusano di revisionismo chiunque si discosti in qualche maniera dal marxismo-leninismo originario. Considerando che comunque sono passati 200 anni dall'elaborazione delle teorie di Marx, secondo me è anzi necessario "lasciar fuori" gli elementi fuori tempo massimo o che hanno dimostrato di non funzionare nella pratica (si veda ad es. il cosiddetto "comunismo sessuale"). Già Stalin lo aveva capito, e giocoforza dovrebbe essere ancor più chiaro oggi.

Purtroppo la sinistra occidentale (comunisti compresi) ha ormai assorbito in larga parte il veleno liberale che ci viene instillato quotidianamente da decenni ad opera di istituzioni e mass media, e del resto anche a livello elettorale la maggior parte della loro area di riferimento si rifiuterebbe di votare partiti e candidati che presentino una visione "tradizionale" della società simile a quella di Zjuganov o di Xi Jinping. Ma del resto lo stesso vale anche per la destra politica, ormai i disvalori liberali sono assurti a paradigma fondante della nostra società e chi li mette in discussione viene tacciato di essere un cavernicolo o un alienato.

Per quanto riguarda Dugin io stesso mi interesso al suo pensiero quasi esclusivamente in ambito geopolitico e lo vedo solo come un'integrazione piuttosto che come base dottrinaria, del resto ci sono molte sue teorie che non condivido per nulla (si veda ad esempio la sua fedeltà alla "via della mano sinistra" che lo conduce a privilegiare un approccio "caotico" attenzionando l'elemento trascendentale femminile, nonostante lui stesso in alcune sue opere abbia sottolineato come sia proprio il Logos di Cibele a guidare il post-moderno nella cancellazione di ogni istanza residua della Tradizione).

[Kavalerists]

Quando qualcuno guarda alle realtà comuniste dei paesi dell'ex Patto di Varsavia, nota che alcuni partiti hanno un'agenda completamente diversa da quella di Potere al Popolo! o di Rifondazione . Inutile girarci attorno: il KPRF di Zyuganov, il Partito Operaio Ungherese e il Partito Comunista di Boemia e Moravia, sono distanti anni luce dalla sinistra occidentale. Sull'immigrazione come, del resto, su temi quali famiglia e ordine pubblico.

Se qualcuno leggesse Zyuganov e le sue dichiarazioni , potrebbe pensare a un esponente della c.d. "destra sociale".

Eppure non è così. Nei paesi dove è nato e cresciuto il socialismo, infatti, i compagni hanno dovuto far fronte alla complessità della realtà circostante e hanno smesso in breve tempo di parlare di sesso libero, di abolizione della famiglia, delle frontiere ecc...

E' vero, Lenin fece dei tentativi in senso "libertario" ( campi di nudisti, aborto libero e tentativo di cancellare la fede religiosa), ma in seguito dovette ricredersi. Con Stalin, poi, si operò per un totale cambiamento di rotta.

Il socialismo deve tener conto di molte cose, anche di ciò che in fase di "contestazione" viene definito come sovrastruttura borghese.
Non credo che si possa quindi parlare di conservatorismo o di tendenze reazionarie insite nel comunismo. Penso, piuttosto, che i comunisti abbiano dovuto rivolgersi alla gente e, nel fare ciò, abbiano dovuto rimandare o definitivamente scartare alcuni obiettivi tipici del pensiero di Carlo Marx. Quello più utopico per intenderci. Ma questo lo sa solo chi il socialismo l'ha vissuto o l'ha studiato. Chi, invece, il socialismo non l'ha vissuto né studiato, continuerà con slogan fumosi dal sapore radicaloide.

Riguardo Dugin, non ho molto da dire. Anni fa lessi alcuni suoi scritti. Il problema del neoeurasiatismo, a mio modesto parere, è che punta tutto sulla geopolitica e trascura la lotta di classe e le battaglie sociali. Poi, detto fra noi, argomenti come esoterismo, tradizionalismo evoliano ecc... non fanno parte della tradizione social-comunista e non so quanto elettorato potrebbero attirare. Diciamo che come personaggio è interessante, questo sì, ma non lo vedo come mentore in senso "politico".

Ho potuto ascoltare poco ancora, una parte del video Communism is Conservative, ma condivido in toto la tua disamina.
Quanto a Dugin, esoterismo e tradizionalismo, ho avuto per certo un periodo determinati interessi e fatte certe letture e studi, ma è stata e resta una questione di interesse personale, che sfocia per una parte molto minima in quella che è la mia visione politica.

[Kavalerists]

Sì infatti io non ho mai appoggiato le istanze di coloro che accusano di revisionismo chiunque si discosti in qualche maniera dal marxismo-leninismo originario. Considerando che comunque sono passati 200 anni dall'elaborazione delle teorie di Marx, secondo me è anzi necessario "lasciar fuori" gli elementi fuori tempo massimo o che hanno dimostrato di non funzionare nella pratica (si veda ad es. il cosiddetto "comunismo sessuale"). Già Stalin lo aveva capito, e giocoforza dovrebbe essere ancor più chiaro oggi.

Purtroppo la sinistra occidentale (comunisti compresi) ha ormai assorbito in larga parte il veleno liberale che ci viene instillato quotidianamente da decenni ad opera di istituzioni e mass media, e del resto anche a livello elettorale la maggior parte della loro area di riferimento si rifiuterebbe di votare partiti e candidati che presentino una visione "tradizionale" della società simile a quella di Zjuganov o di Xi Jinping. Ma del resto lo stesso vale anche per la destra politica, ormai i disvalori liberali sono assurti a paradigma fondante della nostra società e chi li mette in discussione viene tacciato di essere un cavernicolo o un alienato.

Per quanto riguarda Dugin io stesso mi interesso al suo pensiero quasi esclusivamente in ambito geopolitico e lo vedo solo come un'integrazione piuttosto che come base dottrinaria, del resto ci sono molte sue teorie che non condivido per nulla (si veda ad esempio la sua fedeltà alla "via della mano sinistra" che lo conduce a privilegiare un approccio "caotico" attenzionando l'elemento trascendentale femminile, nonostante lui stesso in alcune sue opere abbia sottolineato come sia proprio il Logos di Cibele a guidare il post-moderno nella cancellazione di ogni istanza residua della Tradizione).

se già non lo conosci potrebbe interessarti questo ottimo libro:
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[Legionarivs]

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Ah Michéa è un autore molto interessante, di lui oltre a questo libro segnalo anche "Il nostro comune nemico" in cui vengono ripresi gli stessi temi