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Discussione: Sul libero arbitrio

  1. #101
    Vecchia Guardia
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    Predefinito Re: Sul libero arbitrio

    Citazione Originariamente Scritto da spq Visualizza Messaggio
    Un contributo, più serio di quanto può sembrare, tratto da:
    Infatti, il chirurgo non gli ha impedito di continuare ad essere quello che voleva essere.
    Puoi rispondermi solo se mi tagghi, grazie.

    Utenti non taggabili: the fool, pippo palla e pertica, Querion, Scipione

  2. #102
    Banzai
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    Predefinito Re: Sul libero arbitrio

    Secondo il Catechismo della Chiesa Cattolica:
    ARTICOLO 3
    LA LIBERTA' DELL'UOMO

    1730 Dio ha creato l'uomo ragionevole conferendogli la dignità di una persona dotata dell'iniziativa e della padronanza dei suoi atti. « Dio volle, infatti, lasciare l'uomo "in balia del suo proprio volere" (Sir 15,14) perché così esso cerchi spontaneamente il suo Creatore e giunga liberamente, con l'adesione a lui, alla piena e beata perfezione »:49

    « L'uomo è dotato di ragione, e in questo è simile a Dio, creato libero nel suo arbitrio e potere ».50

    I. Libertà e responsabilità

    1731 La libertà è il potere, radicato nella ragione e nella volontà, di agire o di non agire, di fare questo o quello, di porre così da se stessi azioni deliberate. Grazie al libero arbitrio ciascuno dispone di sé. La libertà è nell'uomo una forza di crescita e di maturazione nella verità e nella bontà. La libertà raggiunge la sua perfezione quando è ordinata a Dio, nostra beatitudine.

    1732 Finché non si è definitivamente fissata nel suo bene ultimo che è Dio, la libertà implica la possibilità di scegliere tra il bene e il male, e conseguentemente quella di avanzare nel cammino di perfezione oppure di venire meno e di peccare. Essa contraddistingue gli atti propriamente umani. Diventa sorgente di lode o di biasimo, di merito o di demerito.

    1733 Quanto più si fa il bene, tanto più si diventa liberi. Non c'è vera libertà se non al servizio del bene e della giustizia. La scelta della disobbedienza e del male è un abuso della libertà e conduce alla schiavitù del peccato.51

    1734 La libertà rende l'uomo responsabile dei suoi atti, nella misura in cui sono volontari. Il progresso nella virtù, la conoscenza del bene e l'ascesi accrescono il dominio della volontà sui propri atti.

    1735 L'imputabilità e la responsabilità di un'azione possono essere sminuite o annullate dall'ignoranza, dall'inavvertenza, dalla violenza, dal timore, dalle abitudini, dagli affetti smodati e da altri fattori psichici oppure sociali.

    1736 Ogni atto voluto direttamente è da imputarsi a chi lo compie:

    Il Signore infatti chiede ad Adamo dopo il peccato nel giardino: « Che hai fatto? » (Gn 3,13). Così pure a Caino.52 Altrettanto fa il profeta Natan con il re Davide dopo l'adulterio commesso con la moglie di Uria e l'assassinio di quest'ultimo.53

    Un'azione può essere indirettamente volontaria quando è conseguenza di una negligenza riguardo a ciò che si sarebbe dovuto conoscere o fare, per esempio un incidente provocato da una ignoranza del codice stradale.

    1737 Un effetto può essere tollerato senza che sia voluto da colui che agisce; per esempio lo sfinimento di una madre al capezzale del figlio ammalato. L'effetto dannoso non è imputabile se non è stato voluto né come fine né come mezzo dell'azione, come può essere la morte incontrata nel portare soccorso a una persona in pericolo. Perché l'effetto dannoso sia imputabile, bisogna che sia prevedibile e che colui che agisce abbia la possibilità di evitarlo; è il caso, per esempio, di un omicidio commesso da un conducente in stato di ubriachezza.

    1738 La libertà si esercita nei rapporti tra gli esseri umani. Ogni persona umana, creata ad immagine di Dio, ha il diritto naturale di essere riconosciuta come un essere libero e responsabile. Tutti hanno verso ciascuno il dovere di questo rispetto. Il diritto all'esercizio della libertà è un'esigenza inseparabile dalla dignità della persona umana, particolarmente in campo morale e religioso.54 Tale diritto deve essere civilmente riconosciuto e tutelato nei limiti del bene comune e dell'ordine pubblico.55

    II. La libertà umana nell'Economia della salvezza

    1739 Libertà e peccato. La libertà dell'uomo è finita e fallibile. Di fatto, l'uomo ha sbagliato. Liberamente ha peccato. Rifiutando il disegno d'amore di Dio, si è ingannato da sé; è divenuto schiavo del peccato. Questa prima alienazione ne ha generate molte altre. La storia dell'umanità, a partire dalle origini, sta a testimoniare le sventure e le oppressioni nate dal cuore dell'uomo, in conseguenza di un cattivo uso della libertà.

    1740 Minacce per la libertà. L'esercizio della libertà non implica il diritto di dire e di fare qualsiasi cosa. È falso pretendere che l'uomo, soggetto della libertà, sia un « individuo sufficiente a se stesso ed avente come fine il soddisfacimento del proprio interesse nel godimento dei beni terrestri ».56 Peraltro, le condizioni d'ordine economico e sociale, politico e culturale richieste per un retto esercizio della libertà troppo spesso sono misconosciute e violate. Queste situazioni di accecamento e di ingiustizia gravano sulla vita morale ed inducono tanto i forti quanto i deboli nella tentazione di peccare contro la carità. Allontanandosi dalla legge morale, l'uomo attenta alla propria libertà, si fa schiavo di se stesso, spezza la fraternità coi suoi simili e si ribella contro la volontà divina.

    1741 Liberazione e salvezza. Con la sua croce gloriosa Cristo ha ottenuto la salvezza di tutti gli uomini. Li ha riscattati dal peccato che li teneva in schiavitù. « Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi » (Gal 5,1). In lui abbiamo comunione con la verità che ci fa liberi.57 Ci è stato donato lo Spirito Santo e, come insegna l'Apostolo, « dove c'è lo Spirito del Signore c'è libertà » (2 Cor 3,17). Fin d'ora ci gloriamo della libertà dei figli di Dio.58

    1742 Libertà e grazia. La grazia di Cristo non si pone affatto in concorrenza con la nostra libertà, quando questa è in sintonia con il senso della verità e del bene che Dio ha messo nel cuore dell'uomo. Al contrario, e l'esperienza cristiana lo testimonia specialmente nella preghiera, quanto più siamo docili agli impulsi della grazia, tanto più cresce la nostra libertà interiore e la sicurezza nelle prove come pure di fronte alle pressioni e alle costrizioni del mondo esterno. Con l'azione della grazia, lo Spirito Santo ci educa alla libertà spirituale per fare di noi dei liberi collaboratori della sua opera nella Chiesa e nel mondo:

    « Dio grande e misericordioso, allontana ogni ostacolo nel nostro cammino verso di te, perché, nella serenità del corpo e dello spirito, possiamo dedicarci liberamente al tuo servizio ».59

    In sintesi

    1743 Dio « lasciò » l'uomo « in balia del suo proprio volere » (Sir 15,14), perché potesse aderire al suo Creatore liberamente e così giungere alla beata perfezione.60

    1744 La libertà è il potere di agire o di non agire e di porre così da se stessi azioni libere. Essa raggiunge la perfezione del suo atto quando è ordinata a Dio, Bene supremo.

    1745 La libertà caratterizza gli atti propriamente umani. Rende l'essere umano responsabile delle azioni che volontariamente compie. Il suo agire libero gli appartiene in proprio.

    1746 L'imputabilità e la responsabilità di un'azione possono essere sminuite o annullate dall'ignoranza, dalla violenza, dal timore e da altri fattori psichici o sociali.

    1747 Il diritto all'esercizio della libertà è un'esigenza inseparabile dalla dignità dell'uomo, particolarmente in campo religioso e morale. Ma l'esercizio della libertà non implica il supposto diritto di dire e di fare qualsiasi cosa.

    1748 « Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi » (Gal 5,1).

  3. #103
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    Predefinito Re: Sul libero arbitrio

    Citazione Originariamente Scritto da spq Visualizza Messaggio
    Un contributo, più serio di quanto può sembrare, tratto da:

    Raymond Smullyan:
    THIS BOOK NEEDS NO TITLE
    Prentice-Hall, Inc. - Englewood Cliffs, New Jersey

    Determinism or Free Will?

    Scene l
    Existentialist: But you shouldn't make such a promise. You
    have no way of knowing that you will keep it inthe future.
    Victim: What the hell are you talking about? Of course I
    will keep it in the future!
    Existentialist: But how do you know you will keep it in the
    future?
    Victim: Because I have decided to keep it in the future.
    That's how I know!
    Existentialist: I do not deny that you now honestly intend
    to keep your promise. It is just that I do not see how your
    present good intention can possibly guarantee that you will
    have equally good intentions in the future. After all, there is
    such a thing as changing one's mind!
    Victim: Not with me there isn't! I never break promises!
    Existentialist: How do you know that?
    Victim: I have never broken a promise in my whole life!
    Existentialist: I believe you. I don't doubt that for a moment.
    If you tell me that you have never yet broken a promise, I
    take your word implicitly. But just because you have never in
    the past broken a promise, why does it follow that you never
    will in the future?
    Victim: I really don't understand you at all! Are you taking
    a completely deterministic or fatalistic position? Is it as if it
    were already "written in the book" how I will act in the future,
    and since I don't know the "book," I have no way of knowing
    what the future will be? In other words, are you trying to tell
    me that 1 have nothing to say in the matter?
    Existentialist: No, no; I am not saying that at all. I happen
    to believe in free will. But strangely enough, free will is not the
    crucial issue here. That is to say, a strict determinist would
    come to the same conclusion I would, only for very different
    reasons. The determinist would say that whether or not you
    keep your promise in the future is strictly determined by the
    laws of physics together with the present configuration of the
    universe, and since you do not know enough about the present
    configuration, then you have no rational means of knowing the
    future. The determinist would thus say, "It is not up to you
    whether you keep your promise or not; it is up to the universe
    and its laws." I, on the other hand, believe in free will and
    hence believe that at any time it is up to you what you do at
    that time. You have now made a promise of your own free will.
    You presently intend to keep it. But I do not believe that you
    have the power to choose now what you will choose to do in the
    future.
    Victim: But I do have the power! I told you I have never
    before broken my word. Does this not constitute very strong
    probabilistic evidence that I will not break my promise in the
    future?
    S
    Existentialist: Oh, probabilistic evidence! I wasn't thinking
    ofthis at all! I thought you were claiming it a certainty that you
    will keep your promise. If all you are talking about is probability,
    then I'm not sure I would disagree with you. Indeed, the
    fact that you have never yet broken a promise is in itself a good
    probabilistic indication that you won't in the future, though
    perhaps other relevant factors should be taken into account. At
    any rate, if all you are saying is that it is likely that you will
    keep your promise, I will not dispute you. All I object to is your
    absolute certainty that you will keep your promise.
    Victim: Of course I am certain! It's not a mere matter of
    probability; it's a question of complete and total certainty. You
    forget that it is I who have made the promise. There is no
    power in the entire universe which can force me to break my
    promise.
    Existentialist: I know that no power in the universe can
    cause you to break your word. I know that full well. You are one
    of the most strong-willed, self-willed people I have ever
    known-indeed, many would characterize you as downright
    "stubborn." And therefore I know that no external force can
    compel you to break a promise. But that does not mean that
    you yourself don't have the power to break it! And no one-not
    even you-can possibly know whether you will choose to do
    this in the future.
    Victim: But I won't choose to do this! I know I won't.
    Existentialist: But how do you know?
    Victim: I don't know how I know, I just know!
    Existentialist: Really now, that remark is hardly worthy of
    you! How can you say that you know but that you don't know
    how you know?
    Victim: It is true. I do know, but I don't know how I know.
    Existentialist: That is ridiculous! You don't know.
    Victim: I do know!
    Existentialist: You don't!
    Victim: I do!
    Existentialist: You don't!
    Etc., etc.

    Scene 2
    Several months later the victim fell into the hands of an evil
    brain surgeon. This surgeon was a diabolical character whose
    specialty was to perform brain operations whose express purpose
    was to make people choose to break their promises. And
    so the evil brain surgeon operated on our victim, and as a
    result the victim decided (?) to break his promise. Shortly after,
    he had the following conversation with a determinist.
    Determinist: So! You broke your promise!
    Victim: Oh yes!
    Determinist: What would you say now to the existentialist?
    I know about your entire conversation!
    Victim: Obviously I must admit that the existentialist was
    right and I was wrong. He claimed there was a possibility that
    I would choose to break my promise; I claimed there wasn't. So
    clearly he was right and I was wrong.
    Determinist: I would not put it quite that way. You were
    wrong, of course. But I would not say he was right. He was
    wrong too.
    Victim: What do you mean?
    Determinist: He was right in that it was not a certainty that
    you would keep your promise-this you now realize. But he
    was wrong in saying that it was up to you whether or not you
    kept your promise. His basic fallacy is that he believes in free
    will.
    Victim: That's no fallacy! I also believe in free will.
    Determinist: You mean you used to believe in free will.
    Victim: No, I still believe in free will.
    Determinist: Even after your experience with the brain
    surgeon? Even after he forced you to break your promise?
    Victim: I was not forced to break my promise; I chose to
    break my promise.
    Determinist: You really mean to say that you actually
    believe that it was your choice in the matter rather than the
    surgery which caused you to break your promise?
    Victim: or course it was my choice!
    Determinist: You sound quite proud of the fact!
    Victim: Hardly! How could anyone in his right mind be
    proud of breaking a promise?
    Determinist: Well then, let me ask you: Why did you break
    your promise?
    Victim: Why did I? Because I realized that it was the best
    thing I could do, that's why?
    Determinist: But do you believe it is morally right to break
    a promise?
    Victim: Of course not! But in this case, my keeping the
    promise would have been even worse than breaking it. I thus
    had to choose the lesser of two wrongs.
    Determinist: I don't understand you.
    Victim: Look, when I originally made the promise, I did so
    in good faith. I honestly believed it was best for all concerned.
    But shortly after my brain operation, I started to review all
    relevant facts, and I soon discovered some of the more crucial
    ones I had failed to take into consideration. After having taken
    them into consideration, I then realized that the promise was
    not a good one-I don't mean not good for me personally, but
    not good for everyone as a whole. In other words, I now realize
    that keeping the promise would have been even more unethical
    than breaking it-despite the fact that I fully grant that it is
    always unethical to break a promise. B~t unfortunately, in life
    the choice is not always between the ethical and the unethical,
    but sometimes between the more unethical and the less unethical.
    Whenever someone makes an unethical promise, he is
    always confronted with this horrible choice. If he breaks his
    promise, he is committing the unethical fact of breaking a
    promise; if he keeps his promise, he may, for other reasons, be
    acting even more unethically. This was my situation. I had no
    choice but to break my promise.
    Determinist: You sure as hell had no choice! The brain
    surgeon saw to that!
    Victim: No, no; I mean I had a choice, and I chose to do the
    best thing under the circumstances.
    Determinist: Now whom do you think you are kidding?
    Look how you rationalize and flounder! Next, I suppose, you'll
    be telling me that the brain operation had nothing to do with
    your so-called "choice:'
    Victim: No, I'm not saying that. It is quite possible that the
    brain operation set in motion various thoughts concerning the
    desirability of keeping my promise. Had I not had these
    thoughts, I would indeed have kept my promise. But the brain
    operation did not force me to break my promise; I broke it of
    my own accord. I chose to break my promise.
    Determinist: And I say that that is a complete and utter
    rationalization! Of course the brain operation caused you to
    break your promise! If you had not had the brain operation,
    you would have kept your promise, but since you did have the
    operation, you broke it. It is as simple as that! If event X is
    followed by event Y, and if Y would not have occurred had X
    not occurred, how can you intelligently deny that X was the
    cause of Y? What other meaning of "cause" is there?
    Victim: I disagree! It is inconceivable to me that I did not
    break my promise of my own free will. When I make a promise,
    there is no power in the universe-other than my own will-which
    can cause me to break it.
    come disse un famoso premio nobel per la fisica:
    "if you want to be able to change the future you need to be able to change the past"
    G. t'Hooft
    If we are honest - and scientists have to be - we must admit that religion is a jumble of false assertions. P. Dirac

  4. #104
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    Predefinito Re: Sul libero arbitrio

    Ma allora, quando affermo che esiste una tecnologia (il telecomando) con il potenziale di cambiare canale sulla mia televisione, che cosa sto dicendo?

    Puoi rispondermi solo se mi tagghi, grazie.

    Utenti non taggabili: the fool, pippo palla e pertica, Querion, Scipione

  5. #105
    parzialmente stremato
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    Predefinito Re: Sul libero arbitrio



    riporto visto che di recente è uscito questo lavoro di Sapolsky

    inoltre, forse si potrebbe unire a questa discussione: Libero arbitrio: cosa dicono le neuroscienze

    fate sapere se vi sembra il caso unire


    SE HAI BISOGNO DI AIUTO MANDA UN PVT cliccando qui ------>
    "Pistilloni in crabettura boccidi sa zanzara" (Don Gigi)
    "Internet è stato creato per dare ai malati di mente qualcosa da fare" (Frank Darabont)

  6. #106
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    Predefinito Re: Sul libero arbitrio

    Mi sembra che si possa sostenere che il libero arbitrio, così com'è inteso comunemente, possa esistere a livello soggettivo. Ovvero ogni persona ha l'impressione che una sua scelta possa determinare, anche indirettamente, i suoi eventi futuri (soggettivi). In realtà se tutti gli eventi sono possibili, ed effettivamente si verificano, non ha senso interrogarsi sul libero arbitrio.

  7. #107
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    Predefinito Re: Sul libero arbitrio

    Citazione Originariamente Scritto da alpha12000 Visualizza Messaggio
    Mi sembra che si possa sostenere che il libero arbitrio, così com'è inteso comunemente, possa esistere a livello soggettivo. Ovvero ogni persona ha l'impressione che una sua scelta possa determinare, anche indirettamente, i suoi eventi futuri (soggettivi). In realtà se tutti gli eventi sono possibili, ed effettivamente si verificano, non ha senso interrogarsi sul libero arbitrio.
    Ma che effettivamente si verificano tutti chi lo dice?
    Puoi rispondermi solo se mi tagghi, grazie.

    Utenti non taggabili: the fool, pippo palla e pertica, Querion, Scipione

  8. #108
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    Predefinito Re: Sul libero arbitrio

    Citazione Originariamente Scritto da Narel Jarvi Visualizza Messaggio
    Ma che effettivamente si verificano tutti chi lo dice?
    "Se".
    E' quanto capisco io dell'Interpretazione di Everett.
    E va benissimo con la mia visione cosmogonica.

  9. #109
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    Predefinito Re: Sul libero arbitrio

    Provo a ridare vita a questa bella discussione, proponendo di mettere a fuoco il concetto di PRESENTE.
    Cioè quell'istante impercettibile che separa il passato dal futuro, o trasforma il secondo nel primo.

    Vorrei eliminare in partenza, se questo non vi disturba, tutti i problemi tipo 'paradossi di Zenone', per cui in un istante di durata nulla non può accadere nulla.
    Per esempio possiamo assumere che il 'presente' ha una durata, oppure meglio, senza che questo abbia la pretesa di essere una teoria, che il tempo è quantizzato in grani di durata dell'ordine del tempo di Planck (circa 5 ×10^-44 sec), cioè che non esistono eventi più vicini fra loro nel tempo di questo grano.

    La domanda a cui rispondere diventa dunque questa: in questo grano di tempo può avvenire qualcosa di autenticamente nuovo?
    Soltanto può continuare ciò che era già iniziato prima o invece può iniziare qualcosa di imprevedibile a partire da una combinazione di eventi non certi né inevitabili ma soltanto possibili?
    E dal momento che di questi eventi possibili non conosciamo la causa, o perfino dubitiamo che ci sia una causa, non potrebbe essere che invece un causa ci sia, non descritta da Schroedinger-Dirac-Bohr-Feynman-ecc., ma ben individuabile e studiabile?

    E che questo abbia un po' a che fare con il titolo di questa discussione?

  10. #110
    Praticamente innocuo
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    Predefinito Re: Sul libero arbitrio

    Interessante. Ma se il tempo è quantizzato e lo spazio è quantizzato allora nell'arco di un quanto di tempo DEVE poter accadere qualcosa che modifica il successivo istante nell'universo quantizzato, altrimenti l'istante successivo sarebbe identico a quello precedente e tutto rimarrebbe permanentemente congelato, cosa che evidentemente non è.
    Cioè il quanto di tempo deve essere sufficientemente lungo perchè l'universo quantizzato nel successivo istante sia diverso da quello nell'istante precedente.
    Far ragionare un idiota non é impossibile, é inutile

 

 
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