Secondo il teorema fondamentale dell'aritmetica, ogni numero naturale è scomponibile in un solo modo in un prodotto di numeri primi.
Cioè ad ogni numero corrisponde una scomposizione diversa, ed ogni scomposizione produce un numero diverso.
Ogni numero naturale quindi si può rappresentare come:
2^a . 3^b . 5^c . 7^d . 11^e . … eccetera per ogni numero primo
dove per a è possibile scegliere qualunque esponente intero da 0 a ℵ0 (la cardinalità dell'insieme dei num. naturali), e così pure per b, c, d, e, ecc.
Ognuna delle scelte possibili produce un diverso numero naturale.
IL numero di scelte possibili é ℵ0 ^ p, dove indico con p il numero di numeri primi, quindi il numero di numeri naturali è ℵ0 ^ p.
Dobbiamo concludere quindi che
1> ℵ0 ^ p = ℵ0.
Se p fosse un numero finito, l'uguaglianza 1> sarebbe valida, ma sappiamo che non è così.
Molte fonti concordano sul fatto che l'insieme dei numeri primi è numerabile, cioè può essere messo in corrispondenza bi-univoca con l'insieme dei numeri naturali, cioè i due insiemi hanno la stessa cardinalità ℵ0 .
Se ciò è vero, allora il numero totale delle scelte possibili è ℵ0^ℵ0, quindi il numero di numeri naturali risulta essere ℵ0^ℵ0 cioè
2> ℵ0 ^ ℵ0 = ℵ0
Dal momento che il numero ℵ0^ℵ0 è evidentemente non minore di 2^ℵ0, il ragionamento fin qui seguito è in contraddizione con la classificazione degli infiniti operata da Cantor. ( ℵ1 = 2^ℵ0 , ipotesi del continuo, …)
L'argomento qui esposto usa implicitamente l'assioma della scelta. E' forse questo il punto che genera la contraddizione?
O dobbiamo ipotizzare che il numero di numeri primi sia qualcosa di 'intermedio' fra un mumero finito e l'infinito numerabile ℵ0 ?
E' pure vero che la probabilità che un numero naturale sia primo è 0.
O meglio: se p(n) designa il numero di numeri primi minori del num intero n, allore il lim per n->infinito di p(n)/n è 0.