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Anticipi o ritardi del ciclo, flusso abbondante, mestruazione più dolorosa. Sono alcuni dei disturbi lamentati da numerose donne in seguito alla somministrazione del vaccino anti-Covid. I cambiamenti mestruali sono stati segnalati in riferimento a tutti i tipi di vaccino, sia quelli a mRNA (Pfizer e Moderna) sia quelli a vettore virale (AstraZeneca e Johnson&Johnson). Questo dato fa ipotizzare l’esistenza di un possibile collegamento tra vaccinazione e irregolarità nel ciclo. Secondo il National Institutes of Health, i cambiamenti mestruali dopo le vaccinazioni contro il Covid potrebbero essere attribuiti alle risposte immunitarie ad essi correlate e al loro impatto sull’utero (cambiamenti mestruali sono stati associati anche ad altre vaccinazioni come quella contro il papilloma virus umano), nonché allo stress correlato alla pandemia, ai cambiamenti dello stile di vita e alla contrazione del virus stesso. Inoltre, gli esperti sono concordi nell’escludere che eventuali irregolarità possano essere legate a specifiche componenti del vaccino.

Premesso che le cause di eventuali ritardi o variazioni del ciclo mestruale possano essere molte e diverse (lunghi periodi di stress, eccessiva perdita di peso, cambiamenti nella dieta o nello stile di vita, malattie come il Covid che tiene impegnato attivamente l’organismo nell’organizzare un’adeguata risposta all'infezione, ecc), diversi gruppi di ricerca stanno indagando per capire se il vaccino anti-Covid possa essere realmente una causa diretta di tali alterazioni, e quali meccanismi possono esserci alla base di questi cambiamenti. A fare il punto sul tema Victoria Male, docente di medicina riproduttiva all'Imperial College London, in un editoriale pubblicato sul British Medical Journal, partendo da un dato (in Inghilterra sono 36mila le donne che hanno segnalato alterazioni del ciclo mestruale in seguito alla vaccinazione anti Covid-19, fra cui un leggero ritardo delle mestruazioni, un aumento della durata o del flusso) e analizzando due studi statistici (uno condotto negli Stati Uniti e l’altro in Norvegia). L'autrice spiega nell’articolo che i dati emersi mostrano un possibile effetto della vaccinazione anti-Covd sulla regolarità del flusso, ma sottolinea anche che si tratta di cambiamenti di breve durata e piuttosto piccoli se paragonati alle usuali variazioni che hanno le donne.

Lo studio americano
Lo studio americano, finanziato dal National Institutes of Health (NIH) degli Stati Uniti e pubblicato sulla rivista accademica peer-reviewed Obstetrics & Gynecology, si è basato sull’uso di un’app e ha coinvolto quasi 4mila donne (di cui più della metà era vaccinata), di età fra i 18 e i 45 anni, con cicli nella norma. I ricercatori le hanno monitorate per un periodo che comprendeva 6 cicli mestruali, di cui 3 prima della vaccinazione e altri 3 dopo il richiamo.

Il vaccino può allungare di 1 giorno il ciclo mestruale
Dall’analisi dei dati è emerso che le donne che hanno fatto il vaccino anti-Covid durante il ciclo, hanno avuto un aumento di circa un giorno della durata delle mestruazioni (una piccola variazione) rispetto a quelle non ancora vaccinate. I cambiamenti maggiori sono stati registrati in un sottogruppo di 358 donne che hanno ricevuto sia la prima che la seconda dose poco prima dello stesso ciclo. In questa sotto-categoria il ritardo è stato in media di 2 giorni e, all'interno del gruppo, circa il 10% di queste donne ha avuto una durata delle mestruazione dopo la vaccinazione pari a 8 giorni. In ogni caso, le alterazioni risultano rientrate e i cambiamenti scomparsi già entro i 2 cicli successivi. La variazione non ha destato alcuna preoccupazione nei ricercatori poiché non è clinicamente rilevante. Poiché la risposta al vaccino varia da persona a persona e questo può accadere anche per il ciclo mestruale, lo studio necessita di ulteriori approfondimenti. Il vaccino può causare un flusso più abbondante (studio norvegese)
Lo studio norvegese, ancora non pubblicato, ma presentato in anteprima, è stato condotto su quasi 6mila donne. I risultati mostrano che l’effetto maggiormente associato alla vaccinazione è stato un flusso più abbondante del solito, problema che, però, è rientrato, nell’arco di 2 o 3 mesi. A rendere il dato più che rassicurante è il fatto che che quasi il 40% delle partecipanti allo studio ha dichiarato di aver avuto questa problematica anche nei cicli precedenti alla prima dose di vaccino. Piccole variazioni del ciclo non devono preoccupare, e il fatto che gli studi abbiano riscontrato solo minime e temporanee irregolarità del ciclo è confortante.

“Obiettivo di queste ricerche è quello di vincere timori infondati e permettere alle donne in età fertile di sottoporsi al vaccino con serenità e consapevolezza”, ha commentato Diana W. Bianchi, direttore dell’Eunice Kennedy Shriver National Institute of Child Health and Human Development del National Institutes of Health. A rassicurare sul tema anche i ginecologi italiani. "Variazioni di un giorno o anche più sono del tutto normali e non devono allarmare", ha sottolineato Nicola Colacurci, Ordinario di Ginecologia dell'Università degli Studi della Campania e presidente della Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo). Inoltre, eventuali piccoli cambiamenti possono essere associati allo stress più che al vaccino in sé. Ricordiamo che lo stress psico-fisico è uno dei principali fattori che contribuiscono alle alterazioni del ciclo mestruale”.

Il vaccino non ha effetti sulla fertilità
Come sottolinea anche la dott.ssa Victoria Male, non ci sono ad oggi evidenze scientifiche che il vaccino possa avere un qualche impatto sulla fertilità. La vaccinazione anti-Covid non rappresenta, quindi, alcun fattore di rischio per chi è in cerca di un figlio. A sostenere tale tesi due evidenze scientifiche: 1) le gravidanze indesiderate si sono verificate con tassi simili nei gruppi vaccinati e non vaccinati; 2) nelle cliniche di riproduzione assistita le misure di fertilità e i tassi di gravidanza sono simili nei pazienti vaccinati e non vaccinati.

“È stato scientificamente dimostrato - ha dichiarato Antonella Agnello, medico specialista in Ginecologia e Ostetricia, responsabile Ginecologia Synlab Padova, direttore sanitario del poliambulatorio Synlab Euganea Medica e consigliere nazionale Ageo (Associazione Ginecologi Extra Ospedalieri) - che le donne in gravidanza sono più vulnerabili nel caso in cui dovessero contrarre il virus durante la gestazione. E se dovessero sviluppare una infezione sintomatica da Covid-19, le non vaccinate avrebbero più problemi rispetto alle altre donne vaccinate, che risultano più protette dal rischio di ricoveri e terapie intensive. In tutti i soggetti, in caso di infezione, il vaccino aiuta non solo a prevenire l’infezione da Covid-19, ma anche ad attenuare la gravità dei sintomi”.

Il Covid influisce sulla fertilità degli uomini, ma solo temporaneamente
Uno studio della Boston University School of Public Health (BUSPH) e pubblicato sull'American Journal of Epidemiology ha dimostrato che il vaccino non influisce sulla fertilità, mentre il Covid sì. In particolare, i ricercatori hanno individuato un legame tra infertilità maschile (temporanea) e infezione da Sars-Cov-2. Se da un lato lo studio conferma che la vaccinazione anti-Covid (con Pfizer, Moderna o Johnson&Johnson) in entrambi i partner non è correlata alla fertilità delle coppie, dall'altro associa l'infezione da Sars-Cov-2 all'inferitlità maschile, seppur transitoria. Il team ha scoperto, infatti, che gli uomini risultati positivi al Covid negli ultimi due mesi avevano una fertilità inferiore rispetto agli uomini che non erano mai risultati positivi o agli uomini che erano risultati positivi più di 60 giorni prima. Questa scoperta è in accordo con risultati di altri studi che hanno indagato come il virus possa influenzare la funzionalità erettile e dei testicoli.