Originariamente Scritto da
cimad5
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animal mi avevi chiesto un riassunto di "Per un pugno di barbari", non farò un riassunto, ma cercherò di evidenziare le caratteristiche del libro.
La scrittura è godibile, forse l'autore gigioneggia un poco (almeno per il mio gusto) con non infrequenti riferimenti alla cinematografia di massa o con paragoni con l'Italia moderna, ma in un libro di divulgazione è tollerabile. Il periodo preso in considerazione è ricompreso, grossomodo, tra il principato di Marco Aurelio e la fine della prima Tetrarchia. Mi sembra che i punti di vista della storiografia contemporanea, almeno quella strettamente tradizionale, siano ben esposti. La cosiddetta crisi del III secolo viene correttamente fatta risalire agli effetti della peste antonina, con le sue conseguenze economiche e militari. Forse si poteva esaminare anche l'evoluzione dell'aspetto ideologico-formale del potere del
princeps, ma va bene anche così. La narrazione ha uno sviluppo diacronico ben impostato, con buoni riferimenti alle fonti. La tesi del libro, supportata da tabelle realizzate dall'autore, è che la progressiva perdita di valore (o meglio di valore percepito) del denario ha portato all'esplosione dell'inflazione lungo tutto l'arco del periodo considerato, fenomeno che ha minato le basi economiche dell'Impero, ed ha indotto la necessità di mutamenti strutturali, sul lungo periodo, della sua organizzazione amministrativa, fiscale e militare. Interessante l'accenno alla ricerca di una religione imperiale perlomeno a partire da Aurelaiano. La parte finale che riguarda Diocleziano è un po' agiografica, ed a mio parere l'interpretazione della progetto di successione nella tetrarchia (ancorché tradizionale) non è condivisibile.
Un evidente limite del libro è data dalla parte militare, dove l'autore dimostra di non conoscere né la struttura delle legioni né comprendere l'utilizzo del Comitatus di Galerio.
Se l'argomento ti interessa possiamo chiacchierarne un po'