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  1. #51
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    Predefinito Rif: Fini esulta.... prezzo conguo

    SE VALE "ILMETODO gianfranco"SCAJOLA PUO' TORNARE MINISTRO !
    di Gabriele Villa

    fini indagato per truffa, resta saldamente al suo posto. Allora, a maggior ragione, deve riavere il suo l'ex titolare della Sviluppo economico, che non è neppure inquisito


    Claudio Scajola si accomodi, prego. Può riprendersi la sua poltrona di ministro quando e come vuole. Se vale il trattamento di riguardo, un vero e proprio trattamento ad personam, riservato al presidente della Camera, Gianfranco Fini per quella «sciocchezzuola», come ama ripetere sorridendo, della casetta di An finita, oramai sissabenecome al cognatino Tulliani, allora a maggior ragione, il ragionamento deve valere almeno per un'altra persona. Ad esempio per chi, come l'ex titolare dello Sviluppo economico, si è trovato investito dal polverone mediatico, sollevatosi a proposito del famoso appartamento con vista sul Colosseo, e non ha aspettato un minuto di più, dopo aver dato una sbirciatina ai titoli dei giornali (primo fra tutti il nostro) a dimettersi.
    Già, perché la prima, robusta, sostanziale differenza tra Fini e Scajola, due politici di lunga navigazione, che dovrebbero essere, glielo riconosciamo, abituati alle scuffiate, è che il primo è rimasto aggrappato, anzi, strenuamente inchiodato, alla vellutata poltrona di Montecitorio, mentre il secondo ha immantinente fatto i bagagli, anche se avrebbe potuto restare al suo posto, non avendo commesso alcun reato, non avendo ricevuto neppure alcun avviso di garanzia.
    Già, perché la seconda, robusta, sostanziale differenza è proprio questa: Scajola non ha ricevuto alcun avviso di garanzia, mentre Gianfranco Fini è invece indagato per truffa aggravata a proposito della famosa «sciocchezzuola» dell'appartamento di Montecarlo.
    E sono mesi che è indagato, anche se nessuno lo sapeva. Perché la cauta Procura di Roma, limitandosi a ossequiare scrupolosamente la legge (quindi seguendo una prassi che ha qualcosa di veramente anomalo, in un'Italia dove le Procure spifferano tutto, appena possono, ai cronisti) ha aspettato di annunciare che il presidente della Camera era indagato, contemporaneamente alla richiesta di archiviazione dell'intera, surreale vicenda. Richiesta di archiviazione che, peraltro, è sempre utile precisarlo, non smentisce una riga che è una riga dell'inchiesta pubblicata dal Giornale. Perché? Perché nelle carte dell'inchiesta si legge che sì il prezzo di vendita non risultava equo ma che andrebbe valutato il costo della ristrutturazione. E, per quest'altro aspetto, i pm preferiscono non entrare nel merito rimandando, si legge sempre nelle stesse carte, la valutazione del danno a una eventuale causa civile.
    Assistere a una simile, encomiabile camminata sulle uova è un esercizio che può aiutare a far riflettere anche i più distratti fra noi. Se, infatti, andiamo un po' indietro con la memoria, pur tralasciando quelle migliaia di sussurri e venticelli che, appena usciti tempestivamente dai palazzi di giustizia, sono subito rimbombati come terremoti se l'indagato o il neanche indagato era ed è il premier Berlusconi, non ci risulta che prima d'ora un pm abbia avuto sì tanto rispetto per la privacy di un personaggio politico o pubblico che fosse.
    Tutto ciò che cosa ci spinge a pensare? Nulla di moralmente illecito, beninteso. Ma solo che, evidentemente, Gianfranco Fini, che sia considerato negli abiti di Gianfranco Fini o in quelli del presidente della Camera, poco importa, può contare comunque sul rispetto e sulla aprioristica fiducia delle Procure. In ossequio, dunque, a quella famosa presunzione d'innocenza che, in tutti quegli sputtanamenti giornalistici costruiti sui soffietti di tante solerti Procure, non è mai stata particolarmente ossequiata in questo Bel Paese.

    Tenete conto poi che i pm sono stati così prudenti e rispettosi della privacy della famiglia Fini, nel valutare l'affaire Montecarlo, da non aver mai sentito il bisogno di interrogare i protagonisti della vicenda. Né la compagna, Elisabetta Tulliani (che non ci pare abbia avuto un ruolo secondario nella gestione di quell'appartamento), né il cognato, che secondo lo stesso Fini potrebbe essere il vero proprietario della casa. Né, ancora, quei potenziali acquirenti della casetta monegasca che avevano dichiarato di aver offerto molto di più dei trecentomila pagati dalla off-shore, respinti al mittente nonostante fossero stati più generosi.
    Se il ragionamento che abbiamo fatto fin qui fila, e in tutta onestà ci sembra che non faccia una grinza, allora il cerchio delle diverse credibilità, si può chiudere esattamente nel punto da dove avevamo cominciato a tracciarlo. Nonostante mille opacità, che restano in una vicenda che cristallina non è mai stata fin dall'inizio. Nonostante il fatto che la Procura abbia deciso di indagarlo, nonostante il mosaico dell'affaire Montecarlo sia stato ricostruito in ogni tassello, Gianfry ha deciso di non mollare. Di starsene lì, al suo posto. Imperturbabile. Mentre l'ingenuotto, sensibile e un po' d'antan, ministro Claudio Scajola, ha aperto il libro dei principi comportamentali del politico e dell'uomo retto, si è riletto il significato di parole come etica e morale e ha deciso di lasciare il suo scranno. Perché, in fondo, l'unico modo per liberarsi dalle responsabilità sta nell'assolverle. E non nell'autoassolversi. C'è una bella differenza, no?

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  2. #52
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    Predefinito Rif: Fini esulta.... prezzo conguo

    Altro esempio di lealtà da parte del "traditore"...
    Sembra una trottola , non si capisce dove cazzo voglia arrivare , eppure ha trovato un seguito di cojoncelli che gli danno corda ... fortuna che sono soltanto quattro gatti che leccano il culo ai comunisti.:sofico:

    Le giravolte del presidente della Camera
    Fini ha sempre detto no al "ribaltone", ma ora ha cambiato idea


    di
    Filippo Benedetti Valentini
    26 Ottobre 2010
    Fini.jpg

    Il faccia a faccia tra Gianfranco Fini e Massimo D’Alema ad Asolo ha rivelato un’esplicita apertura del presidente della Camera verso "nuovi scenari". Il Governo tecnico è dietro l’angolo? Nessuno può dirlo, eppure l’incontro tra il presidente della Camera e l'ex premier dimostra come forse sia possibile leggere nel futuro senza la sfera di cristallo. Interessante però, sarebbe anche una lettura del passato. In particolar modo quello di Gianfranco Fini (e dei finiani), al quale oggi un governo di transizione farebbe molto comodo, diversamente da quanto non pensava fino a qualche tempo fa. Un cambio di rotta a 360 gradi se si confronta con le dichiarazioni pubbliche che il capo di Futuro e Libertà ha rilasciato alle agenzie e sui giornali negli ultimi due anni.

    Lo testimonia in primo luogo la lettera del leader futurista al Corriere della Sera del 19 ottobre scorso (già, solo una settimana fa) nella quale sosteneva di essere interessato ad "un nuovo modo di fare politica, dove sia la competizione tra leader e progetti e non la consacrazione tra oligarchi a informare di sé il sistema politico". Uno strano modo d’intendere la libera competizione fra leader politici auspicando, oggi, un esecutivo di transizione.

    Ad ogni modo, le vere "chicche" stanno sul web, basta fare una ricerca a ritroso. Si scopre ad esempio che Andrea Ronchi, ministro per le Politiche Comunitarie e uomo di stretta osservanza finiana, a margine della festa di Atreju l’11 settembre 2010 diceva: "Chi parla di governi tecnici, ribaltoni o cose strane fa solo sogni o vane speranze".

    Andando a ritroso nel tempo, e nelle pagine in rete, c’è anche quella di un altro finiano, Benedetto Della Vedova, che sembrerebbe essere smentita dalle attuali intenzioni del presidente della Camera: "Non esiste nessuno dentro la maggioranza – sosteneva Della Vedova il 18 agosto 2010 – che intenda 'ribaltare' il governo uscito dal voto del 2008". Chissà se oggi la pensa allo stesso modo.

    Continuiamo con la rassegna, questa volta andando a pescare direttamente le dichiarazioni di Fini. Lunedì 25 ottobre 2010. Dopo la sentenza che condannava Fininvest al pagamento di 750 milioni di euro a favore della Cir di De Benedetti, la maggioranza fa quadrato intorno al premier Berlusconi. In quell’occasione Fini confermava l'indisponibilità a maggioranze di governo diverse da quelle decise dagli elettori dicendo: "La maggioranza è quella che esce dalle urne".

    Un’affermazione perfettamente in linea con quella rilasciata sei mesi prima alla trasmissione condotta da Lucia Annunziata "In mezz’ora": "Di scontato c'è una cosa: l'assoluta lealtà nei confronti degli elettori e nei confronti di questo governo, mia e da parte di quelli che dicono Fini ha ragione". Non solo, ma in quell’occasione l'ex An negava sia l’intenzione di voler creare un nuovo partito (poi, invece, creato), sia quella di logorare il governo con imboscate. Se questo ora stia invece accadendo, ognuno giudichi da sè.

    E poi ancora, facendo un balzo all’indietro di un anno ottobre 2009. Mentre venivano rese pubbliche le motivazioni con cui il giudice Mesiano puntava l'indice contro la holding della famiglia Berlusconi al risarcimento nei confronti della Cir, il leader centrista Pierferdinando Casini, nel bel mezzo della bufera giudiziaria, auspicava elezioni anticipate, mentre Fini diceva no a un governo tecnico: "Nel nostro sistema, la maggioranza è quella che esce dalle urne. Non a caso gli elettori che hanno votato nelle ultime politiche hanno trovato sulla scheda il nome del candidato premier". Così il numero uno della Camera sopiva ogni dubbio sulla possibilità che potesse presiedere un nuovo esecutivo in caso di caduta del Cavaliere.

    Ma il pensiero (quello di un tempo) di Fini più in contrasto con quello di oggi è quello espresso in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, pubblicata il 29 gennaio 2008. Romano Prodi, in seguito al voto di sfiducia del Senato, si era dimesso da 5 giorni e Berlusconi aveva già lanciato la "campagna elettorale della libertà". Alla domanda se non avesse considerato una forzatura, da parte del Capo dello Stato, la nomina di un nuovo capo del governo senza aver prima sciolto le Camere, Fini rispondeva: "Un mandato esplorativo è nel novero delle scelte possibili. Però mi chiedo: anche qualora l'esploratore dovesse avere un senatore in più in maggioranza su una legge elettorale purchessia, finalizzata solo ad allontanare le urne, il giorno dopo chi governerebbe l'Italia? Un governo della disperazione? No. Non credo al successo dell'esploratore". Secondo l'allora leader di Alleanza nazionale la creazione di un "governicchio di brevissima durata" sarebbe stato molto rischioso per l'Italia.

    Insomma, al netto delle dichiarazioni riportate, sembra che fino a qualche tempo fa Gianfranco Fini si preoccupasse più della stabilità politica del Paese che non del suo peso all'interno della coalizione di centrodestra. A questo punto viene da chiedersi perché mai, oggi, quella stabilità non è per lui più così importante. Al punto da ritenere l'ipotesi di un governo tecnico non "un colpo di Stato, ma un'opportunità".

    Fini deve essersi accorto della contraddizione - e non solo di questa - se qualche giorno fa ha scritto: "Io rivendico il mio diritto di cambiare opinione. Me ne assumo la responsabilità". Benissimo: dopo Mussolini, il Fascismo, le coppie di fatto, i gay, e molto altro, ora Fini cambia idea pure sul ribaltone. Lui dice che si tratta di un persorso politico e esistenziale. E si sa, quando c'è in gioco l'esistenza tutto è permesso.

    Fini ha sempre detto no al "ribaltone", ma ora ha cambiato idea | l'Occidentale
    la giustizia dei Robespierre ancora una volta ha collocato il nostro Paese tra il Ruanda ed il Burundi

  3. #53
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    Predefinito Rif: Fini esulta.... prezzo conguo

    Citazione Originariamente Scritto da orpheus Visualizza Messaggio
    Altro esempio di lealtà da parte del "traditore"...
    Sembra una trottola , non si capisce dove cazzo voglia arrivare , eppure ha trovato un seguito di cojoncelli che gli danno corda ... fortuna che sono soltanto quattro gatti che leccano il culo ai comunisti.:sofico:

    Le giravolte del presidente della Camera
    Fini ha sempre detto no al "ribaltone", ma ora ha cambiato idea


    di
    Filippo Benedetti Valentini
    26 Ottobre 2010
    Fini.jpg

    Il faccia a faccia tra Gianfranco Fini e Massimo D’Alema ad Asolo ha rivelato un’esplicita apertura del presidente della Camera verso "nuovi scenari". Il Governo tecnico è dietro l’angolo? Nessuno può dirlo, eppure l’incontro tra il presidente della Camera e l'ex premier dimostra come forse sia possibile leggere nel futuro senza la sfera di cristallo. Interessante però, sarebbe anche una lettura del passato. In particolar modo quello di Gianfranco Fini (e dei finiani), al quale oggi un governo di transizione farebbe molto comodo, diversamente da quanto non pensava fino a qualche tempo fa. Un cambio di rotta a 360 gradi se si confronta con le dichiarazioni pubbliche che il capo di Futuro e Libertà ha rilasciato alle agenzie e sui giornali negli ultimi due anni.

    Lo testimonia in primo luogo la lettera del leader futurista al Corriere della Sera del 19 ottobre scorso (già, solo una settimana fa) nella quale sosteneva di essere interessato ad "un nuovo modo di fare politica, dove sia la competizione tra leader e progetti e non la consacrazione tra oligarchi a informare di sé il sistema politico". Uno strano modo d’intendere la libera competizione fra leader politici auspicando, oggi, un esecutivo di transizione.

    Ad ogni modo, le vere "chicche" stanno sul web, basta fare una ricerca a ritroso. Si scopre ad esempio che Andrea Ronchi, ministro per le Politiche Comunitarie e uomo di stretta osservanza finiana, a margine della festa di Atreju l’11 settembre 2010 diceva: "Chi parla di governi tecnici, ribaltoni o cose strane fa solo sogni o vane speranze".

    Andando a ritroso nel tempo, e nelle pagine in rete, c’è anche quella di un altro finiano, Benedetto Della Vedova, che sembrerebbe essere smentita dalle attuali intenzioni del presidente della Camera: "Non esiste nessuno dentro la maggioranza – sosteneva Della Vedova il 18 agosto 2010 – che intenda 'ribaltare' il governo uscito dal voto del 2008". Chissà se oggi la pensa allo stesso modo.

    Continuiamo con la rassegna, questa volta andando a pescare direttamente le dichiarazioni di Fini. Lunedì 25 ottobre 2010. Dopo la sentenza che condannava Fininvest al pagamento di 750 milioni di euro a favore della Cir di De Benedetti, la maggioranza fa quadrato intorno al premier Berlusconi. In quell’occasione Fini confermava l'indisponibilità a maggioranze di governo diverse da quelle decise dagli elettori dicendo: "La maggioranza è quella che esce dalle urne".

    Un’affermazione perfettamente in linea con quella rilasciata sei mesi prima alla trasmissione condotta da Lucia Annunziata "In mezz’ora": "Di scontato c'è una cosa: l'assoluta lealtà nei confronti degli elettori e nei confronti di questo governo, mia e da parte di quelli che dicono Fini ha ragione". Non solo, ma in quell’occasione l'ex An negava sia l’intenzione di voler creare un nuovo partito (poi, invece, creato), sia quella di logorare il governo con imboscate. Se questo ora stia invece accadendo, ognuno giudichi da sè.

    E poi ancora, facendo un balzo all’indietro di un anno ottobre 2009. Mentre venivano rese pubbliche le motivazioni con cui il giudice Mesiano puntava l'indice contro la holding della famiglia Berlusconi al risarcimento nei confronti della Cir, il leader centrista Pierferdinando Casini, nel bel mezzo della bufera giudiziaria, auspicava elezioni anticipate, mentre Fini diceva no a un governo tecnico: "Nel nostro sistema, la maggioranza è quella che esce dalle urne. Non a caso gli elettori che hanno votato nelle ultime politiche hanno trovato sulla scheda il nome del candidato premier". Così il numero uno della Camera sopiva ogni dubbio sulla possibilità che potesse presiedere un nuovo esecutivo in caso di caduta del Cavaliere.

    Ma il pensiero (quello di un tempo) di Fini più in contrasto con quello di oggi è quello espresso in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, pubblicata il 29 gennaio 2008. Romano Prodi, in seguito al voto di sfiducia del Senato, si era dimesso da 5 giorni e Berlusconi aveva già lanciato la "campagna elettorale della libertà". Alla domanda se non avesse considerato una forzatura, da parte del Capo dello Stato, la nomina di un nuovo capo del governo senza aver prima sciolto le Camere, Fini rispondeva: "Un mandato esplorativo è nel novero delle scelte possibili. Però mi chiedo: anche qualora l'esploratore dovesse avere un senatore in più in maggioranza su una legge elettorale purchessia, finalizzata solo ad allontanare le urne, il giorno dopo chi governerebbe l'Italia? Un governo della disperazione? No. Non credo al successo dell'esploratore". Secondo l'allora leader di Alleanza nazionale la creazione di un "governicchio di brevissima durata" sarebbe stato molto rischioso per l'Italia.

    Insomma, al netto delle dichiarazioni riportate, sembra che fino a qualche tempo fa Gianfranco Fini si preoccupasse più della stabilità politica del Paese che non del suo peso all'interno della coalizione di centrodestra. A questo punto viene da chiedersi perché mai, oggi, quella stabilità non è per lui più così importante. Al punto da ritenere l'ipotesi di un governo tecnico non "un colpo di Stato, ma un'opportunità".

    Fini deve essersi accorto della contraddizione - e non solo di questa - se qualche giorno fa ha scritto: "Io rivendico il mio diritto di cambiare opinione. Me ne assumo la responsabilità". Benissimo: dopo Mussolini, il Fascismo, le coppie di fatto, i gay, e molto altro, ora Fini cambia idea pure sul ribaltone. Lui dice che si tratta di un persorso politico e esistenziale. E si sa, quando c'è in gioco l'esistenza tutto è permesso.

    Fini ha sempre detto no al "ribaltone", ma ora ha cambiato idea | l'Occidentale
    chissà se glielo leccano bene...??:gratgrat:
    abituati sono abituati...:sofico:

  4. #54
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    Predefinito Rif: Fini esulta.... prezzo conguo

    chissà se glielo leccano bene...??
    abituati sono abituati...



    Ormai hanno maestri sicuramente all'altezza : Marrazzo docet :756347834::756347834::756347834:


    iaociao:
    la giustizia dei Robespierre ancora una volta ha collocato il nostro Paese tra il Ruanda ed il Burundi

  5. #55
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    Predefinito Rif: Fini esulta.... prezzo conguo

    Citazione Originariamente Scritto da orpheus Visualizza Messaggio
    chissà se glielo leccano bene...??
    abituati sono abituati...



    Ormai hanno maestri sicuramente all'altezza : Marrazzo docet :756347834::756347834::756347834:


    iaociao:
    :756347834::756347834::756347834:
    che leccaculi perdenti....!!:756347834::756347834::756347834:

 

 
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