https://www.agi.it/estero/news/2022-...etta-17229730/
AGI - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ammesso che "in questa fase la guerra è difficile", ma ha promesso di riconquistare "tutte le citta'" perse; e ha citato espressamente Severodonetsk, Donetsk e Lugansk.
Nel consueto discorso alla nazione a tarda notte, il presidente ha anche sostenuto che l'Ucraina è stata colpita da 45 missili russi nelle ultime 24 ore e ha definito il 'martellamento' come un tentativo di fiaccare l'animo del suo popolo. "Ma tutte le nostre citta' - Severodonetsk, Donetsk, Luhansk- le riavremo tutte". È stata l'unica volta nel discorso in cui ha menzionato Severdonetsk, che -dopo settimane di brutali combattimenti- è caduta in mani russe.
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https://www.rid.it/shownews/5035
Dopo la cattura di Severodonetsk, le forze russe si stanno concentrando sulla conquista dell’attigua Lysychansk. In queste ore la battaglia si sta svolgendo soprattutto nei sobborghi meridionali di Lysychansk e nell’area industriale, e attorno al centro di Volcheyarovka. Secondo notizie di account filo-russi, quest’ultimo sarebbe caduto nelle mani delle forze di Mosca, ma ancora non ci sono conferme al riguardo. Volcheyarovka è situata in posizione strategica perché da lì si domina la vicina raffineria di Lysychansk, dove sono asserragliate diverse unità dell’Esercito Ucraino, e, sopratutto, l'autostrada T1302, ovvero l’ultima arteria che consente il rifornimento delle forze ucraine nel settore di Lysychansk. La nuova linea del fronte corre proprio lungo la T1302, a partire dalle città di Bakhumt e Soledar, dove le forze russe ancora non riescono a sfondare e dove gli Ucraini sono riusciti a rafforzare le loro posizioni negli ultimi giorni. Nel frattempo, è di stamani la notizia della distruzione da parte delle forze di Kiev di 2 depositi di munizioni russi nei territori occupati dell’oblast di Lugansk. Ignote, però, le modalità. Tuttavia, le notizie più importanti arrivano sul piano strategico. Nell’ultima settimana, dopo un rallentamento durato una ventina di giorni, sembra aver ripreso vigore la campagna aero-missilistica russa, con attacchi condotti tanto con missili da crociera lanciati da navi e bombardieri, quanto con missili balistici tattici ISKANDER. Proprio gli ISKANDER, dopo un’assenza dal teatro durata forse ancora di più di 20 giorni, periodo nel quale i Russi hanno fatto ricorso ai vecchi TOCHKA “ripescati” dai depositi, hanno fatto la loro massiccia ricomparsa in teatro operativo. Invece, sabato, 6 bombardieri di teatro Tu-22M3 hanno lanciato 12 missili da crociera Kh-22, o Kh-32, contro bersagli situati a Kiev, in particolare una fabbrica di armi (ma sono stati colpite anche aree residenziali), Sumy e Cernihiv. Per la prima volta, il lancio è avvenuto con i bombardieri in volo nello spazio aereo bielorusso. Altri target sono stati colpiti in questi giorni a Odessa, nell’area di Leopoli e a Kharkiv. Di poco fa, la notizia di una grande esplosione udita nei pressi di Dnipropetrovsk. I Russi, dunque, nonostante l’impatto delle sanzioni stanno dimostrando la capacità di poter sostenere una campagna strategica di un certo rilievo - che tiene sotto pressione sugli Ucraini anche se i risultati militari non sembrano così rilevanti – facendo affidamento un apprato industriale che, per ora, sembra rispondere al meglio continuando a produrre in grandi numeri missili. Del resto, da sempre la missilistica è un settore di eccellenza dell'industria militare russa.
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A margine dell’incontro bilaterale di San Pietroburgo con il suo omologo Aljaksandr Lukašėnka, il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin ha riferito che verranno forniti alla Bielorussia missili tattici terra-terra Iskander-M a capacità nucleare. Il capo di Stato russo ha inoltre dato la disponibilità ad ammodernare presso gli impianti russi gli aerei da combattimento al suolo Sukhoi Su-25 delle Forze armate di Minsk, adibendoli al trasporto di missili non convenzionali.
Perché conta: La minaccia nucleare è una diretta (e prevedibile) risposta di Mosca all’embargo selettivo applicato dalla Lituania contro l’exclave di Kaliningrad. Il dispiegamento nel cuneo bielorusso di moderni sistemi missilistici idonei alla conduzione di una guerra atomica capillare è un modo per fare pressione politica sulle cancellerie dell’Europa occidentale affinché non tirino troppo la corda. Ed eventualmente per agevolare un intervento militare diretto dell’Armata Russa nella breccia di Suwałki, corridoio di soli 104 chilometri che corre lungo il confine polacco-lituano e che divide la Bielorussia dall’oblast’ strategica, sede del porto principale della Flotta russa del Baltico.
Le parole di Lukašėnka per l’occasione sembrano giustificare questo delicato scenario: «Il blocco di Kaliningrad da parte della Lituania equivale a una dichiarazione di guerra de facto». E sembrano confermare il ruolo del regime di Minsk come fidato vassallo del Cremlino. In effetti, la Bielorussia si propone insistentemente da mesi come sede per la produzione di missili tattici russi di tipo Iskander. Disponibilità più che apprezzata da Mosca, che vedrebbe così accorciare al massimo la filiera e i tempi che portano dalla fabbrica al punto di lancio i preziosi missili balistici ipersonici. Appena fuori dalla fabbrica, questi potrebbero essere scagliati immediatamente contro l’Ucraina (o altri “paesi ostili” della regione) ovviando ai lunghi trasporti dall’entroterra russo.
La mossa annunciata da Putin non è un’esternazione estemporanea, ma uno scenario programmato da tempo. Il referendum sulla riforma degli assetti costituzionali bielorussi del 27 febbraio 2022 non era volto al solo consolidamento del sistema di potere di Lukašėnka, ma anche e soprattutto a ufficializzare la rinuncia della Russia Bianca allo status di paese denuclearizzato, preambolo delle politiche egemoniche del Cremlino a ridosso dell’istmo d’Europa. L’estensione dell’ombrello atomico rende militarmente intoccabile l’irrinunciabile paese satellite di Mosca. Ovvero la piattaforma imprescindibile per forzare eventualmente il blocco di Kaliningrad e isolare territorialmente e logisticamente le tre deboli repubbliche baltiche (Estonia, Lettonia, Lituania) dal resto dell’Alleanza Atlantica.
https://www.limesonline.com/notizie-...mentare/128283
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Dopo aver catturato completamente la città di Sjevjerodonec’k nell’oblast’ di Luhans’k (Donbas), l’Armata Russa sta occupando i sobborghi a sud e a ovest della città gemella di Lysyčans’k. Il responsabile militare e governatore dell’oblast’ di Luhans’k Serhiy Hayday ha invitato anche su Telegram tutti i cittadini a mettersi in salvo prima dell’inizio dei combattimenti urbani: «A causa della reale minaccia per la vita e la salute, chiediamo immediatamente un’evacuazione!».
Perché conta: Le truppe russe e le forze ausiliarie (miliziani separatisti, kadyrovcy ceceni, Gruppo Wagner) stanno martellando in queste ore i reparti ucraini intrappolati sulle sponde del fiume Severskij Donec. Privati dei rifornimenti bellici e della possibilità di ripiegare verso l’ultima linea difensiva del Donbas (Kramators’k-Bachmut), i difensori si stanno arroccando nella città di Lysyčans’k, ubicata su una delle sparute colline del profondo Est ucraino. Intensi combattimenti si registrano alla periferia dell’importante centro (103 mila abitanti prima della guerra), quasi a rimarcare la volontà russa di non concedere al nemico nemmeno l’unico obiettivo bellico perseguibile nella regione: guadagnare tempo prezioso.
Di più: pare che la Russia sia intenzionata a guastare il clima di auto-incoraggiamento che aleggia a Madrid, dove i paesi membri della Nato si riuniscono nei prossimi giorni (28-30 giugno 2022) per concordare, tra le altre cose, una linea comune da adottare contro Mosca e a sostegno di Kiev. Scopo dell’esercito moscovita è mostrare in modo lampante l’inconsistenza operativa degli aiuti militari occidentali a fronte di elevati costi umani ed economici. Catturare o costringere alla resa migliaia di soldati ucraini è l’intento primario, volto a sollevare una domanda scomoda tra i membri della Nato riuniti nella capitale spagnola: che si fa se a mancare a Kiev non saranno le munizioni, ma gli uomini?
L’intento di fiaccare il morale della popolazione ucraina e degli sponsor occidentali è reso manifesto dal bombardamento del centro commerciale di Kremenčuk (oblast’ di Poltava, distante dal fronte bellico) al cui interno vi sarebbero state più di mille persone. Messaggio: nessuno in Ucraina può sentirsi al sicuro, nemmeno quando va a fare la spesa.
Mosca è convinta che, al di là dell’incrollabile retorica a sostegno del paese aggredito, tra le cancellerie occidentali serpeggi una certa stanchezza per un conflitto dagli ingenti effetti collaterali anche sulle economie di Usa e Ue. Sgretolare il fronte difensivo del Donbas nella settimana dell’approvazione di un “nuovo concetto strategico” che identifica la Russia come minaccia diretta primaria per la Nato sarebbe per il Cremlino un modo di ricordare a tutti i rivali con chi hanno a che fare.
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Da Kherson a Kharkiv. Dopo il Donbass qui si gioca la partita per l’Ucraina
https://it.insideover.com/guerra/da-...-lucraina.html
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https://www.ilpost.it/2022/06/30/rus...-dei-serpenti/
La Russia si è ritirata dall’isola dei Serpenti
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