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  1. #171
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    Predefinito Re: La Svizzera rinuncia alla storica neutralità e si unisce contro la Russia

    Citazione Originariamente Scritto da Halberdier Visualizza Messaggio
    E intanto (ringrazio Occidentale per la segnalazione) un diversamente intelligente sostiene che la Svizzera abbia violato la sua neutralità A FAVORE della Russia.



    Mi devo ricredere; la Svizzera parrebbe davvero essere neutrale in questo conflitto. Quando tutte le parti in causa ce l'hanno con te e si lamentano delle tue azioni, significa che si è neutrali.
    Intanto le consegne sono bloccate per mancanza di pezzi di ricambio, pare.
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  2. #172
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    Predefinito Re: La Svizzera rinuncia alla storica neutralità e si unisce contro la Russia

    Giusto per capirci qualcosa, questo è l'articolo a cui fa riferimento l'illustre e sveglio MacKay:

    Decisioni relative a materiale facente parte delle dotazioni attuali e passate dell’esercito
    Berna, 03.06.2022 – La Germania e la Polonia hanno indirizzato delle richieste al DDPS riguardo al trasferimento di materiale facente parte delle dotazioni attuali e passate dell’esercito. Il DDPS ha deciso in che modo rispondere a queste richieste. La Germania può disporre liberamente dei carri armati Leopard 2 rivenduti alla ditta Rheinmetall già dodici anni fa, dato che non vi è più alcun vincolo al riguardo. I carri armati Leopard-2 in disuso non vengono trasferiti alla Polonia; a tale scopo sarebbe necessaria una messa fuori servizio e quindi una decisione del Parlamento. Inoltre la Svizzera lascerà alla Gran Bretagna una parte della prima fornitura di armi anticarro che erano state ordinate presso la ditta svedese Saab AB. La Svizzera riceverà la maggior parte dei sistemi ordinati come previsto entro l’inizio del 2023.

    Nelle ultime settimane singoli Stati europei hanno indirizzato delle richieste alla Svizzera per quanto riguarda la fornitura di materiale bellico. Ciò è dovuto tra l’altro al fatto che i Paesi devono rifornire le proprie dotazioni dopo aver messo a disposizione sistemi militari all’Ucraina. Le richieste relative al trasferimento di materiale in eccesso facente parte di dotazioni attuali o passate dell’esercito e le forniture pianificate di sistemi ordinati sono di competenza del DDPS. La cessione di materiale dell’esercito in eccesso non è soggetta alla legge federale sul materiale bellico.

    La Germania può disporre liberamente dei carri armati rivenduti Leopard 2

    Per via della guerra in Ucraina, la Germania ha intenzione di mettere a disposizione di diversi Stati europei sistemi militari di grandi dimensioni. Per questa ragione è alla ricerca tra l’altro di carri armati da combattimento del tipo Leopard 2 A4 facenti parte di dotazioni industriali. Tra il dicembre del 2010 e il maggio del 2011 armasuisse aveva rivenduto 42 di questi carri armati messi fuori servizio al fabbricante originale Rheinmetall Landsysteme GmbH di Kiel. All’epoca da tutti questi veicoli erano stati smontati il cannone da 120 mm, il sistema di lancio multiplo, le mitragliatrici, l’impianto di intercomunicazione di bordo nonché altri oggetti di equipaggiamento. Queste parti erano rimaste in Svizzera come pezzi di ricambio per i rimanenti carri armati Leopard.
    Il DDPS ha dato conferma alla Germania che l’ulteriore utilizzo dei carri armati già ceduti dodici anni fa rientra nella responsabilità esclusiva di Rheinmetall e quindi è soggetto alla legislazione tedesca in materia di esportazioni di materiale bellico. La Germania può decidere liberamente in merito all’ulteriore utilizzo di questi veicoli.

    I carri armati Leopard 2 in disuso non verranno ceduti alla Polonia

    È stata presa in esame anche una richiesta formulata dal Governo polacco. La Polonia è interessata ai carri armati in disuso del tipo Leopard 2 A4 dell’Esercito svizzero. L’interesse è stato motivato con il fatto che la Polonia ha fornito armi in quantità cospicue all’Ucraina, compresi mezzi pesanti, e quindi ora ha bisogno di mezzi per rifornire le proprie dotazioni e aumentare le proprie capacità di difesa.
    Dato che la cessione di carri armati in disuso a un altro Stato presuppone che prima questi sistemi vengano messi fuori servizio e tale procedura deve essere sottoposta al Parlamento per l’approvazione nel quadro dei messaggi sull’esercito, nella situazione attuale il DDPS ritiene che una cessione di carri armati in disuso alla Polonia non possa essere messa in pratica in tempo utile.

    Il DDPS cede il passo alla Gran Bretagna per quanto riguarda una parte delle armi multiuso ordinate

    Con il messaggio sull’esercito 2016 il Parlamento ha approvato l’acquisto di tre diversi sistemi d’arma multiuso spalleggiabili. Uno di questi sistemi è la «Next Generation Light Anti-tank Weapon» (NLAW) prodotta dalla ditta svedese Saab Dynamics AB. Le armi multiuso spalleggiabili del tipo NLAW servono a combattere carri armati, carri armati granatieri e altri veicoli avversari a media e lunga distanza nonché ad aprire delle brecce in postazioni fortificate avversarie o in edifici per permettere l’irruzione delle proprie truppe.
    Secondo quanto previsto, la fornitura alla Svizzera sarebbe dovuta avvenire in modo scaglionato. In sede di collaudo di una prima fornitura nell’estate del 2021 armasuisse ha constatato problemi legati alla qualità. In seguito Saab ha verificato il sistema e ha effettuato adeguamenti tecnici al missile. I sistemi interessati non si trovavano ancora in Svizzera. Le forniture potrebbero avere inizio in tempi brevi ed essere portate a termine entro l’inizio del 2023.
    Ora organi governativi britannici hanno chiesto al DDPS se sarebbe disponibile a cedere alla Gran Bretagna la prima di due forniture destinate alla Svizzera e di riceverla nel 4° trimestre 2024 anziché nel 1° trimestre 2023. La richiesta è stata motivata con il fatto che la Gran Bretagna necessita di questi sistemi per rifornire le proprie dotazioni.
    Il DDPS ha deciso di cedere alla Gran Bretagna la fornitura del primo dei due lotti previsti delle NLAW per la Svizzera, la quale corrisponde al 30 per cento del volume ordinato. Di conseguenza la fornitura di questi due lotti alla Svizzera ritarderà circa fino alla fine del 2024. Gli altri due lotti (70 per cento della quantità complessiva) verranno consegnati come previsto entro l’inizio del 2023.
    Sotto il profilo militare, la fornitura ritardata dei primi due lotti è ben gestibile, dato che l’Esercito svizzero dispone di ulteriori sistemi d’arma per la difesa anticarro. Inoltre, con i simulatori e la fornitura, dalla fine del 2022 l’istruzione della truppa può iniziare come da programma.
    https://www.vbs.admin.ch/content/vbs...tml/89131.html

    Da ricordare che su quei carri armati in disuso pende peraltro una richiesta, da parte di molti politici, di riattivarli ed utilizzarli per l'esercito svizzero.
    Ad avere ancora i Pz-68/88 in riserva gli si poteva fornire quelli, al massimo, ma mi sa che a parte nei musei (uno è in Polonia, peraltro) oramai non ce ne siano più.

    Edit:
    Citazione Originariamente Scritto da occidentale Visualizza Messaggio
    Intanto le consegne sono bloccate per mancanza di pezzi di ricambio, pare.
    Oltretutto.
    Se ci fosse stata la NATO... eh...

  3. #173
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    Predefinito Re: La Svizzera rinuncia alla storica neutralità e si unisce contro la Russia

    Citazione Originariamente Scritto da Halberdier Visualizza Messaggio
    E intanto (ringrazio Occidentale per la segnalazione) un diversamente intelligente sostiene (in maniera del tutto sconclusionata) che la Svizzera abbia violato la sua neutralità A FAVORE della Russia.

    Si potrebbe chiedersi chi ha ragione, ma una cosa la devo dire. Mi devo ricredere; la Svizzera parrebbe davvero essere neutrale in questo conflitto. Quando tutte le parti in causa ce l'hanno con te e si lamentano delle tue azioni, significa che si è neutrali.
    Edit: i commenti, tra riflessi pavloviani e gente che non ha capito un tubo, sono un capolavoro di cultura statunitense.
    Tanto per dire quanto sono svegli... escludendo appunto quelli con la bava alla bocca e gli occhi fuori alle orbite appena sentono la campanella di Pavlov, buona parte dei commentatori dice che la Polonia dovrebbe fornire comunque i carri armati all'Ucraina, che tanto la Svizzera mica può fare nulla per impedirlo.
    Certo. La Svizzera non potrebbe impedire ai polacchi di fornire all'Ucraina carri armati che si trovano in Svizzera, nei depositi dell'esercito svizzero e di proprietà del medesimo, eh, come no...

    Devo dire che qua e là qualcuno glielo fa notare, ma sono gocce nel mare...

    Edit: mi piacerebbe sentire il parere di Robert Owen su questa "rinuncia alla storica neutralità", se mai passasse di qua.

  4. #174
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    Predefinito Re: La Svizzera rinuncia alla storica neutralità e si unisce contro la Russia

    Citazione Originariamente Scritto da Halberdier Visualizza Messaggio
    Tanto per dire quanto sono svegli... escludendo appunto quelli con la bava alla bocca e gli occhi fuori alle orbite appena sentono la campanella di Pavlov, buona parte dei commentatori dice che la Polonia dovrebbe fornire comunque i carri armati all'Ucraina, che tanto la Svizzera mica può fare nulla per impedirlo.
    Certo. La Svizzera non potrebbe impedire ai polacchi di fornire all'Ucraina carri armati che si trovano in Svizzera, nei depositi dell'esercito svizzero e di proprietà del medesimo, eh, come no...

    Devo dire che qua e là qualcuno glielo fa notare, ma sono gocce nel mare...

    Edit: mi piacerebbe sentire il parere di Robert Owen su questa "rinuncia alla storica neutralità", se mai passasse di qua.
    Lunga vita alla Confederazione Elvetica, che lo butta nel baugigi con stile al prossimo da 400 anni.
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  5. #175
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    Predefinito Re: La Svizzera rinuncia alla storica neutralità e si unisce contro la Russia

    La neutralità è un bene prezioso: proteggiamolo
    La legge e la politica di neutralità svizzere non devono essere lasciate affogare nel ruggito della guerra
    dal dott. iur. Marianne Wuthrich

    In Zeit-Fragen del 3 e 17 maggio 2022 era già stato riferito che il Consiglio federale svizzero aveva gettato a mare la politica di neutralità costruita nel corso dei secoli e che l'adozione 1:1 delle sanzioni dell'UE contro lo Stato russo e contro i beni privati ​​ha deciso. Così facendo, il Consiglio federale "ha fatto molti danni", ha affermato il consigliere federale Ueli Maurer in un'intervista a un giornale.

    Il "danno del corridoio" continua ad espandersi. Nel frattempo, si tratta già di una "cooperazione più stretta" con la NATO al di là del Partenariato per la Pace (PfP) (richiesto dal presidente dell'FDP Thierry Burkart, in accordo con il capo del DDPS Viola Amherd ) e di consegne di armi allo stato bellicoso dell'Ucraina.

    Posizione giuridica chiara

    Tutti, almeno nei paesi non NATO, hanno capito che la Svizzera, in quanto paese neutrale, non può vendere armi direttamente a una parte in guerra. Di recente, tuttavia, Germania e Danimarca hanno chiesto al Consiglio federale se possono consegnare all'Ucraina materiale bellico acquistato in Svizzera. La situazione legale è chiara: non puoi. In primo luogo, la legge di neutralità richiede che la Svizzera tratti la Russia allo stesso modo dell'Ucraina in caso di richiesta e, in secondo luogo, la Svizzera ha una rigida legge sul materiale bellico(CMM). Non solo vieta l'esportazione diretta di armamenti verso paesi in guerra, ma quando viene esportato materiale bellico la Svizzera richiede una dichiarazione del governo interessato che non sarà riesportato (KMG art. 18 cpv. 1). Danimarca e Germania hanno firmato tali dichiarazioni all'epoca. Sulla base del diritto svizzero, la Segreteria di Stato dell'economia (Seco) ha respinto la domanda della Germania ad aprile e quella della Danimarca a maggio.

    La pressione dall'esterno della NATO è una cosa...

    Come i redattori del “Tages-Anzeiger” hanno tratto da un “documento riservato del Consiglio federale” (!), oltre al segretario generale della NATO Stoltenberg , alcuni ministri della difesa hanno poi convinto il capo del Dipartimento federale della difesa (DDPS), la consigliera Viola Amherd, che non dovrebbero essere troppo severi con la legislazione svizzera. Anche l'Assistente Segretario alla Difesa degli Stati Uniti Kathleen H. Hicks ha onorato la signora Amherd. A volte ci si chiede perché un numero crescente di paesi occidentali utilizzi donne senza esperienza militare come ministri della difesa – forse abbiamo la risposta qui: per gli ufficiali e i capi di dipartimento a casa così come per i generali della NATO è paragonato a un ex difensore e membro del consiglio di amministrazione della Migros Vallese servizio nell'esercito svizzero, è probabilmente relativamente facile "far passare le proprie idee", per dirla in modo diplomatico.

    ... il rispetto del DDPS è un altro

    In ogni caso, i rappresentanti della NATO hanno avuto successo con il consigliere federale Amherd: il 3 giugno il DDPS ha dato il via libera da solo a un'altra richiesta dalla Germania, ovvero l'esportazione degli ex carri armati svizzeri, di cui la Svizzera “non aveva più bisogno” ( davvero non ne avevamo più bisogno?) e quindi l'abbiamo rivenduta al produttore tedesco Rheinmetall 11 anni fa . Secondo il dipartimento nel suo comunicato stampa del 3 giugno 2022, l'approvazione del "trasferimento di materiale in eccesso dalle scorte precedenti o attuali dell'esercito" non rientra nel War Material Act ed è di esclusiva responsabilità del DDPS. Ebbene, da un punto di vista legale è ancora chiaro a metà strada: la Svizzera doveva probabilmente essere contenta che Rheinmetall abbia riacquistato a prezzo scontato (a spese del contribuente svizzero e dell'incolumità della popolazione) i carri armati "in eccedenza", non ci si poteva porre alcuna condizione.
    Allo stesso tempo, il DDPS ha respinto una seconda richiesta del governo polacco, che voleva acquistare carri armati dismessi dall'esercito svizzero, perché un tale accordo dovrebbe essere approvato dal Parlamento e la procedura in Svizzera richiederebbe del tempo.
    Ma il martello assoluto è la terza decisione del capo di VBS e del suo entourage in Saab. Le armi multiuso di tipo NLAW ordinate in Svezia, che avrebbero dovuto essere consegnate in Svizzera nel 2022/23, devono essere lasciate alla Gran Bretagna. Dopo la consegna di armi simili all'Ucraina, quest'ultima vuole aumentare le proprie scorte. Su richiesta di Londra, il DDPS ora lascia generosamente "la Gran Bretagna va prima" e aspetteremo fino alla fine del 2024 per le consegne a cui abbiamo diritto. Il DDPS descrive chiaramente quali armi sono usate dagli ucraini nel Donbass: "Sono usate per attaccare carri armati nemici, mezzi corazzati per il trasporto di personale e altri veicoli a medio e lungo raggio e per aprire brecce nelle posizioni fortificate nemiche o nelle case per impedire la penetrazione delle proprie truppe».
    Tali processi nella – legalmente neutrale! – Svizzera deve respingere e allarmare profondamente ogni contemporaneo umano: l'indicibile profitto nel «mondo dei valori» occidentale, un rimescolamento di armi micidiali con le più alte prospettive di profitto – come su un consiglio di monopolio – che va letteralmente oltre i cadaveri, oltre le decine di migliaia di Cadaveri! Ed è qui che la Svizzera dovrebbe unirsi ai ranghi?

    Non tutti i Consiglieri federali esitano

    La Segreteria di Stato dell'economia (Seco), che ha respinto le richieste di Germania e Danimarca citate in apertura, fa parte del Dipartimento federale dell'economia, dell'istruzione e della ricerca (DEFR), che fa capo al consigliere federale Guy Parmelin . Non fu scoraggiato dalle assecondare i suoi colleghi consiglieri agli opinionisti del WEF, né dall'insistenza dei governi tedesco e danese su un permesso per la riesportazione di munizioni per carri armati e veicoli corazzati per il trasporto di personale a ruote, ma arruolò il sostegno dei suoi colleghi del Bundesrat. Il vicecancelliere del Bundesrat Robert Habeck al WEF, prima dell'attacco russo all'Ucraina, anche la Germania aveva escluso le esportazioni di armi verso i paesi in guerra. Lui e il suo partito, i Verdi, hanno ora cambiato idea: "Dobbiamo misurare il nostro atteggiamento contro la realtà", ha detto Habeck. In effetti, i quadri di partito dei Verdi tedeschi misurano il loro atteggiamento "contro la realtà" nella misura in cui lo adattano di volta in volta al mainstream.
    Il 3 giugno, il Consiglio federale nel suo insieme ha confermato con parole chiare le decisioni della Seco, nonostante tutti i tentativi di pressione: "Secondo la legge sul materiale bellico le esportazioni di materiale bellico devono essere rifiutate se il paese di destinazione è coinvolto in un conflitto armato internazionale. Russia e Ucraina sono in un tale conflitto. Poiché le esportazioni dalla Svizzera all'Ucraina non possono essere approvate a causa del principio della parità di trattamento ai sensi della legge sulla neutralità e della legge sul materiale bellico, non è possibile nemmeno l'approvazione del trasferimento di materiale bellico svizzero da parte di Germania e Danimarca all'Ucraina. Nella stessa decisione, tuttavia, il Consiglio federale ha approvato le domande di due società svizzere che intendono fornire singole parti e assiemi a società di armamenti in Germania e in Italia. Secondo la prassi del Consiglio federale, ciò è possibile fino a una determinata percentuale del prodotto finale. Quindi un po' di politica di compromesso, dopotutto...

    Proprio contro la Svizzera: Tentativo di smantellamento del sistema statale dall'interno

    Il piccolo stato della Svizzera può far fronte meglio all'arroganza di una Kathleen H. Hicks dagli Stati Uniti o di un Robert Habeck del nostro vicino paese a nord se la nostra stessa squadra ricorda che abbiamo un contromodello unico da difendere. Sfortunatamente, i media mainstream svizzeri e alcuni politici di spicco non assolvono in alcun modo a questo compito. La buona notizia: ci sono anche politici che insistono nel rispettare il principio di neutralità e la legge.

    Alcuni esempi della cricca di smantellamento

    - Il consigliere di Stati Thierry Burkart, presidente del Partito liberaldemocratico, vuole scrivere nella legge sul materiale bellico (KMG) che la riesportazione di materiale bellico svizzero dovrebbe essere consentita dagli "Stati democratici costituzionali". Lo stesso politico chiede anche “una più stretta cooperazione con la Nato”. Questo va bene insieme: per "Stati costituzionali democratici" Burkart intende gli Stati UE/NATO, che potrebbero quindi fornire armi svizzere in tutte le guerre degli Stati Uniti e dei suoi satelliti.
    - Arthur Rutishauser , caporedattore di Tamedia : Secondo lui, l'accordo della Svizzera con la Gran Bretagna e la Saab "non può essere conciliato con quella che comunemente viene intesa come neutralità". Ha ragione - ma invece di insistere sul rispetto del requisito della neutralità, indica l'aspettativa delle "nazioni amiche" che la Svizzera "dichiari, almeno in parte, solidarietà all'Europa". Rutishauser simpatizza quindi per il cambio del KMG a cui aspira Burkart, anche se ammette: "Certo, con un regolamento del genere ci sarebbe il rischio che la legge svizzera sull'esportazione di armi venga aggirata, ma almeno questo non sarebbe attivamente controllata dalla Svizzera, come nel caso di [von saab ordinate] armi anticarro." Il lettore è senza parole!
    - Tiana Moser , leader dei Verdi liberali, chiede al Consiglio federale un cambio di rotta, perché in fondo non si tratta di esportazioni dirette di armi, ma di armi che la Svizzera ha già venduto a “democrazie amiche”: “Queste armi sarebbero state cedute a un paese che è contro un aggressore difeso".

    Alcuni politici del "Partito di centro", di cui fa parte anche la consigliera federale Viola Amherd, sono particolarmente desiderosi di rosicchiare il modello svizzero neutrale e democratico diretto - nella speranza di conquistare con esso qualche per cento degli elettori?

    - Il consigliere medio Pirmin Bischof , presidente della Commissione politica estera del Consiglio degli Stati: "Il Consiglio federale dovrebbe ora intervenire e correggere la sua prassi". ( Notizie SRF dal 1 giugno 2022)

    Senza base giuridica? Per legge di emergenza!

    Il presidente del partito di centro Gerhard Pfister : ha descritto il blocco delle consegne di armi come "indecente" e ha twittato il 24 aprile: "Secondo me, il Consiglio federale [Bundesrat] ha la competenza per consentire [alla Germania] le consegne in [Ucraina] se è nell'interesse del Paese. (Art. 1 comma 2 Legge sull'embargo). Quest'ultimo sembra essere il caso qui quando [la Svizzera] aiuta una democrazia europea a difendersi. BR è responsabile di questa mancata fornitura di assistenza all'[Ucraina].» ( https://twitter.com/gerhardpfister/ )

    Resistenza delle forze svizzere pacifiste e conservatrici della neutralità

    La "Legge federale sul materiale bellico" è stata rivista o inasprita solo pochi mesi fa, il 1 ottobre 2021, come controproposta indiretta all'iniziativa popolare "Contro l'esportazione di armi nei paesi della guerra civile". Il Consiglio federale aveva inserito nella bozza una clausola con la quale intendeva darsi il potere di «deviare dai criteri di approvazione in circostanze eccezionali a tutela degli interessi di politica estera o di sicurezza del Paese». Il Consiglio degli Stati ha cancellato questa clausola, non solo con i voti del PS e dei Verdi, ma stranamente anche con la grande maggioranza del partito di centrodestra a far pendere la bilancia. Il Consiglio nazionale, che inizialmente voleva aggrapparsi all'esenzione, alla fine cedette per consentire il ritiro dell'iniziativa popolare. Risultato: La competenza eccezionale che Gerhard Pfister vorrebbe attribuire oggi al Consiglio federale è stato respinto da entrambi i consigli il 1° ottobre 2021, ovvero è stata accettata la legge inasprita sul materiale bellico. Per inciso, in Consiglio nazionale con 27 voti di mezzo su 30, compreso il voto dello stesso Pfister.
    Anche se la memoria di alcuni politici di centro sembra essere molto breve, c'è ancora speranza. Perché il gruppo di Pfister "non segue incondizionatamente il suo capo", secondo la "Neue Zürcher Zeitung" del 3 giugno. I Verdi svizzeri sono apparentemente tagliati da un tessuto diverso rispetto ai loro colleghi tedeschi: oltre all'UDC, che si è sempre schierato a favore del mantenimento della neutralità, anche il presidente dei Verdi, Balthasar Glättli , mette in guardia contro un cambio di rotta per quanto riguarda esportazioni di armi: "La pratica attuale è ampiamente supportata. Il Consiglio federale non deve semplicemente salutarsi dietro le quinte senza chiedere al Parlamento". E il consigliere nazionale del SP zurighese Min Li Martiha dichiarato il 27 aprile che la consegna di materiale bellico ai paesi belligeranti "ha violato la legge sul materiale bellico e la legge di neutralità". Se si vuole mettere in discussione la neutralità svizzera di fronte alla guerra in Ucraina, "allora bisognerebbe discuterne fondamentalmente, non si tratta di eccezioni, si va al nocciolo della neutralità".
    Qui il cerchio si chiude, perché corrisponde a quanto affermato dal Consigliere nazionale SVP Franz Grüter in un'intervista a Zeit-Fragen: «La questione della neutralità è così profonda nel DNA del nostro Paese che dobbiamo guidare la discussione – dobbiamo guidarla! Tanto è successo, con le sanzioni che sono state imposte, con gli sforzi per aderire o avvicinarsi alla NATO, con l'adesione al Consiglio di Sicurezza dell'ONU. Ma penso che dobbiamo fare questa discussione quando la polvere si sarà un po' calmata, quando potremo parlare un po' di questi argomenti da una certa distanza".
    Il consigliere federale Guy Parmelin si oppone

    Il capo del Dipartimento di Economia, Guy Parmelin , non è solo responsabile del vacillare dell'anti-neutralità all'interno del Consiglio federale. Sembra anche contrario alle sanzioni economiche. Esempio attuale: domanda del presidente centrale Gerhard Pfister , attualmente molto impegnato , il 7 giugno al Consiglio nazionale in relazione alla società Eurochem di Zugo, in cui un cittadino russo ha una partecipazione: "Il Consiglio federale sta lavorando per far si che aggirare le sanzioni tramite parenti stretti membri non sia più possibile?" Risponde Guy Parmelin: «La società con sede a Zugo Eurochem deve rispettare le misure svizzere e si è impegnata a farlo. Quindi le è proibito, signor Andrey Melnichenko, Fornire beni o risorse economiche, direttamente o indirettamente, ad esempio tramite la moglie.» Come dovrebbe essere, Parmelin ha fatto riferimento allo stato di diritto: "In Svizzera, i familiari di una persona sanzionata non sono automaticamente soggetti alle stesse misure che sono dirette contro i loro parenti". E ha richiamato l'attenzione sull'autogol che noi europei stiamo sparando con le sanzioni anti-russe: " Eurochemè uno dei maggiori produttori e distributori mondiali di fertilizzanti. Il divieto all'azienda di continuare le sue attività, anche se in linea con le sanzioni svizzere, minerebbe ulteriormente l'approvvigionamento alimentare mondiale. Questo non è in alcun modo nell'interesse della Svizzera". Almeno qualcuno lo dice una volta!
    https://www.zeit-fragen.ch/archiv/20...-hueten-wir-es

  6. #176
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    Predefinito Re: La Svizzera rinuncia alla storica neutralità e si unisce contro la Russia

    Già che ci sono, la posto pure qui...

    La Svizzera importa oro russo per la prima volta dalla guerra
    Più di 3 tonnellate di oro sono state spedite all'hub di raffinazione a maggio. L'oro russo è diventato un tabù dopo l'invasione dell'Ucraina

    La Svizzera ha importato oro dalla Russia per la prima volta dall'invasione dell'Ucraina, dimostrando che la posizione dell'industria nei confronti dei metalli preziosi della nazione potrebbe essere in via di ammorbidimento.
    Più di 3 tonnellate di oro sono state spedite in Svizzera dalla Russia a maggio, secondo i dati dell'Amministrazione federale delle dogane svizzera. Questa è la prima spedizione tra i paesi da febbraio.
    Le spedizioni rappresentano circa il 2% delle importazioni di oro nel principale hub di raffinazione il mese scorso. Potrebbe anche segnare un cambiamento nella percezione dei lingotti russi, che è diventato un tabù dopo l'invasione. La maggior parte dei raffinatori ha giurato di non accettare nuovo oro dalla Russia dopo che la London Bullion Market Association ha rimosso i produttori del paese dalla sua lista accreditata.

    Sebbene ciò fosse visto di fatto come un divieto di fatto sull'oro russo fresco dal mercato londinese, uno dei più grandi al mondo, le regole non vietano la lavorazione del metallo russo da parte di altre raffinerie. La Svizzera ospita quattro importanti raffinerie d'oro, che insieme gestiscono i due terzi dell'oro mondiale.
    Quasi tutto l'oro è stato registrato dalla dogana come destinato alla raffinazione o ad altre lavorazioni, indicando che una delle raffinerie del paese lo ha preso. I quattro maggiori - MKS PAMP SA, Metalor Technologies SA, Argor-Heraeus SA e Valcambi SA - hanno dichiarato di non aver preso il metallo.

    A marzo, almeno due delle principali raffinerie d'oro si sono rifiutate di rifondere i lingotti russi anche se le regole del mercato lo permettevano. Altri, come Argor-Heraeus, hanno affermato che avrebbero accettato prodotti raffinati in Russia prima del 2022, a condizione che ci fossero documenti che dimostrassero che ciò non avrebbe beneficiato finanziariamente una persona o entità russa.
    Alcuni acquirenti continuano a diffidare dei metalli preziosi russi, compresi i lingotti coniati prima della guerra che sono ancora commerciabili nei mercati occidentali. Nel palladio si è creata una persistente dislocazione tra i prezzi spot di Londra e i futures di New York, a causa del maggior rischio di ricevere lingotti dalla Russia in quest'ultima.
    La Svizzera importa piccole quantità di palladio dalla Russia, il più grande minatore di metallo al mondo, da aprile.
    https://www.bloomberg.com/news/artic...since-invasion
    (originale in inglese)

    ... e riporto anche l'avviso, con un'aggiunta:
    « Notozia proveniente da Bloomberg, media di New York, piazza economica notoriamente amica () della Svizzera, dunque da prendere con le pinze. Non escluderei per ora semplice propaganda. »
    Allo stato attuale, 24 ore dopo, la notizia è ripresa da sempre più fonti in inglese, ma viene semplicemente ripetuta. Non c'è nulla di nuovo.

  7. #177
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    Predefinito Re: La Svizzera rinuncia alla storica neutralità e si unisce contro la Russia

    Citazione Originariamente Scritto da Halberdier Visualizza Messaggio
    Già che ci sono, la posto pure qui...


    https://www.bloomberg.com/news/artic...since-invasion
    (originale in inglese)

    ... e riporto anche l'avviso, con un'aggiunta:
    « Notozia proveniente da Bloomberg, media di New York, piazza economica notoriamente amica () della Svizzera, dunque da prendere con le pinze. Non escluderei per ora semplice propaganda. »
    Allo stato attuale, 24 ore dopo, la notizia è ripresa da sempre più fonti in inglese, ma viene semplicemente ripetuta. Non c'è nulla di nuovo.
    Due aggiornamenti (uno già pubblicato su altro thread, l'altro di oggi)
    La Svizzera importa ancora per la prima volta oro russo
    Dopo mesi di stagnazione, le importazioni di oro dalla Russia alla Svizzera stanno tornando a crescere a passi da gigante. Ciò ha fatto scalpore in tutto il mondo, poiché la Svizzera è il centro commerciale dell'oro più importante del mondo. Tuttavia, è un mistero chi importa l'oro.

    La lignite, il legno e persino il caviale dalla Russia sono tabù in Svizzera: le merci sono sanzionate e non possono più essere importate. Non così con l'oro. Finora è stato esentato dalle sanzioni.
    Tuttavia, il commercio di oro russo attraverso la Svizzera è praticamente fermo dallo scoppio della guerra in Ucraina. Da un lato, ciò è dovuto al fatto che l'associazione londinese per il commercio dell'oro (London Bullion Market Association, LBMA) ha sospeso sei dei suoi membri, tutte raffinerie d'oro e d'argento dalla Russia, dopo lo scoppio della guerra.
    D'altra parte, le banche russe sono state escluse dal sistema di pagamento internazionale Swift. Sono state colpite anche le istituzioni finanziarie che in precedenza avevano gestito il commercio internazionale di oro. Inoltre, la Banca centrale russa, uno dei principali attori nel commercio di oro russo, è nell'elenco delle sanzioni. E infine, ma non meno importante, le raffinerie d'oro svizzere vanno oltre quanto richiesto dalla legge e sospendono l'importazione di oro russo in via precauzionale: il rischio di danni alla loro immagine è troppo alto.

    La Svizzera è il commerciante d'oro numero 1

    Ora la situazione sembra cambiare: a maggio, la Svizzera ha importato oro russo per la prima volta dallo scoppio della guerra in Ucraina. Nello specifico si trattava di 3,1 tonnellate per un valore di quasi 200 milioni di franchi. Lo emerge dai dati di maggio dell'Ufficio federale delle dogane e della sicurezza delle frontiere (BAZG). Questo è stato segnalato per la prima volta dal portale aziendale Bloomberg.
    Per fare un confronto: già prima dello scoppio della guerra nel gennaio 2022, la Svizzera importava quattro tonnellate di oro russo. Sebbene questo valore non sia stato raggiunto a maggio, il settore sembra essere sulla buona strada per raggiungere le sue vecchie dimensioni.
    Anche se il commercio di oro russo non è sanzionato, la rinnovata importazione equivale a rompere un tabù. Il fatto che Bloomberg, Reuters e altri media internazionali stiano riportando su questo è una prova sufficiente.
    L'attenzione internazionale non è un caso: la Svizzera è considerata il più importante hub internazionale per le materie prime . Si stima che circa l'80 percento del commercio mondiale di oro avvenga sulle scrivanie e sugli schermi dei computer dei trader locali.
    La Russia è il secondo produttore di oro al mondo. Per le relazioni commerciali tra Svizzera e Russia, l'oro è stato decisivo fino allo scoppio del conflitto: secondo la Segreteria di Stato dell'economia (Seco), i metalli preziosi rappresentavano l'80 percento delle importazioni russe in Svizzera fino allo scoppio della guerra.

    Le importazioni sono un mistero anche per gli esperti

    A differenza del petrolio, ad esempio, gran parte dell'oro scambiato in Svizzera attraversa anche fisicamente il confine svizzero: la Svizzera non è solo grande nel commercio dell'oro, ma anche nella lavorazione dell'oro. Quattro delle più grandi raffinerie d'oro del mondo si trovano in Svizzera, tre delle quali in Ticino. Si stima che circa due terzi dell'oro estratto nel mondo venga fuso e trasformato in fabbriche svizzere: in lingotti d'oro, gioielli, orologi o parti per l'industria.
    Quindi le raffinerie d'oro svizzere stanno gettando i loro principi in mare pochi mesi dopo lo scoppio della guerra e stanno andando avanti come prima? No. Questo non è affermato solo dal settore stesso. Ma anche Marc Ummel (29), esperto di materie prime presso l'organizzazione non governativa Swissaid, che osserva con occhi d'aquila il commercio dell'oro in Svizzera.
    "Non riesco proprio a spiegare le nuove importazioni", dice Ummel, un po' perplesso. Le attuali importazioni sono già oro raffinato, non oro grezzo direttamente dalla miniera. È stato forse importato da una piccola azienda che non è nel radar degli esperti di oro? "Forse", dice Ummel. "Ma non è particolarmente probabile, in fondo stiamo parlando di tre tonnellate!"
    Ummel ha chiesto a Seco e BAZG maggiori informazioni sulle importazioni, finora senza successo. Su richiesta di Blick, le autorità hanno annunciato che l'oro russo aveva raggiunto la Svizzera attraverso la Gran Bretagna. Per motivi di protezione dei dati, non dovrebbe essere rivelato chi l'ha importato. Sia Seco che BAZG sottolineano che le importazioni di oro dalla Russia non sono soggette a sanzioni.

    Ricerca dell'oro via Dubai

    Tuttavia, è discutibile quanto siano significative le statistiche di importazione. Gli importatori devono solo indicare dove acquistano il loro oro. Non importa dove è stato originariamente estratto. "Una grande scappatoia", dice Ummel .
    Questa primavera, dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, le importazioni di oro dagli Emirati Arabi Uniti (UAE) sono salite alle stelle, sebbene non ci sia una sola miniera d'oro lì. L'ipotesi di Swissaid: l'oro russo va a Dubai e da lì al mondo intero. Swissaid chiama questo "panning dell'oro".
    Quattro delle cinque raffinerie svizzere non importano oro dagli Emirati Arabi Uniti. Il leader del settore Valcambi, tra tutti, sembra preoccuparsi poco della possibile origine dell'oro di Dubai. Secondo Swissaid, la raffineria ticinese, con sede a Balerna non lontano da Chiasso, importa oro da Dubai e sostiene di aderire alle "linee guida e sanzioni applicabili".
    Che si tratti di un'importazione diretta o con uno scalo a Dubai: il presidente russo Vladimir Putin (69) dovrebbe essere contento dell'esportazione di oro in corso - ripaga il suo forziere di guerra.
    https://www.blick.ch/wirtschaft/tabu...d17600528.html
    (originale in tedesco)

    « Su richiesta di Blick, le autorità hanno annunciato che l'oro russo aveva raggiunto la Svizzera attraverso la Gran Bretagna. »

    Oro russo, non tutto è vietato
    L'importazione di tre tonnellate in maggio è oggetto di esame, fa sapere l'Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini

    L'Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini sta monitorando costantemente le importazioni di oro in Svizzera alla luce delle sanzioni in vigore e precisa che non tutte sono vietate.
    Berna reagisce così alla diffusione della notizia dell'arrivo nella Confederazione dal Regno Unito, in maggio, di oltre tre tonnellate di oro con denominazione di origine "Russia", per un valore di 194 milioni di franchi. Il caso specifico è attualmente oggetto di verifica.
    L'ordinanza che istituisce dei provvedimenti sanzionatori in relazione all'invasione dell'Ucraina, spiega l'UDSC, vieta le esportazioni ma non tutte le importazioni. I lingotti prodotti da raffinerie russe prima del 7 marzo 2022 possono ancora essere scambiati, mentre quelli fabbricati dopo non possono più essere commercializzati.
    L'oro in altre forme, come gioielli e monete, non è soggetto a restrizioni.
    https://www.rsi.ch/news/svizzera/Oro...-15431470.html

    Alla fine salterà fuori che era una tempesta in un bicchier d'acqua. Ma che Bloomberg ed altri poteranno utilizzare nelle prossime settimane e mesi come prova schiacciante di chissà quale collusione. In fondo oltreatlantico non c'è prova più solida di un vecchio articolo di giornale...

  8. #178
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    Predefinito Re: La Svizzera rinuncia alla storica neutralità e si unisce contro la Russia

    Lo sapevate? Oggi a Lugano s'è aperta un'importantissima conferenza, della durata di due giorni, che ha gli occhi del mondo puntati addosso... almeno stando a chi l'ha organizzata.

    Comincio a riprendere dall'altro thread...

    « Ah, juste pour rire...
    Oggi si apre la "
    Conferenza sulla Ricostruzione dell'Ucraina" a Lugano. Un evento che sembra avere importanza solo nell'opinione degli organizzatori. Ieri all'aeroporto di Agno sono arrivati i primi invitati, oggi perfino la devastatrice dell'esercito tedesco, Von Der Leyen.
    Il clima ci sta mettendo del suo per supplire all'indifferenza generale per l'evento, con temporali intensi e una tempesta di fulmini andata avanti quasi ininterrottamente per ore, ieri sera tardi. In alcuni momenti, il paesaggio notturno era illuminato a giorno. Stamattina ha tuonato a lungo, pure senza interruzione, senza un attimo di pausa tra un tuono e l'altro. Von Der Leyen si è fatta la sua psseggiata d'arrivo sotto la pioggia. Nonostante un pomeriggio relativamente calmo, il clima promette il bis.
    Un ottimo auspicio, lo definirebbero i greci...
    »

    Detto questo, la cosa più divertente della prima giornata è stata l'intervista ad un turista tedesco, spaesato in una Lugano deserta. Quando è stato intervistato dalla RSI per sapere la sua opinione sull'evento e sulla situazione in città, ha risposto che quanto stava avvenendo l'ha saputo dai giornalisti medesimi. C'è una sorta di dissonanza tra la grande eco mediatica qui in Svizzera (e parzialmente in Ucraina, che ha mandato perfino il primo ministro) e la noncuranza estera. L'UE ha mandato la Von der Leyen a cercare una sedia e dire belle parole a Cassis e a fare il discorso di rito, oltre a parlare di un'Ucraina che dovrà "attirare capitali"; nessuno dei Paesi di peso presenti ha mandato qualcosa di più di un ministro secondario. I Paesi dell'est qualche primo ministro. Le delegazioni statali presenti sono state quaranta, con una serie di altre delegazioni di organizzazioni internazionali e soprattutto "rappresentanti dell'economia", immagino speranzosi per qualche appalto pubblico di quelli coi fiocchi.

    Domani si concluderà tutto con una "dichiarazione di Lugano", in cui la parte più importante immagino sarà la sfilata delle firme e delle fotografie. Temo che a parte questo, nulla di più s'otterrà da questa conferenza. In fondo, giorni fa i vertici del G7 hanno già annunciato che organizzeranno la loro. Boris Johnson vuole organizzarne una pure lui. L'UE probabilmente farà altrettanto.
    Solo uno spot pubblicitario, rimarrà.

  9. #179
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    Predefinito Re: La Svizzera rinuncia alla storica neutralità e si unisce contro la Russia

    Beati gli svizzeri che hanno la pioggia,io mi sono dimenticato cosa sia

  10. #180
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    Predefinito Re: La Svizzera rinuncia alla storica neutralità e si unisce contro la Russia

    Citazione Originariamente Scritto da vostok Visualizza Messaggio
    Beati gli svizzeri che hanno la pioggia,io mi sono dimenticato cosa sia
    Vedo che hai subito capito qual'è la cosa più importante avvenuta oggi.

 

 
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