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Uno degli autori contemporanei che maggiormente rappresenta l’erotismo è Jan Saudek.
Egli unisce la fotografia alla pittura, ritraendo nei suoi scatti i soggetti e le stesse foto vengono poi dipinte, come se ci fosse una doppia elaborazione della creazione artistica.
Saudek nasce a Praga nel 1935 e lavorerà attivamente intorno agli anni 70 nel suo scantinato, i suoi primi scatti fotografici erano stampati in bianco e nero o seppia. In seguito, decise di colorare ad acquerello le sue stampe quasi a voler “correggere” il bianco e nero.
Nelle sue opere la sessualità e il corpo femminile sono tra i protagonisti, insieme a temi onirici, rievocazione dell’infanzia, feticismi e, in generale, la rappresentazione dell’umana esistenza attraverso composizioni allegoriche.

Nelle sue opere i corpi vengono rappresentati nella loro imperfezione e nella loro bellezza in assenza di giudizio e pregiudizio.
La donna viene esaltata in tutte le sue forme da quelle giunoniche fino a ragazze esili che rappresentano una bellezza eterea. Argomento che emerge dalle sue opere è anche il feticismo.
U. Galimberti ci fornisce una definizione di feticcio come un oggetto costituito da un rapporto contraddittorio con la realtà che però non impedisce, ma rende possibile e sopportabile una rappresentazione vera nonostante la realtà sottostante sia inquietante incontrollata e indesiderata: << Feticcio: oggetto investito di significato simbolico a cui viene generalmente associato un potere magico o una forza spirituale. Come indica il corrispondente latino facticius che significa “fatto”, “costruito”, il feticcio è in supporto di uno spostamento semantico che trasfigura la cosa nel suo senso e valore comuni per attribuirle un significato personale o di gruppo.

Caricato di valori attribuiti, il feticcio diventa oggetto di culto e di rituali privati, a volte limitati al contatto o alla semplice vista dell’oggetto che rinvia o al tutto di cui è parte o al significato ulteriore di cui è richiamo. In psicoanalisi il termine feticcio si riferisce ad un oggetto come scarpe, capelli, orecchini, indumenti intimi, piedi, a cui si attribuisce un significato sessuale che prende il posto dell’oggetto d’amore. Frequente nei maschi, il feticcio è usato per superare la paura della castrazione indotta dalla mancanza del pene nella donna. Mediante i processi di condensazione, spostamento e simbolizzazione da altri oggetti, il feticista si comporta come se il feticcio fosse questi altri oggetti e non è disturbato dalla sua incongruenza o assurdità più di quanto lo sia il sognatore mentre sta sognando>>(1).

Un feticcio, come detto, può essere un capo di abbigliamento, una calzatura o una parte del corpo, un materiale in pelle o in seta e di questi ne ritroviamo molti nelle opere dell’artista.
In Saudek troviamo una realtà a volte inquietante ma allo stesso tempo delicata e completamente aperta. Molte delle sue opere arrivano allo spettatore in maniera diretta e rimangono all’interno del proprio immaginario. Rappresentano anche aspetti psicologici, in alcune fotografie, infatti, si rievocano atmosfere in cui sono presenti punizioni, dominazione e sottomissione. La sessualità rappresentata nelle sue opere lascia intravedere un bisogno di contatto e di fisicità per la rielaborazione di traumi e solitudini.